Stefano Venier: dagli stoccaggi a livelli record al nuovo Sustainability Profile di Snam

Stefano Venier: “È proseguito il nostro impegno per garantire la sicurezza energetica del Paese mantenendo un focus costante sul nostro percorso di decarbonizzazione”.    

Stefano Venier

Sicurezza energetica, l’AD di Snam Stefano Venier: a fine marzo stoccaggi oltre il 60%

Stoccaggi gas al 60% a fine marzo: lo ha rimarcato l’AD di Snam Stefano Venier intervenendo lo scorso 7 maggio nel corso dell’Assemblea degli Azionisti. “Consuntiviamo un 2023 con risultati solidi dal punto di vista economico-finanziario e con significativi progressi dal punto di vista operativo”, ha ricordato l’AD sottolineando come al contempo sia proseguito “il nostro impegno per garantire la sicurezza energetica del Paese mantenendo un focus costante sul nostro percorso di decarbonizzazione”. E a confermarlo sono i numeri, come ha evidenziato l’AD: “Alla fine della stagione invernale abbiamo stoccaggi oltre il 60%, valori superiori alla media storica”. L’impegno sul fronte della sicurezza energetica si accompagna a quello nel promuovere una crescita in ottica sostenibile: “Durante l’assemblea con i nostri azionisti abbiamo presentato la seconda edizione del Sustainability Profile di Snam, il documento che racconta – in una veste grafica rinnovata – il nostro impegno nel raggiungere gli ambiziosi obiettivi di sostenibilità”, ha spiegato in un post su LinkedIn l’AD Stefano Venier.

Stefano Venier: la seconda edizione del Sustainability Profile di Snam

Stefano Venier spiega su LinkedIn come il 2022 abbia rappresentato “un anno di svolta per il sistema globale dell’energia”. Ma è stato il 2023 ad aver registrato “un deciso approfondimento di molti temi della cosiddetta policrisi che sta investendo il Pianeta, sottolineando ulteriormente il valore dei risultati raggiunti su tutti i fronti da Snam, nonché l’importanza strategica dei nostri obiettivi di breve, medio e lungo periodo”. Molti i risultati significativi raggiunti che “hanno superato i target che avevamo fissato e che ci hanno spinti ad alzare ulteriormente i nostri obiettivi per i prossimi anni”. Tutela del suolo, protezione della biodiversità e del capitale naturale quando si realizzano le infrastrutture: come ribadisce Stefano Venier sono “le nuove sfide che allargano il confronto con i “planetary boundaries” e che ci offrono la possibilità di generare un impatto positivo sulle comunità che interessiamo, contribuendo a tutelare e rafforzare gli ecosistemi sempre più minacciati da antropizzazione e cambiamenti climatici”. Il nuovo Sustainability Profile riflette quindi “il nostro approccio strutturato su sette pilastri strategici di sostenibilità, misurati nella rinnovata Sustainability Scorecard che, attraverso il monitoraggio di oltre 30 KPI, illustra non solo cosa vogliamo fare, ma anche come lo vogliamo fare”.

Luca de Meo (Renault Group): “Tempi difficili, su transizione necessario sforzo comune”

Alla celebrazione dei 35 anni di “Milano Finanza”, Luca de Meo ha sottolineato l’importanza dell’innovazione e della collaborazione tra i settori per mantenere l’Europa al centro dell’industria automobilistica globale.

Luca de Meo

Luca de Meo tra i protagonisti del 35esimo anniversario di “Milano Finanza”

Per superare con successo le sfide legate alla transizione la parola d’ordine per l’industria europea è gioco di squadra. È l’appello lanciato da Luca de Meo, CEO di Renault Group e Presidente dell’ACEA, in occasione dell’evento recentemente organizzato da “Milano Finanza” per festeggiare i 35 anni di attività. Per l’edizione speciale di 160 pagine, il quotidiano finanziario edito da Class Editori ha realizzato una serie di approfondimenti, dossier e sondaggi su manager, imprenditori e aziende che hanno cambiato il volto dell’economia italiana e non. Carlo De Benedetti, John Elkann, Diego Della Valle, Gian Maria Gros-Pietro, Philippe Donnet, Marco Tronchetti Provera: sono solo alcuni dei volti noti che hanno rilasciato delle interviste esclusive per MF 35. Intelligenza Artificiale, transizione, trend finanziari dei prossimi dieci anni i principali temi sul tavolo. Ed è proprio sulle sfide legate al cambio di paradigma energetico che il CEO di Renault Group ha incentrato il suo intervento. Da diverso tempo, infatti, il manager pone l’accento sul rischio, quanto mai concreto, che l’industria europea e in particolare quella dell’automotive possano perdere la leadership guadagnata nell’ultimo secolo.

Luca de Meo: chiamata all’azione per l’industria europea

Il gap sull’elettrico accumulato nei confronti di competitor come Cina e Stati Uniti, che negli ultimi anni hanno potuto contare sul pieno appoggio delle istituzioni, finanziario e non, diventa infatti sempre più difficile da recuperare. “L’Italia e l’Europa non possono diventare un museo a cielo aperto – ha sottolineato Luca de Meo andando dritto al punto – Senza industria, i pilastri del nostro modello sociale e la nostra prosperità verranno messi in discussione. Ciò vale per noi e per chi verrà dopo di noi”. Quale la soluzione? “C’è ancora molta strada da fare. Dobbiamo investire, innovare e reinventarci per rimanere leader nella transizione che il mondo sta vivendo. Ovviamente sono tempi complessi – conclude il CEO di Renault Group – ma credo che la chiave sia nella nostra capacità di fare squadra perché oggi le grandi sfide che ci attendono sono trasversali a tutti i settori tradizionali”.

Paolo Gallo: “Vi spiego perché un approccio ideologico ostacola la transizione energetica”

Attraverso infrastrutture resilienti e flessibili sarà possibile garantire la sicurezza energetica del Paese sviluppando progressivamente la transizione ecologica: lo ha dichiarato l’AD di Italgas Paolo Gallo, evidenziando la necessità di mantenere un approccio pragmatico e non condizionato da pregiudizi ideologici.

Paolo Gallo

Paolo Gallo: l’importanza di infrastrutture resilienti

La sede di Italgas a Torino ha ospitato, nell’ambito della Planet Week, un convegno che ha visto illustri ospiti, tra cui l’AD del Gruppo Paolo Gallo e il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin, confrontarsi con i rappresentanti sia delle istituzioni italiane che di altri Paesi. Il tema della conferenza, intitolata “Bridging tradition and sustainable energy”, ha riguardato il difficile bilanciamento tra energia fossile e rinnovabile che i Paesi devono adottare nella prospettiva di completare la transizione energetica. Nel suo intervento, Paolo Gallo ha affermato che il gas ha ancora un ruolo molto importante da giocare nella transizione energetica, in quanto, essendo stoccabile e meno inquinante rispetto alle altre fonti tradizionali, garantisce una sicurezza di approvvigionamento in misura superiore alle fonti rinnovabili, che sono per loro natura intermittenti. Le stesse condutture usate per il gas potranno, in futuro, trasportare anche alternative sostenibili: “Infrastrutture resilienti che possano oggi trasportare il metano e domani, invece, altri tipi di gas. Il nostro Ministro ha parlato di idrogeno, di e-metan, quindi ha parlato di gas rinnovabili: ma per essere trasportati hanno bisogno di infrastrutture resilienti, capaci, upgradate”.

L’ottimismo di Paolo Gallo sugli obiettivi di decarbonizzazione

Secondo Paolo Gallo è infatti controproducente rifiutare le fonti energetiche tradizionali a priori: piuttosto, è necessario dare luogo a un mix sostenibile tra energia fossile e rinnovabile che tenga in equilibrio l’accessibilità di prezzo, la sicurezza di approvvigionamento e la sostenibilità. “Fino a qualche anno fa l’approccio era strettamente ideologico e questo secondo me ha limitato la capacità di battere strade alternative per arrivare prima e più velocemente agli obiettivi”, ha dichiarato l’AD. “L’abbandono dell’approccio ideologico e l’adozione, invece, di un pragmatismo basato su quello che si può fare, secondo me accelererà il raggiungimento degli obiettivi”. Una strategia pragmatica ed efficace è, appunto, quella di valersi sì delle fonti fossili, ma attraverso infrastrutture che in futuro potranno essere utilizzate anche per la gestione dell’energia rinnovabile, con un approccio a lungo termine. Paolo Gallo ha concluso sottolineando come i passi in avanti nella direzione della decarbonizzazione siano già stati numerosi e di come attraverso intuizioni creative e intelligenti sarà sempre più facile accelerare il processo di transizione sostenibile.

Il 2023 di MFE “da incorniciare”: intervista a Pier Silvio Berlusconi

Il 2023 di MFE, l’analisi del CEO Pier Silvio Berlusconi: “Abbiamo investito sullo sviluppo consolidando la nostra televisione spagnola, crescendo nella partecipazione in Germania e abbiamo remunerato tutti gli azionisti, in più senza aumentare in modo significativo il nostro debito”.

Pier Silvio Berlusconi

MFE, Pier Silvio Berlusconi: “La nostra holding ha chiuso un anno davvero da incorniciare”

Come evidenziato anche dal CEO Pier Silvio Berlusconi in un’intervista rilasciata lo scorso 17 aprile nel giorno dell’approvazione da parte del Consiglio di Amministrazione del Gruppo MFE-MEDIAFOREUROPE, i risultati dell’esercizio 2023 sono nettamente superiori alle stime aziendali di inizio anno. L’utile netto, se si esclude l’impatto contabile derivante nei due esercizi dalla contribuzione della partecipazione in Prosiebensat1, registra una considerevole crescita (+17,7 %) rispetto al 2022 attestandosi a 217,5 milioni di euro. “La nostra holding ha chiuso un anno davvero da incorniciare. Abbiamo fatto tutto ciò che un’azienda quotata in Borsa può e deve fare”, ha commentato il CEO analizzandone il valore: “Abbiamo investito sullo sviluppo consolidando la nostra televisione spagnola, crescendo nella partecipazione in Germania e abbiamo remunerato tutti gli azionisti, in più senza aumentare in modo significativo il nostro debito”. Risultati che Pier Silvio Berlusconi riassume efficacemente in due parole: “Davvero bene”.

Pier Silvio Berlusconi: “Abbiamo deciso per una questione di etica imprenditoriale di tornare ad assumere”

Quello della crescita occupazionale è un tema su cui Pier Silvio Berlusconi si è speso fortemente negli ultimi mesi, come dimostra anche quanto ha dichiarato in un’intervista rilasciata al “Corriere della Sera” lo scorso marzo: “Certo, il mondo dell’offerta dei contenuti è diventato super competitivo, forse anche sovraffollato. Quello che so però è che noi, in controtendenza, assumiamo”. E che il Gruppo sia tornato ad assumere mentre nel settore lo scorso anno sono stati tagliati quasi 100mila posti di lavoro il CEO Pier Silvio Berlusconi lo ha ricordato anche a poche ore dalla presentazione dei risultati 2023, sottolineando come si tratti di “una questione di etica imprenditoriale”. E rilancia: “Nel 2023 c’eravamo dati un obiettivo di 250 nuove assunzioni, posso dire che abbiamo chiuso con ben oltre 300 nuovi ingressi. E vorremmo fare la stessa cosa nel 2024 e nel 2025, assumendo soprattutto giovani e donne”.

Gruppo Riva tra sostenibilità ambientale e successo industriale

Gruppo Riva è un’icona dell’ascesa economica italiana durante gli anni d’oro del miracolo economico e ha trainato l’industria siderurgica verso nuove vette di successo. Fondata da Emilio Riva insieme al fratello Adriano nei primi anni ‘50, l’azienda inizia la sua avventura come commerciante di rottami ferrosi. La visione lungimirante dei fondatori li spinge a sfruttare le immense opportunità offerte dal settore siderurgico nell’Italia in cerca di ricostruzione del Dopoguerra e pronta ad abbracciare l’era del boom economico.

Gruppo Riva

Gruppo Riva tra sfide e successi

La metà degli anni ‘60 segna un punto di svolta cruciale per l’industria siderurgica italiana, con l’avvento delle “miniacciaierie” e una concorrenza sempre più agguerrita a livello internazionale. Per tenere testa ai colossi esteri, Gruppo Riva investe coraggiosamente nell’innovazione tecnologica, introducendo per primo in Italia la colata continua curva a tre linee. Questa mossa audace rivoluziona il processo produttivo, migliorandone l’efficienza e riducendone i costi, oltre a conferire al Gruppo un vantaggio competitivo fondamentale. Ma l’ambizione dell’azienda non si ferma alle frontiere nazionali. Inizia così una serie di acquisizioni strategiche in Europa che contribuisce a consolidare la posizione del Gruppo tra i giganti dell’industria siderurgica europea. Questa mossa non solo amplia il portafoglio prodotti di Gruppo Riva, ma ne rafforza anche la presenza internazionale, aprendo le porte a nuovi mercati e nuove opportunità di crescita.

Innovazione, sostenibilità e crescita: il percorso di Gruppo Riva

Gli anni successivi sono caratterizzati da una crescita costante e da ulteriori espansioni in Europa. Gruppo Riva continua a investire in nuove tecnologie e infrastrutture logistiche, potenziando la sua flotta navale per il trasporto delle materie prime e dei prodotti finiti. Ma l’impegno dell’azienda va oltre il mero profitto: nel 2005, l’accordo di programma con il Governo italiano a Genova testimonia il suo impegno a riconvertire gli impianti industriali per ridurre l’impatto ambientale, dimostrando che è possibile conciliare produzione industriale e tutela dell’ambiente. Nel 2023, il Gruppo ha compiuto un nuovo passo avanti acquisendo quattro siti di raccolta e quattro siti di selezione e frantumazione di rottami metallici (che sono stati raggruppati sotto la società TRENTETROIS), puntando all’autonomia nella catena del riciclo dell’acciaio e riaffermando così uno dei suoi valori fondamentali: la sostenibilità. La storia di Gruppo Riva è una testimonianza di imprenditorialità, innovazione e impegno per il progresso industriale e la sostenibilità ambientale.

Daniele Ragone: il percorso professionale fino al ruolo in Progetti del Cuore S.r.l.

Attraverso una serie di esperienze presso Tribunali, società, studi legali e Fondi internazionali, Daniele Ragone, Amministratore Unico di Progetti del Cuore S.r.l. e Finelsir S.r.l, ha acquisito una serie di competenze che spaziano dal risanamento aziendale al diritto fallimentare.

Daniele Ragone

Daniele Ragone: formazione e percorso professionale

Daniele Ragone, Amministratore Unico di Progetti del Cuore S.r.l., è nato a Parma il 15 gennaio 1972 e si è laureato in Economia Aziendale all'Università degli Studi di Parma. Ha successivamente dato un respiro internazionale alla propria attività ottenendo il First Certificate dall'University of Cambridge e un diploma di lingua tedesca dal Goethe Institut, rafforzando parallelamente le sue competenze legali attraverso specifici corsi. Due master conseguiti nel 2013, uno in Procedure Concorsuali e l'altro come Revisore dei Conti degli Enti Pubblici, hanno completato la sua formazione legale e manageriale. La carriera professionale di Daniele Ragone prende avvio presso lo Studio Ragone, dove ha lavorato come partner dal 2001 al 2011, ricoprendo contemporaneamente il ruolo di Curatore Fallimentare e Consulente Tecnico per il Tribunale di Parma. Successive esperienze presso AUDIT TEAM S.r.l., società specializzata nella revisione e nella consulenza aziendale, e preziose esperienze come consulente presso Sicav, SGR e importanti Fondi internazionali, hanno avuto un ruolo importante nel rafforzare e diversificare le competenze del manager. Attualmente, ricopre il ruolo di Amministratore Unico presso Progetti del Cuore S.r.l., società che ha coniugato in modo rivoluzionario il fare impresa con la solidarietà. Mantiene inoltre ruoli di Curatore Fallimentare, Liquidatore, Amministratore e Revisore Unico in diverse società.

Gli interessi di Daniele Ragone nello sport e nella ricerca accademica

Daniele Ragone si dedica a numerosi interessi e aree di attività che porta avanti al di fuori della gestione di Progetti del Cuore S.r.l. Nel corso del suo sviluppo professionale, il manager ha anche seguito un percorso accademico, lavorando come assistente alla cattedra di Diritto Commerciale presso l'Università di Parma dal 2001 al 2007. Parallelamente, ha collaborato con vari portali e giornali, tra cui ilfallimento.it e la "Gazzetta di Parma", redigendo articoli specialistici. Tra le sue pubblicazioni più prestigiose, la sua curatela per l'edizione del Codice del Fallimento del 2014, che ha contribuito notevolmente a consolidare la sua reputazione nel settore. Daniele Ragone ha dimostrato una passione anche per lo sport: sia praticato professionalmente, che sostenuto attraverso il suo impegno come dirigente nel mondo del rugby. Come Presidente di Amatori Parma Rugby Club e Dirigente della Federazione Italiana Rugby per l’Emilia Romagna, ha applicato le sue competenze manageriali per promuovere questo sport a livello regionale e nazionale.

Mario Putin: l’imprenditore dietro il successo di Serenissima Ristorazione

Un viaggio attraverso la carriera e i traguardi di Mario Putin, imprenditore e Presidente di Serenissima Ristorazione, oggi tra i principali gruppi attivi nel settore della ristorazione collettiva.

Mario Putin

I numeri di Serenissima Ristorazione

Quella di Mario Putin è una figura emblematica nel panorama della ristorazione italiana, conosciuto per il suo ruolo di Presidente di Serenissima Ristorazione, leader nel settore che ha visto una crescita esponenziale sotto la sua guida. Fondato a metà degli anni '80, il Gruppo stabilisce la sua sede in un capannone nella zona industriale di Vicenza gestito proprio da Mario Putin, che decide di acquisire via via quote di maggioranza dell’azienda. Grazie ad una visione imprenditoriale acuta e a un approccio basato sull’innovazione continua, l’imprenditore ha trasformato Serenissima Ristorazione in una realtà di successo, con oltre 10.500 dipendenti all’attivo e un fatturato che si prevede supererà i 550 milioni di euro nel 2024. Oltre al settore sanitario ospedaliero e a quello socio-sanitario, l’azienda è attiva anche nella ristorazione scolastica e nella ristorazione aziendale e commerciale. Tra le principali innovazioni introdotte il metodo Cook&Chill, in grado di garantire l’elevata qualità dei cibi e conservare la salubrità del prodotto.

La carriera imprenditoriale di Mario Putin

Nelle vesti di Presidente, Mario Putin è stato uno dei principali fautori della trentennale espansione del Gruppo veneto. Un impegno esteso anche al sociale, con il sostegno a progetti e iniziative incentrate in particolare sulla promozione dell’alimentazione sana e sulla sostenibilità ambientale. Prima di prendere in mano le redini di Serenissima Ristorazione nel 1986 diventandone azionista di maggioranza, l’imprenditore si è formato all’estero. A soli 16 anni infatti si è traferito in Spagna, dove è rimasto per 4 anni: in quel periodo, ha collaborato con i fratelli Giovanni ed Alberto per la gestione della spagnola Automatismo para ceramica. Nel 1969 è rientrato in Italia e insieme al fratello Franco ha gestito la Impianti Putin Installazioni Automatiche e Costruzioni (IPIAC), collaborando con l’azienda fino a quando, nel 1996, ha scelto di concentrarsi esclusivamente sulle attività di Serenissima Ristorazione.

Gruppo Danieli, 100 anni di eccellenza e innovazione nel settore siderurgico

Con oltre 100 anni di storia, Gruppo Danieli è una delle realtà industriali leader del Paese: in virtù di una strategia aziendale incentrata sull’innovazione sostenibile, ha conquistato una posizione di primo piano nella siderurgia mondiale.

Gruppo Danieli

Gruppo Danieli: come ha raggiunto il successo mondiale con i suoi impianti siderurgici

Gruppo Danieli è oggi una delle più importanti società siderurgiche internazionali. La fondazione risale al 1914, anno in cui i fratelli Mario e Timo Danieli rilevano Acciaierie Angelini di Brescia. In seguito al trasferimento a Buttrio nel 1929, Luigi Danieli ha l’intuizione che garantirà il successo della società: concentrarsi, anziché sulla produzione diretta dell’acciaio, sulla realizzazione di macchinari per l’industria siderurgica. Tale scelta contribuirà a rendere l’Italia uno dei Paesi leader nel panorama siderurgico europeo. Negli anni ’70, sotto la guida di Mario Danieli, la società si è specializzata nella produzione diretta di grandi impianti, svolta strategica che gli consentirà di superare indenne la crisi di settore di quel periodo. L'acquisizione di importanti aziende europee come la svedese Morgårdshammar e la francese Rotelec ha ulteriormente consolidato la posizione di Gruppo Danieli nel mercato internazionale, affermandone la presenza su scala globale.

Gruppo Danieli verso il futuro: tra sostenibilità e responsabilità sociale

Pur poggiando sulle solide basi di una tradizione industriale consolidata, Gruppo Danieli non ha mai cessato, in ogni caso, di continuare la propria crescita ed evoluzione, cercando di rafforzare il proprio impatto positivo sulla società. Innanzitutto, il Gruppo è molto attivo nella sperimentazione e ricerca scientifica, elaborando costantemente soluzioni efficaci che hanno impattato positivamente tanto la produttività degli stabilimenti quanto la soddisfazione dei clienti. L’efficientamento della produzione ha permesso di ridurre notevolmente l’impatto ambientale e le emissioni inquinanti dei processi produttivi: gli impianti green della società siderurgica rappresentano uno dei suoi prodotti di maggiore successo, nonché una delle ragioni della sua leadership nel panorama siderurgico contemporaneo. Gruppo Danieli è infine fortemente impegnato in progetti sociali che valorizzano i giovani talenti in campo ingegneristico e scientifico. Attraverso collaborazioni con scuole e istituti e il conferimento di borse di studio, contribuisce a formare e sostenere le nuove generazioni di tecnici altamente professionalizzati.

Gianni Prandi analizza le applicazioni delle IA nella sanità: il caso dell’Humber River Hospital

Secondo Gianni Prandi, Fondatore e membro del CdA di Vidierre, le Intelligenze Artificiali possono aiutare ad abbattere le interminabili liste d’attesa degli ospedali. Ma non solo: dalle procedure d’emergenza rese più efficienti alle applicazioni avveniristiche nella medicina predittiva, l’utilizzo delle IA si configura come una vera e propria rivoluzione nella sanità italiana e globale.

Gianni Prandi

Le IA come alleate degli ospedali: l’analisi di Gianni Prandi

Tra le carenze della sanità italiana nessuna è penalizzante per i pazienti quanto la scarsa organizzazione delle liste d’attesa che, tra ritardi e tempi lunghissimi, comportano spesso gravi rischi per la salute dei pazienti: tuttavia, secondo Gianni Prandi, Fondatore di Vidierre, questo problema può essere facilmente risolto attraverso l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale (IA) nel settore sanitario. Avendo accesso alle cartelle mediche dei pazienti, l’IA può organizzare visite e interventi secondo un criterio di urgenza e gravità, evitando dunque i tristi casi (purtroppo assai frequenti) in cui un malato muore prima di avere ricevuto assistenza terapeutica o persino una visita di controllo. A tal proposito, Gianni Prandi ha citato il caso dell’Humber River Hospital di Toronto, il primo in Nordamerica ad essere completamente digitalizzato. Ogni aspetto della gestione di questa struttura, dai turni del personale all’approvvigionamento dei farmaci, è affidato ai big data, comportando così un notevole efficientamento di tutti i processi. Il vantaggio è duplice: da un lato si è assistito a un notevole risparmio dei costi (a beneficio dei contribuenti), dall’altro le liste d’attesa hanno potuto godere di una significativa riduzione.

Gianni Prandi: “Vi spiego tutti i modi in cui l’IA può contribuire alla nostra salute”

Le applicazioni delle Intelligenze Artificiali sono tuttavia, secondo Gianni Prandi, molto più vaste. Le IA possono stilare graduatorie di priorità anche per i malati che necessitano di un trapianto d’organi, moltiplicandone così le possibilità di sopravvivenza. Confrontando dati su una scala inimmaginabile da un essere umano, l’Intelligenza Artificiale può persino prevedere l’insorgere di disturbi e malattie croniche, agendo dunque in un’ottica di medicina predittiva. Il fondatore di Vidierre ne ha anche sottolineato le notevoli possibilità di utilizzo in contesti emergenziali, come la pandemia: “Durante la pandemia, se avessimo avuto a disposizione l'Intelligenza Artificiale, si sarebbero potuti indirizzare i casi più gravi verso i letti disponibili in tutte le regioni o potenziare l'assistenza remota della telemedicina con consulti e persino programmare interventi chirurgici sospesi durante il Covid”. Con prospettive tanto promettenti, è fondamentale che il sistema sanitario italiano implementi al più presto queste soluzioni innovative, prospettando un futuro in cui i computer lavoreranno incessantemente per il nostro benessere e la nostra salute.

FS PARK, la società presieduta da Umberto Lebruto pronta a rivoluzionare i parcheggi d’Italia

Il concetto di parcheggio sta subendo una trasformazione radicale: da semplice area di sosta diventa a tutti gli effetti un hub intermodale, inclusivo e sostenibile. A guidare questa rivoluzione il Gruppo FS, che sta lavorando all’attuazione del progetto FS PARK, la cui presidenza è stata affidata a Umberto Lebruto con lo scopo di rinnovare i circa 90 parcheggi gestiti dalla società.

Umberto Lebruto

Umberto Lebruto presenta FS PARK

Il Presidente di FS PARK Umberto Lebruto (già AD di FS Sistemi Urbani), il Capo del Dipartimento per le infrastrutture e le reti di trasporto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti Enrico Maria Pujia, il Sindaco di Roma Roberto Gualtieri e l’AD di FS PARK Andrea Destro hanno presentato al parcheggio Roma Termini “La Piastra” il progetto. Sarà proprio “La Piastra” a fare da modello alle aree di sosta del futuro. Lo spazio, oggetto di una massiccia operazione di rinnovamento, presenta una serie di innovazioni che lo rendono unico nel suo genere. Tra queste “theBreath”, una tecnologia a impatto zero sviluppata da Anemotech che migliora la qualità dell’aria attraverso un pannello capace di catturare la CO2 e filtrare l’aria, rendendola più pulita.

Umberto Lebruto: come saranno i parcheggi di FS PARK

Le iniziative pensate dal Gruppo FS, impegnato nel portare avanti l’ambizioso piano di gestire e rimodernare fino a 250 aree di sosta, daranno vita a spazi sempre più smart e sostenibili. “Vogliamo rendere il parcheggio sempre più bello, più accattivante dal punto di vista dell’ambiente, farlo diventare green, farlo diventare un’area verde, pieno zeppo di verde, per accogliere le persone come se stessimo in un luogo ameno, di campagna, non di città – ha spiegato il Presidente di FS PARK Umberto Lebruto – Lo faremo anche popolando il parcheggio con delle piante che assorbono in maniera particolare la CO2, tra cui la Paulownia. Abbiamo visto che su ogni ettaro popolato dalla Paulownia riusciamo ad assorbire 40 tonnellate di CO2”. Il personale che lavorerà nei parcheggi di FS PARK sarà inoltre formato sulla comunicazione nel linguaggio dei segni, confermando l’attenzione del Gruppo FS per le questioni sociali.

Gian Maria Mossa: BG Suisse Private Bank, la vision di Banca Generali nelle parole dell’AD

Banca Generali inaugura in Svizzera BG Suisse Private Bank, l’AD Gian Maria Mossa: “Volevamo partire proprio con una banca che non avesse radici in altre storie, ma portasse tutta la trasparenza e la forza del nostro percorso e dei nostri valori”.

Gian Maria Mossa (Banca Generali)

L’AD Gian Maria Mossa: in Svizzera il nostro modello di private banking di maggior successo

È l’AD di Banca Generali Gian Maria Mossa ad aver inaugurato lo scorso 6 maggio BG Suisse Private Bank in Svizzera. “Volevamo partire proprio con una banca che non avesse radici in altre storie, ma portasse tutta la trasparenza e la forza del nostro percorso e dei nostri valori”, ha sottolineato il manager intervenendo a Lugano all’inaugurazione della sede. Essere al fianco delle famiglie attraverso persone di fiducia che li accompagnino nella protezione del loro patrimonio e nella realizzazione dei loro progetti di vita è l’obiettivo che si pone BG Suisse Private Bank, specializzata in servizi di pianificazione e protezione patrimoniale: “Crediamo che il nostro modello di innovazione e qualità nel servizio a disposizione dei clienti con la figura di un banker vicino possa rispondere ai bisogni delle famiglie di pianificazione e valorizzazione del risparmio anche qua in Ticino e in Svizzera”, ha rimarcato in merito l’AD Gian Maria Mossa. L’obiettivo iniziale è quello di raggiungere una raccolta compresa tra 5-7 miliardi di euro entro cinque anni dalla nuova realtà svizzera.

Banca Generali, l’AD Gian Maria Mossa: “Un progetto ambizioso e di lungo periodo”

Come emerso anche dalle parole dell’AD Gian Maria Mossa, l’inaugurazione di BG Suisse Private Bank rappresenta “una tappa significativa per la crescita di Banca Generali”. Era l’ottobre scorso quando la Finma, l’organismo svizzero di vigilanza sui mercati, aveva conferito a Banca Generali la licenza per BG Suisse Private Bank: non accadeva dal 2009 che un soggetto italiano la ottenesse: “Siamo partiti con una nuova licenza, una nuova sede, e il supporto di un team di comprovata esperienza, per portare i vantaggi di una nuova realtà, trasparente, veloce e determinata, ai clienti”. E dopo questo primo passo “intendiamo procedere con una successiva espansione negli altri cantoni elvetici”: l’AD Gian Maria Mossa ha spiegato che “stiamo guardando con grande interesse altrove, anche al di fuori dell’Europa dove il marchio del Leone è già conosciuto, ma ci vuole tempo”. Banca Generali punta quindi a una ulteriore espansione sia per linee interne che esterne, in altri cantoni e in altri Paesi “con modelli di private banking simili al nostro”. Inoltre “cerchiamo di aggregare piccole realtà, fiduciarie come BG Valeur”, ha aggiunto l’AD.

Il saggio di Federico Motta Editore sulla storia della monarchia inglese

Dal “divorzio” dalla famiglia reale di Harry e Meghan e la morte dell’amatissima Queen Elizabeth II alla malattia di King Charles III e della principessa Kate Middleton: a distanza di secoli la monarchia inglese continua ad essere al centro dell’attenzione mondiale. Federico Motta Editore ha dedicato alla casa reale più chiacchierata di sempre un breve editoriale che ripercorre le principali tappe della sua storia.

Federico Motta Editore

Federico Motta Editore: le origini della monarchia inglese

La lunghissima storia della monarchia inglese è l’oggetto del saggio “Il Regno di Inghilterra” di Renata Pilati, pubblicato nell’opera edita da Federico Motta Editore “Medioevo”, nel quale vengono ricostruite le sue origini che risalgono al lontano Medioevo. Bisogna infatti tornare indietro fino al V secolo, ovvero quando gli angli e i sassoni si insediarono in Inghilterra formando sette piccoli regni nella parte centro-orientale. A partire dalla fine dell’VIII secolo, si fecero tuttavia sempre più violente le incursioni dei danesi fino a che, nel 1016, Etelredo II fu sconfitto da Canuto, il quale divenne nuovo re d'Inghilterra e trasferì la corona ai suoi eredi. Con il rovesciamento nel 1042, Edoardo il Confessore, figlio di Etelredo, salì al potere, dando inizio a un periodo convulso contrassegnato dal contrasto con il re Aroldo II e il duca normanno Guglielmo. Grazie all'appoggio del papa e del re di Norvegia, Guglielmo compì una spedizione in Inghilterra nel 1066, sbarcando a Penvinsey con un grande contingente normanno. Dopo aver sconfitto gli altri pretendenti, Guglielmo si consolidò come nuovo re d'Inghilterra.

Federico Motta Editore: la dinastia di Guglielmo il Conquistatore

Il 25 dicembre del 1066 Guglielmo, noto anche come il Conquistatore, venne quindi incoronato re nell'abbazia di Westminster. Come evidenziato nel saggio pubblicato da Federico Motta Editore, la sua ascesa al trono portò a profondi cambiamenti nel regno, con una riorganizzazione delle strutture politiche e la stipula del giuramento di Salisbury per assicurare la lealtà dei suoi vassalli. Ma non fu solo un cambiamento politico, anche a livello culturale si registrarono delle trasformazioni significative. La separazione tra Anglosassoni e Normanni, seppur presente, andò progressivamente attenuandosi nel tempo. La lingua dei conquistatori, il francese, iniziò a mescolarsi con l'Old English dei conquistati, arricchendo così il vocabolario in settori come quello militare, giuridico, scientifico e letterario. Il regno di Guglielmo il Conquistatore si rivelò essere il trampolino di lancio per una dinastia duratura, con gli attuali sovrani inglesi che discendono direttamente da lui. La fondazione del castello di Windsor da parte di Guglielmo rappresenta ancora oggi un simbolo di continuità con una tradizione secolare.

Paolo Arrigoni (GSE): “L’Italia è leader europea nell’energia geotermica”

L’Italia è un Paese dalle eccezionali potenzialità nell’ambito dell’energia geotermica: lo ha spiegato Paolo Arrigoni, Presidente del Gestore dei Servizi Energetici che, nel corso della conferenza “Geotermia: dal calore del sottosuolo arriva la nuova rivoluzione verde. Una fonte inesauribile da incentivare per la transizione energetica dell'Italia”, ha illustrato le virtù di questa fonte rinnovabile.

Paolo Arrigoni

Paolo Arrigoni: “Ecco perché l’energia geotermica è strategica per l’Italia”

Il futuro energetico dell’Italia è nel geotermico: ne è convinto Paolo Arrigoni, Presidente del Gestore dei Servizi Energetici, che è intervenuto in occasione della conferenza “Geotermia: dal calore del sottosuolo arriva la nuova rivoluzione verde. Una fonte inesauribile da incentivare per la transizione energetica dell'Italia”, organizzata da FRI-EL GEO S.r.l. e da Rete Geotermica nel contesto della Planet Week. Nel corso del convegno, il Presidente del GSE e altre personalità illustri nel settore dell’energia hanno esplorato i numerosi vantaggi che caratterizzano questa particolare fonte rinnovabile: innanzitutto, la potenzialità di generazione inesauribile e illimitata. Poi “la capacità degli impianti di superare le 7.000 ore/anno di funzionamento”. Ma anche la sostenibilità: la geotermia, infatti, non produce emissioni inquinanti. Infine, la natura programmabile e non-intermittente, che la differenzia dalle altre fonti rinnovabili che, come l’energia eolica e solare, dipendono da fattori climatici. Ma non mancano le sfide: secondo Paolo Arrigoni, la geotermia presenta anche dei limiti, quali “il costo di generazione elettrica, l’elevato rischio di esplorazione iniziale e la complessità normativa.” Criticità che non impediscono alle istituzioni europee, tuttavia, di guardare a questa modalità di produzione di energia con crescente interesse.

Paolo Arrigoni: “La geotermia è una componente strategica assolutamente indispensabile per la sicurezza del sistema energetico”

Nel suo intervento, Paolo Arrigoni ha messo in evidenza come l’energia geotermica possa svolgere un ruolo fondamentale nell’assicurare la sicurezza energetica del Paese: “La geotermia è una componente strategica assolutamente indispensabile per la sicurezza del sistema energetico e anche per un'auspicata riduzione della dipendenza energetica del nostro Paese”. Secondo il Presidente del GSE, l’Italia è peraltro già in notevole vantaggio rispetto ai partner europei. Non a caso, il GSE sta promuovendo importanti modifiche nel Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima, al fine di sviluppare ulteriormente le potenzialità della geotermia: "Nella proposta di revisione del PNIEC si prevede sul fronte della generazione elettrica un aumento a 8 terawattora dagli attuali 6 di energia elettrica prodotta dalla geotermia su un totale di circa 300 terawattora consumati, e quindi un aumento al 2030 del 33%. Gli operatori del settore, che sono molto attenti, hanno molti progetti in cantiere: è possibile pensare a un ulteriore aumento di capacità installata e anche di generazione elettrica”.

Leadership, sfide e successi: l’intervista all’AD Cristina Scocchia

In una recente intervista, Cristina Scocchia ha condiviso la sua prospettiva su cosa significhi veramente essere un leader di successo e come si possa sviluppare un mindset efficace per affrontare le sfide del mondo lavorativo.

Cristina Scocchia

Cristina Scocchia: la visione sulla leadership

Secondo Cristina Scocchia, il percorso per diventare un buon leader non segue necessariamente una traiettoria prestabilita di esperienze lavorative o conoscenze accademiche. Capacità analitiche, intuizione e pensiero strategico sono solo il punto di partenza. Ciò che davvero distingue un leader eccezionale è la capacità di connettersi con le persone non solo razionalmente, ma anche emotivamente. Empatia, spirito di squadra e la volontà di ammettere i propri errori emergono quindi come tratti fondamentali nella sua definizione di leadership. “Il successo e la leadership – ha spiegato – sono concetti che hanno mille dimensioni e declinazioni diverse, ma credo che per realizzare il proprio potenziale lavorativo, qualunque siano gli obiettivi specifici che ci siamo dati, siano necessari coraggio, determinazione e tanto impegno”. La metafora utilizzata da Cristina Scocchia che paragona la carriera a una maratona evoca immagini di sfide superate, ostacoli abbattuti e il costante bisogno di rialzarsi dopo ogni caduta. È un richiamo potente alla responsabilità individuale e al valore intrinseco della perseveranza.

Mindset e leadership: il commento di Cristina Scocchia

Sin dall’inizio, Cristina Scocchia è stata mossa da un insegnamento ricevuto dal padre: “Non importa se ce la fai o meno, l’importante è avere il coraggio di scendere nell’arena e dare il meglio di sé”. Secondo l’AD, è di fondamentale importanza valutare l’efficacia del proprio mindset dai risultati ottenuti. Questo richiede umiltà nel mettersi in discussione e la flessibilità di adattarsi ai cambiamenti. “Se il nostro mindset non ci dà i risultati sperati, dobbiamo avere l’umiltà di metterci in discussione e la capacità di cambiare”, ha sottolineato. Per la manager, la leadership è una dote che può essere coltivata e sviluppata attraverso l’investimento di tempo e risorse: “Al di là delle inclinazioni personali e caratteriali – ha quindi concluso Cristina Scocchia – è importante investire tempo e risorse nel coltivare la propria leadership e le dimensioni analitiche, emotive, politiche e soprattutto morali che la compongono e contraddistinguono”.

Diversità e successo: la vision di Annalaura Lettieri su leadership e inclusione

Nel tessuto sempre più complesso del mondo aziendale moderno emergono con chiarezza due pilastri fondamentali per il successo e la sostenibilità delle società: la leadership femminile e la promozione della diversity. Non si tratta solo di concetti astratti o slogan di moda, ma piuttosto di realtà tangibili che plasmano il volto delle imprese del futuro. Annalaura Lettieri, avvocato e General Counsel, nonché membro del Consiglio di Amministrazione, di Meridie e di Atitech, approfondisce il tema.

Annalaura Lettieri

Guida alla leadership inclusiva: la vision di Annalaura Lettieri

Con un background solido e una visione progressista, Annalaura Lettieri ci guida attraverso il labirinto delle dinamiche aziendali, evidenziando l’importanza cruciale di una leadership inclusiva e diversificata. “Da figlia di un imprenditore che promuove diverse iniziative per il sociale – sottolinea – ho imparato fin da giovane l’importanza di valorizzare le differenze e promuovere l’uguaglianza di opportunità all’interno di un team di lavoro”. Questa consapevolezza si traduce, quindi, in un approccio al lavoro che integra e celebra le molteplici sfaccettature dell’esperienza umana. La diversity di genere, età, background culturale ed esperienze lavorative non è solo un punto di forza, ma una fonte inesauribile di crescita che arricchisce prospettive e competenze. Le donne, in particolare, portano un contributo unico alla leadership aziendale, spiega Annalaura Lettieri: “Grazie alla loro capacità di ascolto, di problem solving e di gestione delle relazioni sono in grado di creare un clima di lavoro inclusivo e collaborativo che favorisce la crescita e lo sviluppo delle persone all’interno dell’organizzazione”.

Diversity in azienda, Annalaura Lettieri: il vero valore aggiunto

Ma qual è il vero valore aggiunto della diversity in azienda? È la capacità di creare soluzioni innovative e di rispondere alle esigenze di una clientela sempre più globale e diversificata. Secondo Annalaura Lettieri, “la capacità di mettersi nei panni degli altri e di comprendere le diverse prospettive ed esigenze dei clienti è un vantaggio competitivo fondamentale in un mercato sempre più concorrenziale e dinamico”. In un mondo in costante evoluzione, la capacità di adattamento e comprensione delle molteplici realtà diventa una leva strategica per il successo. “La leadership femminile ma ancor di più la diversità all’interno delle organizzazioni – conclude Annalaura Lettierisi rivelano, quindi, fattori chiave che favoriscono l’innovazione, la creatività e la crescita aziendale, e sono una strada preferenziale verso una società e un futuro migliore”.

Alessandro Benetton interviene ai “Sustainability Talks”: l’analisi sulle imprese familiari

Alessandro Benetton è intervenuto ai “Sustainability Talks” organizzati dalla LUISS Business School e ha parlato delle imprese familiari.

Alessandro Benetton

Alessandro Benetton ai “Sustainability Talks” della LUISS Business School

Le imprese familiari come cuore dei territori e del sistema economico: questo il tema al centro dei “Sustainability Talks” della LUISS Business School, che hanno visto la partecipazione di Alessandro Benetton, Presidente di Edizione e 21 Invest. Le imprese familiari presentano infatti caratteristiche che le rendono uniche e preziose: in virtù della solidità del meccanismo di passaggio generazionale e della patrimonializzazione, mostrano una notevole resilienza in tempi di crisi, emersa in particolar modo nel corso della pandemia. Inoltre, presentano legami strettissimi con i territori che le hanno originate e costituiscono spesso una delle maggiori forze nella loro valorizzazione e nel loro sviluppo. Una attenzione ai territori che si traduce, frequentemente, in una maggiore sensibilità verso l’ambiente e la sostenibilità. Questi e altri temi sono stati toccati da Alessandro Benetton assieme a Stefano Barrese, Responsabile della Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo, Santiago Iñiguez de Onzoño, Presidente dell'IE University di Madrid, e dallo scrittore americano Jonathan Safran Foer.

L’intervento di Alessandro Benetton: “Fate qualcosa di cui le generazioni future saranno orgogliose”

Alessandro Benetton ha una conoscenza diretta di questa materia: Edizione, infatti, è una società da oltre 40 anni controllata esclusivamente dalla famiglia Benetton, che si impegna frequentemente in progetti sostenibili attraverso l’innovation hub di ADR. Nel corso del suo intervento, l’imprenditore ha sottolineato come l’impresa familiare “rappresenti una rotta naturale verso obiettivi precisi di sostenibilità”, illustrando diversi episodi che mostrano come tra la società e le comunità locali ci sia un rapporto virtuoso e collaborativo. “Essere leader significa creare un senso di cultura, qualcosa di cui le generazioni future possano essere orgogliose”, ha concluso.

Gruppo FS sceglie i biocarburanti: “Così tagliamo l’80% delle emissioni”

La gara disposta dal Gruppo FS per assicurarsi un rifornimento costante di biocarburante HVO è già in fase negoziale: la società guidata da Luigi Ferraris ha dunque scelto una alternativa sostenibile al diesel man mano che verrà completata l’elettrificazione delle reti, che renderà possibile il completo phase out dei combustibili fossili.

Gruppo FS

L’HVO, il biocarburante a basso impatto che alimenterà i treni del Gruppo FS

Gruppo FS adotterà su larga scala i biocarburanti: in seguito a diversi anni di prove, Ferrovie dello Stato Italiane ha deciso che tutti i treni a diesel si varranno di questo combustibile ecologico. Verrà utilizzata infatti una miscela molto speciale: l’Hydrotreated Vegetable Oil (HVO), biodiesel innovativo ricavato esclusivamente da materiali rinnovabili. Nel complesso, l’HVO consente di evitare l’80% delle emissioni risultanti dal diesel tradizionale, anche in virtù della sua composizione quasi priva di poliaromatici e zolfo. Gruppo FS ha già indetto una gara per assicurarsi quantità abbondanti di questo carburante green, che presto alimenterà tutti i mezzi non elettrificati gestiti.

Gruppo FS verso la decarbonizzazione: tra biocarburanti ed elettrificazione delle reti

Luigi Ferraris ha espresso grande soddisfazione per l’adozione del biocarburante, che il Gruppo ha già sperimentato da anni attraverso treni innovativi quali i celebri Blues: “Gruppo FS è all’avanguardia nell’utilizzo dei biocarburanti. I risultati delle sperimentazioni portate avanti sulle motrici ferroviarie e sugli autobus sono stati molto positivi. Stiamo lavorando per approvvigionarci di biocombustibili così da ampliarne l’utilizzo sui 5.000 chilometri di linea ferroviaria ancora non elettrificata. È una tecnologia testata e consolidata che ci permetterà di ridurre le emissioni contribuendo alla decarbonizzazione del settore dei trasporti anche nel breve-medio periodo”. Il manager ha sottolineato come il biocarburante sia comunque una soluzione provvisoria, in quanto il vero obiettivo a lungo termine del Gruppo FS è quello di elettrificare completamente le reti, giungendo così alla totale decarbonizzazione entro il 2040 (con dieci anni di anticipo sul termine indicato dall’UE). Il Gruppo ha già compiuto notevoli progressi in questo campo: circa il 73% degli oltre 12.000 km di rete gestiti sono già elettrificati, con il prospetto di raggiungere la quota del 90% entro il 2032. Mentre le operazioni proseguono, i mezzi gestiti da Ferrovie dello Stato Italiane, tra cui anche i bus, potranno comunque operare a basso impatto ecologico grazie all’HVO.

Susanna Esposito, il ruolo dei vaccini nel combattere lo pneumococco: l’analisi dell’esperta

Con i nuovi vaccini pneumococcici coniugati polivalenti, è possibile proteggere tanto i bambini quanto gli anziani: lo ha affermato Susanna Esposito, evidenziando l’importanza di una strategia proattiva nel contrastare le infezioni da pneumococco.

Susanna Esposito

Susanna Esposito: l’importanza della vaccinazione nel combattere le infezioni pediatriche

Come sottolineato da Susanna Esposito, esperta in infettivologia e Direttrice della Clinica Pediatrica dell’Università di Parma, poche infezioni infantili sono più insidiose dello pneumococco. Questo disturbo è infatti caratterizzato da diverse complicazioni, tra cui le otiti che colpiscono quasi ogni bambino nei primi due anni di età. Ma ci sono anche conseguenze potenzialmente più rischiose: ad esempio, le polmoniti, oppure malattie invasive quali le sepsi e le meningiti, che comportano spesso rischi gravissimi. È dunque fondamentale, secondo la pediatra, mantenere un approccio proattivo contro lo pneumococco, utilizzando le strategie di prevenzione più attuali frutto di anni di ricerca. Tra queste, la più efficace è certamente la vaccinazione pneumococcica con vaccino coniugato 15-valente. In accordo con le direttive ministeriali, Susanna Esposito raccomanda questa vaccinazione ai 3, 5, 11 mesi di vita.

Susanna Esposito: il ruolo dei vaccini pediatrici nel proteggere adulti e anziani

Fortunatamente, come osservato da Susanna Esposito, i nuovi vaccini pneumococcici coniugati polivalenti hanno avuto un ruolo determinante nel ridurre i rischi per i più piccoli. “I vantaggi che ci sono stati dal 2000 al 2015, prima col vaccino eptavalente coniugato poi col 13-valente, sono stati enormi perché si è osservata una riduzione del 40% delle  patologie da pneumococco”, ha evidenziato l’esperta. Gli sviluppi recenti sono tuttavia ancora più promettenti: il vaccino 15-valente, ad esempio, copre numerosissimi sierotipi pericolosi per i bambini. Ancora più recentemente è stato lanciato il vaccino 21-valente, che risulta particolarmente utile per gli anziani, che rappresentano un segmento demografico soggetto ai rischi di infezione. Il nuovo vaccino comporta una riduzione più estesa dello stato di portatore nasofaringeo, diminuendo il rischio di circolazione di numerosi sierotipi di pneumococco. In questo modo, conclude Susanna Esposito, il vaccino 21-valente contribuisce alla “immunizzazione di gregge” preservando così l’intera comunità.

La strategia di Maurizio Rota per promuovere il turismo italiano utilizzando i big data

Con una formazione da ingegnere informatico, Maurizio Rota, AD e Vice Presidente di True Italian Experience, utilizza un approccio innovativo al turismo, fondato sull’applicazione dei big data. Attraverso avanzati sistemi di media intelligence quali il WOSM© (World Open Source Monitoring), che il manager ha contribuito a creare, la società è in grado di produrre analisi dettagliate e affidabili che illuminano pregi e difetti per il settore del turismo in Italia.

Maurizio Rota

Dai big data a True Italian Experience: il percorso di Maurizio Rota

Maurizio Rota ha avviato il proprio percorso nel mondo del digitale laureandosi in Ingegneria Informatica presso l’Università di Modena e Reggio Emilia, con una innovativa tesi incentrata proprio sul tema dei big data e del monitoraggio dei media, che tanta centralità avrebbe avuto nella sua carriera. Successivamente, il manager è entrato a far parte di Assist Group, realtà attiva nell’ambito della media intelligence, divenendone DG e membro del CdA nel 2016 in virtù delle sue competenze tecniche e della sua vision strategica. Nel 2020, Maurizio Rota ha assunto le cariche di AD e Vice Presidente di True Italian Experience, società specializzata nella promozione del turismo del Belpaese attraverso l’utilizzo di assets digitali. Utilizzando avanzati strumenti di monitoraggio dei media, la società riesce a ricostruire tendenze, opinioni e valutazioni nel settore, permettendo agli operatori di conoscere tanto i punti di forza quanto le debolezze delle loro proposte.

Maurizio Rota: la creazione del WOSM©

Tra gli strumenti a disposizione di True Italian Experience e di Assist Group spicca il World Open Source Monitoring (WOSM©), strumento di monitoraggio e analisi dei media che Maurizio Rota ha contribuito personalmente a creare. Il WOSM© è in grado di ricavare dati da una mole di informazioni impressionante – fino a 25 milioni di fonti differenti, tra cui 120mila testate mediatiche e 88 social network. Attraverso questo strumento, gli esperti di True Italian Experience sono in grado di individuare tendenze, criticità e attrattive del turismo italiano, proponendo dunque itinerari a misura di cliente e creando forme di promozione sempre più efficaci.

Gianpiero Strisciuglio: grandi investimenti di RFI per la linea Pescara-Chieti

Gianpiero Strisciuglio, AD di RFI, ha evidenziato il valore strategico del potenziamento della linea Pescara-Chieti, che permetterà agli abitanti dell’Abruzzo di connettersi più facilmente anche alla Capitale, favorirà il turismo nella Regione e rafforzerà la rete infrastrutturale.

Gianpiero Strisciuglio

Gianpiero Strisciuglio: “Così RFI garantisce il diritto alla mobilità dei cittadini abruzzesi

L’AD di RFI Gianpiero Strisciuglio è recentemente intervenuto nel corso di una conferenza stampa incentrata sul dibattito pubblico attorno all’operazione di potenziamento che la società intende implementare sui collegamenti tra Pescara e Chieti. Al centro del progetto, il raddoppio delle linee Pescara Porta Nuova-P.M. San Giovanni Teatino, P.M. San Giovanni Teatino-Chieti e Chieti-Interporto D’Abruzzo, con l’obiettivo di aumentare la capacità di trasporto dei passeggeri e promuovere il traffico di merci, ma anche “animare il turismo alla scoperta di luoghi attraversati dalla ferrovia”. L’opera assume una valenza ancora più strategica alla luce del progetto di collegamento tra Roma e Pescara, migliorando significativamente l’accesso alla mobilità degli abruzzesi. Mobilità che rappresenta, come ricordato da Gianpiero Strisciuglio, un diritto dei cittadini, purtroppo spesso negato nelle aree periferiche: “La velocizzazione della linea Roma Pescara consente il diritto alla mobilità di aree interne, di territori lontani dai grandi nodi urbani con una maggiore capacità di spostamento per i pendolari verso Roma e verso Pescara.

Gianpiero Strisciuglio: lo sviluppo della linea Pescara-Chieti

Nel corso della conferenza, Gianpiero Strisciuglio ha sottolineato la forte convinzione di RFI nella centralità del progetto, che dovrebbe essere completato entro il 2032. L’AD ha sottolineato l’impegno costante della società nel promuovere il rilancio dell’Abruzzo proprio a partire dai trasporti, con investimenti complessivi per circa 9 miliardi di euro, di cui 3 sono già stati finanziati. Oltre al progetto del potenziamento dei collegamenti tra Pescara e Chieti, RFI sta infatti pianificando interventi per rafforzare la mobilità locale e regionale, “ovviamente migliorando la qualità del servizio, sviluppando l'infrastruttura e aumentando l'accessibilità nei punti più importanti del territorio”, ha concluso il manager.

Energia, Fabrizio Di Amato: ripartire dalle competenze ingegneristiche italiane

Negli ultimi anni, il mondo sta assistendo a una significativa evoluzione nel settore dell’approvvigionamento energetico, con una crescente enfasi sulla transizione ecologica. Questo rappresenta un’opportunità unica per riorganizzare il sistema industriale e sviluppare nuovi modelli energetici. In tale contesto, Fabrizio Di Amato, Presidente di MAIRE, si presenta come una figura chiave, guidando il Gruppo verso questa nuova era.

Fabrizio Di Amato

Fabrizio Di Amato: ripartire dalle competenze ingegneristiche italiane

Il passato industriale dell’Italia gioca un ruolo cruciale in questa trasformazione. “L’Italia non è un Paese ricco di risorse ma ha sviluppato straordinarie competenze ingegneristiche, le migliori al mondo. Da qui bisogna ripartire”, ha specificato Fabrizio Di Amato, che riconosce il valore di queste competenze italiane e sottolinea l’importanza di valorizzare tale patrimonio nel contesto dell’approvvigionamento energetico del futuro. MAIRE, con un fatturato di 4,3 miliardi di euro nel 2023, detiene il 30% di quota di mercato negli impianti di poliolefine e il 50% negli impianti LDPE. Questa posizione di leadership è il risultato di una lunga storia di competenza e innovazione nell’ingegneria. Il Gruppo si sta ora focalizzando sulla creazione di tecnologie per la transizione energetica, puntando a ottimizzare il riciclo dei rifiuti urbani e industriali, non riciclabili, per produrre gas sintetico, etanolo, metanolo e idrogeno a basse emissioni. La strategia di MAIRE si basa sulla transizione energetica e sull’uso efficiente delle risorse. L’obiettivo è ridurre al minimo l’impatto ambientale e promuovere la creazione di occupazione, in particolare tra i giovani. Una delle sfide chiave da affrontate, secondo Fabrizio Di Amato, è la riqualificazione dei siti industriali dismessi, come le raffinerie. Questi siti sono dotati di infrastrutture preziose e possono essere trasformati per produrre prodotti simili a quelli derivati dagli idrocarburi. Il Gruppo è già attivo in questo settore, con un impianto altamente efficiente a Brescia che recupera il 95% dei rifiuti plastici. Il ruolo delle imprese in tale trasformazione è cruciale, devono essere i catalizzatori dell’innovazione, cercando soluzioni creative per affrontare le sfide energetiche del futuro.

Fabrizio Di Amato: l’importanza dei capitali privati

La svolta green di MAIRE ha radici profonde nell’esperienza del Gruppo nella chimica e nell’innovazione. L’utilizzo di tecnologie avanzate per il riciclo dei rifiuti può contribuire in modo significativo alla riduzione dell’emissione di CO2. L’obiettivo è contribuire a rendere l’Italia autosufficiente nella produzione di prodotti che finora dovevano essere importati. Per realizzare questa ambiziosa visione, Fabrizio Di Amato riconosce la necessità di coinvolgere sia il settore privato sia quello pubblico. La collaborazione tra imprese private e lo Stato è fondamentale per sfruttare appieno le competenze e le risorse necessarie per il successo di progetti di questa portata. L’apertura a capitali privati potrebbe moltiplicare notevolmente i fondi destinati alla transizione ecologica. MAIRE ha già diversi progetti in campo pronti per essere realizzati. Questi si concentrano sulla riconversione di siti industriali in varie regioni italiane, contribuendo così alla crescita economica e alla transizione energetica. Il Gruppo sta lavorando anche sulla creazione di un archivio storico, ha raccontato Fabrizio Di Amato: “I tempi richiedono una trasformazione dell’ingegneria classica in una ingegneria umanista, in grado di elaborare assunzioni che includano aspetti etici, sociali e ambientali e capace di risolvere problemi sempre più complessi”.

Pietro Labriola: TIM torna a essere un’azienda di successo

Con la decisione di separare l'azienda in due entità distinte, TIM sta tracciando una nuova rotta nel panorama delle TLC segnando un momento di trasformazione e prospettive future nel mercato delle telecomunicazioni. Intanto i numeri danno ragione alla gestione di Pietro Labriola, con la società che ha chiuso il 2023 in crescita.

Pietro Labriola

Pietro Labriola, scorporo TIM: dal fondo Kkr le risorse per una nuova strategia

La separazione in due entità, ServCo e NetCo, segna l’inizio di un nuovo corso per TIM ed entrambe le realtà si dimostreranno presto leader nel proprio settore. Ha esordito così l’Amministratore Delegato Pietro Labriola durante l’evento di presentazione dei risultati del 2023. Rivolgendosi ad una platea di quasi 1.000 manager del Gruppo, l’AD ha ricordato che ServCo sarà il principale operatore, mentre NetCo si posizionerà come punto di riferimento per il mercato wholesale della fibra. Quella con Kkr è un’operazione storica per l’operatore italiano e per il Paese: con 20 miliardi di euro infatti si tratta del “terzo deal più grande di sempre in Italia e il quinto in Europa negli ultimi cinque anni”. Lo scorporo della rete non è solo una questione limitata alla sfera finanziaria, ha sottolineato il manager alla guida di TIM: le risorse in entrata consentono infatti di porre le basi per un vero e proprio rilancio del business. Un passaggio chiave per “costruire la credibilità, renderla sempre più solida realizzando costantemente ciò che promettiamo di raggiungere, esattamente come abbiamo fatto in questi due anni”.

Pietro Labriola: i numeri di TIM nel 2023

Con la chiusura dell’ultimo trimestre 2023, infatti, TIM ha centrato tutte le guidance per il secondo esercizio consecutivo. Rispetto allo scorso anno, i risultati totali sono in crescita dell’1,9% a 4,3 miliardi di euro, con un aumento del 3% nei servizi a 4 miliardi di euro grazie al contributo positivo del Brasile e del mercato domestico. L’Ebitda ha registrato un aumento del 6,8% anno su anno, attestandosi a 1,6 miliardi di euro. Numeri che, come sottolineato da Pietro Labriola, dimostrano la capacità concreta di TIM di mantenere le promesse e di mettersi sui binari giusti, confermando che anche in Italia è possibile replicare il modello virtuoso di TIM Brasil. La partecipazione ai bandi del PNRR è un’ulteriore testimonianza dell’impegno del Gruppo, che sta superando i target previsti grazie al lavoro dei colleghi di rete. Pietro Labriola ha concluso sottolineando le sfide comuni del settore delle telecomunicazioni e la necessità di interventi normativi per riequilibrare il mercato. La separazione della rete dall’attività di servizi, un’opzione unica tra i grandi gruppi europei di telecomunicazioni, potrebbe favorire il consolidamento nel frammentato settore delle telecomunicazioni in Italia e in Europa, come evidenziato anche dal “Financial Times”.

Paolo Gallo: l’impegno di Italgas nella promozione dell’energia rinnovabile

Paolo Gallo, AD di Italgas, è intervenuto al convegno “Transitioning to net zero: energy technology roadmaps”, dove ha fatto il punto sui progressi del Gruppo nell’ambito della digitalizzazione e del controllo remoto delle reti: secondo il manager, solo attraverso il potenziamento degli assets digitali sarà possibile agevolare in modo efficace la transizione energetica.

Paolo Gallo

Paolo Gallo: il ruolo della digitalizzazione nella transizione energetica

Le condutture che oggi trasportano gas naturale presto saranno fondamentali nel gestire alternative ecosostenibili quali il biogas e l’idrogeno: lo ha affermato Paolo Gallo, AD di Italgas, al convegno “Transitioning to net zero: energy technology roadmaps”. Il manager ha messo in evidenza come il settore del gas possa offrire un contributo significativo alla transizione energetica del Paese: Italgas, in particolare, ha sviluppato una sofisticata rete controllabile interamente da remoto, con un notevole vantaggio in termini di riduzione degli sprechi e delle perdite. “L’infrastruttura per la sua dimensione è un enorme serbatoio di stoccaggio di energia”, ha dichiarato Paolo Gallo. Il surplus di energia che arriverà da un numero di rinnovabili installate molto elevato potrà essere stoccato nelle infrastrutture del gas o negli stoccaggi attraverso la sua conversione in idrogeno o gas naturale sintetico”.

Paolo Gallo: il Piano digitale di Italgas

Attraverso un Piano di investimenti da 4,5 miliardi di euro, Italgas ha portato avanti il rinnovamento digitale, che può ormai considerarsi concluso: “La digitalizzazione che noi abbiamo avviato sette anni fa e che ormai si è completata è qualcosa che ci permetterà di rendere la nostra infrastruttura flessibile, adatta a gestire gas diversi, adatta a rispondere in modo pro attivo a delle situazioni che possono verificarsi”. Il know-how acquisito in questo processo presenta, secondo Paolo Gallo, fruttuose possibilità di applicazione anche in altri settori, come quello dell’acqua (in cui Italgas ha recentemente cominciato a operare) o dell’elettricità: “Tutte le infrastrutture devono diventare digitali se vogliono essere flessibili e accompagnare la transizione energetica. Un’infrastruttura digitale è in grado di rispondere a tutte le esigenze, quella del gas è la più difficile da trasformare e lo abbiamo fatto e anche le altre che sono più semplici si faranno”.

La carriera di Pier Silvio Berlusconi: focus su posizioni ricoperte e incarichi attuali

Amministratore Delegato e Vicepresidente di MFE-MEDIAFOERUROPE, Pier Silvio Berlusconi attualmente riveste il ruolo di Presidente in MFE Advertising S.p.A. e in Medusa Film S.p.A. e opera inoltre nei Consigli di Amministrazione di Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Fininvest S.p.A. e Publitalia S.p.A.

Pier Silvio Berlusconi

Pier Silvio Berlusconi: incarichi ed esperienza professionale

Amministratore Delegato e Vicepresidente di MFE-MEDIAFOREUROPE, Pier Silvio Berlusconi opera anche nel Consiglio di Amministrazione di Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., oltre che in quelli di Fininvest S.p.A. e Publitalia S.p.A. Riveste inoltre il ruolo di Presidente in Medusa Film S.p.A. e, da giugno 2023, di MFE Advertising S.p.A., che intende essere il motore per lo sviluppo di “un sistema di advertising europeo mai visto prima” facendo leva sulle sinergie “in Italia, Spagna e negli altri Paesi che si uniranno al progetto”: al centro l’unione tra advertising e nuove tecnologie “per poter competere al meglio con le grandi piattaforme digitali e con gli Ott in generale”. La nascita di MFE Advertising S.p.A. rappresenta una tappa importante nel percorso di crescita di MFE, avviata su iniziativa di Pier Silvio Berlusconi con l’obiettivo di creare un grande polo continentale coinvolgendo i principali broadcaster europei per affrontare le nuove sfide del settore dei media e cogliere le opportunità che le dimensioni locali dei business rendono difficile perseguire.

MFE: lo sguardo internazionale di Pier Silvio Berlusconi dietro il progetto

Pier Silvio Berlusconi, a partire dal 1992, ha ricoperto diversi incarichi all’interno delle principali aree Mediaset (oggi MFE-MEDIAFOREUROPE), tra cui Publitalia e la rete televisiva Italia 1. Nel 1996 è chiamato a ricoprire l’incarico di Responsabile del Coordinamento Palinsesti Reti Mediaset, per poi diventare dopo tre anni Vicedirettore Generale Contenuti di RTI, società Mediaset che opera in ambito televisivo. Dal 2000 è Vicepresidente di Mediaset e Presidente e Amministratore Delegato di RTI. A tali incarichi si aggiungono quelli come Amministratore Delegato e membro del Comitato Esecutivo del Gruppo Mediaset a partire da maggio 2015. Pier Silvio Berlusconi ha guidato diverse operazioni di rilievo che hanno portato ufficialmente alla nascita di MFE il 25 novembre 2021, quando l’Assemblea degli Azionisti Mediaset ha approvato il cambio della denominazione sociale: il Gruppo al momento riunisce le attività televisive italiane, spagnole (tramite la controllata Mediaset España) e la partecipazione nella tedesca ProsiebenSat.1. Ha guidato inoltre la fusione transfrontaliera per incorporazione di Mediaset España in MFE-MEDIAFOREUROPE, approvata dalle rispettive Assemblee degli Azionisti il 15 marzo 2023. “Siamo orgogliosi di essere una azienda italiana motore di una crescita internazionale e non pezzi di Italia che vengono conquistati da aziende straniere. Senza di noi non c’è un broadcaster europeo”, aveva ribadito lo scorso luglio il CEO Pier Silvio Berlusconi in occasione della presentazione dei Palinsesti Mediaset 2023.

L’Italia verso la decarbonizzazione con il Piano 2024-2028 di Terna

C’è la transizione energetica e la decarbonizzazione al centro dei progetti che il Gruppo Terna ha in agenda per i prossimi anni: tra i principali obiettivi lo sviluppo di fonti rinnovabili e la trasformazione del Paese in un hub energetico per l’Europa e tutta l’area mediterranea.

Giuseppina Di Foggia (Terna)

Le ambizioni del Piano 2024-2028 di Terna

Sotto la guida dell’AD e DG Giuseppina Di Foggia, Terna traccia un percorso a dir poco ambizioso che punta a fare dell’Italia un hub energetico di rilievo a livello europeo. È tutto riportato nel Piano Industriale 2024-2028, lo stesso che prevede investimenti per 16,5 miliardi di euro e che contribuirà a rafforzare il ruolo del gestore della rete elettrica nazionale come abilitatore del sistema elettrico italiano, nonché della transizione energetica. Una serie di progetti che avvicineranno il Paese alla decarbonizzazione e, di conseguenza a un futuro più sostenibile. Un altro aspetto fondamentale del piano sarà la sostenibilità degli investimenti, con il 99% degli interventi di Terna considerati sostenibili secondo i criteri introdotto dalla Tassonomia Europea. Un esempio tangibile dell’impegno dell’azienda per la sostenibilità è rappresentato dai cavi marini utilizzati per il trasporto efficiente e discreto dell'energia, capaci di ridurre al minimo l'impatto sull'ambiente. I cavi sottomarini sono infatti al centro di importanti progetti del Gruppo, come il Tyrrhenian Link, uno dei principali interventi infrastrutturali del Paese, fondamentale per lo sviluppo e la sicurezza del sistema elettrico nazionale.

Il ruolo dei cavi sottomarini nel progetto di Terna

Il Tyrrhenian Link è l'imponente elettrodotto che collegherà la Campania, la Sicilia e la Sardegna, svolgendo un ruolo chiave nella promozione delle fonti rinnovabili e nel processo di decarbonizzazione. Il progetto prevede la realizzazione di un doppio cavo sottomarino lungo circa 970 km, con una capacità di 1.000 MW in corrente continua. Si tratta di un'opera ad alta tecnologia, fondamentale per il sistema elettrico italiano nel contesto delle sfide della transizione energetica stabilite dal Piano nazionale integrato per l'energia e il clima. Oltre al Tyrrhenian Link, Terna è al lavoro su altri due cavi sottomarini: l'Adriatic Link, che collegherà le regioni delle Marche e dell'Abruzzo per potenziare lo scambio di energia nell'asse centrale della Penisola, e l'Elmed, un cavo marino che creerà un collegamento energetico tra l'Italia e la Tunisia, favorendo un corridoio energetico tra il Nord Africa e l'Europa. In sostanza, i progetti di Terna mirano a favorire lo sviluppo delle fonti rinnovabili mediante la realizzazione di dorsali di trasporto energetico che consentiranno di trasferire l'energia dai punti di produzione principalmente situati nel Sud Italia verso i centri di consumo nelle regioni settentrionali. Il raggiungimento di tale scopo sarà possibile grazie alla risoluzione dei problemi di congestione della rete e all'ulteriore sviluppo delle interconnessioni con l'estero, che attualmente sono già 30. In questo modo, l'Italia rafforzerà il suo ruolo di hub energetico europeo e mediterraneo.

Claudio Descalzi: la partecipazione dell’AD di Eni a “I 35 anni di MF”

All’evento “I 35 anni di MF” l’AD Claudio Descalzi ha parlato dello scenario geopolitico attuale e delle sfide per il settore energetico, sottolineando il valore del modello satellitare adottato da Eni.

Claudio Descalzi

“I 35 anni di Milano Finanza”: l’intervento dell’AD di Eni Claudio Descalzi

L’AD Claudio Descalzi, intervenuto lo scorso 23 aprile nel corso dell’evento che “Milano Finanza” ha organizzato a Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa Italiana, per celebrare i 35 anni di attività, ha sottolineato il valore del “modello satellitare” adottato da Eni. Una “scommessa doverosa”, l’ha definita l’AD di Eni in risposta alla necessità di perseguire la transizione energetica che, per quanto irreversibile, deve essere comunque sostenibile anche dal punto di vista finanziario. “I business legati alla transizione energetica rappresentano un’opportunità significativa e diventeranno sempre più rilevanti generando maggiore crescita per Eni, in termini di attività e di ritorni”, aveva spiegato l’AD Claudio Descalzi lo scorso marzo in occasione del Capital Markets Day. Ognuno dei business legati alla transizione è quindi “candidato ideale per il nostro modello satellitare, che consente di ridurre l’impegno finanziario per la crescita e di esplicitare il loro valore di mercato”. Tra questi Enilive, Plenitude, le attività di CCS e quelle sulla biochimica di cui l’AD ha parlato anche nel corso dell’evento di “MF”. 

Claudio Descalzi: adottare un modello di business satellitare era una scommessa doverosa

Il modello satellitare di Eni, ha ricordato l’AD Claudio Descalzi in diverse occasioni, si basa sulla creazione di entità indipendenti che possono accedere autonomamente al mercato dei capitali per finanziare la propria crescita e mostrare il valore reale di ogni business: “È la nostra risposta al potenziale trade off che emerge tra continuare con attività più tradizionali che generano flussi di cassa elevati, ma offrono profili di crescita ridotti, o investire nei settori ad alta crescita della transizione energetica in cui possiamo generare valore significativo ma che richiedono capitale”. Lo ha evidenziato anche nel corso dell’evento dedicato ai 35 anni di “MF”: “I business delle rinnovabili, dei clienti delle bio-raffinerie, delle agri-hub, che in Eni valevano poco, con l’estrazione hanno un multiplo di 10 volte l'Ebit. Questo ha portato a una valorizzazione societaria per Plenitude di più di 10 miliardi, Enilive dovrebbe seguire lo stesso percorso e soprattutto nel 2023 ha dato per la prima volta risultati molto importanti”. Entro la fine del Piano 2024-2027, che l’AD Claudio Descalzi ha ufficialmente presentato lo scorso 14 marzo, Eni si aspetta che “i quattro principali business legati alla transizione energetica (Plenitude, Enilive, Novamont, CCS) siano pienamente valorizzati, catturando i multipli di mercato”.

Atitech, Gianni Lettieri: un fondo da 500.000 euro, patrimonio per sostenere i dipendenti

Gianni Lettieri, Presidente di Atitech, ha istituito un fondo da 500.000 euro destinato ai dipendenti con almeno dieci anni di anzianità aziendale. Il patrimonio ha l’obiettivo di sostenere i lavoratori e le loro famiglie in tre aree chiave: avvio di attività professionali e imprenditoriali dei giovani, contributo alle spese universitarie per gli studi fuori sede e copertura delle spese mediche non rimborsate dagli enti previdenziali e assicurativi.

Gianni Lettieri

Gianni Lettieri: Atitech, un patrimonio dedicato al benessere e al futuro dei dipendenti

Atitech, leader nel settore delle manutenzioni aeronautiche, si impegna a offrire un sostegno concreto ai suoi dipendenti e alle loro famiglie attraverso un piccolo patrimonio. “Abbiamo voluto investire su una migliore copertura sanitaria del nostro personale e sull’avvenire lavorativo dei figli che resta il principale problema dei padri e delle madri della Campania e di tutto il Mezzogiorno”, ha dichiarato il Presidente Gianni Lettieri. Il fondo istituito da Atitech funzionerà secondo il principio del microcredito. Sarà utilizzato per sostenere i giovani nell’avvio di nuove attività professionali o imprenditoriali, per contribuire alle spese universitarie per chi sceglie di studiare fuori sede e per fornire un aiuto finanziario per le spese mediche non coperte dagli enti previdenziali e assicurativi. Ogni singola assegnazione avrà un importo massimo di 30.000 euro, con la possibilità di restituzione in 100 rate mensili a un tasso fisso annuo dell’1,5%.

Gianni Lettieri: Atitech sostiene i giovani

Per accedere al fondo, i dipendenti interessati dovranno compilare un modulo e inviarlo all’azienda. Una commissione formata dal Direttore Finanziario, dal Direttore Generale e dal Responsabile dei servizi di manutenzione e del personale valuterà le richieste che, una volta approvate, saranno sottoposte all’autorizzazione finale del Presidente Gianni Lettieri. L’imprenditore ha sottolineato l’importanza di sostenere i giovani nel loro percorso verso l’indipendenza professionale, come strumento per contrastare la precarietà lavorativa nel Mezzogiorno e ridurre la distanza economica con il Nord e l’Europa. “Aiutare i giovani a mettersi in proprio, ad avviare una nuova attività facendo leva sulle proprie capacità, è il modo migliore per sottrarre il Mezzogiorno alla pratica della ricerca del posto fisso”, ha precisato. “Anche in questo modo si colma la distanza che continua a separarci dal nord e dall’ Europa”.

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