Francesco Starace: transizione energetica, le strategie di Enel su idrogeno e decarbonizzazione

Idrogeno green: la vision dell'AD e DG di Enel Francesco Starace intervistato lo scorso 30 marzo nell'ambito dell'evento online "La strategia sull'idrogeno e la transizione energetica" organizzato da "Il Sole 24 Ore".

Francesco Starace

Enel: l'intervento dell'AD e DG Francesco Starace all'evento de "Il Sole 24 Ore" su idrogeno e transizione energetica

L'idrogeno deve essere utilizzato in maniera intelligente: a sottolinearlo in occasione dell'evento online "La strategia sull'idrogeno e la transizione energetica" organizzato lo scorso 30 marzo da "Il Sole 24 Ore" è stato l'Amministratore Delegato e Direttore Generale di Enel Francesco Starace. "L'idrogeno è una molecola molto piccola, in grado di infiltrarsi nelle strutture cristalline dei metalli attraversandoli: per trasportarlo bisogna comprimerlo molto ed è molto costoso, per questo si produce dove si consuma", ha spiegato l'AD e DG di Enel: inizialmente dunque andrebbe utilizzato "per la chimica, la produzione di fertilizzanti o la decarbonizzazione della produzione di acciaio o cemento". In questi comparti "l'idrogeno potrebbe essere usato nella maniera più intelligente", come ha fatto notare Francesco Starace nel suo intervento: "Produrre idrogeno dall'energia e poi dall'idrogeno di nuovo elettricità sarebbe uno spreco".

Francesco Starace: gli elettrolizzatori in futuro potranno diventare mainstream come i pannelli solari oggi

Enel è al lavoro sugli elettrolizzatori, essenziali per produrre idrogeno da fonti rinnovabili. Secondo Francesco Starace, in Europa c'è ancora molto da lavorare su questo fronte: "L'elettrolizzatore ancora oggi è un bene di lusso, di nicchia, che viene usato per applicazioni molto particolari in cui il costo dell'idrogeno prodotto non è considerato un fattore determinante". Ma, come ricorda l'AD, anche i primi pannelli solari sono nati per un utilizzo di nicchia "sui satelliti che girano attorno alla terra": nessuno allora pensava che il fotovoltaico sarebbe diventato mainstream nell'industria energetica mondiale. E allo stesso modo Francesco Starace ritiene che oggi ci siano i presupposti affinché anche gli elettrolizzatori, a livello di costi, possano diventare una tecnologia mainstream: "In cinque anni lo capiremo. Quello che stiamo cercando di fare, assieme ad altre imprese europee, è spingere un'industrializzazione e un'innovazione in questo settore per vedere se la barriera del suono dal punto di vista dei costi si riesce a sfondare. Se ci riusciamo, possiamo produrre idrogeno senza impronta di CO2 e immediatamente sostituiamo tutto l'idrogeno che in questo momento si usa (da combustibili fossili, ndr) con quello verde, risparmiando 830 milioni di tonnellate di CO2 emesse all'anno".

Gianni Lettieri: “Nuovo hub vaccinale nell’hangar Atitech. Capodichino logistica d’eccezione”

Atitech, guidata da Gianni Lettieri, ha offerto l'Avio2 di Capodichino in comodato d'uso gratuito. "Dovere civico: è il momento di restare uniti", ha dichiarato l'imprenditore.

Gianni Lettieri

Gianni Lettieri: decisione frutto di un accordo con l'Asl

12mila metri quadri di spazio, 30 postazioni e una posizione logisticamente vantaggiosa: sono le caratteristiche del nuovo centro vaccinale di Capodichino, il quinto della città di Napoli. L'hub vedrà la luce nell'hangar di Atitech, società guidata da Gianni Lettieri. L'imprenditore, attraverso un accordo con l'Asl Napoli 1 Centro, ha messo gratuitamente a disposizione la struttura, destinata a diventare uno degli hub più grandi di tutto il Sud Italia. Secondo le previsioni, a pieno regime il centro potrà somministrare ogni giorno fino a 6.000 dosi. Grazie agli ampi spazi a disposizione, sarà possibile realizzare anche un parcheggio dedicato a tutti i dipendenti delle Asl aderenti: oltre all'Asl Napoli 1, sono comprese anche l'Asl Napoli 3 Sud e l'Asl Napoli 2 Nord. I lavori sono partiti ufficialmente il 20 aprile: secondo la ditta incaricata, l'apertura è confermata per gli inizi del prossimo mese. Gianni Lettieri si è detto soddisfatto dell'impegno preso dalla sua azienda: "Ho sentito il dovere civico di mettere a disposizione parte della struttura di Atitech. Questo è il momento di rimanere uniti e di pensare alla collettività".

Gianni Lettieri: il ruolo degli imprenditori nel contrasto al Covid-19

Fin dai primi mesi dell'emergenza sanitaria, l'imprenditore ha più volte rivolto appelli ai suoi colleghi italiani. Per Gianni Lettieri il ruolo della classe imprenditrice è fondamentale per superare le difficili sfide nate con la comparsa del Covid-19. Da un lato, vista la condizione del mercato del lavoro, oggi più che mai è importante che gli imprenditori tutelino i propri dipendenti. Se possibile facendo anche di più rispetto alle azioni governative, come ad esempio riguardo al blocco dei licenziamenti. Lo stesso impegno va rivolto anche ai territori in cui le aziende operano. Il Patron di Atitech ha dato fin da subito l'esempio. Lo scorso anno, nel momento di crisi più acuta, ha deciso di donare 20.000 mascherine FFP2 alla Regione Campania. Ha poi avviato diverse iniziative, una delle quali ha riguardato la mensa aziendale, che durante il periodo natalizio ha preparato 150 pasti al giorno, distribuendoli alle famiglie di quartieri come Sanità, Secondigliano e San Pietro a Patierno. In un suo recente intervento, Gianni Lettieri ha reso nota la volontà di rendere l'iniziativa stabile, portandola avanti al di là del momento d'emergenza.

Roma-Milano Covid-free: il Gruppo FS Italiane, guidato da Gianfranco Battisti, inizia la sperimentazione sulla tratta

Ferrovie dello Stato Italiane prosegue nelle sue iniziative di contrasto al Covid-19: Gianfranco Battisti ha annunciato l'intenzione di estendere il nuovo servizio dei Frecciarossa Covid-free in città come Firenze, Venezia e Napoli entro l'estate.

Gianfranco Battisti

Gianfranco Battisti: Frecciarossa Covid-free presto su ulteriori tratte

Gianfranco Battisti tiene fede all'impegno preso poco più di un mese fa da Ferrovie dello Stato Italiane. Durante l'inaugurazione dell'hub vaccinale di Roma Termini, l'AD e DG aveva infatti annunciato l'arrivo entro aprile del primo treno Covid-free. È infatti ufficialmente partito il primo Frecciarossa riservato a passeggeri e personale di bordo negativi al Covid-19. I passeggeri hanno avuto l'opportunità di eseguire gratuitamente il tampone in entrambe le stazioni grazie alla collaborazione tra il Gruppo Ferrovie dello Stato e la Croce Rossa Italiana. In alternativa, per chi prenota è possibile anche presentare un documento che attesti l'esito negativo di un test eseguito nelle 48 ore precedenti al viaggio. Al momento il servizio è attivo solo sulla tratta Roma-Milano. Gianfranco Battisti ha tuttavia ribadito che Ferrovie dello Stato Italiane prevede di estenderlo al più presto in città come Bari, Napoli, Palermo, Firenze e Venezia, con lo scopo di preservare i flussi turistici.

Gianfranco Battisti: fondamentale ritornare alla centralità della persona

Continua dunque l'impegno nel contrasto al Covid-19 profuso dal Gruppo guidato da Gianfranco Battisti. I nuovi Frecciarossa Covid-free, insieme con il primo hub ferroviario dedicato alla campagna vaccinale e la realizzazione di un treno sanitario, sono il riflesso del cambio di visione avvenuto dopo lo scoppio della pandemia. Il Covid-19 ha costretto le aziende a cambiare paradigma. Oggi la priorità, secondo l'AD, è cercare di intercettare i nuovi bisogni delle persone, che tornano così ad essere centrali. Ed è a loro che sarà necessario rivolgersi per un rilancio vero del Paese. Sostenibilità e digitalizzazione gli strumenti potenzialmente più efficaci nel post-Covid. Seguendo questa linea, Ferrovie dello Stato Italiane ha destinato 12 miliardi di euro all'acquisto di 2.000 nuovi mezzi di trasporto fra treni e bus ecologicamente sostenibili e 4 miliardi per recuperare il gap tecnologico. "La nuova visione del mondo economico - ha dichiarato in una recente intervista Gianfranco Battisti - non dovrà essere necessariamente quella di massimizzare il profitto, ma di produrre e distribuire valore condiviso. È un principio sul quale come Gruppo FS abbiamo investito molto".

Eni, l’AD Claudio Descalzi: gli obiettivi della collaborazione con il Politecnico di Milano

Eni, siglato un nuovo accordo quadro con il Politecnico di Milano: intervenuto all'evento, l'AD Claudio Descalzi ha ricordato come per un futuro positivo sia "essenziale puntare sulla ricerca scientifica e sull'innovazione".

Claudio Descalzi

Eni, evento per il rinnovo della collaborazione con il Politecnico di Milano: l'intervento dell'AD Claudio Descalzi

È "un accordo di importanza strategica che ci dà grande forza per accelerare la transizione verso un'energia sempre più sostenibile": emerge dalle parole dell'AD di Eni Claudio Descalzi il valore della collaborazione con il Politecnico di Milano, rinnovata lo scorso 15 marzo per altri cinque anni, estendibili a sette. Iniziata nel 2008, ha portato allo sviluppo di numerosi progetti, come è stato ricordato nel corso dell'evento online a cui hanno preso parte il Ministro dell'Università e della Ricerca Maria Cristina Messa, il Presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, il Rettore del Politecnico Ferruccio Resta, la Presidente di Eni Lucia Calvosa e l'Amministratore Delegato Claudio Descalzi. Tecnologie e soluzioni innovative in diversi ambiti, tra cui l'economia circolare, la Carbon Neutrality e i sistemi di monitoraggio impiegati nell'Asset Integrity Management. Il nuovo accordo quadro punta quindi a consolidare l'importante partnership tra Eni e Politecnico di Milano, rendendola sempre più funzionale alle linee strategiche di sviluppo sostenibile.

Partnership Eni - Politecnico di Milano, l'AD Claudio Descalzi: un accordo di importanza strategica

"Il nostro è un percorso ambizioso e concreto, per il quale abbiamo già compiuto passi importanti, ma non possiamo portarlo a termine solo con il nostro impegno: occorre fare sistema a livello Paese, promuovere la cultura della circolarità e della Carbon Neutrality e mettere a fattore comune possibilità di investimento e know-how", ha evidenziato l'AD Claudio Descalzi spiegando come al centro di questo nuovo accordo, unitamente all'individuazione e alla diffusione di nuove tecnologie, ci sia la realizzazione del primo Centro Congiunto per l'accelerazione dell'applicazione di tecnologie innovative per la transizione energetica e la Carbon Neutrality. Il Centro si inserisce all'interno del progetto Innovation District che il Politecnico di Milano sta sviluppando nel suo polo milanese di Bovisa, per il quale nel 2019 ha ricevuto un importante finanziamento da parte di Regione Lombardia. "Per un futuro positivo è essenziale puntare sulla ricerca scientifica e sull'innovazione", ha ribadito in merito l'AD Claudio Descalzi.

Acciaio green, Gianpietro Benedetti (Gruppo Danieli) commenta la nuova alleanza con Saipem e Leonardo

Trasformare gli impianti energy intensive dando vita ad un modello di produzione in linea con gli accordi di Parigi. Gianpietro Benedetti (Gruppo Danieli): pronti per la sfida della decarbonizzazione.

Gianpietro Benedetti

Gianpietro Benedetti: lo scopo della partnership tra Gruppo Danieli, Saipem e Leonardo

Gruppo Danieli, Saipem e Leonardo hanno avviato lo scorso 18 febbraio una nuova e inedita partnership. L’obiettivo: collaborare nello sviluppo di progetti di riconversione green destinati agli impianti di produzione dell’acciaio. “La nuova soluzione tecnologica – ha dichiarato al quotidiano “Nordest Economia” Gianpietro Benedetti, Presidente di Gruppo Danieliprevede la sostituzione del processo produttivo convenzionale dell’acciaio, basato sugli altoforni, con un nuovo processo che utilizzerà forni ad alimentazione elettrica ibrida integrati a impianti di riduzione diretta del minerale di ferro per mezzo di una miscela di metano e idrogeno per ottenere un acciaio green con emissioni limitate di Green House Gas”. L’accordo nasce dalla consapevolezza dei numerosi siti produttivi presenti sul territorio nazionale, in particolare nel Mezzogiorno, che necessitano di soluzioni tecnologiche innovative e soprattutto al passo con il trend della sostenibilità. L’Ilva uno dei possibili candidati. Ma le tre società, ha spiegato Gianpietro Benedetti, si rivolgeranno anche alle realtà oltreconfine.

Gianpietro Benedetti: i dettagli dell’accordo

Danieli si propone come appaltatore per la fornitura degli equipaggiamenti tecnologici di riduzione diretta e di forni elettrici – ha continuato Gianpietro BenedettiSaipem si occuperà della realizzazione in loco degli impianti, integrando tecnologie e competenze nelle filiere del gas naturale, dell’idrogeno e della cattura della CO2”. Leonardo metterà a disposizione le sue competenze relative all’industria 4.0, nello specifico come digital and security technological partner. La partecipata del MEF offrirà “soluzioni integrate volte all’ottimizzazione in sicurezza dei processi di produzione, oltre che per la protezione delle componenti fisiche e digitali”. Gli strumenti sono chiari e la sfida altrettanto: “Arrivare all’eliminazione del carbone dalla produzione di acciaio sostituendolo con il gas, che già abbatte della metà le emissioni in atmosfera, e in prospettiva con l’idrogeno”. Un nuovo modello che consentirà inoltre agli impianti riconvertiti di abbassare i nuovi costi delle emissioni di CO2: “Oggi le emissioni di C02 vengono colpite da una tassa che si riverbera sul prezzo finito dell’acciaio, dai 30 ai 40 euro per tonnellata – ha spiegato Gianpietro Benedettied è una tassa destinata ad innalzarsi sino a raddoppiare nel volgere di non molti anni. Da qui l’interesse dei produttori ad investire per abbattere le emissioni e restare competitivi”.

La carriera dell’imprenditore Gianni Lettieri, Presidente e AD di Meridie S.p.A.

Gianni Lettieri ha oltre 40 anni di esperienza come imprenditore: di origini napoletane, è oggi alla guida di Meridie S.p.A. come Presidente e AD, oltre a essere Presidente di Atitech S.p.A. Grazie ai suoi successi professionali, è stato insignito della laurea honoris causa in Giurisprudenza (Università degli Studi di Napoli Parthenope).

Gianni Lettieri

Gianni Lettieri: i primi anni della carriera

Gianni Lettieri è un imprenditore con oltre 40 anni di esperienza. Oggi è Presidente e Amministratore Delegato di Meridie S.p.A., prima Investment company del Sud Italia a essere quotata in Borsa. È inoltre Presidente di Atitech S.p.A., azienda leader nella manutenzione di aeromobili civili e militari. Originario di Napoli, Gianni Lettieri si iscrive alla facoltà di Economia Aziendale e al contempo lavora in ambito commerciale a La Spezia. Nel 1979 dà vita, insieme a un industriale lombardo, allo stabilimento per la produzione di tessuti, tintoria e finissaggio attivo a Monza e Casandrino. Negli anni si afferma nel settore tessile e dell'abbigliamento, ottenendo ottimi successi anche all'estero. Dal 1992 al 1997 è Consigliere di Amministrazione di EDIME, editrice del quotidiano "Il Mattino" di Napoli. Nel 2000 è Presidente dell'Unione degli Industriali della Provincia di Avellino. Quattro anni dopo ricopre lo stesso incarico per la Provincia di Napoli, per poi venire riconfermato per un ulteriore biennio (è l'unico nella storia dell'Unione ad aver ricoperto la presidenza per sei anni consecutivi). Si adopera al fianco di diverse iniziative a supporto delle aziende e dei giovani che si affacciano al mondo del lavoro, nonché sostiene i progetti nati per contrastare la criminalità.

Gianni Lettieri: Meridie S.p.A. e Atitech S.p.A.

L'imprenditore entra nel settore green energy nel 2006, dando vita alla Compagnia per lo sviluppo di energia Rinnovabile CO.S.ER. S.r.l. L'anno successivo Gianni Lettieri costituisce Meridie S.p.A. attraverso la holding di famiglia (già Investimenti e Sviluppo Mediterraneo S.p.A.). L'investment company è la prima del Sud Italia a venire quotata sul segmento MIV di Borsa Italiana. Nel 2008 avvia MEDSOLAR S.p.A. attraverso Meridie, attiva nel settore delle energie rinnovabili. Nel 2009, in seguito all'acquisizione di Atitech S.p.A., ne diventa Presidente. Sei anni dopo Gianni Lettieri acquista lo stabilimento Alenia di Capodichino e lo guida fino a diventare la società indipendente di manutenzione più grande d'Europa, con oltre 20 linee attive (20 aerei in lavorazione) e 15 nelle linee di parcheggio. Tra i tanti riconoscimenti ottenuti, l'imprenditore è stato insignito della laurea honoris causa in Giurisprudenza, con specializzazione "Amministrazione e Legislazione di impresa", da parte dell'Università degli Studi di Napoli Parthenope.

Il “Corriere della Sera” intervista Nicola Bedin

"Siamo alla vigilia di una rivoluzione senza precedenti e l'impatto del Covid probabilmente ha accelerato questo processo": così Nicola Bedin in una recente intervista che illustra i cambiamenti introdotti dalla transizione energetica e l'impegno di Snam per la sostenibilità.

Nicola Bedin

Nicola Bedin: svolgere attività d'impresa con l'obiettivo della transizione energetica

Anticipare al 2040 il raggiungimento della neutralità carbonica, con un taglio delle emissioni pari al 50% già entro il 2030: sono questi i target sostenibili presentati da Nicola Bedin, Presidente di Snam, in un'intervista rilasciata al "Corriere della Sera". Obiettivi che la società, attiva nel trasporto, nello stoccaggio e nella rigassificazione del metano, ha messo nero su bianco introducendo anche un target di "successo sostenibile" all'interno del proprio statuto: "La società svolge attività d'impresa con la finalità di favorire la transizione energetica verso forme di utilizzo delle risorse e delle fonti di energia compatibili con la tutela dell'ambiente e la progressiva decarbonizzazione". Quella in atto, spiega il Presidente, costituisce "una rivoluzione senza precedenti", per la quale anche il Covid-19 ha fornito uno stimolo all'accelerazione del processo. E sottolineando come anche il mercato sia sempre più indirizzato verso investimenti di tipo ESG (Environmental, Social, and Corporate Governance), Nicola Bedin evidenzia che la gran parte degli investitori istituzionali - ma lo stesso sarà per i piccoli risparmiatori - "decide di puntare sulle aziende che perseguono l'obiettivo dell'interesse collettivo, del miglioramento della società in cui viviamo, delle ricadute ambientali delle strategie che mettiamo in campo, della lotta alle disparità di genere".

Snam, il Presidente Nicola Bedin sui target sostenibili della società

"Noi ci siamo mossi tra i primi", prosegue Nicola Bedin, "siamo stati la prima società italiana a costituire in seno al proprio CdA un comitato ESG". Ma non solo: Snam infatti, come confermato dal Presidente, ha anticipato al 2040 il raggiungimento della neutralità carbonica, con una riduzione delle emissioni pari al 50% già entro il 2030. "La pandemia ci ha costretto a riflettere sulla differenza più importante", segnala nell'intervista, ricordando anche le parole di Papa Francesco: "Che cosa conta davvero e cosa no? E allora la logica del profitto non può essere l'unico indicatore delle performance di un'azienda o di una classe dirigente". Ciò che è davvero importante, aggiunge Nicola Bedin, "è l'impronta delle nostre azioni e delle nostre decisioni per la comunità che rappresentiamo e per il mondo in cui viviamo". Ma in che maniera valutare il raggiungimento di tali obiettivi? In Snam, racconta, "abbiamo individuato 22 indicatori come parametri ESG da raggiungere entro il 2023. Significa adesso". Anche i dati della società lanciano un chiaro messaggio: l'organigramma, ad esempio, nel 2020 ha segnato un +15% nella presenza delle donne e, nello stesso anno, l'impegno nella finanza sostenibile ha permesso di collocare due "transition bond" (da 500 e 600 milioni di euro), con una domanda di molto superiore rispetto all'offerta. Un terzo bond, inoltre, è stato collocato a febbraio con tasso negativo. "Puntiamo convinti sulla transizione energetica", conclude Nicola Bedin, "crediamo che i gas rinnovabili, dal biometano all'idrogeno, siano la strada da seguire. Strada complementare, e non in contrasto, a quella dell'energia elettrica".

L’impatto della pandemia sulle aziende: l’analisi di Maurizio Tamagnini, AD e DG di FSI

FSI, guidato dall'AD e DG Maurizio Tamagnini, ha promosso in partnership con l'Università Luigi Bocconi uno studio che esamina l'impatto della struttura patrimoniale e finanziaria sulla redditività delle imprese.

Maurizio Tamagnini

L'analisi di Maurizio Tamagnini sul report FSI - Bocconi

"Le aziende familiari hanno bisogno di soci di capitale e anche di debito. Ma dev'essere un indebitamento graduale, per crescere, così da fare acquisizioni e diventare poli di aggregazione": così Maurizio Tamagnini, Amministratore Delegato e Direttore Generale di FSI, in merito alla necessità per le aziende familiari di aprire il proprio capitale e fare debito "buono". Tale scenario è stato evidenziato dai risultati di un recente studio condotto da Osservatorio AUB e promosso da FSI in partnership con l'Università Luigi Bocconi. Al centro dell'indagine 16.845 imprese con ricavi oltre i 20 milioni di euro nel periodo 2014-2018, considerato un basso debito di partenza. Lo studio ha mostrato che, anche su un orizzonte temporale differente, le aziende con un tasso di indebitamento più elevato hanno riscontrato livelli di crescita e redditività inferiori. "In un settore industriale come quello italiano, dove le aziende sono tutte familiari o quasi, è importante avere capitale per la crescita che sia concentrato non sui dividendi immediati, ma sul portare fieno in cascina", ha spiegato l'AD e DG Maurizio Tamagnini.

FSI, Maurizio Tamagnini: soci di capitale e debito "buono" per ripartire velocemente nel futuro

Le considerazioni di Maurizio Tamagnini proseguono fornendo un ulteriore spunto di riflessione: "Se comperi un'azienda per 100 milioni, ma le metti subito 60 milioni di debito, la freni. Se invece la lasci con della cassa, poi l'azienda stessa può usare quei 60 milioni per fare acquisizioni e crescere". Tale cultura, come sottolineato dall'AD e DG di FSI, è purtroppo ancora poco estesa ma, aggiunge, "si auspica che si diffonda in questo momento". Quale dunque lo scenario ipotizzato per il prossimo futuro, in particolare quando la pandemia sarà alle spalle? "Ci saranno due tipi di reazioni: chi parte velocemente e chi resta al palo", è l'indicazione di Maurizio Tamagnini, che sottolinea inoltre come le aziende più patrimonializzate saranno quelle ad avere maggiori possibilità per ripartire al meglio e rilanciarsi. Il modello citato dall'AD e DG è quello di due casi su cui il Fondo ha lavorato negli scorsi anni: Cedacri e Sia. Cresciute entrambe per acquisizioni e con un indebitamento incrementato in maniera graduale, oggi le due società sono oggetto d'interesse per la realizzazione di importanti poli nei settori della finanza e dei pagamenti.

CDP, nel nuovo libro di Paolo Bricco le testimonianze di Fabrizio Palermo e Giovanni Gorno Tempini

Nel suo libro, il giornalista Paolo Bricco descrive il ruolo di Cassa Depositi e Prestiti nello sviluppo dell’economia italiana. Fabrizio Palermo: “Cdp per lungo tempo sotto traccia”. Giovanni Gorno Tempini: “Polmone di un grande organismo”.

Fabrizio Palermo e Giovanni Gorno Tempini

CDP capitale dinamico e paziente:il pensiero di Fabrizio Palermo e Giovanni Gorno Tempini

Invitato del “Sole 24 Ore” e specialista in economia e politica industriale, Paolo Bricco ha pubblicato con “il Mulino” il suo ultimo volume dal titolo “Cassa Depositi e Prestiti. Storia di un capitale dinamico e paziente. Da 170 anni”. Scritto con le testimonianze dell’AD Fabrizio Palermo e del Presidente Giovanni Gorno Tempini, il libro racconta le tappe più importanti di quello che il giornalista descrive come “un elemento essenziale di quell’organismo complesso e articolato, contraddittorio e vitale che è l’Italia”. E Bricco lo fa a partire dalla fondazione dell’istituzione, avvenuta nel 1850. Un secolo e mezzo di storia che ha visto il ruolo di CDP adattarsi alle evoluzioni dell’economia italiana, passando dalla nascita del risparmio postale, al supporto nei momenti di crisi del Paese fino al ruolo ricoperto in questi ultimi anni. “Per lungo tempo − scrive Fabrizio PalermoCassa Depositi e Prestiti è rimasta sottotraccia. Ha costituito una parte integrata del sistema dei finanziamenti alle infrastrutture dell’Italia. È stata un pezzo del ministero dell’Economia che ha seguito il Paese – con i suoi tecnici e le sue procedure – nei passaggi decisivi della storia economica nazionale. In pochi ne conoscevano l’esistenza. Tutti ne beneficiavano”. “Per oltre un secolo e mezzo, Cassa Depositi e Prestiti ha rappresentato il polmone di un grande organismo racconta Giovanni Gorno Tempini non si vedeva, ma senza di esso l’organismo avrebbe smesso di respirare e di vivere”.

L’evoluzione di CDP:il pensiero di Fabrizio Palermo e Giovanni Gorno Tempini

La presenza costante di Cassa Depositi e Prestiti negli ultimi 170 anni dell’economia italiana ha garantito al Paese, secondo Bricco, lo sviluppo delle infrastrutture e delle società strategiche, con uno sguardo sempre attento al contesto globale. Per farlo, ha dovuto cambiare e assumere via via un carattere sempre più flessibile mantenendo una forte solidità, rafforzando il proprio ruolo a servizio del Paese, come testimoniano le parole di Fabrizio Palermo e Giovanni Gorno Tempini. Una funzione che, grazie a queste qualità, potrà adattarsi anche ai cambiamenti del futuro. “La Cassa, che da sempre rappresenta una forma di «Capitalismo Dinamico e Paziente», ha in Italia la stessa centralità che hanno in Francia la Caisse des Dépôts et Consignations e in Germania la Kreditanstalt für Wiederaufbau. Le differenze fra Cdp, Caisse e KfW esistono: hanno radici storiche diverse e, in parte, funzioni non del tutto sovrapponibili. Ma le analogie sistemiche non sono poche e l’importanza per l’economia del Paese in cui operano è la stessa. Questa centralità è sia storica sia prospettica”, spiega Fabrizio Palermo. Una centralità oggi possibile, ricorda Giovanni Gorno Tempini, grazie all’evoluzione dell’infrastruttura finanziaria e in particolare al risparmio privato accumulato attraverso la raccolta postale.

Terna, positivi utile netto, ricavi ed Ebitda. Stefano Donnarumma: “Pronti per la transizione”

A dispetto della stagnazione causata dal Covid-19, il Gruppo guidato da Stefano Donnarumma è stato protagonista di una forte accelerazione sui risultati.

Stefano Donnarumma

Terna, investimenti a +6,9%: il commento dell’AD e DG Stefano Donnarumma

Terna ha affrontato la crisi economica scaturita dall’emergenza sanitaria mostrando una resilienza quasi inaspettata. Lo dimostrano i numeri che il Gruppo guidato da Stefano Donnarumma ha registrato nel IV trimestre del 2020. Mettendo a confronto i risultati con quelli del 2019, Terna raggiunge un utile netto di 785,5 milioni (+3,7%), mentre i ricavi si attestano sui 2,5 miliardi (+9,5%). In salita del 5,1% l’Ebitda, che passa a 1,8 miliardi. E, soprattutto, accelerano gli investimenti: nell’ultimo anno l’azienda ha investito 1,3 miliardi, con una crescita di quasi il 7% in più rispetto al periodo pre pandemia. In negativo l’indebitamento finanziario netto, che cresce a 9,1 miliardi: un valore che non ha influito sulla proposta del CdA di un dividendo di 26,95 centesimi di euro per azione (+8% rispetto al 2019). La crescita degli indicatori viene definita dall’Amministratore Delegato e Direttore Generale un risultato “inimmaginabile” solo pochi mesi fa e frutto del lavoro delle persone di Terna: “Garantire la sicurezza del loro operato è stata la nostra priorità – ha dichiarato Stefano Donnarummasiamo orgogliosi di come le persone di Terna si siano adoperate con competenza e passione nel corso di un anno complesso come il 2020 per assicurare in ogni momento la disponibilità di un bene essenziale per la collettività come l’energia elettrica”.

Stefano Donnarumma: i risultati confermano il protagonismo di Terna nella transizione

Uno degli obiettivi principali della gestione avviata da Stefano Donnarumma è trasformare Terna da “semplice” operatore ad abilitatore e regista del processo di transizione energetica. Per farlo, l’ultimo Piano Industriale ha previsto investimenti nel periodo 2021-2025 per 9,2 miliardi di euro. Risorse che verranno dedicate, oltre che alla digitalizzazione, alla sostenibilità e soprattutto all’adeguamento delle infrastrutture per gestire al meglio l’energia prodotta da fonti rinnovabili non programmabili. Grazie al superamento dei target di crescita pre pandemia, in particolare nell’ambito degli investimenti, il Gruppo mette dunque un altro tassello nel percorso di rafforzamento del suo ruolo. Per Stefano Donnarumma Terna è pronta, ora più che mai, a dare il suo contributo come regista del sistema energetico. Il fine ultimo, ha spiegato il manager, è il raggiungimento degli obiettivi del Green New Deal europeo e del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima.

GD4S nomina per il secondo anno Paolo Gallo, AD di Italgas, come Presidente

L’Assemblea Generale di GD4S riconferma l’AD Paolo Gallo Presidente dell’Associazione che riunisce i sette maggiori operatori del settore della distribuzione del gas in Europa.

Paolo Gallo

Italgas: l’AD Paolo Gallo per il secondo anno alla Presidenza di Gas Distributors for Sustainability

L’Amministratore Delegato di Italgas Paolo Gallo è stato riconfermato per il secondo anno Presidente di Gas Distributors for Sustainability (GD4S), l’organismo che riunisce i sette maggiori operatori del settore della distribuzione del gas in Europa. La nomina è arrivata lo scorso 2 febbraio, nel corso dell’Assemblea Generale Annuale dell’Associazione, riconosciuta per il forte impegno nel promuovere il ruolo strategico delle reti di gas nel processo di transizione energetica e di decarbonizzazione. Nel corso del 2021, l’organismo ha in programma una serie di importanti iniziative. Tra queste lo sviluppo di un “Sustainability Charter” che definirà una Road Map con le singole milestone necessarie per il conseguimento degli obiettivi di sostenibilità GD4S a lungo termine, secondo quanto stabilito a livello UE per il raggiungimento di un’economia carbon neutral. E la pubblicazione di un White Paper dove saranno riportate le posizioni dell’Associazione su tutti i più rilevanti temi di policy: nell’ottica di contribuire significativamente alla riduzione delle emissioni climalteranti, GD4S opera attivamente per stabilire linee guida comuni a cui i gestori di rete devono rifarsi nel misurare le emissioni di metano che si verificano dalle rispettive infrastrutture. “Sono onorato di proseguire nel percorso alla guida di GD4S e ringrazio gli altri soci per la fiducia accordatami”, ha commentato in merito l’AD di Italgas Paolo Gallo.

Transizione energetica e decarbonizzazione: l’impegno di GD4S nelle parole del Presidente Paolo Gallo

Nonostante le sfide poste dalla pandemia, l’anno scorso l’agenda di GD4S è stata molto fitta”: come ricordato dall’AD di Italgas Paolo Gallo, riconfermato alla Presidenza di GD4S, lo scorso anno l’Associazione “si è rafforzata ulteriormente assumendo un ruolo centrale quale principale rappresentante dei distributori di gas naturale in Europa”. E nei prossimi mesi “continuerà a promuovere lo sviluppo e l’integrazione dei gas rinnovabili, quali idrogeno e biometano, fondamentali per la transizione energetica”. Paolo Gallo ha evidenziato inoltre come il livello di capillarità e di penetrazione delle reti di gas europee renda l’infrastruttura gas strategica ed essenziale per la decarbonizzazione dell’economia e dei consumi, in particolare in settori quali il trasporto e lo stoccaggio di energia: “L’Associazione conferma, inoltre, il suo impegno per il controllo e la riduzione delle emissioni di metano anche attraverso l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione delle reti, fattori chiave per il miglioramento del monitoraggio, della misurazione e della riduzione delle emissioni”.

Renato Mazzoncini: l’AD e DG di A2A commenta i risultati 2020

Nell'anno della pandemia A2A registra "risultati positivi in linea con l'esercizio precedente, a conferma della sua solidità": migliorano anche gli indicatori di sostenibilità, come evidenzia l'AD e DG Renato Mazzoncini.

Renato Mazzoncini

A2A, il CdA approva i risultati 2020: le considerazioni dell'AD e DG Renato Mazzoncini

Utile netto di 364 milioni e ricavi pari a 6,862 miliardi: "In un anno caratterizzato dall'emergenza pandemica, il Gruppo ha fatto registrare risultati positivi in linea con l'esercizio precedente, a conferma della sua solidità", ha sottolineato l'Amministratore Delegato e Direttore Generale di A2A Renato Mazzoncini in merito ai risultati 2020. In crescita il margine operativo lordo a +10%, attestandosi intorno a 1,204 miliardi grazie a un significativo recupero nel quarto trimestre; il margine operativo lordo ordinario, pari a 1,191 miliardi, si mantiene ai livelli del 2019 nonostante il contesto fortemente critico che ha caratterizzato lo scorso anno. In aumento gli investimenti, a 738 milioni (+18% rispetto all'anno precedente), di cui circa l'80% in linea con gli obiettivi Onu dell'Agenda 2030 (SDGs) e circa il 40% sul fronte dell'economia circolare. Numeri che permettono ad A2A, che dallo scorso maggio annovera alla guida Renato Mazzoncini, di proporre un dividendo di 0,08 euro per azione, in crescita del 3,2% rispetto all'anno precedente, corrispondente a un monte dividendi di 249 milioni.

Renato Mazzoncini: il 2020 di A2A, un anno di investimenti record all'insegna della sostenibilità

"A2A ha continuato, durante tutto l'anno, a garantire servizi essenziali ai cittadini, dimostrando capacità di reazione, grande professionalità e senso di responsabilità delle sue persone", ha ricordato l'AD e DG Renato Mazzoncini in occasione della presentazione dei risultati 2020, un anno "di investimenti record, pari a 738 milioni di euro, in aumento rispetto all'anno precedente e all'80% coerenti con gli obiettivi dell'Agenda ONU 2030". Si configurano infatti in netto miglioramento gli indicatori di sostenibilità: 99,7% dei rifiuti urbani raccolti recuperato come materia o energia; 3,9 TWh di energia verde venduta ai clienti finali; ridotte di 1 milione le tonnellate di CO2 emesse; calo del 17% dell'indice infortunistico ponderato. "La proposta di un dividendo in crescita rispetto al 2019 testimonia l'attenzione di A2A nei confronti degli azionisti e conferma la fiducia in un modello di business basato su sviluppo sostenibile e creazione di valore come previsto dal nostro Piano Industriale al 2030", ha aggiunto infine Renato Mazzoncini.

Claudio Machetti sulla nuova Global Energy di Enel: “Rinnovabili hanno rimodellato il lavoro”

A capo della Global Trading dal 2014, negli anni Claudio Machetti ha avviato un percorso di cambiamento che oggi si riflette nella scelta del nuovo nome.

Claudio Machetti

Claudio Machetti: da Global Trading a Global Energy and Commodity Management

La Global Trading Business Line di Enel nasce con il compito di gestire il sourcing di carbone, gas ed olio combustibile e di governare la gestione dei mercati all'ingrosso di gas ed energia elettrica. Negli anni la Divisione guidata da Claudio Machetti si è gradualmente allineata alla nuova strategia del Gruppo, protagonista di un'accelerazione sui temi della transizione energetica. Per questo, lo scorso 17 marzo Enel ha annunciato di aver cambiato il nome della Global Business Unit in "Global Energy and Commodity Management". Una modifica che rispecchia il processo evolutivo della mission della multinazionale: "Il nuovo nome è il risultato del lungo viaggio che la nostra linea di business ha iniziato alcuni anni fa - ha spiegato Claudio Machetti - e rappresenta la forte attenzione alle energie rinnovabili, la strategia di decarbonizzazione del Gruppo e la crescente attività sui mercati wholesale dell'elettricità che hanno rimodellato il nostro modo di lavorare".

Claudio Machetti: i cambiamenti strutturali della linea di business

La nuova denominazione mette in evidenza dunque il percorso sostenibile intrapreso da Enel. La Business Unit guidata da Claudio Machetti si è infatti adattata ai cambiamenti avvenuti con lo sviluppo delle rinnovabili. Oggi la Global Energy and Commodity Management si concentra soprattutto su hedging della produzione, con il 150% dei volumi gestiti, e vendita all'ingrosso nei mercati dell'energia elettrica. Uno degli effetti principali di questo nuovo corso è stata la riduzione dell'approvvigionamento di combustibili: basti pensare che in circa sei anni il Gruppo ha diminuito i suoi acquisti di carbone del 95%. Per la Divisione guidata da Claudio Machetti novità anche sul fronte dell'economia circolare. La Global Fuels diventa infatti "Global Fuels, Logistic and Circular Management". La Unit si occuperà di shipping, ma soprattutto del riciclaggio di tutti i materiali di risulta, o arrivati a fine vita utile, derivanti dalle attività di Gruppo.

Sanità e riabilitazione in Italia: “ANSA Incontra” ospita ICS Maugeri Spa

In occasione dei 55 anni di Fondazione Maugeri, "ANSA Incontra" ha intervistato l'Amministratore Delegato di ICS Maugeri Spa Mario Melazzini e il Direttore Scientifico Centrale Walter Ricciardi.

ICS Maugeri Spa

ICS Maugeri Spa: l'esperienza degli Istituti a supporto del SSN

"ANSA Incontra" ha ospitato ICS Maugeri Spa, realtà che opera in Italia nella tutela della salute negli ambienti di lavoro e nella Medicina Riabilitativa e delle cure correlate, a pochi giorni dal 55° anno dalla nascita di Fondazione Maugeri. Un impegno che quest'anno si è rafforzato ancor di più per fronteggiare l'emergenza causata dalla pandemia di Covid-19, una difficile situazione che ha colto di sorpresa l'intero Paese e che ha colpito duramente anche la Lombardia, una regione storicamente all'avanguardia in ambito sanitario e organizzativo. "A febbraio siamo stati investiti da uno tsunami legato a un evento non completamente aspettato, il SARS-CoV-2, che ha messo a dura prova il sistema", ha spiegato Mario Melazzini che, oltre a ricoprire il ruolo di Amministratore Delegato di ICS Maugeri Spa, è medico specializzato in Ematologia generale Clinica e Laboratorio, nonché ricercatore in ambito onco-ematologico. "In un'ottica fortemente sussidiaria di interazione pubblico-privato", ha proseguito, "il ruolo della medicina territoriale deve essere valorizzato": questo, ha spiegato il ricercatore, è di cruciale importanza perché permette di supportare il Sistema Sanitario Nazionale per mezzo di "integrazione di risorse, nuove possibilità e professionalità a rafforzamento della medicina territoriale".

ICS Maugeri Spa, una rete d'eccellenza a servizio del cittadino

E proprio nell'ottica di interazione sussidiaria tra pubblico e privato, ICS Maugeri Spa ha messo a disposizione l'eccellenza dei propri Istituti durante tutta l'emergenza sanitaria. Come raccontato da Mario Melazzini durante l'intervista ad "ANSA Incontra", ICS Maugeri Spa è presente su tutto il territorio nazionale con Istituti Scientifici, Unità di Riabilitazione integrate all'interno di strutture sanitarie pubbliche e Centri di Ricerca e Prevenzione: una rete al servizio delle comunità che permette di fornire servizi specializzati in ambito clinico-assistenziale e che, a maggior ragione in un momento storico come questo, offre il proprio contributo al Servizio Sanitario Nazionale con 2.300 posti letto accreditati. In prima linea sul fronte dell'emergenza Covid-19, ICS Maugeri Spa ha curato più di 2.500 pazienti in Lombardia e Piemonte, accompagnandoli nella delicata fase di riabilitazione successiva all'infezione.

Andrea Prencipe, Rettore della LUISS: i giovani cercano interdisciplinarietà ed esperienze all’estero

L'Enlight-ED 2020 è stato un'occasione importante per parlare di istruzione, pandemia, tecnologia, inclusività e internazionalità. Nella quarta giornata dell'evento, il Rettore dell'Università LUISS Guido Carli, Andrea Prencipe, si è espresso sui temi caldi degli ultimi mesi portando la sua esperienza.

Andrea Prencipe

Andrea Prencipe

LUISS: l'intervento di Andrea Prencipe all'Enlight-ED 2020

Nella quarta giornata dell'Enlight-ED 2020, l'evento organizzato da IE University, Telefonica Foundation, Foundation Santillana e South Summit, il Rettore dell'Università LUISS Guido Carli, Andrea Prencipe, è intervenuto per parlare di formazione e crisi sanitaria. L'appuntamento si è focalizzato, in particolare, sulla rivoluzione della tecnologia applicata al mondo dell'istruzione. "La crisi vissuta a causa dell'emergenza Covid-19 ha reso la sfida educativa dell'alta formazione più complessa, ma ha anche aperto le porte a un diverso modello di didattica che parla la lingua del futuro, con nuovi metodi di apprendimento e lo sviluppo di rinnovati codici interpretativi per l'integrazione di diversi saperi", ha spiegato Andrea Prencipe. Il Rettore ha anche sottolineato come lo scenario che ci troviamo davanti sia particolarmente complesso. Per distinguersi è necessario offrire dei curricula sempre più interdisciplinari, per dare una visione ampia e omnicomprensiva.

Andrea Prencipe: la LUISS si apre ancor più verso l'estero

"La nostra Università non si è fermata ed è stata protagonista della trasformazione digitale", ha commentato Andrea Prencipe ripensando ai difficili mesi vissuti e al futuro che ci attende. "Abbiamo imparato a valorizzare l'uso delle tecnologie; in poche ore, abbiamo chiuso gli spazi fisici e aperto le porte a quelli virtuali, imparando quanto il digitale potesse essere nostro alleato. L'insegnamento, tuttavia, è un processo anche di socializzazione, trovare il giusto bilanciamento tra la didattica in presenza e quella a distanza è la sfida per garantire agli studenti di vivere l'esperienza universitaria a tutto tondo". La LUISS Guido Carli si è attivata per aumentare le possibilità degli studenti di formarsi all'estero: nonostante l'emergenza, le richieste degli universitari puntano sempre più verso i Paesi stranieri, per approfondire le conoscenze e le esperienze professionali e di vita. "Abbiamo raddoppiato le application da parte degli studenti internazionali, con un +130% di domande. Studiare all'estero ormai fa parte del DNA dei ragazzi ed è fondamentale per il loro percorso educativo", ha spiegato Andrea Prencipe. Grazie all'European Education Area, ci sarà l'occasione di ripensare strumenti e contenuti in ottica di valorizzazione della formazione e della ricerca.

Alessandro Benetton: perché studiare i fallimenti può essere la chiave per il successo

Alessandro Benetton non ha dubbi: il fallimento spesso è uno degli alleati più insospettabili nella ricerca di strategie vincenti.

Alessandro Benetton

Alessandro Benetton: un errore guardare solo ai "sopravvissuti"

In tutti i settori, e in particolare nel mondo imprenditoriale, una delle abitudini più diffuse è quella di tener conto esclusivamente delle esperienze di successo. Per Alessandro Benetton si tratta di un grosso errore di valutazione: "All'università, sui libri, nei podcast, su Youtube: siamo abituati a sentire parlare quasi sempre solo dei casi di successo - ha detto l'imprenditore nel suo ultimo video pubblicato sul portale del "Corriere della Sera" - perché l'idea è imparare da chi ce l'ha fatta, studiare i migliori per lasciarsi ispirare. Ma non credo che sia sempre l'approccio giusto". Considerare importanti solo le aziende di successo rientra in quel fenomeno conosciuto come "bias del sopravvissuto" (in inglese Survivorship bias). Si tratta di un pregiudizio logico che porta le persone a valutare una situazione analizzando solo quegli elementi che sono stati in grado di superare un qualsiasi processo di selezione. Fu lo statistico Abraham Wald il primo a considerare nei suoi calcoli questo errore, racconta Alessandro Benetton. Durante la Seconda Guerra Mondiale, lo scienziato prese parte allo studio della Colombia University su come minimizzare le perdite dei bombardieri e fu l'unico a inserire nel calcolo le esperienze dei non sopravvissuti e a suggerire di rinforzare le parti ancora integre degli aerei militari rientrati in base piuttosto che concentrarsi su quelle danneggiate: "L'esercito americano era stato vittima del Bias del sopravvissuto perché avevano tenuto in considerazione nella loro valutazione solo i casi di successo".

Alessandro Benetton: l'importanza dei fallimenti

Benché sia passato oltre mezzo secolo da allora, il bias è sempre dietro l'angolo: "Oggi corriamo lo stesso rischio - ammonisce Alessandro Benetton - non possiamo concentrarci solo sui sopravvissuti". Una delle chiavi per avere successo nel mondo del business è quella di studiare anche i casi aziendali negativi. Certo, è sempre istintivo e anche giusto guardare aziende sulla cresta dell'onda, spiega il fondatore di 21 Invest, portando l'esempio di realtà del calibro di Alibaba, Ferrero o Apple. Ma è fondamentale rivolgere la propria attenzione anche e soprattutto su chi invece non ce l'ha fatta: "Dobbiamo studiare e analizzare anche quelle aziende che negli anni hanno perso la loro posizione dominante. Penso a casi come Nokia o Blockbuster: si può imparare molto dalla storia di queste società. Non puoi buttarti in acqua senza sapere cosa fare - conclude Alessandro Benetton - Solo così potrai essere sicuro di poter affrontare l'oceano che hai davanti".

Eni, Claudio Descalzi ad “Adnkronos”: “Nel 2050 leader in prodotti decarbonizzati”

"I principi dell'economia circolare saranno tra i pilastri strategici": così l'AD Claudio Descalzi in un intervento ad "Adnkronos" che illustra gli obiettivi di Eni al 2050.

Claudio Descalzi

"Eni sta cambiando volto, in modo radicale e irreversibile": le parole di Claudio Descalzi ad "Adnkronos"

Economia circolare e riduzione drastica dell'impronta carbonica sono le fondamenta della trasformazione di Eni, un processo che, supportato dal Piano di decarbonizzazione lanciato a febbraio 2020, porterà il Gruppo "da qui a 30 anni a essere leader nella produzione e vendita di prodotti decarbonizzati". È quanto dichiarato da Claudio Descalzi nel suo intervento per il "Libro dei Fatti" di "Adnkronos", nel corso del quale l'AD di Eni ha illustrato le strategie del Gruppo al 2050: "Eni sta cambiando volto, in modo radicale e irreversibile", spiega l'AD, sottolineando come il Piano di Eni sia basato su una "metodologia di valutazione delle emissioni unica nel settore, comprensiva di tutti i passaggi della catena di produzione e commercializzazione e di tutti i prodotti generati". Una metodologia, prosegue Claudio Descalzi, "elaborata in collaborazione con esperti del mondo accademico e attraverso un processo di verifica indipendente compiuto da terze parti che ne garantisce un'applicazione coerente".

Decarbonizzazione ed economia circolare, Claudio Descalzi: "Questa è l'Eni del futuro"

L'obiettivo del Gruppo è quindi proseguire nell'azione di primo piano per favorire la transizione energetica e raggiungere una posizione leader nei prodotti decarbonizzati entro il 2050. "Abbiamo elaborato una strategia complessa che, attraverso tecnologie esistenti e il nostro know how, coniuga gli obiettivi di continuo sviluppo con una significativa riduzione dell'impronta carbonica delle nostre attività": così Claudio Descalzi nell'intervento, che rimarca inoltre come il target del Gruppo sia "ottenere al 2050 la riduzione dell'80% rispetto al 2018 delle emissioni nette riferibili all'intero ciclo di vita dei prodotti energetici venduti". Il futuro, prosegue, sarà incentrato su "una forte azione di efficienza energetica e l'espansione della componente gas, nell'ambito di una progressiva riduzione della produzione di idrocarburi". La strategia prevede la generazione di energia verde tramite rinnovabili, a cui affiancare una produzione di gas, GNL e idrogeno da gas "ripuliti dalla CO2 grazie ai progetti di cattura e stoccaggio". Ma non solo: bio carburanti, biometano di derivazione agricola e valorizzazione di rifiuti organici e materiali da riciclo, in una sfida che si preannuncia dalla grande portata per l'intero settore energetico. "Questa è l'Eni del futuro", conclude Claudio Descalzi, con decarbonizzazione ed economia circolare sempre più al centro delle strategie del Gruppo.

Techbullion, focus sul mondo dell’Oil & Gas: l’intervista a Roberto Casula

Innovazione tecnologica e sostenibilità stanno profondamente trasformando il mondo dell’Oil & Gas: l’analisi di Roberto Casula, intervistato da TechBullion.

Roberto Casula

Oil & Gas, il futuro del settore secondo Roberto Casula: l’intervista di TechBullion

Profondo conoscitore dell’Oil & Gas, Roberto Casula lavora in questo ambito da oltre trent’anni. Non a caso TechBullion lo scorso ottobre ha scelto il dirigente Eni per un’intervista sulle profonde trasformazioni che hanno interessato il settore negli ultimi decenni: “Durante questi trent’anni l’esplosione tecnologica ha diversificato in maniera significativa le aree delle nostre operazioni e il modo in cui produciamo”. Innovazione e sviluppo tecnologico ne hanno improntato l’evoluzione: è grazie a sistemi di perforazione orizzontale dei pozzi, strumentazioni sottomarine, data center e software di nuova generazione che oggi si possono raggiungere ed esplorare aree un tempo inaccessibili, raccogliere dati, catalogarli e implementarli in maniera più efficiente sulla base delle loro funzionalità. Non solo: secondo Roberto Casulaun altro elemento di cambiamento è da ricollegarsi all’aumento delle National Oil Companies (NOCs), che negli ultimi decenni hanno progressivamente sostituito le aziende internazionali”.

Energia: il valore della sostenibilità nelle parole di Roberto Casula

Nell’intervista a TechBullion, Roberto Casula parla anche della sostenibilità, il cui valore negli ultimi anni è sempre più riconosciuto da aziende e stakeholders. Come osserva il dirigente Eni, è “indubbio che l’ecosistema attuale legato all’energia stia cambiando e i player dell’industria devono necessariamente adattare il loro business alle strategie del futuro”. Mai come oggi è necessario riuscire a cogliere pienamente le opportunità che ogni cambiamento porta con sé: il gas naturale potrebbe dunque rappresentare la chiave per un futuro sempre più low carbon. In questo contesto, le fonti rinnovabili hanno un ruolo sempre più di rilievo. Energia solare, eolica, i biocarburanti: “In Eni, abbiamo iniziato a cambiare il modo in cui portiamo avanti le nostre attività già da diversi anni”. Oggi il Gruppo può contare su una presenza di dimensione globale: il grande know-how, l’eccellenza nel campo della ricerca e dello sviluppo e un piano di sostenibilità con target di decarbonizzazione ben definiti ne rappresentano i punti di forza. Leve per una crescita che guarda oltre il business: al climate change e alle altre sfide che il pianeta è chiamato ad affrontare e su cui urge accelerare.

FS Italiane, 21 miliardi in nuove gare: Gianfranco Battisti commenta il Bilancio di Esercizio 2020

Nonostante l'emergenza sanitaria ed economica e le restrizioni imposte dal Coronavirus, gli investimenti tecnici di Ferrovie dello Stato Italiane segnano un +5%. Gianfranco Battisti: "Motore di rilancio per il paese".

Gianfranco Battisti

Gianfranco Battisti: abilitare percorso che consenta di emergere più forti

I risultati del Bilancio 2020 di Ferrovie dello Stato Italiane riflettono appieno l'impatto della pandemia e delle relative restrizioni sul settore dei trasporti. Lo dimostra il fatto che, in assenza del Covid-19, i margini dell'esercizio avrebbero certamente chiuso in positivo. Le performance registrate non hanno tuttavia influito sul contributo decisivo del Gruppo guidato da Gianfranco Battisti all'economia italiana. Nella Relazione Finanziaria Annuale 2020, approvata lo scorso 31 marzo, si parla infatti di un apporto sul Pil del 2,4%, con un impatto occupazionale equivalente pari a 260mila unità. Sono 21 i miliardi di euro che FS Italiane ha investito in nuove gare. Ai quali vanno aggiunti i circa 9 miliardi di investimenti tecnici (+5% rispetto al 2019), divisi tra infrastrutture e anticipazioni finanziarie a sostegno delle filiere produttive. L'Amministratore Delegato ha espresso soddisfazione per gli obiettivi conseguiti dal Gruppo e soprattutto per la capacità di adattamento dimostrata: "La crisi pandemica ancora in corso sta rappresentando una forte discontinuità strategica e operativa - ha dichiarato Gianfranco Battisti - e un'opportunità per abilitare un percorso di resilienza trasformativa che consenta al Gruppo FS Italiane e alle società che ne fanno parte di emergere più forti facendo leva sull'esperienza maturata a partire da marzo 2020".

Gianfranco Battisti: immaginare mobilità del futuro

Le risorse messe in campo nell'ultimo anno da Ferrovie dello Stato Italiane, generando valore condiviso, Pil e occupazione, "saranno motore di rilancio dei prossimi anni", ha spiegato Gianfranco Battisti. Un futuro in cui anche la mobilità assumerà un significato diverso: "Sarà sostenibile, integrata anche dal punto di vista digitale". Secondo l'Amministratore Delegato, oggi la sfida principale è rappresentata dalla transizione ecologica, che pone sullo stesso piano cura dell'ambiente e crescita economica. Ed è questo il percorso intrapreso dal Gruppo, che ha come fine ultimo la carbon neutrality entro il 2050. Il nuovo Bilancio conferma la direzione presa. Nel 2020 è infatti proseguito il trend di riduzione delle emissioni ed è stato raggiunto il punteggio "A-" secondo il rating di sostenibilità emesso da Carbon Disclosure Project. Infine, sempre nel 2020, il Gruppo guidato da Gianfranco Battisti ha realizzato anche nuove operazioni di finanza ESG per un valore di 990 milioni, che vanno ad aggiungersi ai 2,3 miliardi di euro provenienti dai Green Bond finora emessi.

A2A, “Circular Economy”: gli interventi di Renato Mazzoncini e Marco Patuano

All'evento online organizzato da A2A un focus sull'economia circolare e sullo scenario italiano attuale.

A2A

Marco Patuano (A2A): necessario un grande intervento autorizzativo

Nuovi impianti e un quadro regolatorio efficiente per permettere al Paese di raggiungere gli obiettivi in materia di economia circolare: sono gli argomenti principali affrontati durante la tavola rotonda online "Circular Economy: quale strategia per imprese, Ue, Governo e Parlamento". L'evento, promosso da A2A, è andato in diretta il 23 novembre: tra i partecipanti, oltre a Marco Patuano e Renato Mazzoncini, rispettivamente Presidente e Amministratore Delegato del Gruppo, anche ospiti come il Sottosegretario per il Ministero dell'Ambiente Roberto Morassut, Michaela Castelli (Presidente di Utilitalia) e Chicco Testa (Presidente di Assoambiente). Il dibattito è stato aperto da Marco Patuano, il quale ha evidenziato alcune differenze consistenti tra le regioni italiane a livello di gestione dei materiali di scarto, raccolta differenziata e impiantistica. Un gap che vede alcuni territori in cui "la distribuzione in discarica è ancora elevata". Secondo il Presidente di A2A, è necessario un grande intervento autorizzativo in tema di economia circolare, e utilizzare il waste-to-energy come soluzione alternativa alle discariche presenti sui territori in difficoltà.

Imprese pronte alla sfida: l'intervento di Renato Mazzoncini (A2A)

Per raggiungere l'obiettivo di colmare il divario esistente tra le regioni c'è dunque bisogno di nuovi impianti e un iter autorizzativo funzionale. Per quanto riguarda gli investimenti da mettere in campo, A2A è pronta a procedere: "I finanziamenti non servono - ha dichiarato l'AD Renato Mazzoncini - il Gruppo è pronto ad investire in qualunque impianto che si occupi di economia circolare". Una condizione comune anche ad altre realtà italiane, come ha specificato il Presidente di Assoambiente Chicco Testa, rimarcando che bisogna piuttosto ottenere un clima favorevole e una regolazione funzionante. Morassut ha confermato la necessità di recuperare lo squilibrio impiantistico sul territorio italiano. Durante il suo intervento all'evento A2A il Sottosegretario ha infatti annunciato l'istituzione di un tavolo tecnico ad hoc presso il Ministero dell'Ambiente con la partecipazione del MiSE, ARERA e diversi stakeholder, che in tempo previsto di un anno e mezzo fornirà quello che è stato definito come "uno schema di movimento" per le regioni.

Luiss tra welfare dello studente e nuovi approcci educativi: l’intervista a Giovanni Lo Storto

Promosso dalla Commissione Europea, l’Enquiry Based Learning è un approccio pedagogico basato sull’investigazione. Giovanni Lo Storto spiega in che modo verrà applicato e che benefici porterà agli studenti.

Giovanni Lo Storto

Giovanni Lo Storto: formazione tra Enquiry Based e Large Learning

L’esperienza drammatica della pandemia da Covid-19 che stiamo vivendo e che ha portato sofferenza e dolore ci lascia tuttavia nuove consapevolezze e la esigenza di applicare un nuovo modello formativo che ci permetta di affrontare tutte le accelerazioni finora vissute”: a sostenerlo è Giovanni Lo Storto, Direttore Generale dell’Università Luiss Guido Carli, in un’intervista recentemente pubblicata su “Il Messaggero”. Un futuro che non sarà il new normal tanto citato negli ultimi mesi, bensì il next normal. Per imparare a gestire i cambiamenti che avverranno una volta terminata la pandemia, bisogna cambiare modelli educativi. Il nuovo programma nasce con questo intento: “L’Enquiry Based metterà al centro lo studente: i professori non saranno più droni di contenuti ma dei designer di ispirazione. Lezioni non più contraddistinte dalla relazione frontale, ma da una nuova modalità di apprendimento che spinge le ragazze e i ragazzi a porsi delle domande. Il digitale sarà allora utilizzato come un acceleratore finalizzato a liberare la parte della docenza più creativa e innovativa”, ha spiegato Giovanni Lo Storto. Il nuovo approccio pedagogico va di pari passo con l’elemento del Life Largelearning, uno degli obiettivi principali portato avanti dalla Luiss: “Una ricchissima quantità di iniziative proposte, che vanno dalla incentivazione alla creazione di start up, al volontariato, alla partecipazione nelle attività delle Forze Armate”.

Giovanni Lo Storto: il ruolo del digital nel next normal

Il Direttore Generale della Luiss ha poi spostato il focus sul boom del settore digital provocato dall’emergenza sanitaria: “Siamo quanto mai consapevoli della necessità del superamento del digital divide – ha dichiarato Giovanni Lo Stortoi professionisti del futuro dovranno essere in grado di estrarre conoscenza e produrre valore dai dati digitali”. Su questa consapevolezza la scorsa estate è nata “42 Roma Luiss”, una scuola di coding rivolta a ragazze e ragazzi appassionati di informatica. Recentemente è stato introdotto anche un nuovo corso in Management e Computer Science. L’obiettivo è preparare le nuove generazioni per un mercato del lavoro che richiede sempre più skills digitali: “Per sviluppare queste competenze è necessaria una solida preparazione su algoritmi e un perfezionamento continuo sulle logiche di apprendimento automatico. Intelligenza artificiale e gestione di database applicate in diversi ambiti, dalla sicurezza informatica alla imprenditorialità, combinate con le scienze sociali sono la nuova frontiera del mondo del lavoro”, ha concluso Giovanni Lo Storto.

Elisabetta Ripa (Open Fiber): “Fibra ottica in forte accelerazione”

Le dichiarazioni di Elisabetta Ripa nella cornice della XIII edizione dell'EY Capri Digital Summit.

Elisabetta Ripa

Elisabetta Ripa: rivoluzione digitale indispensabile per il rilancio del Paese

L’infrastruttura in fibra ottica è fondamentale se si vuole restare al passo dei cambiamenti sempre più rapidi del mondo digitale. E l’Italia, che da anni soffre un ritardo nei confronti dei partner europei, deve spingere necessariamente in questa direzione. Lo ha detto Elisabetta Ripa, Amministratore Delegato di Open Fiber, durante il suo intervento all’ultima edizione del Digital Summit promosso da Ernst&Young. “Nel 2023 l’infrastruttura sarà pronta, raggiungendo 19 milioni di unità immobiliari – ha dichiarato la manager –Dobbiamo coprire oltre 6.000 comuni e questo richiede uno sforzo enorme di produttività e di collaborazione con il pubblico, per questo sono molto importanti i processi di semplificazione”. Sebbene la copertura di Open Fiber abbia raggiunto un terzo del Paese, per la rivoluzione digitale in Italia c’è bisogno della collaborazione di tutti gli stakeholder del settore. Non solo aziende, ma anche filiera produttiva servita e soprattutto un forte impegno delle autorità. Un passo avanti è stato fatto, secondo Elisabetta Ripa, grazie al processo di semplificazione portato avanti dai Governi degli ultimi anni.

Elisabetta Ripa: gli ostacoli al processo di digitalizzazione

Open Fiber continuerà a fare la sua parte per accompagnare il Paese verso il rilancio dell’economia atteso nel periodo post pandemico. Da un lato, ha spiegato Elisabetta Ripa, ci sarà un’accelerazione nella realizzazione dell’infrastruttura in fibra, dall’altro l’abilitazione di nuovi servizi, con un focus specifico sui contenuti verso le piattaforme. L’Amministratore Delegato dell’operatore wholesale definisce come obiettivo cardine quello di indirizzare gli investimenti nella rete d’accesso, che in Italia sono mancati a causa della limitata competizione infrastrutturale. Inoltre, il Paese deve affrontare un’altra problematica: la scarsità di competenze specializzate. Competenze che serviranno anche per i processi di digitalizzazione in corso, come ad esempio della rete elettrica e della logistica. Al momento Open Fiber conta 8.000 dipendenti: “Dobbiamo arrivare a 15.000 risorse ma non le troviamo – ha detto Elisabetta Ripaquindi bisogna insistere sulla formazione. Le competenze, anche di base, che servono per un’accelerazione della realizzazione di queste infrastrutture, è un tema che la scuola, il sistema educativo e la politica industriale deve aiutare tutti a indirizzare rapidamente”.

Il sostegno di CDP per le imprese italiane in Cina: 12 milioni al Gruppo Danieli

CDP, 12 milioni di euro al Gruppo Danieli per sostenerne la crescita in Cina: il finanziamento è destinato al potenziamento delle linee di produzione esistenti e allo sviluppo di tecnologie green.

Gruppo Danieli

Gruppo Danieli in Cina: Cassa Depositi e Prestiti ne sostiene la crescita

Risorse per circa 12 milioni di euro al Gruppo Danieli con l'obiettivo di supportarne la crescita in Cina "attraverso interventi tesi al potenziamento delle linee di produzione esistenti con l'obiettivo di fornire impianti innovativi ai clienti cinesi e nel mondo capaci di produrre acciaio con tecnologie green". È quanto si legge nella nota in cui Cassa Depositi e Prestiti annuncia che, con l'elargizione di un finanziamento in valuta locale di importo pari a oltre 94 milioni di Renminbi a Danieli & C. Officine Meccaniche S.p.A., esaurisce la provvista del suo primo Panda Bond da un miliardo di Renminbi, equivalenti a circa 130 milioni di euro, conclusa positivamente ad agosto 2019. Il Gruppo Danieli, attivo nella progettazione, costruzione, vendita ed installazione di macchine ed impianti per l'industria siderurgica, opera in Cina da oltre quarant'anni.

Storia e attività del Gruppo Danieli in Cina: il focus del Presidente Gianpietro Benedetti

Era il 1979 quando il Gruppo Danieli aprì in Cina il proprio ufficio di rappresentanza. Oggi annovera insediamenti produttivi che fatturano 250 milioni di dollari l'anno. Ma l'obiettivo, indicato dal Presidente Gianpietro Benedetti in una intervista rilasciata lo scorso aprile a "Il Messaggero Veneto, è arrivare a 400 milioni: "Fabbricheremo anche per esportare, ma innanzitutto dobbiamo soprattutto competere con innovazione continua e qualità di esecuzione". Il Presidente ha sottolineato come avviare l'attività in Cina non sia stato difficile, anzi "siamo stati favoriti dai governi locali in quanto abbiamo deciso di investire senza soci locali". Per il Presidente del Gruppo Danieli la Cina ha conosciuto in pochi anni un "cambiamento epocale, anche e soprattutto culturale" e i risultati si vedono: "La Via della Seta, rimanendo competitivi e high-tech e favorendo l'imprenditorialità, può essere una opportunità altrimenti no e non lo sarà nemmeno con gli altri Paesi europei ed in via di sviluppo".

Sclerosi Laterale Amiotrofica, Mario Melazzini: “Fondamentale contributo della tecnologia”

Colpito dalla SLA nel 2003, il professor Mario Melazzini ha dedicato molti anni della sua attività alla ricerca di una cura per la malattia degenerativa e al miglioramento della qualità della vita dei pazienti.

Mario Melazzini
Mario Melazzini: l'evoluzione della ricerca

Conosciuta anche come la "malattia del motoneurone", la Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) è una patologia degenerativa progressiva che colpisce il neurone motorio (o motoneurone), causando la perdita del controllo dei muscoli. In un'intervista rilasciata al portale "Dica33" il professor Mario Melazzini , Presidente di AriSLA, Fondazione impegnata nella battaglia contro la SLA, ha fatto il punto sui risultati finora ottenuti dalle attività di ricerca promosse dall'ente: "Sono dieci anni che stiamo finanziando studi d'eccellenza: abbiamo investito più di 12 milioni di euro per finanziare 78 progetti seguiti da 129 ricercatori su tutto il territorio italiano". Oggi la ricerca sta virando sempre più sul filone della genetica: "Nei giorni scorsi abbiamo annunciato il finanziamento di nuove risorse per l'avvio di 7 innovativi studi che si focalizzeranno sulla genetica per capire i meccanismi del danno e della riparazione a livello di DNA, sull'epigenetica e sul ruolo del sistema immunitario". Per Mario Melazzini questo è un momento particolarmente favorevole per arrivare ad una terapia: "L'esperienza e lo studio su altre patologie degenerative va a influenzare anche il mondo della ricerca sulla SLA: ci sono ad esempio degli studi preliminari sull'utilizzo di una molecola particolare, il tofensen, un oligonucleotide antisenso che si lega in maniera specifica all'RNA messaggero della proteina mutata della SLA familiare, rallentando la progressione della malattia con risultati molto interessanti".

Mario Melazzini: la tecnologia al servizio del paziente

Attualmente in Italia sono circa 6.000 le persone affette dalla SLA: "Non dobbiamo mai dimenticare chi è il destinatario, cioè il paziente - ha spiegato Mario Melazzini - per questo è importante garantire, grazie a tutto ciò che l'esperienza clinica sta portando, una qualità di vita tale da offrirgli un'autonomia e anche un supporto ai familiari". Per questo risulta fondamentale e strategico integrare nella ricerca anche gli studi sulle nuove tecnologie. In tal senso la Fondazione AriSLA ha finanziato recentemente due progetti con le risorse raccolte grazie all'idea dell'Ice Bucket Challenge. Il primo, "Eco_ALS", nasce per dare ai pazienti la possibilità di muovere la carrozzina e il letto articolato senza nessun aiuto, utilizzando occhiali per la realtà aumentativa che comunicano attraverso un apposito software. "ALLSpeak" è invece una app ideata per far fronte al deficit di comunicazione causato dalla progressione della malattia: il software utilizzato è infatti in grado di riconoscere i suoni emessi dai pazienti e di associarli a determinate frasi o espressioni che vengono automaticamente riprodotte. "La tecnologia contribuisce a migliorare la qualità della vita quotidiana e allo stesso tempo - ha sottolineato Mario Melazzini - stimola i pazienti a estrinsecare maggiormente qual è il bisogno rendendoli collaudatori e verificatori".

Snam: Nicola Bedin tra i più giovani Presidenti delle aziende FTSE MIB

Classe 1977, Nicola Bedin è stato nominato Presidente di Snam nel giugno 2020. Specialista nel settore dell’assistenza sanitaria, è anche fondatore del Gruppo Lifenet Healthcare.

Nicola Bedin

Nicola Bedin su “Forbes”: “Ho una mentalità aperta e un’indole imprenditoriale

A “soli” 44 anni è diventato il Presidente di una delle società italiane più importanti, Snam, che dal 2009 fa parte delle 40 aziende del Paese con maggiore capitalizzazione. Questo fa di Nicola Bedin uno dei Presidenti più giovani tra le realtà del FTSE MIB. A segnalarlo è “Forbes”, che in un recente articolo riporta l’età media dei vertici: 62,5 anni per i Presidenti e 56,3 quella degli Amministratori Delegati. Il Presidente di Snam è da considerarsi dunque un’eccezione, ma solo in termini anagrafici. Il manager vanta un percorso professionale denso di successi. Uno dei più recenti è la fondazione di Lifenet Healthcare, Gruppo sanitario che conta 10 strutture nel Centro-Nord e che in soli due anni è riuscito a imporsi come leader nel settore. L’arrivo di Nicola Bedin ai vertici di una società che nel 2019 ha registrato 2,6 miliardi di fatturato non è quindi un caso: “Ho una mentalità aperta e un’indole imprenditoriale – ha dichiarato – mi sento a mio agio nelle sfide. Quello che mi ha offerto Snam è particolarmente motivante, perché la nostra azienda ha un ruolo strategico per il presente e soprattutto per il futuro del Paese”.

Nicola Bedin: dagli anni della formazione al risanamento del San Raffaele

I traguardi professionali raggiunti da Nicola Bedin partono da lontano. Durante la sua formazione, che si conclude con il conseguimento di una laurea in Economia Aziendale presso l’Università Bocconi di Milano, si reca più volte negli Stati Uniti, dove studia all’Università del Texas di Austin e a Berkeley. La sua prima esperienza professionale è in Mediobanca in qualità di analista finanziario. Nel 2004 prende forma il suo percorso nel settore healthcare: entra a far parte infatti del Gruppo San Donato. L’anno successivo è già Amministratore Delegato, carica che ricoprirà fino al 2017. Sotto la sua guida, il Gruppo aumenta i ricavi da 600 milioni a 1,6 miliardi. Una delle operazioni più importanti di quegli anni è l’acquisizione dell’Ospedale San Raffaele di Milano. Nominato Amministratore Delegato dell’Istituto, Nicola Bedin è protagonista del risanamento e del conseguente rilancio. Prima di fondare Lifenet e arrivare alla guida di Snam, è stato Amministratore non esecutivo di Italgas dal 2016 al 2019. Attualmente è anche professore a contratto di Economia applicata presso l’Università degli Studi di Pavia.

Obbligati a crescere: l’intervento dell’AD di Italgas Paolo Gallo

Raggiungere gli obiettivi Ue sulla sostenibilità è possibile. Lo ha spiegato Paolo Gallo, alla guida di Italgas dal 2016.

Paolo Gallo idrogeno verde

Paolo Gallo: per la decarbonizzazione serve sforzo congiunto

Anche le infrastrutture delle reti del gas avranno una parte fondamentale nel processo di transizione energetica. E i protagonisti saranno il biometano e l’idrogeno verde, che saranno imprescindibili per raggiungere gli obiettivi di emissione fissati dall’Unione Europea. A sostenerlo Paolo Gallo, Amministratore Delegato e General Manager di Italgas, intervenuto lo scorso 21 gennaio al webinar “Obbligati a Crescere - La rivoluzione sostenibile” di Caltagirone Editore. “McKinsey ha presentato in questi giorni uno studio che mostra come nel 2050 si possano raggiungere obiettivi di emissione Ue con costi pari a zero se tutti i settori (elettrico, trasporti etc.) faranno la loro parte e se useremo al meglio ciò che abbiamo. Anche le infrastrutture delle reti gas”, ha evidenziato il manager. Infrastrutture che già oggi sono strategiche per la possibilità che hanno di accogliere il biometano: “Nelle abitudini non cambia nulla: si continua a ricevere una certa quantità di energia che non muta i nostri comportamenti. Ma il biometano cambia molto le cose a monte – ha spiegato Paolo Galloperché si produce con rifiuti agricoli e si inserisce nella cosiddetta energia circolare. Non produce C02”.

Paolo Gallo: un futuro tra idrogeno verde e digitalizzazione

Le reti del gas diventeranno ancora più decisive nel prossimo futuro, sostiene il numero uno di Italgas. Il motivo è presto detto: le infrastrutture potranno essere destinate allo stoccaggio dell’idrogeno verde. “L'utilizzo di combustibili alternativi è uno strumento indispensabile nel processo di decarbonizzazione dell'Europa – ha continuato Paolo Gallo – Se vogliamo raggiungere gli obiettivi Ue 2050 ci deve essere una armonia tra il settore elettrico e quello del gas. Soltanto attraverso uno sforzo congiunto si riusciranno a raggiungere questi obiettivi”. L’altro alleato fondamentale per vincere questa sfida è la digitalizzazione delle reti. Un processo che comporta, oltre al vantaggio economico e servizi per i clienti, un miglioramento nella gestione: “Italgas ha investito in questo 2 miliardi. Significa installare contatori intelligenti che misurano da remoto il consumo ma significa anche che tutti i dispositivi sulla rete devono essere digitali e noi siamo a metà di questo percorso. Avere una rete digitale vuol dire avere sulla rete milioni di dispositivi che trasmettono dati e ricevono comandi da remoto. Se nella rete, in futuro, prossimo o lontano, passeranno gas non solo naturali, ma idrogeno e biometano – ha concluso Paolo Gallodobbiamo sapere esattamente cosa c'è nella rete in un determinato istante: il controllo da remoto sarà ancora più importante”.

Francesco Starace, il 2020 di Enel: performance nel segno della sostenibilità

L’AD e DG Francesco Starace: “I risultati di Enel per il 2020 evidenziano il forte impegno da parte del Gruppo per una crescita sostenibile”.

Francesco Starace

Enel: la performance 2020 nella presentazione dell’AD Francesco Starace

Enel ha presentato lo scorso 18 marzo i risultati 2020: numeri che, come indicato dall’AD Francesco Starace, “evidenziano il forte impegno da parte del Gruppo per una crescita sostenibile, come dimostrano gli oltre dieci miliardi di euro investiti durante l’anno”. Nell’anno della pandemia, a fronte di un calo dei ricavi dovuto essenzialmente all’impatto della pandemia sulle vendite in Italia e Spagna, il risultato netto ordinario del Gruppo raggiunge i 5.197 milioni di euro, in crescita del 9% rispetto al 2019. Segna invece un +20,1% il risultato netto, che arriva a 2.610 milioni di euro “soprattutto per i maggiori adeguamenti di valore effettuati nel 2019, per il miglioramento della gestione finanziaria e per le minori interessenze di terzi”. Sono 10.197 i milioni di euro investiti lo scorso anno (+2,5% rispetto all’anno precedente): è l’AD Francesco Starace a ricordarlo, sottolineando come siano indirizzati “verso un modello di business sostenibile e integrato, che si fonda sulle rinnovabili, sulla distribuzione e sui servizi energetici avanzati, facendo leva sul ruolo primario di digitalizzazione e piattaforme”. Il dividendo complessivo proposto è pari a 0,358 euro per azione (di cui 0,175 euro per azione già corrisposti in acconto a gennaio 2021), in crescita del 9,1%.

Enel, Francesco Starace: la sostenibilità al centro della crescita del Gruppo

L’approccio di Enel improntato sulla sostenibilità è finalizzato “ad accelerare la crescita sia attraverso il modello di ‘Ownership’, che si basa su investimenti diretti, sia attraverso il modello di ‘Stewardship’, che prevede il coinvolgimento di terzi”. Lo ha ribadito Francesco Starace nel commentare la performance 2020: “In questo modo, oltre a promuovere la crescita nelle aree in cui siamo presenti, abbiamo ulteriormente accelerato la decarbonizzazione del mix di produzione di Gruppo”. La crescita dei risultati conferma dunque la capacità di Enel di creare valore condiviso e sostenibile per tutti gli stakeholder. L’AD Francesco Starace ha parlato anche degli obiettivi per il 2021: “In linea con il Piano Strategico e i suoi obiettivi di decarbonizzazione e digitalizzazione, prevediamo di accelerare ulteriormente gli investimenti nelle rinnovabili, nel miglioramento della qualità e della resilienza delle reti, nonché nell’elettrificazione dei consumi”.

Export, l’impegno di SACE nelle Marche nelle parole dell’AD Pierfrancesco Latini

L’AD di SACE Pierfrancesco Latini interviene all’inaugurazione della nuova sede CDP di Ancona: il 2021 sarà l’anno della ripresa per le Marche e “l’export avrà un ruolo sicuramente propulsivo”.

Pierfrancesco Latini

Nuova sede CDP di Ancona, Pierfrancesco Latini all’inaugurazione: SACE al fianco delle imprese del territorio

L’export avrà un ruolo propulsivo per le Marche dove il Made in Italy conta su molti testimonial di successo”: è quanto ha evidenziato l’Amministratore Delegato di SACE Pierfrancesco Latini intervenendo lo scorso 11 febbraio all’inaugurazione della nuova sede CDP di Ancona. Il riferimento è a tutte le realtà, soprattutto PMI, con cui “lavoriamo da tempo in settori come Arredo & Design, Agroalimentare, Apparecchi elettrici ed elettrodomestici e Abbigliamento & Calzaturiero”: saranno loro, come sottolineato dall’AD, le artefici della ripresa nel 2021 del territorio, segnato dallo shock della pandemia. “È da qui che dovremo ripartire con un ruolo dell’export che sarà sicuramente propulsivo”, ha aggiunto in merito Pierfrancesco Latini spiegando come SACE sia impegnata nel territorio marchigiano ormai da dieci anni, al fianco di ben oltre 700 imprese “grazie anche al nostro ufficio di Ancona e alla collaborazione con Confindustria Marche”. E ora l’apertura dei nuovi uffici di CDP permetterà alla società di rafforzare il proprio impegno nel sostenere le imprese del territorio nell'export appoggiandosi alla nuova sede di Ancona che rispondendo a una visione innovativa si configura come un vero e proprio punto di riferimento che va oltre una semplice funzione di rappresentanza. 

La ripresa tra export, sostenibilità e nuove infrastrutture: il focus dell’AD di SACE Pierfrancesco Latini

Secondo l’AD Pierfrancesco Latini per la ripresa post-crisi “non basterà la sola forza delle esportazioni” ma “serviranno infrastrutture, non solo fisiche ma anche digitali, capaci di colmare un gap importante di competitività verso i nostri peers globali”. Non solo: “Servirà sempre più un approccio trasversale all’insegna della sostenibilità, leva ormai imprescindibile per una crescita di medio e lungo periodo”. SACE “insieme ai partner con cui oggi condividiamo questa inaugurazione della sede ad Ancona” è pronta a fare la propria parte “attraverso una offerta assicurativo-finanziaria integrata, con un elevato grado di digitalizzazione sviluppato nel tempo, in grado di accompagnare le imprese in ogni fase del percorso di internazionalizzazione e promozione dell’export”. Nel suo intervento Pierfrancesco Latini ha inoltre ricordato come nelle Marche siano stati mobilitati nel complesso più di 340 milioni di euro “principalmente a sostegno di investimenti a medio lungo termine per l’export e a supporto della liquidità delle imprese del territorio”: un impegno “che è parte di uno sforzo collettivo e di sistema che ci vede tutti orientati, istituzioni, finanza e imprese, in un gioco di squadra diretto ad un unico obiettivo: quello della ripartenza del nostro Paese”.

Marco Durante: una storia di intuizioni vincenti dietro la crescita internazionale di LaPresse S.p.A.

Marco Durante, il pionierismo di LaPresse S.p.A.: la prima agenzia di stampa multimedia italiana a guida imprenditoriale ha introdotto in Italia il formato delle videonews imprimendo una significativa svolta all'intero settore.

Marco Durante

Marco Durante: il valore della formazione nel percorso professionale del fondatore e Presidente di LaPresse S.p.A.

Fondatore e Presidente di LaPresse S.p.A., Marco Durante nasce a Torino nel 1962. Prima di diventare una delle voci più autorevoli in materia di editoria e comunicazione, si è distinto in ambito sportivo conseguendo risultati di rilievo: dopo aver ottenuto il diploma di maturità presso il liceo scientifico alla Sacra Famiglia, si è iscritto all'ISEF dove si è laureato con una valutazione di 98/100. In questi anni, oltre a lavorare come docente, si fa conoscere come allenatore della Libertas SAFA, la squadra di nuoto torinese: insieme a Corrado Rosso riesce a farle conquistare quattro scudetti consecutivi e, in qualità di Campione d'Italia, la porta a partecipare a competizioni internazionali tra cui Europei, Mondiali e ben tre Olimpiadi. Il valore di un imprenditore si esprime anche nel suo percorso formativo: Marco Durante, nonostante i traguardi raggiunti in ambito professionale, ci ha sempre investito decidendo di perfezionarsi su più fronti. Oltre a prendere parte a un corso in Business Administration alla Rotman School of Management di Toronto e ad approfondire gli studi economici a New York, ha conseguito una laurea in discipline sportive all'Unité de Formation et de Recherche en Sciences et Techniques des Acitivités Physiques et Sportives dell'Université Claude Bernard di Lione, a cui ha potuto accedere grazie al voto di laurea. Neanche la crescita internazionale di LaPresse S.p.A. ne ha spento la passione: cinque anni fa si è laureato in Giurisprudenza presso l'Università di Napoli/Pegaso. La tesi in Diritto Tributario con diritto di pubblicazione gli è valsa la lode e la menzione. Lo stesso anno l'Università di Napoli gli ha assegnato la cattedra come docente di Strategie di Comunicazione d'Impresa presso la Facoltà di Economia Aziendale, incarico che ricopre tuttora.

Editoria e comunicazione: l'apporto al settore di LaPresse S.p.A. e del suo Presidente Marco Durante

Figlio di Silvio Durante, tra i fondatori di Publifoto, Marco Durante inizia a lavorare nella storica agenzia fotografica torinese nel 1992 e due anni dopo, intuendo le potenzialità di crescita del settore, insieme al fratello Massimo dà vita a LaPresse S.p.A. L'efficacia di una strategia costruita sullo sviluppo e sulla diversificazione delle attività ha portato oggi l'agenzia a diventare una delle media company tra le più dinamiche e innovative del panorama attuale italiano dell'informazione e della comunicazione. Basterebbe ricordare come, tra le innovazioni introdotte in Italia da LaPresse S.p.A., si annoverino le videonews: affiancando tale formato alle attività di foto reporting, LaPresse S.p.A. è la prima a sviluppare un modello integrato di professionalità e competenze unico nel suo genere. Un modello che è garanzia di forza e affidabilità: non a caso nel 2008, con l'acquisizione dei diritti di distribuzione per l'Italia di tutta la produzione di Associated Press, prende il via un percorso di crescita internazionale che ne costituisce oggi una delle principali peculiarità. Due anni dopo, anche in virtù dell'accordo sottoscritto con l'agenzia americana, diventa Agenzia di Stampa ed estende ulteriormente il proprio bouquet di servizi di informazione con notiziari e reportage dall'Italia e dall'estero. Oggi La Presse S.p.A., il più internazionale dei multimedia content provider italiani, si configura come la prima agenzia di stampa multimedia italiana a guida imprenditoriale con otto sedi in Italia (Milano, Roma, Torino, Firenze, Napoli, Oristano, Messina e Lamezia Terme), 14 nel mondo (Bruxelles, Parigi, Berlino, Madrid, Vienna, Praga, Varsavia, Ginevra, New York, Washington, Miami, Tokyo, Hong Kong e Rabat) e oltre 150 dipendenti. Nel tempo ha acquisito diverse società del settore come AGR, Agenzia Giornalistica Radiotelevisiva; A.G.A., Agenzia Giornali Associati; Olycom, con Olympia Fotocronache, Franca Speranza e il marchio Publifoto). Nel 2018 il Presidente Marco Durante ha istituito una divisione dedicata alle produzioni televisive che viene affidata a Elisa Ambanelli (tra i suoi incarichi Direttore Intrattenimento e Palinsesto per La7, Direttore del canale All Music e Responsabile dei programmi dell'intrattenimento di Endemol Italia). E, nell'ottica di ampliare ulteriormente e perfezionare l'offerta, LaPresse ha dato vita a un'area di celebrity management che annovera tra i propri artisti Barbara d'Urso, Gaia Bermani Amaral, Laura Barth, Barbara Pedrotti, Melissa Satta, Ilenia Arnolfo, Monica Bertini, Giovanni Ciacci, Rita Dalla Chiesa, Adriana Volpe, Manuela Arcuri e Andrea Iannone.

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