Nicola Volpi: studi e percorso professionale di uno dei fondatori di Permira

Nicola Volpi, laureato in Business Administration, oggi ricopre il ruolo di CEO di Movidea, investendo capitali propri per acquisire partecipazioni in aziende selezionate con l'obiettivo di accompagnarle in un percorso condiviso di crescita e valorizzazione.
Nicola Volpi

I primi incarichi professionali di Nicola Volpi

Nicola Volpi è originario di Milano, dove nasce nel 1961: termina gli studi universitari all'Università Bocconi, presso la quale si laurea e in seguito si specializza in Finanza grazie ad un master conseguito presso la SDA-Bocconi. La sua carriera inizia come analista finanziario: dal 1986 al 1987 lavora per Sefimeta S.p.A., ramo del Gruppo Montedison dedicato ai servizi finanziari. Fino al 1995 è in Sanpaolo Finance S.p.A.: qui ricopre il ruolo di Responsabile della divisione di Leverage Finance, organizzando il finanziamento dei primi Buy Out realizzati in Italia. Diviene successivamente Partner di Schroder Ventures Italy, tra i pionieri in Italia del Private Equity. Nel 1999 insieme a un gruppo di soci fonda Permira, società che diverrà ben presto tra i leader mondiali del Private Equity: attualmente, il fondo opera con un capitale gestito che supera i 40 miliardi di euro.

Nicola Volpi: gli incarichi recenti

Nicola Volpi viene nominato nel 2005 Amministratore Delegato di Permira Associati S.p.A., a seguire entra nell'Executive Committee che guida Permira nel mondo. Sotto la sua guida in Italia Permira realizza una serie di operazioni di acquisizione e dismissione che hanno interessato realtà leader nei propri settori quali Ferretti Yachts, Marazzi, Veneta Cucine, Tfl e Valentino e Sisal. Dal 2014 al 2018 è nel Board di FC Internazionale S.p.A. Nicola Volpi, insieme a Emilio Petrone, ha dato vita a Movidea, società che investe capitali dei due soci per entrare nel capitale di selezionate aziende non quotate con un contributo a progetti di crescita e valorizzazione nel lungo periodo condivisi con l'imprenditore. Una delle prime operazioni ha riguardato Pagani Automobili S.p.A.: dopo l'ingresso nel capitale, Nicola Volpi è diventato anche Membro del CdA.

Fase 2, l’appello di Susanna Esposito: “Senza test sierologici non si può comprendere la reale circolazione del coronavirus”

Test sierologici a tappeto per i lavoratori: Susanna Esposito, infettivologa e Presidente di WAidid, spiega perché per la Fase 2 è fondamentale fare affidamento sugli strumenti messi in campo dalla scienza.

Infettivologa e ricercatrice di fama internazionale, Susanna Esposito riporta l'appello di WAidid, Associazione Mondiale per le Malattie Infettive: programmare test sierologici per evitare un ritorno del contagio.
Susanna Esposito, infettivologa

I rischi della riapertura: il commento di Susanna Esposito

In Italia il picco dei contagi sembra sia stato superato: seppur lentamente, grazie alle misure di lockdown messe in atto in tutto il Paese, i numeri stanno calando. Proprio per evitare che il famoso R0, ovvero il tasso di contagiosità, subisca un aumento, per la Fase 2 c'è bisogno di un forte impegno a livello sanitario. È l'appello di Susanna Esposito, Presidente di WAidid, che porta avanti la battaglia sull'utilizzo dei test sierologici in vista della ripresa delle attività. Secondo la ricercatrice è fondamentale contenere il ruolo degli asintomatici, che si sono dimostrati la causa principale della diffusione del virus. Con la ripartenza, il rischio di un'ondata di ritorno aumenta, soprattutto se ancora manca una pianificazione chiara sui controlli sanitari da effettuare su chi lavora in fabbriche e aziende. Per indebolire gradualmente le misure restrittive e tutelare la popolazione, occorrono test su gruppi di popolazione in modo tale da non vanificare lo sforzo dei cittadini: "Non bastano buonsenso e rispetto delle regole - dichiara Susanna Esposito - ma per vincere questa lotta, e ritornare quanto prima alla normalità, servono gli strumenti messi a disposizione dalla scienza, inclusi gli studi di siero-prevalenza".

Susanna Esposito: "Impossibile stabilire durata dell'immunità"

Al momento vengono effettuati due tipi di test sierologici, i rapidi con metodica immunocromatografica e quelli che richiedono un laboratorio per essere processati con metodiche immunoenzimatiche o di chemioluminescenza: i primi rivelano soltanto se il soggetto ha prodotto anticorpi specifici, i secondi sono in grado di calcolarne la quantità e avere un quadro del livello di immunità. Utili entrambi - spiega Susanna Esposito - a tracciare gli asintomatici e a controllare l'epidemia. Nella maggior parte dei casi, i test studiano le IgM e le IgG contro il SARS-CoV-2. La presenza delle IgM specifiche indica un'infezione in atto, mentre le IgG specifiche, manifestandosi dopo circa due settimane, testimoniano la comparsa di immunità: tuttavia, ancora non si è a conoscenza né della durata di tale immunità, né della quantità di anticorpi necessari per offrire il livello minimo di protezione. "I test sierologici sono utili per l'identificazione dei portatori sani o paucisintomatici - conclude Susanna Esposito - in caso di positività, l'iter raccomandato prevede infatti anche il classico tampone naso-faringeo, che conferma la presenza o meno del virus nel soggetto".

Settore siderurgico: Riva Acciaio riapre lo stabilimento di Lesegno, seguendo le norme anti contagio

"Tutte le operazioni interne della produzione sono state ricalcolate e ridistribuite con nuovi criteri dettati dalle attuali esigenze di sicurezza per contenere la diffusione del virus." Il Sindaco di Lesegno ha confermato la riapertura in sicurezza dello stabilimento di Riva Acciaio a partire dal 4 maggio.
Riva Acciaio

Riva Acciaio: soddisfazione a Lesegno per la riapertura

In seguito all'allentamento delle misure restrittive conseguenti l'epidemia di Covid-19, da lunedì 4 maggio ha riaperto i battenti anche la produzione di Riva Acciaio: lo stabilimento di Lesegno rappresenta uno dei poli aziendali più importanti della zona, un centro tecnologico che dà lavoro a oltre 300 persone. Il Sindaco di Lesegno si è detto soddisfatto per la riapertura: "Tutte le operazioni interne della produzione sono state ricalcolate e ridistribuite con nuovi criteri dettati dalle attuali esigenze di sicurezza per contenere la diffusione del virus. Per quanto riguarda gli ingressi degli operai, allo stabilimento sono utilizzati dispositivi di rilevazione della temperatura corporea che i volontari della Croce Rossa in accordo con l'acciaieria rilevano sui tre turni produttivi". Il personale è stato prontamente munito e informato riguardo l'utilizzo dei nuovi dispositivi di protezione individuale: Riva Acciaio ha fornito mascherine, guanti, gel igienizzante, oltre a garantire il rispetto della distanza minima di sicurezza tra ogni lavoratore.

Riva Acciaio: i successi dell'azienda

Nata nel 1954 in seno a Gruppo Riva, Riva Acciaio è oggi leader in Italia nel settore siderurgico. Controllata dalla capogruppo Riva Forni Elettrici, oggi conta in totale circa 1.000 dipendenti che lavorano in 5 stabilimenti dislocati a Caronno Pertusella (VA), Lesegno (CN), Sellero, Malegno e Cerveno in Valle Camonica (BS). La produzione è indirizzata sia al mercato italiano che a quello europeo. Con oltre 60 anni di attività, Riva Acciaio è specializzata nella realizzazione di prodotti lunghi e acciai di alta qualità. Da sempre l'azienda dedica importanti investimenti in innovazione e sviluppo. È stata la prima in Italia a sfruttare la colata continua curva nei suoi impianti. Collabora con realtà di primo piano quali l'Università di Pisa, il Politecnico di Torino e il Politecnico di Milano. Lo stabilimento di Lesegno in particolare sfrutta le più recenti tecnologie come il simulatore termomeccanico "Gleeble 3800", fonte di continuo miglioramento ed espressione dell'impegno nel settore della ricerca.

Manager Utility Energia 2019: il premio assegnato all’AD di Enel Francesco Starace

“Per aver avviato e portato a termine con successo un percorso di crescita e di innovazione che ha trasformato Enel in un leader globale nel settore energetico”: il premio “Manager Utility Energia 2019” a Francesco Starace.

Enel, l'AD Francesco Starace nominato "Manager dell'Anno 2019" per il settore Energia nell'ambito del premio "Manager Utility": la proclamazione in videoconferenza nel corso del webinar "Utilities e nuove entranti nel settore energetico tra cooperazione e competizione".
Francesco Starace

Francesco Starace: l'AD di Enel insignito del premio "Manager Utility Energia 2019"

Francesco Starace è stato insignito del premio "Manager Utility Energia 2019" "per aver avviato e portato a termine con successo un percorso di crescita e di innovazione che ha trasformato il Gruppo Enel in un leader globale nel settore energetico". Nato su iniziativa della rivista trimestrale Management delle Utilities e delle Infrastrutture (MUI), il riconoscimento viene conferito ogni anno a manager che hanno saputo distinguersi per il contributo dato allo sviluppo del sistema elettrico. La consegna del riconoscimento è avvenuta lo scorso 29 aprile in occasione del webinar proposto dall'Osservatorio sulle Utilities AGICI-Accenture "Utilities e nuove entranti nel settore energetico tra cooperazione e competizione" a cui ha preso parte anche l'AD di Enel Francesco Starace.

Francesco Starace: transizione energetica e decarbonizzazione potenti alleati nella ripresa post-emergenza

Nel corso del suo intervento, Francesco Starace ha sottolineato come oggi le utilities rappresentino "uno strumento di ripresa rilevante, con una leva di investimenti straordinaria". In questa prospettiva il governo "può accelerare questo processo, sbloccando autorizzazioni, sburocratizzando i percorsi per fare ripartire la filiera, spingendo sul rafforzamento della rete al Sud". Enel, come annunciato dall'AD, è in grado di mettere in moto 20 miliardi di investimenti in tre anni: "E altrettanti possono arrivare dagli altri operatori". In merito allo scenario energetico e all'impatto dell'emergenza Coronavirus, Francesco Starace osserva come la ripresa economica post Covid-19 possa beneficiare significativamente dei traguardi raggiunti sul fronte della decarbonizzazione e della trasformazione energetica verso fonti rinnovabili. Per il gas, nel caso in cui si presenti "una commodity stabile, non volatile", si possono aprire diversi scenari: "Si guadagna un ruolo di transizione che può durare fino al 2050, altrimenti diventa un problema e finisce nel dimenticatoio". Inoltre attualmente la domanda di energia continua a crescere mentre quella di energia elettrica sta aumentando a passo doppio: "Questo conferma che si va verso una sempre maggiore elettrificazione dei consumi".

L’Italia post-emergenza: Class CNBC intervista l’AD di Open Fiber Elisabetta Ripa

Open Fiber per la ripartenza dell’Italia, l’AD Elisabetta Ripa a Class CNBC: lavoriamo per continuare a garantire al Paese una rete capace di sostenere gli incrementi di traffico e superare le sfide della digitalizzazione.

La rete ai tempi del Coronavirus, l'intervista di Class CNBC all'AD Elisabetta Ripa: Open Fiber sta investendo in tutto il Paese per dotare l'Italia di una infrastruttura all'altezza delle sfide della digitalizzazione.
Elisabetta Ripa

"RipartItalia": la partecipazione dell'AD di Open Fiber Elisabetta Ripa alla maratona-evento di Class CNBC

Ripartire dalle difficoltà causate dall'emergenza Coronavirus trasformandole in opportunità. Per Open Fiber significa continuare a dotare l'Italia di una rete all'altezza delle sfide della digitalizzazione. È quanto ha sottolineato l'Amministratore Delegato Elisabetta Ripa, intervistata lo scorso 8 maggio da Class CNBC nell'ambito di "RipartItalia": una diretta televisiva e online di dodici ore che ha portato autorevoli personalità del mondo economico e imprenditoriale a confrontarsi sulle modalità più efficienti ed efficaci per consentire al nostro Paese di riprendersi e ripartire dopo la pandemia. Nel suo intervento l'AD ha evidenziato come Open Fiber lavori ormai da tre anni a una nuova rete completamente in fibra ottica: nelle settimane di lockdown, a fronte dell'incremento esponenziale dei picchi di traffico registrati, l'infrastruttura ha dimostrato di reggere perché "già settata su livelli di traffico molto importanti, su una capacità rilevante e soprattutto perché la soluzione tecnologica che noi abbiamo adottato, il Fiber to the home, consente di gestire sia il traffico ordinario che i suoi picchi in download, ma soprattutto in upload". È questo dunque il "punto di forza delle reti in fibra, ma anche il punto di debolezza delle vecchie tecnologie che erano pensate esclusivamente per un'attività passiva da parte dell'utilizzatore". Invece, come specificato da Elisabetta Ripa, "con la fibra abbiamo dato la possibilità a tutti di svolgere una video conferenza, come quella che stiamo facendo ora, con una qualità e con un ritardo impercettibile".

Fase 2, Elisabetta Ripa a Class CNBC: è fondamentale riservare i voucher a connessioni fibra

Nel suo intervento a Class CNBC, l'AD Elisabetta Ripa ha parlato anche delle risorse che il governo si appresta a distribuire per promuovere la banda ultralarga: "Ci aspettiamo un incentivo a famiglie e imprese per l'adozione di nuove tecnologie. È importante che si faccia un salto in termini di innovazione per prepararci all'utilizzo delle nuove applicazioni utilizzando il sostegno dei voucher". Fondamentale è "che siano riservate all'utilizzo di connettività in fibra e che si dia supporto a chi queste reti le deve realizzare anche attraverso un'estrema semplificazione della burocrazia e delle regole che dobbiamo seguire". L'AD si riferisce in particolare al progetto di Open Fiber per la realizzazione di una grande infrastruttura nei Comuni maggiormente colpiti dal digital divide, "dove è essenziale garantire un'elevata velocità di connessione attraverso la collaborazione di tutte le istituzioni sul territorio, per far sì che quest'opera che è pervasiva e che riguarda circa 8.000 comuni venga realizzata il più rapidamente possibile con il supporto di tutti". E ancora, nell'intervista, Elisabetta Ripa si sofferma sul modello wholesale only, il "più corretto per accelerare gli investimenti" nella sua ottica: "Dobbiamo essere innovativi nei modelli di business perché quando lo siamo stati, si è rivelata una scelta vincente. Mi riferisco al modello che abbiamo implementato in Italia per la realizzazione di una rete in fibra: un modello wholesale only, cioè esclusivamente dedicato al supporto degli operatori in maniera neutrale e trasversale per tutto il Paese".

“La Stampa”, Elisabetta Ripa: l’impegno di Open Fiber per la ripresa post-emergenza

Elisabetta Ripa a "La Stampa": la risposta di Open Fiber all'emergenza Coronavirus e il punto sulla realizzazione del piano per portare in tutta Italia la rete in fibra ottica FTTH (Fiber to the home).

Elisabetta Ripa
La fibra ottica FTTH in tutto il Paese entro il 2023: l'intervista all'AD di Open Fiber Elisabetta Ripa

Intervistata da "La Stampa" lo scorso 7 aprile, l'Amministratore Delegato di Open Fiber Elisabetta Ripa annuncia per il 2022 il completamento dei lavori per portare la rete in fibra ottica FTTH (Fiber to the home) in tutta Italia "a eccezione di Piemonte, Lombardia e Veneto che saranno completate nel 2023". Questa dunque la road map indicata dall'AD: "In due anni abbiamo collegato 8,5 milioni di case, siamo la terza rete in fibra in Europa dietro la spagnola Telefonica e la francese Orange. E siamo il primo operatore wholesale". Sulla percentuale dei collaudi rispetto al totale dei lavori, sono già disponibili servizi per la collettività in oltre 250 comuni: "Stiamo accelerando la messa a disposizione di un'infrastruttura che, ricordiamolo, per funzionare deve essere completata. I singoli cluster territoriali sono come ponti: non se ne può aprire al traffico un pezzo, prima devono essere ultimati". Nessun ritardo quindi. L'importante, come sottolineato da Elisabetta Ripa, è continuare a investire nelle infrastrutture digitali: soprattutto oggi che l'emergenza sanitaria ne ha chiaramente messo in luce la necessità.

Elisabetta Ripa a "La Stampa": Open Fiber vicino al Paese nel post-emergenza

La costruzione delle reti può rivelarsi un importante motore per sostenere la ripresa dell'economia e dell'occupazione. Lo dicono i numeri citati dall'AD di Open Fiber Elisabetta Ripa nell'intervista: "Nel 2018 siamo partiti con 5.000 lavoratori nell'indotto, quest'anno abbiamo toccato picchi di 14.000". Nelle settimane di lockdown, si sono registrati incrementi del traffico dati del 40-70% in "download" e fino al 300% in upload "ma la nostra infrastruttura sta rispondendo bene". È il peso dello smart working, di videoconferenze e lezioni online sulla rete. Come spiega l'AD, tutte le reti a banda ultra larga funzionano bene quando non c'è elevata contemporaneità. In situazioni emergenziali che richiedono "contestualità di collegamenti", quella meglio posizionata risulta essere la fibra ottica sul modello FTTH "mentre altre sono al limite, la nostra è già dimensionata per incrementi di traffico significativi, ben al di sopra di quello attuale". Mai come oggi è dunque sempre più necessario sostituire rapidamente le reti in rame e dotare il Paese dell'infrastruttura idonea: un impegno che Open Fiber porta avanti consapevole del grande valore, come sottolineato da Elisabetta Ripa: "L'emergenza è un corso accelerato di digitalizzazione che contribuirà a una maggiore adozione di servizi evoluti. Dal lavoro alla scuola fino alla sanità".

Alessandro Benetton: “Cortina 2021 primo evento mondiale post pandemia”

Presidente di Fondazione Cortina 2021, Alessandro Benetton è intervenuto sui Campionati Mondiali di Sci Alpino e sugli effetti del Coronavirus.
Alessandro Benetton

Campionati di sci alpino: l'intervento di Alessandro Benetton

A marzo erano in programma le finali della Coppa del Mondo di Sci, che si sarebbero dovute disputare a Cortina d'Ampezzo: a causa dell'epidemia di Covid-19, la Federazione Internazionale Sci (FIS) ha deciso di annullare la competizione. L'evento era l'occasione per testare l'organizzazione di Cortina 2021. In una diretta social Alessandro Benetton, che dal 2017 è a capo del comitato organizzatore, ha parlato dell'evento insieme all'allenatore Kristian Ghedina e al manager sportivo Andrea Vidotti. Al momento, per via del futuro imprecisato relativo all'emergenza sanitaria, non ci sono certezze: tuttavia Cortina 2021 ha ottime probabilità di diventare una delle prime manifestazioni mondiali post pandemia. La macchina organizzativa, secondo il fondatore di 21 Invest, ha tutte le carte in regola per affrontare con flessibilità le nuove sfide imposte dal contesto sanitario attuale e trasformarle in valore aggiunto: "Ho pensato ad una macchina tarata per essere non solo un evento di successo ma anche di crescita per la comunità che vive e abita questo luogo meraviglioso. A Cortina - conclude Alessandro Benetton - c'è bisogno di iniziative che servano a destagionalizzare, a produrre un'economia fatta di mobilità alternativa, compatibile con l'ambiente e con la comunità locale. Bisogna concentrarsi su una visione a medio lungo termine".

Cortina come banco di prova: il pensiero di Alessandro Benetton

Poche settimane fa, anche in un'intervista rilasciata a "Il Sole 24 Ore", Alessandro Benetton aveva evidenziato le opportunità per il territorio in vista del campionato mondiale di sci alpino: nuove infrastrutture, servizi innovativi, valorizzazione del brand "Cortina d'Ampezzo". Il virus è stato uno shock che in poco tempo ha stravolto la totalità degli eventi futuri, soprattutto per quanto riguarda manifestazioni dove è prevista una presenza massiccia di persone. Sebbene l'imprenditore riconosca le difficoltà obiettive generate da un cambiamento del genere, resta intatta l'idea di considerare il futuro di Cortina come una sorta di banco di prova: d'altronde i cambiamenti sono fonte di nuove potenzialità. E le esperienze formative e professionali del fondatore di 21 Invest ne sono un esempio. Laurea negli Stati Uniti, precisamente ad Harvard, in un Paese con lingua e cultura diverse; i 3 titoli mondiali vinti in giovane età durante la Presidenza di Benetton Formula; il successo nel Private Equity, in un periodo in cui il settore in Italia era ancora poco conosciuto. Tra un anno, come Presidente di Fondazione Cortina 2021, Alessandro Benetton potrebbe ritrovarsi ad affrontare una sfida inedita: gestire uno dei primi eventi mondiali trasformandolo in un esempio per il futuro.

Coronavirus, Paola Severino: libertà, salute ed economia valori imprescindibili per il Paese

In un editoriale pubblicato sul "Corriere della Sera", Paola Severino, Professore di Diritto Penale dell'economia e Vice Presidente della Luiss, analizza l'emergenza sanitaria alla luce dei valori costituzionali.
Paola Severino

Paola Severino: la Costituzione come faro in un periodo buio

Una delle pandemie "più disastrose della storia" ha portato in Italia e nel mondo alla reclusione forzata della maggioranza dei cittadini. Un evento di tale portata non poteva che avere gravi ripercussioni in ogni ambito, dalla vita sociale, al diritto, all'economia fino all'essenza stessa del concetto di società. Paola Severino, già Ministro della Giustizia, è attualmente Professore di Diritto Penale dell'economia e Vice Presidente dell'Università Luiss: in una lettera pubblicata il primo aprile sul "Corriere della Sera", evidenzia come il 2020 sia l'anno in cui sono state messe in discussione alcune caratteristiche fondamentali della democrazia. Si è trattato, e in futuro si tratterà, di far convivere valori diversi ma della stessa rilevanza costituzionale, come libertà, salute ed economia. Una "convivenza" che, seppur difficilmente applicabile, è tuttavia indispensabile. L'Italia ha il vantaggio di poter contare su una Costituzione di grande spessore giuridico e morale: "Pur nelle drammatiche divisioni politiche del dopoguerra, la Carta dei valori fondanti del nostro Paese è riuscita a dare un esempio di straordinaria sintesi di principi giuridici. Un periodo - commenta Paola Severino - non a caso richiamato dal presidente Mattarella come indispensabile e valido punto di riferimento".

Salute, ripresa economica e privacy: il commento di Paola Severino

La Parte Prima della Costituzione è dedicata ai diritti e ai doveri dei cittadini. Tra di questi, l'articolo 13 riguarda proprio la libertà personale, definita "inviolabile" sebbene limitabile in occasioni di particolare gravità. Un principio coerente con ciò che al momento sta accadendo alla maggior parte dei cittadini: "Il fatto stesso - prosegue Paola Severino sul "Corriere della Sera" - che a nessuno sia venuto in mente di invocare una lesione di tale principio dimostra come tutti, più o meno consapevolmente, abbiamo ritenuto che, di fronte alla epidemia, anche la possibilità di limitare la libertà di movimento trovasse un fondamento nella tutela della salute". L'Assemblea Costituente, che ha lavorato in un periodo assimilabile per certi versi a quello attuale, è stata pioniera quando ha specificato, all'art. 32, che la salute è sia un diritto dell'individuo ma anche un "interesse della collettività". Riguardo alla ripresa economica, secondo l'ex Ministro, si apre uno scenario complesso, che riguarda sia l'ambito del diritto al lavoro che quello della tutela della salute e della privacy. Bisognerà infatti cercare, anche in questo caso, di trovare una convivenza ad esempio tra l'utilizzo delle nuove tecnologie per tracciare spostamenti utili alle attività produttive, in un ambiente certamente sicuro sotto profilo sanitario, con il diritto alla libertà personale. Per farlo, c'è bisogno innanzitutto di competenze, di persone che sappiano spaziare tra i diversi ambiti toccati dalla questione. Un esempio valido è il team di esperti da poco costituitosi presso il Ministero per l'Innovazione tecnologica: "In loro e nelle tante menti ingegnose degli italiani - conclude Paola Severino - riponiamo le nostre aspettative per la creazione di un 'modello italiano' di tecnologia che consenta una ripresa economica compatibile con la tutela della salute e con il nostro incomparabile sistema di garanzie".

ASPI: Roberto Tomasi, dalla laurea all’attuale incarico di Amministratore Delegato

Amministratore Delegato di Autostrade per l'Italia da febbraio 2019, Roberto Tomasi è un manager dalla comprovata esperienza. Sotto la sua guida il Gruppo sta portando avanti un piano per il triennio 2020-2023 incentrato su manutenzione, sicurezza, digitalizzazione e mobilità sostenibile.
Roberto Tomasi, amministratore delegato Autostrade per l'Italia

Roberto Tomasi: formazioni e primi incarichi professionali

Originario di Merano, Roberto Tomasi è Amministratore Delegato di Autostrade per l'Italia da febbraio 2019. Laureato con lode in Ingegneria Meccanica presso l'Università di Padova, ha rafforzato la propria formazione con importanti esperienze, tra cui: un Executive Program presso la Harvard Business School di Boston, un International Executive Program presso INSEAD, in Francia, e un master in Finance e Project Control presso la SDA Bocconi di Milano. Negli anni ha ricoperto posizioni manageriali di rilievo nel settore delle operations e della direzione tecnica, raggiungendo traguardi professionali importanti in ambito di project management, gestione investimenti e miglioramento dei processi. In seguito alle prime esperienze lavorative nel corpo tecnico dell'esercito (nella IVECO di Bolzano), viene assunto in FIAT AVIO nella divisione Heavy Duty, dove opera in un contesto internazionale. Nel 1996 Roberto Tomasi entra in Gruppo Enel: vi rimarrà per circa 20 anni, ricoprendo molteplici incarichi manageriali di crescente responsabilità. A 37 anni è Senior Vice President come responsabile del Procurement nel ruolo di Responsabile delle Grandi Commesse di Enel. A 39 anni è Executive Vice President della Business Unit di Ingegneria, gestendo così un'organizzazione di oltre mille risorse in ambito internazionale.

Roberto Tomasi: la carriera in Aspi

Nel luglio 2015 Roberto Tomasi viene nominato Co-Direttore Generale di Autostrade per l'Italia (ASPI). L'incarico lo porta ad occuparsi di sviluppo di nuove opere. Entra inoltre a far parte del CdA di ASPI come consigliere a partire da aprile 2016, partecipando anche in altri board delle controllate del Gruppo. Sotto il suo coordinamento, ASPI apre la Variante di Valico, completa le attività sulla dorsale Adriatica A14 e dà impulso ai nuovi progetti di potenziamento tra i quali il passante di Bologna, i potenziamenti della rete e la Gronda di Genova: consolida così un piano di investimenti complessivo del valore di 14,5 miliardi. Roberto Tomasi è nominato Direttore Generale nel 2018 e Amministratore Delegato nel 2019. A febbraio 2020 lancia le linee guida per il nuovo piano di trasformazione di ASPI: il triennio 2020-2023 prevede ingenti interventi per oltre 7,5 miliardi in investimenti e manutenzioni. Il piano è caratterizzato da un profondo percorso di "change management", con l'assunzione di oltre 1.000 nuove risorse e priorità e sicurezza, su strade, cantieri e luoghi di lavoro, rinnovata attenzione per la ricerca, la mobilità sostenibile, la digitalizzazione.

Webinar sulla digitalizzazione: il contributo di Luigino Lusuriello, Chief Digital Officer di Eni

"L'opportunità che va colta oggi è quella di investire sulle persone, su processi di change management interni per uscire da questa crisi più forti, più resilienti": lo ha dichiarato Luigino Lusuriello, Chief Digital Officer di Eni, nel corso di un recente webinar.
Luigino Lusuriello

Luigino Lusuriello partecipa al Webinar sulla digitalizzazione

"In questo periodo il digitale ha avuto un ruolo fondamentale sia per le nostre persone, perché ha contribuito a tenere i team compatti, focalizzati sui valori e i target della società, sia per l'operatività perché ha permesso ai nostri manager e ai nostri tecnici di gestire molti processi a distanza, grazie a un'importante digitalizzazione delle attività che stiamo portando avanti da tempo". Luigino Lusuriello, Chief Digital Officer di Eni, ha partecipato al webinar del 23 aprile intitolato "Digital nel nuovo contesto: emergenza, cambio di passo, nuovi modelli?". Il manager ha riflettuto insieme agli altri partecipanti sui temi della solidarietà, della sostenibilità e dello smart working durante e dopo l'emergenza sanitaria. In ambito energetico, la crisi va affrontata come un'occasione per focalizzarsi sui valori della società. "La transizione energetica era già un tema da affrontare, l'emergenza Covid l'ha accelerata e ci ha permesso di vedere già il futuro. La digitalizzazione è di aiuto. Non si può portare lo specialista all'impianto, ma con il digitale portiamo l'impianto allo specialista", ha spiegato Luigino Lusuriello.

Luigino Lusuriello: nel futuro ci sarà più smart working e più collaborazione

"L'opportunità che va colta oggi è quella di investire sulle persone, su processi di change management interni per uscire da questa crisi più forti, più resilienti", ha commentato Luigino Lusuriello. Durante il webinar, ha ribadito uno dei punti fondamentali del suo impegno nel Gruppo Eni: fare in modo che le persone rimangano al centro, che le nuove tecnologie affianchino e supportino le competenze umane senza sostituirle. "La parola che mi suggerisce questo periodo è solidarietà che porta alla consapevolezza di potere uscire dall'emergenza solo operando insieme come una squadra compatta". Anche secondo Luigino Lusuriello infatti, le aziende devono agire in sinergia per ripartire. Il manager ha concluso il suo intervento con un messaggio positivo. "Sono convinto che l'emergenza sanitaria finirà presto, ma lo smart working resterà, si viaggerà di meno anche perché non ci sarà più necessità di farlo sempre, ci sarà maggior richiesta di bilanciamento tra vita privata e lavorativa. Il mondo del lavoro sta cambiando, bisogna intercettare questi nuovi trend e dare risposte".

Gruppo Riva, da oltre 60 anni nel settore della siderurgia

Il successo di Gruppo Riva ha inizio negli anni '50, quando due fratelli intravedono nel cosiddetto "miracolo economico" un'opportunità per creare un'eccellenza del settore siderurgico.
Gruppo Riva

Dai rottami ferrosi alla colata continua: l'evoluzione di Gruppo Riva

Negli anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale, in molti Paesi coinvolti nel conflitto nascono nuove opportunità di sviluppo concesse dal nuovo equilibrio. Tra il 1950 e il 1970 l'Italia si rende protagonista di una crescita che non ha precedenti nella storia della Penisola. Tra le realtà nate in quel periodo Gruppo Riva, oggi leader del settore siderurgico riconosciuto a livello internazionale. Emilio e Adriano Riva, che inizialmente possedevano un'attività di commercio di rottami ferrosi, nel 1957 avviano a Caronno Pertusella, in provincia di Varese, il primo stabilimento dedicato ufficialmente alla produzione dell'acciaio. Il primo di numerosi siti che negli anni verranno via via aperti dal Gruppo, che fin dal principio punta sulla ricerca e sullo sviluppo di nuove tecniche di produzione. Grazie ad uno sforzo congiunto con la società Danieli, nel 1964 l'azienda è infatti la prima del Paese ad adottare la colata continua. Forte della nuova modalità di produzione ma conscio della competizione crescente nel settore, Gruppo Riva inizierà a metà degli anni '60 un processo di espansione che porterà l'azienda in Europa.

L'espansione in Italia e in Europa: il successo di Gruppo Riva

Dopo soli due anni dall'adozione della nuova tecnologia, Gruppo Riva rileva le Acciaierie e Ferriere del Tanaro, site in provincia di Cuneo, diventando inoltre socio di minoranza nella SEII - Società Esercizi Impianti Industriali di Malegno (Brescia), assumendone la gestione. Grazie alle due operazioni, l'azienda raggiunge un livello di produzione tale da riuscire a competere anche con le realtà estere più grandi. Il nuovo obiettivo adesso sono i mercati europei: la prima acquisizione in tal senso è quella della spagnola Siderúrgica Sevillana. L'espansione continua nel mercato francese, con l'acciaieria di Iton Seine, specializzata nella produzione di tondo per cemento armato. Nel 1978 un ulteriore primato, stavolta europeo: l'azienda infatti comincia un intenso rapporto commerciale con la Cina, che fino a quella data aveva acquistato acciaio solo dal vicino Giappone. Fino agli anni 2000, la società si rende protagonista di ulteriori acquisizioni: Officine e Fonderie Galtarossa di Verona, il Consorzio Genovese Acciaio (COGEA), il laminatoio belga di Charleroi, due impianti tedeschi nella regione di Berlino, gli Stabilimenti di Alpa e del Gruppo Sam. Ad oggi Gruppo Riva supera i 5mila dipendenti ed è proprietario di 21 stabilimenti sparsi in sei Paesi.

Susanna Esposito: le tappe fondamentali della carriera

Susanna Esposito inizia un'importante attività di produzione scientifica durante gli anni universitari, che la porta a pubblicare oltre 700 articoli scientifici nella letteratura internazionale. Oggi è Professore Ordinario di Pediatria e Presidente dell'Associazione Mondiale per le Malattie Infettive e i Disordini Immunologici (WAidid).
Susanna Esposito

Il ritratto professionale di Susanna Esposito

Susanna Esposito, originaria di Milano, è attualmente Professore Ordinario di Pediatria presso il Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell'Università di Parma, oltre a ricoprire il ruolo di Direttore della Clinica Pediatrica dell'Ospedale dei Bambini Pietro Barilla (Azienda Ospedaliera - Universitaria di Parma) e di Direttore della Scuola di Specializzazione in Pediatria. È Presidente dell'Associazione Mondiale per le Malattie Infettive e i Disordini Immunologici (WAidid), ruolo che la porta ad essere figura di spicco soprattutto durante l'emergenza sanitaria in atto. Nel corso della sua carriera ha insegnato presso prestigiosi atenei quali l'Università degli Studi di Milano, l'Università degli Studi di Perugia e altre università straniere. Tra i riconoscimenti ottenuti, Susanna Esposito ha ricevuto il Premio Amici di Milano (2004), venendo insignita come miglior ricercatrice in ambito medico. Si è inoltre aggiudicata il Premio Ambassador per la ricerca all'estero in ambito medico (2011) e l'attestato di benemerenza per l'impegno e la professionalità dimostrati verso la salute del bambino (2014, Associazione Amici del Policlinico e della Mangiagalli).

Susanna Esposito: formazione, attività scientifica e altri incarichi

Susanna Esposito è laureata con lode in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Milano. In seguito alla specializzazione in Pediatria (1999) e in Malattie Infettive (2006), è stata Direttore dell'Università Operativa Semplice di Infettivologia Pediatrica. Dal 2010 al 2013 è stata Direttore della Clinica Pediatrica I, dal 2013 al 2016 dell'Unità di Pediatria ad Alta Intensità presso la Fondazione IRCCS Ca' Granda Ospedale Maggiore Policlinico dell'Università degli Studi di Milano. Dal 2017 al 2019 è stata alla guida della S.C. Clinica Pediatrica presso l'Azienda Ospedaliera Santa Maria della Misericordia di Perugia. Susanna Esposito ha portato avanti un'intensa attività scientifica già dagli anni universitari, che si è concretizzata in oltre 700 pubblicazioni su riviste internazionali, nonché diversi articoli su testate nazionali. Nel 2012 ha identificato due nuovi Enterovirus (C-117 e C-118). Tra gli importanti incarichi svolti, va ricordata la Presidenza della Commissione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità per l'eradicazione del morbillo e rosolia congenita (2012-2015), oltre alle attività di coordinamento per il gruppo di studio sui vaccini (EVASG) della European Society for Clinical Microbiology and Infectious Diseases.

Il percorso professionale e istituzionale di Carlo Malinconico

Carlo Malinconico: le tappe di un percorso professionale che lo ha portato a ricoprire importanti incarichi anche in ambito istituzionale.

Carlo Malinconico, legale che è arrivato a rivestire le più importanti posizioni nelle istituzioni dello Stato e nel Diritto, è stato inoltre premiato più volte come "avvocato dell'anno in diritto amministrativo".
Carlo Malinconico

Carlo Malinconico: l'attività nelle istituzioni statali

Carlo Malinconico nasce a Roma. Frequenta le scuole superiori a Trieste, proseguendo poi con una laurea in giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Milano nel 1972. Dopo aver prestato il servizio militare come Sottotenente dell'Esercito nel 1976, supera l'esame di Stato per l'accesso alla professione legale presso la Corte d'Appello di Milano. Vince poi anche il concorso pubblico per l'avvocatura dello Stato, e quello per Uditore Giudiziario. Dal 1976 al 1993, presso l'Avvocatura dello Stato esercita la difesa e consulenza legale nei confronti di Stato e Regioni nelle cause civili, penali e amministrative. Il 31 dicembre 1983 diviene Consigliere di Stato, posizione che ricopre fino al 2002, quando diventa professore universitario. Nel periodo tra il 1986 e il 1990, Carlo Malinconico fornisce opinioni di tipo giuridico presso gli uffici legislativi di numerosi Ministeri: quello del Tesoro, della Marina Mercantile e dei Trasporti. Da luglio 1990 e fino alla soppressione del Ministero per via referendaria, è Capo Ufficio Legislativo al Ministero delle Partecipazioni Statali e poi del Tesoro fino al 1996. Dal 1992 al 1997 presta inoltre servizio come Consigliere Giuridico presso l'Antitrust.

Carlo Malinconico: la politica e i riconoscimenti

Per quanto riguarda gli incarichi istituzionali di rilievo, tra il 1996 e il 2001 Carlo Malinconico dirige il Dipartimento degli Affari Giuridici e Legislativi della Presidenza del Consiglio. In seguito, tra il 2006 e il 2008, è nominato Segretario Generale della Presidenza del Consiglio. Infine, da novembre 2011 a gennaio 2012, diventa Sottosegretario del governo tecnico a guida Monti, con deleghe all'Editoria, agli Affari Regionali e al Coordinamento Amministrativo. Nel 2003 fonda lo Studio Legale a suo nome, specializzato nel Diritto Amministrativo, in quello Civile dei Contratti e dei Danni e della UE. In 40 anni di attività, Carlo Malinconico ha fornito consulenze e docenze nei settori del Diritto Amministrativo, di quello Pubblico dell'Economia, di quello Europeo, degli appalti pubblici e di quello Ambientale. Inoltre per tre anni, il 2016, il 2018 e il 2019, ottiene l'ambito riconoscimento come "avvocato dell'anno in diritto amministrativo".
Ha inoltre pubblicato una notevole serie di opere di carattere scientifico e numerosi interventi a margine di workshop e conferenze. Nel marzo 2005 viene insignito dell'onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

Fare impresa dopo il Coronavirus, Alessandro Benetton: “Sfruttare la discontinuità”

In che modo dovranno comportarsi le aziende una volta conclusa l'emergenza Coronavirus? Alessandro Benetton, Presidente di 21 Invest, offre diversi spunti di discussione in merito alla ripartenza prevista nei prossimi mesi.
Alessandro Benetton

Digitale e sostenibilità: per Alessandro Benetton gli strumenti da cui ripartire

Prima di qualsiasi azione volta a gestire la "fase 2", c'è bisogno di avere certezze riguardo la tutela della salute: intervistato da "Forbes", Alessandro Benetton evidenzia lo step principale che dovrà caratterizzare la ripresa delle attività economiche. Le aziende dovranno ragionare partendo da un assunto di base: "Il mondo che ci attende non sarà quello che abbiamo lasciato prima di questa emergenza". Per affrontare questo nuovo scenario ci sarà bisogno come prima cosa di una dimensione digitale diversa. Le PMI italiane, per via di alcune caratteristiche peculiari, hanno "viaggiato con il freno a mano", senza sfruttare a pieno le potenzialità delle nuove tecnologie: per questo l'imprenditore consiglia un cambiamento radicale dei modelli di business. Un mutamento che dovrà avvenire anche in relazione ad alcuni concetti come l'ambiente e la redistribuzione della ricchezza. "Gli imprenditori devono avere una visione sociale complessiva - spiega Alessandro Benetton durante la videointervista - darsi un ruolo che deve andare ben oltre il profitto o il giro d'affari". Il fondatore di 21 Invest porta l'esempio di Black Rock, società di gestione del risparmio, che sta puntando su nuovi prodotti sostenibili.

Opportunità e ruolo del leader: il parere di Alessandro Benetton

L'epidemia provocata dal Coronavirus ha sconvolto fortemente i paradigmi classici della società attuale. Il nostro modo di vivere, il nostro modo di consumare cambieranno drasticamente, afferma Alessandro Benetton: basti pensare alle distanze di sicurezza o alle limitazioni negli spostamenti. Le realtà produttive dovranno adattarsi e soprattutto saper cogliere le opportunità che verranno. Settori come quelli che riguardano la salute, l'alimentazione, il benessere, l'informazione e la distribuzione saranno probabilmente i più colpiti. "Ma si tratterà di un'accelerazione di cambiamenti che già erano in atto: chi saprà adattarsi meglio allora sarà competitivo". La figura del leader diventerà più che mai centrale e dovrà possedere due caratteristiche fondamentali. La prima è quella di infondere sicurezza, specie in tempi di emergenza come questi, assumendosi apertamente la responsabilità sia del proprio team che delle strategie di business. "Ma la caratteristica che oggi diventa ancor più discriminante è saper cogliere i segnali della sua squadra. Oggi - conclude Alessandro Benetton - il leader ha bisogno di alleati, di persone che abbiano uno sguardo trasversale e produrre nuove idee: per questo bisognerà valorizzare ancora di più i giovani. Oggi è il momento per un leader di essere predisposto all'ascolto".

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