I quattro punti fondamentali per affrontare il colloquio di lavoro secondo Alessandro Benetton

"Cominciate a lavorare per chi deve assumervi prima di essere assunti": è uno dei consigli di Alessandro Benetton, che dà qualche dritta per affrontare con sicurezza un colloquio di lavoro. Mostrarsi propositivi e adatti al contesto è fondamentale per distinguersi dagli altri candidati.

Alessandro Benetton

Alessandro Benetton: la rubrica social

#UnCafféConAlessandro è la rubrica social di Alessandro Benetton, imprenditore alla guida di 21 Invest e figura di spicco nel panorama del Private Equity italiano. La rubrica consiste in una serie di video pubblicati sul canale Youtube dell'imprenditore e sulle pagine online del "Corriere della Sera": ogni video ha come obiettivo la riflessione su vari argomenti d'attualità o legati al mondo dell'imprenditoria, impiegando una manciata di minuti, il tempo di un caffè. Alessandro Benetton cerca così di mettersi in gioco, spesso partendo da esperienze personali per dare consigli e spunti ai followers su futuro, possibilità di carriera, l'Italia in generale. Nel più recente episodio l'imprenditore si è occupato del colloquio di lavoro, un momento fondamentale per tutti che va sfruttato al meglio e con onestà, senza troppe ansie da prestazione. Ha fornito, in particolare, quattro consigli utili per distinguersi dagli altri candidati. Prima ancora di voler ottenere il lavoro a tutti costi, è importante chiedersi: "Questo colloquio aprirà la strada per l'impiego adatto a me?".

Alessandro Benetton: quattro consigli per affrontare il colloquio di lavoro

L'abito non fa il monaco ma la prima impressione è fondamentale: "Può sembrare banale, ma non smetterò mai di dirlo. Comportatevi come se steste andando ad un appuntamento con una ragazza o un ragazzo. Assicuratevi di essere adatti al contesto. Studiate lo stile dell'azienda in cui vorreste lavorare e adattate l'abbigliamento". Alessandro Benetton si concentra anche sul percorso di studi, sottolineando come sia importante dimostrare cosa si è imparato: "Mostrate che avete messo in pratica ciò che avete letto sui libri. Preferirei assumere un laureato con 105 che ha messo in pratica ciò che ha studiato, piuttosto che un laureato con 110 e lode che poi si è fermato solo alla teoria". L'imprenditore dà poi un altro prezioso consiglio, più legato alla propositività: "Cominciate a lavorare per chi deve assumervi prima di essere assunti. Arrivate al colloquio di lavoro con delle idee concrete che dimostrino la vostra conoscenza della posizione per cui vi state candidando". È essenziale far capire da subito il valore aggiunto che si vuole apportare all'azienda. Alessandro Benetton sottolinea infine l'importanza di fare domande: "Non sono solo loro a dover esaminare voi. Dimostrate interesse per capire se quella è la realtà giusta per voi, se ne condividete valori e obiettivi".

Rivoluzione Digitale, Vittorio Massone: “Impatto maggiore nei prossimi 20 anni”

Secondo Vittorio Massone è sbagliato affermare che la Digital Revolution abbia già dispiegato i suoi effetti, che saranno dirompenti soprattutto per quanto riguarda i business model aziendali.
Vittorio Massone

"Economia ICT driven in tutti i settori": l'opinione di Vittorio Massone

La cosiddetta Rivoluzione Digitale è ancora agli inizi: sebbene l'emergenza sanitaria causata dal Coronavirus abbia dato una forte accelerata in tal senso, il suo completo sviluppo potrà essere percepito tra un paio di decadi. Lo ha affermato Vittorio Massone , esperto del settore business e specializzato in Digital Transformation, in uno dei suoi contributi per il quotidiano online "Lettera 43". Oggi l'economia ICT driven (Information and Communications Technology) coinvolge infatti soprattutto il settore consumer: nei prossimi anni il digitale verrà invece pienamente sfruttato anche nei rami operations, B2B, supply chain e business to government. Un cambiamento che solo a quel punto si potrà definire "rivoluzionario": tali settori infatti, sebbene più "restii" all'introduzione delle innovazioni, una volta pienamente "digitalizzati" avranno un profondo impatto sulla società e in particolare sull'economia. Un'ulteriore evoluzione si avrà poi nei servizi assicurativi e finanziari, che già nell'ultimo periodo sembrano aver pienamente compreso le potenzialità del digitale. Secondo Vittorio Massone, quindi, non esiste un settore che non verrà colpito dalla Revolution: nei prossimi vent'anni verranno infatti condizionati anche ambiti come l'agricoltura, la logistica, l'industria e lo stesso IT.

Come cambieranno le aziende: il parere di Vittorio Massone

Le sfide per le aziende saranno dunque molteplici, a cominciare dal business model che dovrà adeguarsi ai classici attori come clienti e fornitori, ma non solo: "L'evoluzione - scrive Vittorio Massone - dovrà inoltre tenere conto dei concorrenti attuali, di nuovi possibili entranti, nativi digitali". Per sviluppare strategie vincenti in modo tale da poter aggredire i nuovi mercati e attrarre capitali, bisognerà puntare su brevetti, data, canali di distribuzione e in particolar modo sull'acquisizione e controllo delle nuove competenze. Senza però dimenticare la customer experience e di conseguenza la ricerca di prodotti e servizi sempre più innovativi. La Digital Revolution modificherà profondamente anche i modelli organizzativi delle aziende, con l'abbandono di quelli classici e poco flessibili. Per stare al passo, anche i ruoli aziendali dovranno adattarsi: "Ci sarà maggiore enfasi sulle figure professionali a contatto con il cliente e quelle legate alla tecnologia e all'innovazione - afferma Vittorio Massone - con uno stravolgimento nel ruolo e negli approcci dei manager, che rischieranno di diventare un elemento di rigidità in un sistema che dovrà essere molto fluido".

Infrastrutture: profilo formativo e professionale di Roberto Tomasi, AD di ASPI

Ricerca, sviluppo, sostenibilità, digitalizzazione e la creazione di una "green infrastructure": il futuro di Autostrade per l'Italia disegnato da Roberto Tomasi, Amministratore Delegato da febbraio 2019.
Roberto Tomasi

Roberto Tomasi: il percorso formativo e le precedenti esperienze professionali

Originario di Merano, Roberto Tomasi si è laureato con lode in Ingegneria Meccanica presso l'Università di Padova. Il suo percorso formativo si compone anche di diverse esperienze di rilievo internazionale tra queste: Executive Program presso la Harvard Business School (Boston, Massachussetts), International Executive Program presso INSEAD (Francia) e Master in Finance e Project Control presso la SDA Bocconi di Milano. È nell'ambito del corpo tecnico dell'esercito che prende il via il suo percorso professionale: opera infatti presso l'IVECO di Bolzano, all'interno della divisione mezzi militari, prima di passare in FIAT AVIO dove all'interno della divisione Heavy Duty è incaricato di occuparsi di progetti di carattere internazionale: in Siria, ad esempio, partecipa alla realizzazione di un impianto di produzione di energia elettrica con turbine a gas in ciclo aperto. È il 1996 quando, dopo un breve periodo nel service della società Nuovo Pignone - Gruppo GE, entra in Enel: nominato inizialmente Direttore delle Unità di Business delle Centrali di produzione di energia elettrica in Liguria, Roberto Tomasi diventa nel 2001 Responsabile dell'Area Cicli Combinati del Gruppo. Successivamente è chiamato a ricoprire il ruolo di Senior Vice President in quanto Responsabile del Procurement nel ruolo di Responsabile delle Grandi Commesse di Enel: due anni più tardi diventa Executive Vice President della Business Unit di Ingegneria del Gruppo per la progettazione e la realizzazione di impianti di produzione convenzionale. Nel 2015 è nominato responsabile della Generazione a Carbone del Gruppo: ricoprirà l'incarico per alcuni mesi, prima di approdare in Autostrade per l'Italia.

Roberto Tomasi: il presente professionale in Autostrade per l'Italia (ASPI) e il piano di trasformazione della società

Da luglio 2015 in Autostrade per l'Italia (ASPI) nel ruolo di Co-Direttore Generale, Roberto Tomasi si occupa dello sviluppo di nuove opere. La realizzazione della Variante di Valico, il completamento dei lavori sulla dorsale Adriatica A14, l'avvio di nuovi progetti di potenziamento sono alcuni delle attività che coordina, gestendo complessivamente investimenti per 14,5 miliardi. Nell'aprile 2016 entra nel CdA di ASPI in qualità di Consigliere: nello stesso ruolo opera anche in diversi board delle controllate del Gruppo. Nel 2018 diventa Direttore Generale della società: a gennaio del 2019 gli viene conferito l'incarico di Amministratore Delegato. Per Roberto Tomasi il futuro di Autostrade per l'Italia deve basarsi su ricerca, sviluppo, sostenibilità e digitalizzazione, oltre alla creazione di una "green infrastructure". Sono queste infatti le linee guida incluse nel piano di trasformazione della società che l'AD ha lanciato lo scorso febbraio: 7,5 miliardi di euro per investimenti e manutenzioni fino al 2023, oltre 1.000 assunzioni e massima priorità a sicurezza su strade, cantieri e luoghi di lavoro.

Editoria, LaPresse S.p.A.: il punto sui fatti della settimana del Presidente Marco Durante

L'appuntamento settimanale con il Presidente di LaPresse S.p.A.: Marco Durante parla dei temi più dibattuti negli ultimi sette giorni, tra cui la ripartenza del calcio, gli Stati generali dell'Economia e l'attivazione in tutta Italia dell'app Immuni.
Marco Durante

Marco Durante: la ripartenza del calcio, occorre rivedere le misure di restrizione ai fotografi in campo

Il mondo del calcio riparte. Intervistato nel corso dell'appuntamento in cui commenta i fatti della settimana, il fondatore e Presidente di LaPresse S.p.A. Marco Durante ha sottolineato come la pandemia non sia finita "ed è giusto dare limitazioni". Nel farlo però occorre fare attenzione e salvaguardare chi da anni lavora per garantire un'adeguata copertura fotografica e visiva dell'evento non solo in Italia ma anche nel mondo. Il riferimento è al tema delle restrizioni imposte dalla Lega Serie A per gli accrediti ai fotografi autorizzati ad operare in campo. LaPresse S.p.A. ha esplicitato le sue preoccupazioni in un ricorso presentato all'Agcom, all'Antitrust, al Ministero dello Sport, alla Lega Calcio e alla FIGC: "Le linee guida non chiariscono come sarà effettivamente assicurato l'esercizio del diritto di cronaca da parte delle testate (Non riconducibili alla stessa Lega e/o ai fotografi ufficiali delle squadre)" si legge nel ricorso: nel caso in cui non venisse garantita una effettiva 'par condicio', secondo l'agenzia si configurerebbe "una illecita violazione delle regole della concorrenza" e quindi del diritto di cronaca. L'Agcom ha preso in carica la richiesta di LaPresse S.p.A. circa il chiarimento "urgente" a tutela del pluralismo dell'informazione e sta andando avanti con gli opportuni accertamenti. "A noi interessa non tanto il perché, quanto garantire la copertura mediatica" ha sottolineato nell'intervista il Presidente Marco Durante.

Marco Durante: senza accordo politico non si arriva da nessuna parte, al Paese non servono i litigi

Tra i temi della settimana su cui si è espresso Marco Durante anche gli Stati generali dell'Economia, inaugurati dal premier Giuseppe Conte il 13 giugno. "Senza accordo politico non si arriva da nessuna parte: il problema è proprio questo" ha commentato il fondatore e Presidente di LaPresse S.p.A. in merito alla mancata partecipazione delle forze di centro-destra: "Siamo frastagliati e non abbiamo un futuro. Si litiga all'interno del governo, si litiga fuori: in un momento come questo di grande instabilità economica, finanziaria e lavorativa non fa di certo del bene al Paese". Parlando dell'app Immuni, Marco Durante si è detto scettico: "Non penso questo sia la soluzione. Se ci fosse un lockdown e tutti per legge devono farla allora avrebbe un senso". Secondo il Presidente è comunque importante che "tutti sappiano chi hanno a fianco": anche per questo in LaPresse S.p.A. sono stati fatti test sierologici a tutti i dipendenti tra Torino, Milano e Roma.

Repubblica: i vantaggi della rivoluzione digitale nell’intervista a Francesco Starace

La riscoperta del valore della digitalizzazione nell’emergenza Coronavirus, l’AD di Enel Francesco Starace ne parla a “Repubblica”: “Con il digitale si può sconfiggere la burocrazia di carta. Questa è una buona occasione per farlo”.

"C'è tanto da semplificare nella macchina pubblica a breve termine e senza difficoltà. Questa è una buona occasione per farlo": la rivoluzione digitale tra opportunità e nuove modalità di lavoro nell'intervista di "Repubblica" all'AD e DG di Enel Francesco Starace.
Francesco Starace, AD Enel

Francesco Starace a "Repubblica": la digitalizzazione come chiave della ripartenza

La rivoluzione digitale è già tra noi: lo Stato ne approfitti. È l'Amministratore Delegato e Direttore Generale di Enel Francesco Starace a lanciare l'invito nel corso di un'intervista a "Repubblica". Punto di partenza è l'esperienza di Enel nelle settimane dell'emergenza Coronavirus: "Nella prima settimana dl marzo abbiamo deciso di mettere in smart working circa quindicimila dipendenti del gruppo che lavoravano in ufficio. Abbiamo cominciato in Italia e Spagna, Romania, Russia e Usa e poi la settimana dopo lo abbiamo fatto in tutta l'America Latina, dal Messico al Cile. Molti, specie nei Paesi non ancora colpiti in pieno dal virus, ritenevano le misure eccessive. Ma il nostro obiettivo era prima di tutto mettere le persone al riparo dal rischio di contagio". Oggi in Enel lavorano in smart working 37 mila persone, la metà dei dipendenti del Gruppo, e la maggior parte potrà restarvi fino a fine anno, come rivela l'AD. "Traslare semplicemente l'esperienza delle aziende nei Paesi è sempre una semplificazione pericolosa perché tra le prime e i secondi ci sono diversi gradi di complessità" tiene comunque a precisare nell'intervista Francesco Starace evidenziando però come sia altrettanto vero "che se qui in azienda abbiamo scoperto che ci sono cose superflue di cui si può fare a meno, snellendo i processi, lo si può fare anche a livello di Italia".

Francesco Starace: la rivoluzione digitale è già in corso, è necessario coglierne le opportunità

"Tutti i Paesi hanno in questo momento così difficile, un'occasione di cambiare" sottolinea a "Repubblica" l'AD e DG di Enel Francesco Starace. "C'è tanto che si può semplificare, anche nella macchina pubblica, a breve termine e senza eccessive difficoltà. Questa è una buona occasione per farlo. La digitalizzazione della pubblica amministrazione è in corso da molto tempo, ma adesso il cambiamento è arrivato davvero": solo cogliendo questa opportunità sarà possibile "superare la burocrazia" nelle aziende ma anche nei "processi amministrativi" che il più delle volte "sono complessi e figli di una stratificazione di legislazioni successive". Per quanto dunque sia necessario accompagnare questa rivoluzione nelle modalità di lavoro traendone ogni vantaggio possibile, il futuro, anche in Enel, è ancora da costruire: "Finora avevamo un esperimento in cui una volta alla settimana si poteva lavorare in smart working. Adesso, magari, sarà il contrario: una volta la settimana si verrà a lavorare in ufficio, magari per incontrare i colleghi o fare cose che è difficile fare da remoto". Si apre quindi secondo l'AD un'altra "grandissima opportunità" che può favorire la produttività e al contempo migliorare la qualità della vita. senza mai dimenticare che "le aziende sono fatte di persone e le persone per lavorare assieme devono guardarsi e parlarsi". E, osserva infine Francesco Starace, "presto dovremo tornare a farlo".

Eni accelera il Piano di transizione energetica: l’intervista dell’AD Claudio Descalzi a Sky Tg24

Tra gli ospiti della decima puntata di "Idee per il dopo", programma di approfondimento di Sky Tg24, anche l'AD di Eni Claudio Descalzi: accelerare la transizione energetica ora è urgente.
Claudio Descalzi, AD Eni

Claudio Descalzi a Sky Tg24: l'impegno di Eni nell'accelerare la transizione energetica

Per Eni accelerare la transizione energetica è "un'opportunità e un'urgenza". Lo ha sottolineato l'Amministratore Delegato di Eni Claudio Descalzi intervenendo lo scorso 30 giugno a "Idee per il dopo" su Sky Tg24. L'AD ha spiegato come l'intenzione sia quella di ridurre le emissioni in linea con l'obiettivo di temperatura (climatica) della Cop21: "Per noi ci sarà un'accelerazione del Piano di transizione energetica, un piano di trasformazione che coinvolge tutti i nostri asset, dalle raffinerie, delle quali due le abbiamo già trasformate in bioraffinerie, alla chimica". L'accelerazione è necessaria "anche perché dobbiamo allontanarci dalle fluttuazioni di un mercato altamente volatile, e non a causa del Covid, che ha solo enfatizzato una volatilità che durava da anni": dal 2014 il gruppo ha investito oltre 4 miliardi di euro in tecnologie proprietarie, alcune già realizzate, e "abbiamo tutte le possibilità e gli strumenti per compiere questa accelerazione". In questa prospettiva per Claudio Descalzi il tema delle disuguaglianze diventa fondamentale: "Una società che tende ad aumentare il livello di disuguaglianza non può innovare e applicare le nuove tecnologie. Quando ci sono problemi esistenziali le persone sono concentrate sul quotidiano, mentre noi abbiamo bisogno di essere concentrati sul futuro". Contro le disuguaglianze serve pragmatismo: "Pensare è importante, ma non va bene entrare in un labirinto di pensieri. Occorre mettere a terra quello che si pensa, per il bene delle persone, creando uguaglianza e non disuguaglianza. Non si può entrare in un contesto di dibattito e conflittualità continua, perché mentre ci sono i conflitti le disuguaglianze crescono, non diminuiscono. Bisogna occuparsi delle persone, della società e delle aziende con generosità, interesse e pragmatismo".

Claudio Descalzi: la pandemia ha accentuato la trasformazione di alcuni sistemi e non solo nei Paesi in via di sviluppo

"Il Coronavirus ha enfatizzato la necessità di andare verso la transizione energetica in modo molto più accelerato rispetto ai piani originali di Eni e dell'industria dell'oil&gas in generale": nello speciale di Sky Tg24 Claudio Descalzi parla anche dell'emergenza e di come il gruppo stia affrontando questo periodo "difficile e complesso". "Siamo ben allenati" osserva l'AD: "Tutta la parte operativa ha continuato a lavorare, per mantenere in sicurezza gli impianti e garantire la continuità delle attività. Veniamo da decenni di pandemie in diversi Paesi asiatici e africani e abbiamo sviluppato un sistema di procedure definito, un sistema di formazione del personale operativo e un'organizzazione di rotazione del personale, e negli ultimi sei anni abbiamo creato anche un controllo centralizzato delle attività attraverso la digitalizzazione di tutte le componenti meccaniche e tecniche dei nostri impianti". Non avendo colpito tutti i Paesi nello stesso momento, Eni si è trovato ad operare "in una situazione molto variegata che ci tiene sotto pressione per mantenere le persone e gli impianti in massima sicurezza": uno scenario che "richiede attenzione costante e le nostre persone sono addestrate per questo". Claudio Descalzi ha fatto notare inoltre come il Coronavirus abbia accentuato la trasformazione futura di alcuni sistemi: "Molti Paesi produttori di oil&gas vivono di risorse energetiche e già da sei anni erano sotto pressione, prima di cadere nella situazione attuale. La struttura industriale in questi Paesi dovrà assolutamente cambiare, vi dovrà essere una diversificazione. Una diversificazione che per molti di questi Paesi significa autosufficienza in settori come l'alimentare, l'agricolo, il farmaceutico o la stessa energia. Le politiche industriali di diversificazione, dal punto di vista delle tecnologie, della comunicazione, dei rapporti tra centri di ricerca e università, portano una necessaria globalizzazione".

Fabrizio Palermo: CDP Venture Capital, al via il piano “Dall’Italia per innovare l’Italia”

Fabrizio Palermo: il Fondo Nazionale Innovazione è “un altro tassello del piano industriale di Cassa Depositi e Prestiti, che ha previsto per l’innovazione oltre 20 miliardi di euro di investimenti nel triennio 2019-2021”.

Cassa Depositi e Prestiti lancia il Fondo Nazionale innovazione per contribuire allo sviluppo del Paese, l'AD e DG Fabrizio Palermo: "Entro il 2022 investiamo un miliardo di euro in oltre 1.000 startup".
Fabrizio Palermo, AD Cassa Depositi e Prestiti

Fabrizio Palermo: CDP Venture Capital, operativo il Piano Industriale 2020-2022 "Dall'Italia per innovare l'Italia"

Mille startup finanziate e 800 milioni d'investimento entro il 2022. È l'obiettivo del Fondo Nazionale Innovazione (Fni), strumento nato "per sostenere lo sviluppo del Venture Capital in Italia". Lo ha sottolineato l'Amministratore Delegato e Direttore Generale di Cassa Depositi e Prestiti Fabrizio Palermo che lo scorso 23 giugno ha presentato il piano industriale del fondo, approvato dal Consiglio d'Amministrazione di Cdp Venture Capital (70% Cdp Equity, 30% Invitalia Venture Capital), la SGR che lo gestisce. Nel corso dell'evento sono intervenuti anche Francesca Bria ed Enrico Resmini, rispettivamente Presidente e Amministratore Delegato di Cdp Venture Capital. "E' una iniziativa fortemente voluta da CDP che vede la luce grazie alla collaborazione del Ministero dello Sviluppo Economico, Ministero dell'Economia e di Invitalia" ha ricordato l'AD Fabrizio Palermo evidenziando inoltre come si tratti di "un altro tassello del piano industriale di Cassa Depositi e Prestiti, che ha previsto per l'innovazione oltre 20 miliardi di euro di investimenti nel triennio 2019-2021".

CDP per l'innovazione e lo sviluppo del Paese: la soddisfazione dell'AD e DG Fabrizio Palermo

"In Italia il settore del Venture Capital è poco sviluppato e anche in questo caso CDP intende dare il proprio contributo, come già molte altre volte nel corso dei suoi 170 anni di storia, per lo sviluppo dell'Italia" ha ribadito l'AD Fabrizio Palermo parlando del piano 2020-2022 del Fondo Nazionale Innovazione, denominato "Dall'Italia per innovare l'Italia". Come ha spiegato l'AD, si punta infatti a "favorire la crescita strutturale dell'ecosistema del Venture Capital, in particolare al Centro Sud, che sconta un gap significativo rispetto agli altri Paesi europei, ma che può tuttavia costituire una leva importante per il rilancio del nostro Paese, in termini di crescita del Pil e sostegno all'occupazione". Cdp Venture Capital ha quindi davanti a sé molte sfide: dovrà "investire in modo rapido ed efficace le risorse, in totale 1 miliardo di euro; far crescere il mercato con la nascita di nuovi gestori; fare sistema con aziende, università e attori istituzionali, grazie al network del gruppo CDP ed estendere il supporto a tutte le fasi del ciclo di vita delle startup". Un impegno che come indicato dall'AD Fabrizio Palermo porterà CDP entro il 2022 a "investire in oltre 1.000 startup, sviluppare più di 15 acceleratori di nuova generazione, formare più di 20 nuovi team di gestori".

Open Fiber e Sky Italia, i frutti della collaborazione: la soddisfazione dell’AD Elisabetta Ripa

Open Fiber, l'AD Elisabetta Ripa commenta l'accordo con Sky Italia: nuovi servizi ed applicazioni nelle case degli italiani grazie all'unione tra contenuti di alta qualità e la rete integralmente in fibra ottica.
Elisabetta Ripa

Open Fiber, l'AD Elisabetta Ripa: nell'accordo con Sky Italia l'efficacia della strategia e del nostro ruolo nelle TLC

"Un grande riconoscimento dell'efficace strategia industriale che Open Fiber sta perseguendo e del suo ruolo sempre più rilevante nel panorama nazionale e internazionale delle telecomunicazioni": è l'Amministratore Delegato Elisabetta Ripa a evidenziare con queste parole il valore della partnership con Sky Italia. L'accordo sottoscritto dalle due società "aprirà la strada a nuovi servizi ed applicazioni nelle case degli italiani" ha auspicato l'AD richiamando l'unione "tra i contenuti di altissima qualità di Sky e la rete integralmente in fibra ottica di Open Fiber". Elisabetta Ripa ha sottolineato inoltre come l'ingresso di un nuovo attore nel mercato delle telecomunicazioni confermi "i vantaggi che il modello wholesale only di Open Fiber offre, garantendo parità di accesso alla rete a tutti gli operatori interessati".

Elisabetta Ripa: Open Fiber sostiene il Paese nella ripresa, il nostro modello è garanzia di occupazione e investimenti

"Stiamo collaborando molto bene insieme, e sono sicura che l'esperienza che sta lanciando sarà un successo" ha spiegato Elisabetta Ripa nel commentare l'annuncio del CEO di Sky Maximo Ibarra sulla nuova offerta a banda ultralarga nata in sinergia con Open Fiber. L'AD ha quindi fatto notare come l'Italia abbia bisogno "da almeno venti anni" di una rete di telecomunicazione ad alta capacità e velocità "in grado di sostenere le future evoluzioni tecnologiche e l'incremento del traffico dati generato da una società e un'economia sempre più digitali, a vantaggio di cittadini, imprese ma anche della competitività del sistema paese". In questa fase di rilancio per l'Italia "il nostro modello aperto è garanzia di occupazione diffusa, investimenti nelle infrastrutture del domani e innovazione nei servizi, a tutto vantaggio dei consumatori finali" ha spiegato infine Elisabetta Ripa.

Anna La Rosa: la carriera della giornalista e manager, fondatrice di La Rosa & Partners

Anna La Rosa è un noto volto RAI. La giornalista televisiva ha avviato recentemente La Rosa & Partners, specializzata in comunicazione strategica.

La carriera di Anna La Rosa spazia dal giornalismo televisivo alla comunicazione fino all'impegno come docente e in ambito pedagogico.
Anna La Rosa

Anna La Rosa: La Rosa & Partners e gli interessi pedagogici

Anna La Rosa ha recentemente avviato La Rosa & Partners, società specializzata nella comunicazione strategica che offre servizi negli ambiti Media & Communication, Healthcare, Ingegneria Reputazionale, Corporate Social Responsibility, Digital Strategy, Content Production, Marketing e Comunicazione Politica, Monitoraggio Parlamentare e Istituzionale, Marketing & Communication Intelligence. Accanto a questa attività, Anna La Rosa prosegue nel suo impegno nell'ambito pedagogico e delle scienze umane. Si è spesso dedicata all'insegnamento e al sostegno di studenti in condizioni di disagio, fondando un asilo nido integrato a Milano e ispirato al metodo Montessori. Ha inoltre avviato e diretto a Quarto Oggiaro una scuola materna/asilo nido per bambini disagiati e portatori di handicap. In qualità di pedagogista, collabora tutt'oggi come volontaria con ONLUS e comunità per minori, nonché con l'Istituto di psicopatologia di Roma.

Anna La Rosa: l'attività come giornalista e conduttrice televisiva

Anna La Rosa è ideatrice e conduttrice di programmi TV, nonché professore associato di Comunicazione Scientifica e Biomedica presso l'Università La Sapienza (Facoltà di Medicina e Chirurgia). È inoltre docente di Giornalismo Televisivo presso l'Università Luiss Guido Carli. Dopo aver iniziato la carriera giornalistica in Adnkronos, Anna La Rosa entra in Rai nei primi anni '90, all'interno della redazione politica del Tg2. Diventa caporedattore nel 1995. Durante la sua esperienza in RAI, ha realizzato diversi programmi innovativi tra cui "Tvzone - Raccolta Differenziata", "Stazione Centrale", "Mio Capitano", "Napoli Capitale", "Uomini", "Storie" e "Go Cart", con un format interattivo per bambini. "TeleCamere", rotocalco d'informazione politica, parlamentare ed economica, è andato in onda per vent'anni ininterrottamente. Nel 1997 nasce anche "Telecamere Salute". La giornalista è nominata Vicedirettore di Rai Notte nel 1998, mentre nel 2002 è Direttore di "Tribune e Servizi Parlamentari". È inoltre autrice del programma d'informazione di prima serata "Alice, il paese delle meraviglie".

Movidea: iter formativo e professionale di Nicola Volpi, CEO e Socio Fondatore

Nicola Volpi, il curriculum del CEO di Movidea: prima di fondare la società di investimento insieme a Emilio Petrone, ha ricoperto incarichi di primo livello in aziende leader nel settore del Private Equity in Italia e all’estero.

CEO e Socio fondatore di Movidea, Nicola Volpi ha maturato un'esperienza ultratrentennale nel settore del Private Equity gestendo operazioni di rilievo internazionale.
Nicola Volpi

Nicola Volpi: le esperienze formative e la crescita professionale

Laureato in Business Administration presso l'Università Commerciale Luigi Bocconi di Milano, Nicola Volpi ha conseguito inoltre una specializzazione in Finanza presso la SDA Bocconi. La prima esperienza professionale è in Sefimeta S.p.A. (Gruppo Montedison), dove lavora come analista. Successivamente passa in Sanpaolo Finance, Investment Bank del gruppo San Paolo (oggi Banca Intesa), nel ruolo di Responsabile della divisione di Leverage Finance: è lui a organizzare a partire dal 1987 il finanziamento dei primi Buy Out realizzati in Italia. Nel 1995 il suo percorso professionale incrocia Schroder Ventures Italy, una delle prime realtà in Italia a occuparsi di Private Equity: ne diventa partner nel 1997. Nel 1999 Nicola Volpi insieme ad altri soci dà vita a Permira, realtà specializzata in Private Equity che si afferma rapidamente tra i grandi operatori nel mondo con fondi gestiti per oltre 40 miliardi di euro.

Nicola Volpi: il presente in Movidea, società di investimento

Nicola Volpi cresce professionalmente in Permira Associati S.p.A., diventandone nel 2005 Chief Executive Officer: in seguito entra nell'Executive Committee che guida Permira nel mondo. Ferretti Yachts, Marazzi, Valentino, Sisal, TFL, Veneta Cucine sono solo alcune delle aziende al centro delle numerose operazioni di acquisizione e dismissione che Permira ha realizzato in Italia sotto la sua guida. Il 2014 segna l'ingresso nel Board di FC Internazionale S.p.A. Oggi Nicola Volpi in qualità di CEO guida Movidea, fondata insieme a Emilio Petrone: la società di investimento opera nel settore dei beni e dei servizi di lusso in ambito italiano e internazionale offrendo la propria collaborazione a realtà che hanno importanti progetti di crescita attraverso l'immissione di capitali e di know-how strategico, finanziario ed economico. Opera inoltre nel Consiglio di Amministrazione di Pagani Automobili S.p.A., di cui è diventato azionista nel 2013. Nel tempo libero pratica ciclismo, sci, heliski: i viaggi, la musica e l'arte moderna sono alcune delle passioni che coltiva.

Enel: il percorso professionale di Claudio Machetti

Claudio Machetti è un esperto di finanza aziendale: dal 2000 è in Enel, dove oggi ricopre il ruolo di Amministratore Unico di Global Trading S.p.A. e Responsabile della Global Trading Business Line.
Claudio Machetti

La formazione e i primi incarichi professionali di Claudio Machetti

Il percorso formativo di Claudio Machetti ha inizio presso il Liceo Classico "Tito Lucrezio Caro" di Roma, sua città natale, dove frequenta anche l'Università "La Sapienza": si iscrive alla Facoltà di Scienze Statistiche e si laurea nel 1982. L'anno successivo è a Milano, dove si trasferisce per lavorare come impiegato alla filiale locale del Banco di Roma. Nel 1984 è di nuovo nella Capitale: il Banco lo vuole nella Direzione Centrale. Qui si occupa di analizzare la situazione finanziaria di grosse realtà industriali del Paese. Si concentra poi su attività di Equity. Continua la sua collaborazione con il Banco: diventa prima funzionario dell'Ufficio Analisi della Direzione Finanziaria, con diverse IPO gestite per numerose società quotate in borsa, fino alla nomina nel 1990 come Responsabile del Nucleo Analisti Finanziari. È l'ultimo incarico di Claudio Machetti prima di approdare a FS e successivamente al Gruppo Enel.

Claudio Machetti: dalle Ferrovie dello Stato agli incarichi recenti

La crescita professionale di Claudio Machetti arriva a un punto di svolta nel 1992: Il Gruppo Ferrovie dello Stato lo assume come Dirigente Responsabile dell'Unità Mercati Finanziari. Quattro anni dopo arriva la nomina a Direttore della Finanza Operativa: partecipa alla creazione di Fercredit, società di servizi finanziari per la quale è anche Amministratore Delegato. Sono gli anni 2000 e il manager è in piena ascesa quando Enel lo sceglie come Responsabile dell'Area Finanza. Anche qui è protagonista di due nuove realtà aziendali, la prima di factoring captive, Enelfactor, mentre la seconda, Enel Insurance, attiva nel settore delle assicurazioni. La scalata inizia nel 2005, quando diventa Direttore Finanziario del Gruppo ricoprendo anche incarichi a latere nei CdA di aziende consociate, tra cui Wind e Terna. In quegli anni è anche Presidente di Fondenel e Fopen. Nel 2009 è alla Direzione Risk Management, cinque anni dopo dirige la Global Trading Business Line del Gruppo, con la responsabilità della gestione della programmazione degli impianti di produzione e dei mercati all'ingrosso di gas ed energia elettrica a livello internazionale. Sempre in relazione al suo incarico, Claudio Machetti è anche Amministratore Unico di Enel Global Trading.

Il mondo dopo il Coronavirus: il “Corriere della Sera” intervista l’AD di Eni Claudio Descalzi

Il valore della sostenibilità come chiave per la ripresa: l'AD di Eni Claudio Descalzi ne parla al "Corriere della Sera" analizzando l'impatto dell'emergenza Coronavirus sul Gruppo.
Claudio Descalzi, AD Eni

Coronavirus, Eni nel post-emergenza: il "Corriere della Sera" intervista l'AD Claudio Descalzi

"Senza flessibilità crisi drammatiche come il Covid-19 non potrebbero essere superate": Eni lo sa bene, come sottolinea l'Amministratore Delegato Claudio Descalzi in un'intervista al "Corriere della Sera". "Gli ultimi dieci anni non sono stati facili ma siamo stati capaci di reagire. Ci paiono lontane e persino semplici la doppia crisi del 2008 e del 2010 e le recessioni conseguenti. Uscirne non sarà semplice, ma nulla lo è stato ultimamente" spiega l'AD ripercorrendo le settimane più critiche dell'emergenza: "Il numero di morti dovuti al Covid-19, la violenza con la quale la pandemia si è abbattuta sulle comunità è stata tale da togliere il respiro. Nonostante questo mi sento di dire che abbiamo in noi come cittadini, come imprese, come Paese la forza necessaria per superare questo momento. Anche perché mai come oggi abbiamo Europa e Italia convinti che questa crisi non vada sprecata". Il Covid-19, evidenzia inoltre l'AD di Eni, ci ha insegnato quanto i piccoli gesti di ognuno siano importanti: "E in Italia ci siamo comportati decisamente bene, dai medici alle autorità, dai cittadini alle imprese. In una grande azienda tutto è fatto di piccoli comportamenti ma tutto deve essere programmato". Reagire per Claudio Descalzi significa non lasciare indietro nessuno, cogliendo le opportunità che i momenti difficili possono offrire. Non serve accontentarsi di soluzioni che, per quanto paghino nell'immediato, non aprono a prospettive a lungo termine. Il cambiamento piuttosto va accompagnato, incentivandolo. E che Eni ne sia capace lo dice anche il percorso verso la sostenibilità intrapreso da tempo: "È una transizione iniziata nel 2014 e che in queste settimane ci porterà a essere una compagnia unica nel panorama mondiale".

Claudio Descalzi al "Corriere della Sera": ripartire dalla sostenibilità e dalle persone, la formula Eni

"Il prezzo in vite umane che stiamo pagando è elevatissimo. E a loro dobbiamo anche il fatto di dover spingere la ripresa. Evitare la crisi economica e sociale" sottolinea Claudio Descalzi nell'intervista. I segnali sono incoraggianti: "Pensavamo che il risveglio dell'economia arrivasse a fine giugno, già adesso vediamo una confortante ripresa. Il prezzo del petrolio attorno ai 40 dollari al barile è un indicatore". Un livello che però fa seguito ai minimi da 19 dollari: "Non sbagliavamo quando nel 2014 decidemmo di cambiare strategia puntando ad attutire il più possibile gli effetti della volatilità, del su e giù dei prezzi. Perché l'energia per un Paese come il nostro ma anche per l'Europa è al cuore dell'economia". Intuizioni che nel tempo si sono rivelate vincenti, così come la scelta di puntare sulla sostenibilità: Eni è l'unico "ad aver avviato una trasformazione così radicale. E possiamo farlo perché abbiamo iniziato nel 2014 quando nel discorso di Natale ai dipendenti lanciai la prima onda di cambiamento sulle tematiche verdi che è significato 4 miliardi di investimenti negli ultimi sei anni". Oggi la sostenibilità aiuterà la ripresa: Claudio Descalzi ne è certo. E il Gruppo è pronto ad affrontare le nuove sfide che l'emergenza gli pone davanti accelerando su transizione energetica e decarbonizzazione, anche grazie alla creazione di due nuove divisioni: "La prima, natural resources, si occuperà di rendere sempre più sostenibile il portafoglio di gas e petrolio, dell'efficienza energetica e delle tecnologie per la cattura e rimozione della C02. La seconda: energy evolution, che sarà quella più vicina ai clienti, la rete che si occuperà di trasformazione e vendita di prodotti sempre più bio, blu e green. Prodotti per un mercato europeo e mondiale ma anche destinati a rendere l'Italia sempre più autonoma e indipendente dall'estero". E i dipendenti, anche in questo nuovo riassetto, continueranno ad essere al centro: "Sono le competenze, i saperi, le conoscenze attuali e da creare, in poche parole le persone che fanno l'Eni. Sono loro che hanno reso possibile il cambiamento. E noi non vogliamo rinunciarci".

Libri, film, documentari: Alessandro Benetton e il valore dello studio

Fondatore di 21 Invest e protagonista di una video rubrica su Youtube, nel suo ultimo contributo Alessandro Benetton si sofferma sull'importanza dello studio e sui vantaggi che ne derivano.
Alessandro Benetton

Il "problema" dello studio: il pensiero di Alessandro Benetton

La maggior parte delle persone associa lo studio al percorso scolastico e universitario, spesso ricordato per le ore sacrificate sui libri. Una percezione "leopardiana" che però bisogna mettere da parte: "Il problema più grande - dice Alessandro Benetton - è che appena noi sentiamo questa parola, 'studiare', ci si forma subito in testa l'immagine di noi annoiati, controvoglia, ingobbiti: cresciamo abituati a pensare che lo studio sia un obbligo noioso che qualcuno ci impone e forse fino a un certo punto della vita è anche giusto che sia così, ma poi bisogna cambiare mentalità". Nell'ultimo video pubblicato sul portale del "Corriere della Sera", il fondatore di 21 Invest mette subito in chiaro che anche guardare film, documentari o partecipare a diversi eventi e confrontarsi con le persone sono attività che rientrano nel percorso di aggiornamento continuo che ogni imprenditore dovrebbe attuare. Attività che devono essere guidate dalla passione e dalla curiosità, in modo da percepire il valore aggiunto che ne scaturisce: "Studiare per un imprenditore non può essere un obbligo - afferma Alessandro Benetton - ma deve piuttosto essere l'arma più importante del proprio arsenale: attenzione, non parlo solo di studiare materie legate a doppio filo con il business".

Alessandro Benetton: i 3 motivi per continuare a studiare

Nel nuovo episodio della sua rubrica Youtube, Alessandro Benetton dimostra l'importanza dello studio servendosi di 3 motivazioni principali, che provengono dalla sua esperienza diretta nel mondo del business. In primis, per un imprenditore è fondamentale riuscire a cambiare agilmente prospettiva: "Continuare ad imparare nuove cose ci permette di ampliare il ventaglio di soluzioni per risolvere un problema. Pensiamo al Cubo di Rubik: l'unico sistema per risolvere il rompicapo è girarlo continuamente tra le mani modificando il proprio punto di vista: lo studio è l'elemento che nella vita di tutti i giorni ci permette di girare e rigirare il Cubo". Ma conoscere cose nuove e diverse permette anche di rimanere saldamente con i piedi per terra: "Il rischio più importante per un imprenditore, quando ha successo, è quello di montarsi la testa, pensare di aver imparato tutto quello che c'è da sapere: lo studio è la migliore medicina contro la superbia, perché ci ricorda che possiamo sempre migliorare e che davanti a noi abbiamo ancora molta strada da fare". In un'epoca dove i cambiamenti e le trasformazioni hanno raggiunto velocità estremamente elevate, inoltre, cercare di restare aggiornati è l'unico modo per non essere travolti. È così che Alessandro Benetton introduce la terza e ultima motivazione, concettualmente più semplice e tuttavia forse la più rilevante: "Può sembrare una cosa ovvia, ma spesso le cose che diamo per scontate sono le prime che dimentichiamo".

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