Genova accoglie un nuovo tassello del road show del GSE, puntando l’attenzione sulla crescita del fotovoltaico e sulle strategie nazionali per la transizione energetica. Paolo Arrigoni ha condiviso le sue idee su nucleare, biometano e opportunità che coinvolgono pubbliche amministrazioni e imprese. Un quadro di crescita comune.
Paolo Arrigoni: l’impegno del GSE nella svolta energetica
Nel corso di un incontro a Genova, il Gestore dei servizi energetici (GSE) ha presentato i recenti dati sulla produzione fotovoltaica in Liguria, evidenziando un incremento del 19% nel numero degli impianti e un +24% nella potenza installata nel 2024. Un risultato che testimonia l’interesse crescente verso la transizione energetica, non solo tra le 200 pubbliche amministrazioni già assistite, ma anche tra quasi 29mila operatori registrati nella piattaforma del GSE. Il Presidente Paolo Arrigoni ha sottolineato la necessità di fare rete con studenti, Comuni e imprese, offrendo strumenti di incentivazione e servizi specifici. In merito all’opportunità di integrare fonti rinnovabili e nucleare, le idee del GSE si basano sulla sicurezza del sistema e sulla riduzione del costo dell’energia. Come emerso durante il dialogo con la stampa, uno dei punti più delicati riguarda l’eliminazione progressiva del gas nel mix energetico. In tal senso, “per tre motivi. Primo perché c’è un tema di competitività che è molto importante, il prezzo dell’energia nel nostro Paese è alto con un gap pesante nei confronti di Francia e Germania, alto per le famiglie ma soprattutto per le imprese. La seconda ragione è che il binomio nucleare-rinnovabili è la strada giusta. Vento e sole sono intermittenti, mentre il sistema energetico presuppone la sicurezza. Oggi il carico di base lo forniscono le centrali a gas, ma se vogliamo eliminare il gas per decarbonizzare non potremo fare a meno del nucleare. La terza ragione per cui affermo che il nucleare è la strada giusta – conclude Paolo Arrigoni – è perché constato che la decarbonizzazione sta rilanciando il nucleare in tutto il mondo, poiché tra tutte le tecnologie di generazione elettrica è quello che possiede la minore intensità carbonica: il percorso è inevitabile”.
Paolo Arrigoni (GSE), le nuove prospettive energetiche: biometano, trasporti e fonti alternative
L’evento a Genova ha anche focalizzato l’attenzione sulla decarbonizzazione dei settori maggiormente impattanti, come il trasporto marittimo e quello aereo. Si è discusso di Gas Naturale Liquefatto (GnL) e di biometano, considerati possibili soluzioni a breve termine per ridurre le emissioni. Dal punto di vista operativo, il GSE sta gestendo due meccanismi di incentivazione dedicati proprio alla produzione di biometano, favorendone la crescita e puntando a impianti capaci di generare oltre 2 miliardi di metri cubi. In proiezione europea, l’obiettivo è raggiungere i 35 miliardi di metri cubi entro il 2030, con un traguardo di 5 miliardi destinati all’Italia. Nel corso dell’incontro, è emersa la volontà di mantenere una neutralità tecnologica, lasciando aperta la possibilità di sfruttare diverse soluzioni a seconda dei contesti e delle risorse territoriali disponibili. “Di biometano il GSE si occupa attivamente sostenendo la produzione. Il biometano ha la molecola del gas fossile ma è prodotto dall’economia circolare: rifiuti organici, scarti vegetali e dell’industria agro-alimentare. Stiamo gestendo due meccanismi di incentivazione per la realizzazione in Italia di impianti a biometano, nuovi oppure trasformazioni di impianti biogas. Abbiamo già assegnato incentivi a impianti che hanno una capacità potenziale di oltre 2 miliardi di metri cubi di biometano. Una parte di questi si sono candidati a produrre biognl, quindi gas naturale liquido prodotto da biometano. L’Europa si è data l’obiettivo di produrre, entro il 2030, 35 miliardi di metri cubi di biometano e di questi 5 miliardi sono i metri cubi che dovrà produrre l’Italia”, ha evidenziato Paolo Arrigoni, ribadendo che la scelta delle infrastrutture e dei sistemi di stoccaggio rimane un tema fondamentale per il futuro energetico del Paese. Regione Liguria, infine, sta valutando anche l’energia generata dal moto ondoso, aprendo a scenari meno convenzionali ma potenzialmente capaci di rafforzare ulteriormente il panorama delle energie rinnovabili.