Fabrizio Palermo, Cdp avvia il supporto al Progetto Italia di Salini Impregilo

Fabrizio Palermo è un dirigente italiano con esperienze in realtà come Morgan Stanley e McKinsey & Company: dal 2018 è Amministratore Delegato e Direttore Generale di Cassa Depositi e Prestiti.
Fabrizio Palermo

Fabrizio Palermo: "Benefici anche per le PMI"

Il settore delle infrastrutture in Italia vale circa l'8% del Pil: una filiera che dà lavoro a migliaia di persone e che rappresenta un'eccellenza nazionale. Per questo, Fabrizio Palermo ha espresso soddisfazione per la prosecuzione del Progetto Italia. L'iniziativa è partita di fatto con l'ingresso di CDP nel capitale di Salini Impregilo, con l'obiettivo di creare un campione nazionale - che ha preso il nome di WeBuild - pronto ad unire tutti i maggiori operatori italiani del settore e di competere a livello globale. Pochi giorni fa la notizia dell'approvazione del concordato da parte dei creditori di Astaldi, multinazionale italiana delle costruzioni: Salini Impregilo potrà quindi fare il suo ingresso nel capitale e nel rilancio della società. Anche Cdp ha preso parte al progetto per "dare solidità e una prospettiva di lungo termine". L'AD sostiene che questa operazione, specie in un periodo di crisi come quello attuale, potrà essere uno dei perni sui quali far ripartire l'economia del Paese. Secondo Fabrizio Palermo WeBuild, oltre a rafforzare la competitività internazionale, porterà dei benefici anche a quelle PMI che per le loro caratteristiche difficilmente possono confrontarsi con le grosse realtà estere.

I ruoli in Fincantieri e l'ascesa in Cdp: gli incarichi di Fabrizio Palermo

Prima del suo arrivo in Cassa Depositi e Prestiti, Fabrizio Palermo è stato protagonista della trasformazione di Fincantieri. Dopo aver ricoperto i ruoli di Direttore Business Development e in seguito di Chief Financial Officer, come Vicedirettore Generale ha preso parte all'acquisizione di Manitowoc Marine Group: grazie al successo dell'operazione, il Gruppo italiano ha fatto il suo ingresso anche nel mercato statunitense. Nel 2014 inizia la collaborazione con Cdp come Direttore Finanziario: dopo 4 anni arriva la nomina come Amministratore Delegato, alla quale si aggiunge dopo pochi mesi quella di Direttore Generale. Sotto la sua guida, il Gruppo ha effettuato numerose operazioni di rilievo, come la messa in campo di circa 200 miliardi per il Piano Industriale 2019-2021 e la conclusione di diversi accordi di cooperazione internazionale, ad esempio quello con Unicredit che ha permesso l'internazionalizzazione delle aziende italiane presenti in Cina. Uno degli ultimi sforzi della gestione di Fabrizio Palermo è stato appunto la partecipazione al Progetto Italia. Ma il manager ha puntato anche sulle risorse umane di Cdp: il Gruppo ha infatti ottenuto la certificazione "Top Employers Italia" sia per il 2019 che per il 2020.

Nel 2023 la fibra ottica in tutte le regioni: l’AD di Open Fiber Elisabetta Ripa a “La Stampa”

L'emergenza Coronavirus ha fatto emergere l'inadeguatezza della vecchia rete caricata da nuovi picchi di domanda. Open Fiber al lavoro per accelerare quanto più possibile i lavori per la nuova infrastruttura in fibra ottica: l'intervista de "La Stampa" all'AD Elisabetta Ripa.
Elisabetta Ripa, AD Open Fiber

Emergenza Coronavirus, l'impegno di Open Fiber nell'intervista rilasciata dall'AD Elisabetta Ripa a "La Stampa"

Incrementi del 40-70% in "download" e fino al 300% in upload. È il peso del lockdown sul traffico dati: smart working, videoconferenze, lezioni online "ma la nostra infrastruttura sta rispondendo bene". Lo sottolinea Elisabetta Ripa, Amministratore Delegato di Open Fiber, in un'intervista a "La Stampa", pubblicata lo scorso 7 aprile. L'AD spiega come tutte le reti a banda ultra larga funzionino bene quando non c'è elevata contemporaneità. In situazioni emergenziali come quella che si è verificata in queste settimane che richiedono "contestualità di collegamenti", la fibra ottica che arriva fin dentro case e uffici, sul modello Ftth, è quella meglio posizionata: "Mentre altre sono al limite, la nostra è già dimensionata per incrementi di traffico significativi, ben al di sopra di quello attuale". L'emergenza dimostra quindi come sia necessario sostituire rapidamente le reti in rame per dotare il Paese dell'infrastruttura idonea. Non a caso Open Fiber si sta organizzando in vista della ripresa "per accelerare quanto più possibile", come rileva l'AD: "Stiamo proseguendo con le attività, anche se molti cantieri sono rallentati per evitare le inevitabili concentrazioni di operai e anche perché la filiera in parte è bloccata. Usiamo questo periodo per fare formazione e stiamo dando sostegno finanziario ai nostri fornitori". E sul post-emergenza, Elisabetta Ripa si dice certa che aumenterà la consapevolezza sul valore delle infrastrutture di TLC, anche in relazione all'importanza delle semplificazioni per realizzarle: "L'emergenza è un corso accelerato di digitalizzazione che contribuirà a una maggiore adozione di servizi evoluti. Dal lavoro alla scuola fino alla sanità".

Elisabetta Ripa a "La Stampa": la Road Map per portare la fibra ottica in tutte le regioni

Non solo l'emergenza Coronavirus nell'intervista a "La Stampa". L'AD di Open Fiber Elisabetta Ripa coglie l'occasione per fare il punto sull'avanzamento del Piano BUL: "Completeremo tutte le regioni entro il 2022, a eccezione di Piemonte, Lombardia e Veneto che saranno completate nel 2023". E ancora: "In due anni abbiamo collegato 8,5 milioni di case, siamo la terza rete in fibra in Europa dietro la spagnola Telefonica e la francese Orange. E siamo il primo operatore wholesale". Sulla percentuale dei collaudi rispetto al totale dei lavori, i servizi sono già disponibili per la collettività in oltre 250 comuni: "Stiamo accelerando la messa a disposizione di un'infrastruttura che, ricordiamolo, per funzionare deve essere completata. I singoli cluster territoriali sono come ponti: non se ne può aprire al traffico un pezzo, prima devono essere ultimati". L'AD di Open Fiber Elisabetta Ripa parla infine anche dell'ipotesi di una rete unica: "Per evitare duplicazioni c'è la strada delle collaborazioni e del co-investimento. L'operatore verticalmente integrato non è il nostro modello di riferimento e non è compatibile con la regolamentazione e gli orientamenti normativi vigenti. Quello che conta oggi è investire nelle infrastrutture digitali, anche per sostenere la ripresa e l'occupazione. Questo mi interessa: nel 2018 siamo partiti con 5 mila lavoratori, quest'anno abbiamo toccato picchi di 14.000".

Luigi Ferraris: prosegue l’impegno di Terna e Snam per la convergenza elettricità-gas

Focalizzata sull’innovazione e sullo sviluppo di convergenze tra elettricità e gas, Terna rinnova la collaborazione con Snam: la soddisfazione dell’AD e DG Luigi Ferraris.

L'AD e DG di Terna Luigi Ferraris sigla il rinnovo del Memorandum of Understanding con Snam: insieme le due realtà continueranno a sviluppare progetti legati alle possibili convergenze elettricità-gas, anche a supporto della transizione energetica.
Luigi Ferraris, AD Terna

Terna, la collaborazione con Snam prosegue: l'AD e DG Luigi Ferraris firma il rinnovo

Si estende la collaborazione tra Terna e Snam. L'Amministratore Delegato e Direttore Generale Luigi Ferraris ha sottoscritto lo scorso 15 aprile il rinnovo del Memorandum of Understanding insieme a Marco Alverà, AD di Snam: l'obiettivo è individuare, definire e realizzare iniziative comuni attraverso la condivisione dei rispettivi know how e best practice, oltre a potenziare ulteriormente il loro impegno come protagonisti della transizione energetica in atto. Tre in particolare le aree di interesse comune definite nell'accordo: progetti su centrali "duel fuel", cioè a doppia alimentazione, ricerca e sviluppo su iniziative connesse al cosiddetto "sector coupling" gas-elettricità (con particolare riferimento alle dinamiche di flessibilità e alla integrazione delle fonti energetiche rinnovabili) e sperimentazioni legate a soluzioni tecnologiche e innovative per la sostenibilità delle reti energetiche. Come ribadito in più occasioni dall'AD e DG Luigi Ferraris, la sostenibilità è una leva di crescita per Terna: accordi come questo che prevedono lo sviluppo di attività e progetti sul fronte dello sviluppo sostenibile lo confermano.

Luigi Ferraris: l'accordo di collaborazione Terna-Snam per rafforzare l'impegno sul fronte della sostenibilità

Nel commentare il rinnovo, l'AD e DG Luigi Ferraris ha sottolineato come l'accordo di collaborazione guardi in particolare all'innovazione e allo sviluppo di convergenze tra elettricità e gas, anche nell'ottica di "rafforzare l'impegno a supporto di una transizione energetica sostenibile". Terna intende quindi proseguire nel "proficuo percorso" intrapreso da tempo con Snam: la "condivisione delle migliori competenze" continuerà ad essere centrale per arrivare allo sviluppo di nuove soluzioni tecnologiche che, come ha evidenziato l'AD e DG di Terna Luigi Ferraris, serviranno in futuro per supportare "un sistema energetico sempre più articolato e complesso".

Enel: la carriera del manager Claudio Machetti

Claudio Machetti ricopre incarichi dirigenziali in Enel. È entrato nel Gruppo all’inizio del 2000 ed è un manager dalla consolidata esperienza professionale. 

Claudio Machetti inizia la sua carriera in Banco di Roma per poi passare a Ferrovie dello Stato. Nel 2000 entra in Enel: inizia così un'importante crescita professionale all'interno del Gruppo che lo porta a ricoprire le attuali posizioni dirigenziali.
Claudio Machetti

Claudio Machetti: le prime esperienze professionali

Claudio Machetti è Amministratore Unico di Enel Global Trading S.p.A. e Direttore della Global Trading Business Line del Gruppo. Originario di Roma, dopo aver conseguito la laurea in Scienze Statistiche presso l'Università La Sapienza, inizia la sua carriera in Banco di Roma. Impiegato nella filiale di Milano, passa in seguito alla Direzione Centrale nella Capitale in qualità di analista finanziario, occupandosi di analisi del merito di credito dei grandi gruppi industriali del Paese. Dopo essersi specializzato in equity, passa alla Direzione Finanziaria nell'Ufficio Analisi Finanziarie, per curare l'IPO di alcune società nella Borsa Italiana. Viene nominato Responsabile del Nucleo Analisti Finanziari nel 1990. Due anni più tardi, Claudio Machetti entra in Ferrovie dello Stato con l'incarico di Dirigente Responsabile dell'Unità Mercati Finanziari. In seguito, nel 1996, diventa Direttore della Finanza Operativa. Dopo aver collaborato alla costituzione di Fercredit, ne assume la carica di Amministratore Delegato.

Claudio Machetti: gli incarichi in Enel

Claudio Machetti entra in Enel nel 2000 con il ruolo di Responsabile dell'Area Finanza: è l'inizio di una crescita professionale di rilievo all'interno del Gruppo. Il manager collabora alla nascita di Enelfactor e assume da subito la carica di Amministratore Delegato. Nel 2000 costituisce anche Enel Insurance, di cui sarà Presidente fino al 2014. Già alla guida di Fondenel e Fopen, i fondi pensione per dirigenti e operai, impiegati e quadri, diventa nel 2005 Direttore Finanziario, a diretto riporto dell'Amministratore Delegato. Siede inoltre nel board di diverse consociate. Claudio Machetti passa alla guida della Direzione Risk Management nel 2009, occupandosi del controllo dei rischi aziendali attraverso la neonata divisione. Nel 2014 diventa Direttore della Global Trading Business Line del Gruppo, con il compito di gestire il sourcing di carbone, gas ed olio combustibile, programmare la produzione degli impianti elettrici, e governare la gestione i mercati all'ingrosso di gas ed energia elettrica in tutti i Paesi in cui Enel opera. Al contempo Amministratore Unico di Enel Global Trading.

Nicolò Zanon: dalla ricerca alla Corte Costituzionale

Esperto nel Diritto Comparato, Nicolò Zanon ha ricoperto diversi incarichi istituzionali e accademici: uno dei traguardi più importanti, la nomina a Giudice della Corte Costituzionale.

Nato a Torino nel 1961, Nicolò Zanon si laurea con lode presso la Facoltà di Giurisprudenza: da quel momento avvia la sua carriera, che lo porterà a ricoprire il ruolo di Giudice della Corte Costituzionale.
Nicolò Zanon

I primi incarichi professionali di Nicolò Zanon

Dopo aver conseguito un dottorato di ricerca in Diritto Comparato presso l'Università di Firenze, Nicolò Zanon ritorna nella sua città natale dove diventa Ricercatore di Diritto Costituzionale comparato presso la Facoltà di Scienze Politiche. In quegli anni amplia la sua esperienza nel mondo accademico: aggiunge inoltre al suo curriculum alcuni importanti viaggi-studio, in Francia e in Germania, rispettivamente presso il Groupe de Recherches et Études sur la Justice Constitutionnelle e l'Università di Bayreuth. Diventa, inoltre, assistente di studio del giudice Valerio Onida. Dal 1994 al 1997 ricopre diversi incarichi: professore a contratto di Istituzioni di diritto pubblico presso l'Università Bocconi di Milano, professore associato prima presso la Facoltà di Scienze politiche dell'Università di Padova poi presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Milano-Bicocca. Nel 2002 Nicolò Zanon diventa infine professore ordinario di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Milano.

Nicolò Zanon e gli incarichi istituzionali

Esperto riconosciuto di Diritto Pubblico e Costituzionale, Nicolò Zanon vanta numerosi incarichi in ambito istituzionale. Dal 1998 è infatti Componente del "Gruppo di lavoro per la Riforma dello Statuto" della Regione Lombardia, mentre per circa dieci anni è stato anche Membro del Comitato Legislativo della medesima Regione. Nel 2010 entra a far parte del Consiglio Superiore della Magistratura come Componente laico, oltre ad essere nominato componente della Commissione di esperti per la Revisione della Parte Seconda della Costituzione. Il 2014 è l'anno della consacrazione: l'ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano lo nomina infatti Giudice della Corte Costituzionale, mandato che ricopre tuttora. Nicolò Zanon è anche autore di una ampia produzione scientifica, dedicata soprattutto alla materia costituzionale e alla funzione ricoperta dalla Costituzione nel sistema italiano: nel 2017, per i servizi resi alla Repubblica, è stato insignito del Cavalierato di gran croce dell'Ordine, una delle onorificenze più prestigiose del Paese.

Coronavirus, Luigi Ferraris a “La Stampa”: Terna sostiene il Paese nell’emergenza

"La nostra ambizione è fare di Terna e dell'Italia l'hub energetico europeo del Mediterraneo": l'AD e DG Luigi Ferraris sottolinea a "La Stampa" l'impegno del Gruppo per garantire la continuità del servizio anche nelle settimane dell'emergenza Coronavirus e illustra investimenti e prospettive inclusi nel Piano 2020-2024.
Luigi Ferraris, AD Terna

Terna non si è trovata impreparata davanti all'emergenza Coronavirus: l'intervista all'AD e DG Luigi Ferraris

"Il nostro compito è garantire la sicurezza del sistema elettrico e la continuità del servizio. Ancor più oggi con l'emergenza sanitaria. Quindi la prima cosa che mi preme sottolineare è che la rete è al sicuro, la situazione sotto controllo": intervistato da "La Stampa", l'Amministratore Delegato e Direttore Generale di Terna Luigi Ferraris rassicura gli italiani sulla tenuta della rete elettrica in queste settimane di emergenza per il Paese. È stato riscontrato un calo dei consumi "più o meno del 20 per cento" per effetto delle tante attività che si sono fermate ma "l'importante è che gli impianti di generazione siano sempre pronti a erogare la potenza richiesta". Terna fin da subito si è attivata per non farsi trovare impreparata: "Abbiamo anche sfruttato le opportunità che offre lo smart working. Il 70 per cento dei nostri dipendenti, cioè 2.800 persone, lavora da casa. Il nostro sistema informatico ha registrato, senza intoppi, fino a 2.600 connessioni contemporaneamente". Sul territorio sono attive otto sale di controllo che monitorano la situazione, tenendo conto anche delle interconnessioni con l'estero. Terna ne gestisce 26 "e vanno tutte tenute d'occhio per intervenire tempestivamente nel caso di calo o interruzione dei flussi". Luigi Ferraris ricorda inoltre che, nell'impossibilità di essere coordinate da remoto, i professionisti del Gruppo operano in queste centrali seguendo "tutte le prescrizioni previste, dal diradamento delle postazioni di lavoro, alla continua sanificazione dei locali".

Terna, l'AD e DG Luigi Ferraris: il valore del Piano 2020-2024 per il Paese

"Abbiamo un business regolato e oggi viviamo un fermo delle attività produttive che non dovrebbe durare a lungo. Allo stato attuale il nostro piano strategico non dovrebbe risentirne" conferma inoltre l'AD e DG di Terna Luigi Ferraris nell'intervista a "La Stampa", ripresa anche dal "Secolo XIX". Lanciata lo scorso 10 marzo, la Strategy 2020-2024 prevede investimenti per 7,3 miliardi di euro: "Visto che per noi è importante la realizzazione delle opere, non appena cesserà l'emergenza sanitaria potremo contribuire in maniera significativa alla crescita del Pil. È stato calcolato che 1 miliardo investito da Terna genera in un anno circa 15 mila posti di lavoro fra diretti e indiretti". Per Terna è il Piano più elevato della sua storia. Sullo sfondo una sfida enorme, accelerare la transizione energetica: "Dobbiamo realizzare una ulteriore quota di energia proveniente da fonti rinnovabili: eolico, solare, idroelettrico. Il 2025 è una tappa intermedia. Va realizzata nuova capacità di stoccaggio per le rinnovabili, implementando il 'capacity market', ossia la disponibilità di una capacità termoelettrica a gas che assicuri la continuità del flusso elettrico quando cala la produzione da fonti rinnovabili, per meglio gestire le situazioni di picco". Sono necessarie quindi azioni coordinate "e ben venga una cabina di regia per i progetti chiave" evidenzia infine l'AD e DG Lugi Ferraris: "Siamo al centro delle interconnessioni con Nord Europa, Nord Africa e Balcani. La nostra ambizione è fare di Terna e dell'Italia l'hub energetico europeo del Mediterraneo".

Cdp, Fabrizio Palermo: “10 miliardi per affrontare l’emergenza Coronavirus”

Guidata da Fabrizio Palermo, Cassa Depositi e Prestiti ha attivato diverse misure per fronteggiare l’emergenza Coronavirus: l’obiettivo del Gruppo è quello di contenere gli effetti economici su imprese e Pubbliche Amministrazioni.

Finanziamenti agevolati, supporto all'export, dilazioni di pagamento: grazie alle iniziative straordinarie di Cdp, annunciate in queste settimane dall'Amministratore Delegato Fabrizio Palermo, il Gruppo conferma la sua attività di supporto all'economia italiana colpita dal Coronavirus.
Fabrizio Palermo, amministratore delegato Cdp

Cdp e imprese: il Gruppo guidato da Fabrizio Palermo lavora ad una misura da 10 miliardi

La pandemia Covid-19 sta causando gravi ripercussioni sull'economia mondiale: lo scenario peggiore, secondo gli esperti, vede una crescita globale pari a 0. L'Italia, uno dei Paesi più colpiti dall'emergenza, è a rischio recessione. Cassa Depositi e Prestiti, guidata da Fabrizio Palermo, si è attivata fin da subito con una serie di provvedimenti per contrastare gli effetti negativi che stanno interessando le aziende del Paese. Una delle misure più corpose consiste in un "Plafond Mid-Large Corporate" al quale potranno accedere grandi e medie imprese: 10 miliardi di euro per garantire liquidità attraverso nuovi finanziamenti, con la copertura in controgaranzia da parte dello Stato. Il servizio, disponibile nelle prossime settimane, si va ad aggiungere agli interventi già operativi, come il Plafond per l'accesso al credito che ha messo a disposizione delle banche italiane una provvista di 3 miliardi di euro per i finanziamenti alle PMI e alle Mid-cap. Al momento tutte le sedi e le strutture del Gruppo rimangono attive e a disposizione dei clienti, grazie soprattutto agli strumenti digitali che permettono ai dipendenti di lavorare normalmente anche nei territori più colpiti dalle restrizioni attuali.

Fabrizio Palermo: il sostegno di Cdp agli Enti Locali

L'emergenza Coronavirus non ha intaccato il lavoro di Cassa Depositi e Prestiti dedicato alle Pubbliche Amministrazioni: il Gruppo guidato da Fabrizio Palermo infatti ha dichiarato di poter garantire la continuità dei suoi servizi, dalla richiesta di finanziamenti fino alla consulenza nella gestione di progetti e appalti. Ma non solo: grazie infatti alle misure della controllata Sace Simest e al decreto Cura Italia, le Regioni hanno la possibilità di chiedere ulteriori crediti e liquidità per coprire le spese del sistema sanitario locale. Attraverso le garanzie e le coperture assicurative di Sace Simest, gli Enti Locali potranno acquistare dispositivi di protezione individuale e strumenti diagnostici, indispensabili per affrontare l'emergenza sanitaria, viste anche le estreme difficoltà a reperirli sia sul mercato nazionale che internazionale. Inoltre, ai comuni indicati nell'allegato A del DPCM del 23 febbraio 2020, il Gruppo guidato da Fabrizio Palermo ha dato la possibilità di differire i pagamenti delle rate in scadenza quest'anno: dal 2021 potranno essere corrisposti in un periodo di 10 anni.

Luigi Ferraris: i record del Piano 2020-2024 di Terna

L'impegno di Terna nel Piano 2020-2024: oltre 7 miliardi di investimenti per una rete elettrica capace di supportare un sistema più sostenibile e complesso, come spiega l'AD e DG Luigi Ferraris.
Luigi Ferraris, AD Terna

Terna, la presentazione del Piano 2020-2024 a cura dell'AD e DG Luigi Ferraris

Terna continua ad accompagnare la transizione energetica e dispone ulteriori investimenti per rendere la rete elettrica in grado di gestire un sistema sempre più complesso e articolato. È l'Amministratore Delegato e Direttore Generale Luigi Ferraris a tracciare la direzione in cui il Gruppo andrà nel quinquennio 2020-2024. Il Piano, lanciato lo scorso 10 marzo, è il più alto nella storia: investimenti "abilitanti per poter supportare una transizione che prevede un aumento significativo dei punti di generazione del sistema paese e un aumento della complessità". Un impegno da 7,3 miliardi di euro "in linea con il Green New Deal e con la strategia nazionale per la decarbonizzazione e che si concretizza in ricadute importanti per lo sviluppo del territorio e nella generazione di ulteriore valore per i nostri azionisti". Di questi, 900 milioni sono investiti in digitalizzazione e innovazione, a riprova di quanto sostenuto dall'AD e DG Luigi Ferraris: il ruolo fondamentale rivestito dalle nuove tecnologie digitali nel promuovere la transizione energetica e la decarbonizzazione. Permettono infatti di raccogliere informazioni e trasferire grandi flussi di dati, di immagazzinarli e analizzarli. In questo modo si potrà intervenire tempestivamente sulla rete e prevenire eventuali rischi, come prevede anche il progetto avviato recentemente da Terna in Veneto.

Luigi Ferraris, i pilastri del Piano Terna 2020-2024: persone, territori, sostenibilità e digitalizzazione

Il Piano 2020-2024 di Terna continua a puntare su persone, innovazione tecnologica, digitalizzazione, sostenibilità e progettazione partecipata. Sono questi "i nostri fattori abilitanti", come li ha definiti l'AD e DG Luigi Ferraris, che ha sottolineato come il Gruppo continui a puntare anche su iniziative finalizzate a sensibilizzare sull'importanza della sostenibilità ambientale e a soddisfare le esigenze di sviluppo del territorio. Non solo: "Continueremo a investire sulle nostre persone e in particolar modo accelereremo nelle attività di formazione, accelereremo nelle attività di insourcing e di competenze strategiche". Sempre sul fronte dell'attenzione al territorio, il Piano prevede "un significativo aumento degli investimenti in cavi interrati e sottomarini". Terna sta realizzando "una profonda trasformazione, ponendosi al centro della transizione energetica in atto come acceleratore chiave della stessa" ha aggiunto l'AD e DG Luigi Ferraris, evidenziando come l'ultimo triennio sia stato caratterizzato "da una trasformazione epocale del settore energetico in Italia, in Europa e nel mondo, verso la completa decarbonizzazione e il pieno utilizzo delle fonti rinnovabili". E da qui si riparte con un nuovo Piano record, a beneficio dell'intero Paese.

Valerio Camerano: il 2019 di A2A, i risultati migliori di sempre

I migliori risultati di sempre quelli registrati nel 2019 da A2A: il Gruppo guidato dall'AD Valerio Camerano ottiene riconoscimenti di rilevanza internazionale anche per l'impegno sul fronte della sostenibilità e della decarbonizzazione.
Valerio Camerano, AD A2a

Valerio Camerano: l'approvazione dell'esercizio 2019 di A2A, focus sui risultati

Utile netto in crescita del 13% rispetto all'anno precedente, il migliore risultato nella storia di A2A. Ricavi a quota 7,3 miliardi di euro, a +13% sul 2018. E la proposta di un dividendo a 0,0775 euro per azione, in aumento del 10,7% rispetto all'esercizio precedente. Il Consiglio di Amministrazione di A2A ha approvato lo scorso 19 marzo il bilancio 2019, il migliore da quando la società è nata. "Abbiamo chiuso il 2019 con risultati solidi, superiori alle nostre attese" ha sottolineato in merito l'AD Valerio Camerano . Nell'esercizio si rileva anche una forte crescita degli investimenti: 627 milioni di euro per un incremento rispetto al 2018 del 25%. Il CdA ha inoltre aggiornato al 2024 il piano industriale: per il quinquennio sono previsti investimenti cumulati per 4,5 miliardi, di cui 600 milioni sulle rinnovabili, un mol che salirà di 424 milioni a 1,63 miliardi, un indebitamento finanziario netto in calo a 2,3 volte l'ebitda, nonostante una crescita dei dividendi che porterà la cedola ad 8 centesimi nel 2020 per poi aumentare di almeno il 5% all'anno. Pur trovandosi in questi giorni a fronteggiare gli effetti dell'emergenza sanitaria e, come ricordato da Valerio Camerano, un calo dei consumi energetici del 15% in Italia e del 25% al Nord, A2A si è spesa fin da subito per sostenere Milano, Brescia e Bergamo definendo una serie di interventi straordinari e stanziando contributi economici a favore delle realtà impegnate in prima linea nell'emergenza. Ha avviato la produzione di valvole per le mascherine di emergenza e attivato strumenti di protezione economica, di copertura assicurativa e di solidarietà per i dipendenti del Gruppo in caso di contagio da Covid-19.

Valerio Camerano: A2A prima in Italia ad ottenere la validazione del target delle emissioni da parte di SBTi

"Più rinnovabili, più clienti, più economia circolare": è il futuro di A2A, così come lo ha disegnato l'AD Valerio Camerano riassumendo l'impegno del Gruppo sul fronte della decarbonizzazione e della sostenibilità. Lo scorso 26 marzo il Gruppo ha annunciato l'intenzione di rendere ancor più ambiziosi i propri obiettivi di decarbonizzazione allineandosi con la traiettoria 2°C definita dalla COP21 (Accordo sul Clima di Parigi del 2015) nel prossimo decennio. Il percorso di decarbonizzazione di A2A prevede, al 2030, una riduzione del 46% delle emissioni dirette (Scope1) di gas effetto serra per chilowattora prodotto, rispetto al 2017 (emission factor al 2030 pari a 230 gCO2/kWh). L'obiettivo si basa sullo sviluppo di nuova capacità rinnovabile, pari almeno a 1,6 GW al 2030, sull'ottimizzazione degli impianti a gas a ciclo combinato e sulla dismissione e riconversione delle centrali convenzionali a carbone e olio combustibile. Negli impegni si annovera anche la riduzione del 100% delle emissioni Scope2 entro il 2024, ed una riduzione del 20% delle emissioni indirette Scope3 entro il 2030 collegate all'acquisto di combustibili per i propri impianti e alle vendite di gas ai clienti finali. L'importanza della sostenibilità per il Gruppo è stata evidenziata in più occasioni anche dall'AD Valerio Camerano: non a caso A2A è la prima multiutility in Italia ad aver ottenuto la validazione del target delle emissioni da parte di Science Based Targets initiative (SBTi), iniziativa nata dalla collaborazione tra il CDP (precedentemente Carbon Disclosure Project), il Global Compact delle Nazioni Unite (UNGC), il World Resources Institute (WRI) e il World Wide Fund for Nature (WWF) per verificare l'allineamento dei target di decarbonizzazione delle imprese con le indicazioni dell'Accordo di Parigi (COP21) e guidarle nella definizione di obiettivi ambiziosi di mitigazione del cambiamento climatico.

Emergenza Coronavirus: l’invito di Susanna Esposito nell’intervista al Corriere della Sera

Terapie più “aggressive” e un numero maggiore di tamponi sul modello di quanto fatto in Corea del Sud: le riflessioni di Susanna Esposito nell’intervista rilasciata al “Corriere della Sera”.

"Secondo alcuni studi l'eliminazione virale potrebbe durare un tempo mediano di 21 giorni: il 50% dei soggetti sarebbe contagioso oltre il limite dei quattordici giorni di quarantena": il "Corriere della Sera" intervista Susanna Esposito, presidente WAidid e ordinario di Pediatria all'Università di Parma.
Susanna Esposito

Corriere della Sera: emergenza Coronavirus, intervista a Susanna Esposito

"Laddove ci sia una diffusione epidemica, è essenziale che si esegua il tampone su tutti i soggetti con sintomi lievi e questo oggi nel nostro Paese non viene fatto": è l'invito di Susanna Esposito, presidente WAidid (Associazione mondiale malattie infettive e disordini immunologici) e professore ordinario di Pediatria presso l'Università di Parma. Nell'intervista rilasciata al "Corriere della Sera", la docente invita a riflettere sull'applicazione del modello sud coreano, che estende all'intera popolazione lo screening attraverso il tampone. "Attualmente a chi è febbrile e chiama i numeri di riferimento viene detto di tornare alle normali attività dopo sette giorni dalla risoluzione della sintomatologia" osserva in merito Susanna Esposito rilevando come alcuni studi sostengano che l'eliminazione virale possa durare un tempo mediano di 21 giorni. Dunque "il 50% dei soggetti sarebbe contagioso oltre il limite dei quattordici giorni di quarantena".

Susanna Esposito: i vantaggi di uno screening precoce

Gli asintomatici e i non ancora del tutto "guariti" sarebbero quindi la minaccia peggiore per il contenimento anche futuro della malattia. Susanna Esposito auspica quindi che lo screening venga esteso "a tutti quelli che hanno sintomi anche lievi, a tutti i contatti stretti dei casi positivi anche asintomatici, ai sanitari a contatto diretto con positivi anche se asintomatici: queste sono le priorità essenziali". Non bisogna inoltre dimenticare che ai positivi è necessario somministrare il secondo tampone dopo 14 giorni, per capire se siano davvero negativizzati. I controlli dovrebbero essere eseguiti o a domicilio o con il metodo "drive-through" (si arriva da soli in auto al presidio e il test viene effettuato attraverso il finestrino). La mascherina è sempre utile nel caso si debba uscire, per proteggere gli altri dal contagio. Secondo gli esperti asiatici la diagnosi precoce e l'inizio della terapia sono fondamentali. "Molti paesi sono più aggressivi di noi: anche le terapie a base di cocktail di antivirali sono più efficaci, quando prescritte subito" ha sottolineato Susanna Esposito nell'intervista al "Corriere della Sera": "Facendo emergere più positivi all'esordio della malattia avremmo anche questo vantaggio, soprattutto in presenza di fattori di rischio".

Coronavirus, Pompeo Pontone: “Pil mondiale a crescita zero (o negativa) secondo lo scenario peggiore”

Sono numerosi gli scenari che ogni giorno si prospettano per l'economia del globo, in un contesto attuale che ancora non permette previsioni affidabili. Secondo Pompeo Pontone, analista finanziario, molto dipenderà da ciò che succederà nel sud-est asiatico.

L'analisi di Bloomberg Economics: il commento di Pompeo Pontone

A causa dell'avanzamento della pandemia da Coronavirus, l'economia inizia a registrare i primi drastici effetti di uno dei fenomeni più nefasti dalla Seconda Guerra Mondiale. Tutti i governi hanno già messo in atto misure straordinarie per contenere quella che si prospetta come una delle crisi più importanti della storia. Pompeo Pontone, specialista in diversi ambiti del settore finanziario, condivide l'analisi contenuta in uno degli ultimi studi di Bloomberg Economics: gli effetti negativi sull'economia mondiale potrebbero superare i 3 trilioni di dollari. Secondo l'esperto, sono diversi gli indicatori che fanno presagire uno scenario tanto grave. Più di tutti, il rendimento dei treasuries a 10 anni, che nelle scorse settimane è crollato fin sotto lo 0,40%: un record per i titoli di Stato del governo federale degli Stati Uniti che vengono scambiati come se fossero opzioni prossime alla scadenza. Tuttavia, oltre a motivazioni di carattere tecnico che hanno recentemente condizionato il mercato del debito USA e della "reserve currency" mondiale quale il dollaro americano, in un contesto così fluido, non ci sono certezze. Forse solo una: per Pompeo Pontone, in linea con la maggioranza degli esperti, il futuro dell'economia globale è strettamente legato a quello cinese.

Pompeo Pontone: "La ripresa dipenderà dalla Cina"

La Repubblica Popolare cinese, prima ad essere colpita da Covid-19, è anche il Paese ad aver attuato per primo provvedimenti indispensabili al contenimento: tuttavia, tali misure hanno causato un vero e proprio blocco del sistema produttivo: "Le vendite di automobili sono crollate dell'80% e il traffico passeggeri è sceso dell'85% rispetto ai livelli medi". E la Cina è un attore economico indispensabile per tutto il sistema. Da un lato rappresenta infatti un enorme mercato per le esportazioni degli altri Paesi, dall'altro una fonte di approvvigionamento imprescindibile. Gli scenari futuri prospettati da Bloomberg Economics sono diversi. Se la "fabbrica del mondo" riesce a riprendersi nel secondo trimestre, ciò comporterebbe un impatto relativamente contenuto sulle restanti economie: Nela caso di shock limitato per USA, India, UK, Canada e Brasile e un forte shock per Italia, Francia, Germania, Corea del Sud e Giappone, si può stimare una crescita del Pil globale di soli 1,2 punti percentuali. Se invece, e questo secondo Pompeo Pontone è lo scenario peggiore, la maggior parte dei paesi dovesse affrontare simultaneamente uno shock grave dal lato domanda e offerta, allora la crescita per il 2020 sarebbe marcatamente negativa, con uno scenario ben peggiore rispetto a quello prospettato dall'analisi di Bloomberg Economics.

Disruption digitale, Vittorio Massone: “Le aziende ‘tradizionali’ devono adeguarsi in fretta”

Con il proliferare di innovazioni tecnologiche, il mondo imprenditoriale deve venire a patti con un cambiamento radicale del concetto di business model: Vittorio Massone analizza il concetto di disruption digitale partendo dai fenomeni alla base del nuovo paradigma.
Vittorio Massone

Vittorio Massone: "Ecco perché si parla di disruption digitale"

Il termine "disruption" è ormai uno dei più utilizzati nel settore business: significa "rottura", ma non nel senso comune che esprime un qualcosa di negativo. Anzi, la parola indica quel cambiamento radicale che porta a una visione del tutto diversa di quei paradigmi che fino a quel momento risultavano in qualche modo fissi. Vittorio Massone, Vice Presidente del CdA di Alkemy, affronta in un articolo pubblicato su "Lettera43" la cosiddetta "disruption digitale". Secondo il consulente, esperto in materia, sono 4 i fenomeni che hanno portato a rivedere completamente i business model di oggi: iperconnettività, machine learning, aumento esponenziale dei dati e l'incremento della potenza di calcolo delle piattaforme informatiche. Con il proliferare delle nuove conoscenze digitali, le imprese sono di fronte ad una vera e propria rivoluzione: "Le aziende tradizionali per continuare ad essere competitive - spiega Vittorio Massone - dovranno imparare molto rapidamente a gestire questo connubio tra tecnologia e innovazione".

Vittorio Massone e la "rottura" dei business model

Ma quali sono gli elementi di business che più di altri subiscono un impatto decisivo da questo cambio di paradigma? Nel suo articolo Vittorio Massone parla in primis della personalizzazione dei clienti e il social marketing ne è un esempio evidente: grazie ai target, ormai è possibile un approccio mirato esclusivamente a quelli che vengono riconosciuti come potenziali acquirenti, riducendo enormemente i costi pubblicitari. Nello stesso ambito la potenzialità delle communities digitali: con un investimento minimo e una gestione accurata dei contenuti diffusi, anche il brand meno noto può ottenere diversi vantaggi, sia nella fidelizzazione del cliente ma soprattutto grazie alla condivisione con la sua cerchia di conoscenze. Infine, secondo Vittorio Massone, un altro ambito profondamente influenzato è quello delle decisioni aziendali: sfruttando data e machine learning, le aziende hanno l'opportunità di cambiare in maniera rapida le strategie messe in campo, soprattutto se la struttura organizzativa è snella e fluida.

Enel, iniziative per fronteggiare l’emergenza Coronavirus: intervista all’AD Francesco Starace

La risposta di Enel all'emergenza Coronavirus: l'AD Francesco Starace annuncia al "Corriere della Sera" lo stanziamento di una prima ondata di 23 milioni di aiuti per sostenere sistema sanitario e Protezione civile.
Francesco Starace, AD Enel

Enel risponde all'emergenza Coronavirus: il "Corriere della Sera" intervista l'AD Francesco Starace

"Subito dopo quella della salute dei nostri dipendenti, questa è stata la prima preoccupazione": è Francesco Starace, nell'intervista pubblicata dal "Corriere della Sera" lo scorso 22 marzo, a tranquillizzare gli italiani. Nessun rischio: l'energia elettrica continuerà ad essere fornita regolarmente. "Ci siamo mossi subito, quando è stata creata la prima zona rossa, pensando a che cosa fare se fosse diventato un problema nazionale. Abbiamo mappato le possibili criticità soprattutto dal punto di vista delle sale di controllo. Ce ne sono più di venti che gestiscono i principali nodi della rete, le abbiamo testate e abbiamo verificato che siano interscambiabili". In caso di quarantena si può quindi intervenire da un'altra Regione, come spiega l'AD di Enel. "Lo stesso abbiamo fatto per le sale controllo delle centrali. Abbiamo una ridondanza incrociata, il che ci fa stare tranquilli" precisa Francesco Starace aggiungendo inoltre come sia stata stabilita "una priorità delle attività, facendo passare davanti tutte quelle che hanno a che vedere con la continuità del servizio e in secondo piano le altre". In quest'ottica, ad esempio, è stato fermato il ricambio dei contatori digitali "non vitale in questo momento". E sul calo della domanda di energia: "C'è un tema di riduzione, è vero. Le fabbriche più grandi si fermano e la domanda elettrica scende, ma c'è anche un incremento di quella domestica. Se l'emergenza dura un paio di mesi non è un problema, se fosse di più valuteremo".

Enel conferma investimenti e dividendi, l'AD Francesco Starace: "Siamo solidi"

L'emergenza Coronavirus impone doverosamente un cambio radicale delle abitudini. Organizzare il lavoro, gestirlo in modalità "smart" per un Gruppo di 70mila persone come Enel non è così immediato: "Siamo comunque partiti da una base di 2.800 persone che già lo praticavano da anni un giorno alla settimana. Ma anche qui, con la prima zona rossa abbiamo costituito una task force italiana con la quale abbiamo definito che cosa fare nel breve e nel medio periodo". In 4-5 giorni "siamo passati da 5 a 15 mila persone, e tra questi ci sono anch'io" sottolinea Francesco Starace, spiegando come non ci siano state disfunzioni nonostante l'esplosione del traffico dati e un volume di connessioni dalle otto alle dieci volte maggiore rispetto al solito: "Abbiamo aggiunto anche altre 12 mila persone all'estero tra Spagna, Grecia, Romania, Russia e Stati Uniti, e nel fine settimana sarà coinvolta l'America Latina e quella Centrale, alla fine avremo più di 35 mila lavoratori, il 52-53% del totale". L'AD sottolinea anche come Enel abbia già intrapreso iniziative per supportare quanti in questi giorni si stiano impegnando in prima linea nel fronteggiare l'emergenza. Sistema sanitario e Protezione civile su tutti: "Abbiamo stanziato una prima ondata di 23 milioni di aiuti per potenziare i posti letto di concerto con le Regioni e anche per i materiali come mascherine e protezioni". Nonostante lo scenario complesso, il Gruppo, diversamente da altre grandi aziende, ha comunque deciso di confermare sia investimenti che dividendi. "Per noi sono strettamente legati" risponde Francesco Starace: "Siamo flessibili e non facciamo investimenti al di là di un orizzonte di due-tre anni. Con la cassa generata da quelli realizzati in questo orizzonte temporale siamo in grado di prevedere la distribuzione dei dividendi. Le due cose vanno a braccetto. E poi siamo solidi: abbiamo una liquidità importante, flussi di cassa robusti e una struttura del debito conservativa".

Gruppo Enel, il Direttore della Global Trading Business Line Claudio Machetti

Attualmente Amministratore Unico di Enel Global Trading S.p.A. e Direttore della Global Trading Business Line del Gruppo Enel, Claudio Machetti è responsabile a livello globale delle attività di sourcing di carbone, gas e olio combustibile, della programmazione della produzione degli impianti, e della gestione dell'operatività sui mercati all'ingrosso di gas ed energia elettrica.
Claudio Machetti

Claudio Machetti, le esperienze nel settore finanziario e industriale

Claudio Machetti (Roma, 1958) è laureato in Scienze Statistiche presso l'Università "La Sapienza". Avvia la sua carriera professionale nel 1983 lavorando nel Banco di Roma, inizialmente presso la sede di Milano, per poi diventare Analista Finanziario nella Direzione della Capitale, dove si occupa delle analisi del merito di credito delle maggiori società del settore industriale italiano. Dopo essersi specializzato in equity, entra nell'Ufficio Analisi Finanziarie del Banco di Roma nel ruolo di funzionario. La sua esperienza nel Banco di Roma prosegue con la nomina a Responsabile del Nucleo Analisti Finanziari, avvenuta nel 1990: due anni dopo Claudio Machetti fa il proprio ingresso in Ferrovie dello Stato per ricopre l'incarico di Dirigente Responsabile dell'Unità Mercati Finanziari. Nominato, in seguito, Direttore della Finanza Operativa, nello stesso periodo si occupa della creazione di Fercredit, società di servizi finanziari del Gruppo Ferrovie dello Stato, di cui assume anche la carica di Amministratore Delegato.

La carriera di Claudio Machetti ai vertici di Enel

Successivamente all'esperienza in FS, la carriera di Claudio Machetti prosegue con ruoli apicali all'interno del Gruppo Enel: nel 2000 viene nominato Responsabile dell'Area Finanza e, al contempo, collabora alla nascita di Enelfactor, società di factoring per le attività del Gruppo, di cui ricopre da subito il ruolo di Amministratore Delegato. Nello stesso anno si occupa della fondazione della realtà assicurativa Enel Insurance, di cui è Presidente fino al 2014. In seguito Presidente di Fondenel, fondo pensione dei dirigenti del Gruppo, e Fopen, fondo pensione di operai, impiegati e quadri di Enel, dal 2005 è Direttore Finanziario a diretto riporto dell'Amministratore Delegato. Dopo quattro anni è ai vertici della Direzione di Risk Management, divisione dedicata al controllo dei rischi aziendali. La ristrutturazione del Gruppo, avvenuta nel 2014, ha portato alla nascita della Business Line Global Trading, di cui Claudio Machetti assume l'incarico di Direttore, con il compito di gestire l'approvvigionamento di carbone, gas naturale e combustibile, oltre che il governo dell'operatività dei mercati energetici all'ingrosso nei Paesi in cui Enel è presente, e della programmazione dell'attività degli impianti di produzione. Attualmente Claudio Machetti ricopre anche l'incarico di Amministratore Unico di Enel Global Trading, braccio operativo dell'omonima Business Line. Nel 2016 viene nominato nuovamente Presidente di Fondenel, e lo rimarrà fino al 2019.

Vita professionale e personale nell’intervista di Anna La Rosa, ospite di Vieni da me

Dall'infanzia passata a Gerace, in Calabria, fino alla lunga esperienza da autrice e conduttrice di programmi Rai: Anna La Rosa è stata ospite di Caterina Balivo all'interno del programma televisivo Vieni da me.
Anna La Rosa

I ricordi professionali di Anna La Rosa: i personaggi politici incontrati con Telecamere

Autrice di numerosi programmi di taglio innovativo, negli anni '90 Anna La Rosa ha ideato Telecamere, un rotocalco di informazione politica, parlamentare ed economica, focalizzato sulla vita istituzionale e sui protagonisti della scena politica in Italia. Da lei condotto in Rai per venti anni, Telecamere è stato il primo programma portato all'interno delle case dei politici, come ricordato dalla giornalista nel corso del sui intervento all'interno del talk show Vieni da me. Intervistata dalla conduttrice Caterina Balivo, la giornalista ha risposto ad alcune domande sulla sua vita privata e professionale, come quella su quale fosse la casa più bella mai vista, sulla quale Anna La Rosa non si è fatta trovare impreparata: "Berlusconi, a via dell'Anima. E poi Lamberto Dini: mi ha aperto la porta di casa, lui che era poco conosciuto, e si è rivelato un uomo affascinante. Hobby della fotografia, della cucina, dei viaggi: non sembrava uno arrivato dalla BCE". La giornalista e autrice televisiva ha poi parlato della sua amicizia con Mario Draghi, per il quale ha delineato un paragone con la Regina Elisabetta: "Sono entrambi competenti e coraggiosi. Draghi alla BCE avrebbe preso provvedimenti già da molti giorni, lui lo avrebbe fatto prima e poi ce lo avrebbe comunicato". Si tratta di un'amicizia di lungo corso, quella con l'ex Governatore della BCE, come raccontato dalla giornalista: "Noi ci conosciamo da tanti anni, ci siamo ritrovati anche a fare una vacanza insieme 25 anni fa, ma non dico dove, su un'isola al mare d'estate con i suoi figli e la moglie, donna fantastica".

Anna La Rosa: dall'infanzia in Calabria al ruolo del giornalismo

La sua intervista per il talk show Vieni da me è poi proseguita con alcuni ricordi legati alla vita personale, in particolare all'infanzia passata a Gerace: "Abitavo in Calabria, andavamo a cavallo delle capre e mi divertivo", ha raccontato Anna La Rosa, aggiungendo che, pur abitando nella Capitale, "quando arrivo alla sera penso a Gerace, alla mia Fiumana, alle ginestre". La giornalista e attuale Managing Director di yourNEXT ha condiviso poi altri episodi dell'infanzia e dell'adolescenza: "A scuola parlavo il calabrese e ho imparato l'arte del silenzio, ho capito a sette anni che era meglio tacere", ha detto alla Balivo, "in prima media ho capito l'importanza della parola, registrando la mia voce quando leggevo, e adesso sono molto attenta e anche da direttore coi miei giornalisti sono molto esigente. E inorridisco anche adesso quando sento qualcuno che dovrebbe fare della parola il suo mestiere". Giornalista professionista dal 1988, Anna La Rosa si è inoltre soffermata sulla tematica del giornalismo e sul ruolo del giornalista, in particolare in situazioni di emergenza, come quella attuale causata dal Coronavirus. "Fare il giornalista una volta era quasi sacrale", ha detto, sottolineando l'importanza dei ruoli nel mondo professionale: "Abbiamo visto giornalisti di cronaca e politica, anche bravi, parlare di Coronavirus: già i ricercatori e i medici fanno fatica a parlarne". Attuale Professore Associato di Comunicazione Scientifica e Biomedica presso l'Università La Sapienza, e da sempre attiva nel campo dell'informazione medico-scientifica, Anna La Rosa ha infine lanciato un messaggio sull'importanza delle regole in questo momento di crisi: "Salutatevi con un sorriso da lontano, anche con una persona di famiglia. Mi raccomando, state molto attenti e non andate per strada".

Riva Acciaio: da oltre 60 anni leader nel settore siderurgico

Quello siderurgico è uno dei settori dove il made in Italy la fa da padrone, con aziende che competono a livello europeo e internazionale: Riva Acciaio è un esempio di eccellenza, grazie alla specializzazione nei prodotti lunghi e negli acciai di alta qualità.
Riva Acciaio

Riva Acciaio: storia di un'eccellenza

Il comparto italiano dell'acciaio è caratterizzato da una lunga storia e da una forte tradizione: il made in Italy è infatti considerato un'eccellenza sia a livello europeo che internazionale. Riva Acciaio è una delle aziende che rispecchiano queste caratteristiche. Con una resilienza tipica dell'industria italiana, che comporta un adattamento costante alle esigenze del mercato, la società è considerata leader del settore, in particolar modo nella produzione di prodotti lunghi. È parte del Gruppo Riva, nato nei primi anni '50 da un'idea dei fratelli Emilio e Adriano, che hanno saputo sfruttare il cosiddetto "miracolo economico" del dopoguerra. Inoltre, grazie ad una costante attenzione alla ricerca e allo sviluppo, è stata la prima azienda in Italia ad adottare nei suoi impianti la colata continua curva, specializzandosi in seguito in diverse tipologie di lavorazioni, tra le quali spicca quella di cilindri per laminatoi a caldo e a freddo. Riva Acciaio conta circa 1000 dipendenti e possiede 5 stabilimenti in totale: Caronno Pertusella (VA), Lesegno (CN), Sellero, Malegno e Cerveno in Valle Camonica (BS).

Lesegno, l'impianto fiore all'occhiello di Riva Acciaio

Uno dei motivi per cui Riva Acciaio, con oltre 60 anni di attività, ha resistito alle sfide del mercato caratterizzato dalla concorrenza di colossi dalla enorme capacità produttiva, è la ricerca. Nello stabilimento di Lesegno, in provincia di Cuneo, il Centro di ricerca e sviluppo si dedica costantemente all'applicazione di tecniche innovative, sia per migliorare la qualità che estendere la produzione. Per raggiungere lo scopo, il laboratorio intrattiene fitti rapporti con diversi Istituti d'eccellenza, come il Politecnico di Milano e Torino, oltre alle Università di Genova, Pisa e Brescia: grazie a queste collaborazioni sono state eseguite diverse attività sperimentali e di ricerca, partecipando inoltre a progetti europei sull'innovazione siderurgica. Creato negli anni '90, il Centro tecnologico di Riva Acciaio è in possesso di strumentazioni all'avanguardia, come il simulatore termomeccanico "Gleeble 3800", l'unico modello attualmente presente in Italia, che consente di riprodurre in piccola scala l'intero ciclo di lavorazione dell'acciaio, con la possibilità di eseguire analisi e test di ogni genere.

Elisabetta Ripa: Open Fiber, collaborazione con Linkem per il 5G FWA

5G, Open Fiber e Linkem avviano la sperimentazione su FWA: la collaborazione secondo l'AD Elisabetta Ripa sarà "di reciproca soddisfazione e aprirà la strada a nuove opportunità per il nostro mercato".
Elisabetta Ripa

L'AD Elisabetta Ripa: 5G, Open Fiber affianca Linkem nella sperimentazione sulla tecnologia FWA

"La nostra rete in fibra è fondamentale per supportare lo sviluppo dei servizi FWA e 5G": è l'AD Elisabetta Ripa a sottolineare il ruolo di Open Fiber nell'accordo siglato di recente con Linkem. La collaborazione è finalizzata a realizzare il progetto di sperimentazione sulla tecnologia FWA (Fixed Wireless Access) nella banda di frequenze 3,5 GHz, di cui Linkem è assegnataria e che a livello internazionale è riconosciuta tra le bande pioniere per lo sviluppo del 5G. Le due realtà quindi effettueranno congiuntamente dei test sulla soluzione tecnologica FWA di Linkem anche in ottica 5G con lo scopo di poter garantire una connettività migliore, rispetto a soluzioni FWA tradizionali, in aree a bassa densità abitativa. La soluzione che sarà testata è 5G Ready e rispetta lo standard 3GPP, ossia è in grado di supportare pienamente e in continuità tutte le potenzialità del 5G già a partire dal 2021. Secondo quanto evidenziato da Elisabetta Ripa, la rete in fibra di Open Fiber si configura quindi in questa prospettiva come "asset fondamentale per l'abilitazione di tutte le applicazioni innovative, come la telemedicina, il telelavoro o la guida assistita, che possano aver bisogno di integrare anche la mobilità e la pervasività oltre alla larghezza di banda e alla bassa latenza".

Open Fiber, l'AD Elisabetta Ripa: la nostra rete in fibra fondamentale per supportare lo sviluppo dei servizi Fwa e 5G

Nel commentare l'accordo con Linkem, l'AD di Open Fiber Elisabetta Ripa spiega come l'innovazione tecnologica permetta di garantire un ampio ventaglio di servizi per i cittadini, le imprese e le istituzioni anche nei piccoli comuni e nelle aree più isolate del Paese: "Per usufruire dei suoi benefici è necessario colmare il digital divide grazie alla disponibilità di una rete in fibra ottica in grado di far raggiungere e superare all'utente finale, il Gigabit/s". Non a caso la sperimentazione sarà avviata proprio in zone isolate e a bassa densità di popolazione, dove Open Fiber sta portando la connettività ultraveloce nell'ambito dei tre bandi Infratel di cui è risultata aggiudicataria. "Siamo sicuri che la collaborazione con Linkem, operatore che si è distinto da sempre per la sua capacità di innovazione, sarà di reciproca soddisfazione e aprirà la strada a nuove opportunità per il nostro mercato" conclude in merito Elisabetta Ripa.

Nuovo contenitore dei moderati di centrodestra: Carlo Malinconico Presidente di “Progetto Italia”

È stato presentato a Roma “Progetto Italia”, la nuova forza politica che Carlo Malinconico ha voluto contribuire a costituire, per dare voce a tutte quelle istanze moderate e liberaldemocratiche provenienti dal centrodestra italiano,

Il 4 marzo a Roma si è svolta la prima assemblea nazionale di "Progetto Italia per la buona politica": il movimento che vede tra i suoi fondatori Carlo Malinconico, giurista che ha ricoperto diversi incarichi istituzionali, è la prima tappa verso una forza di centrodestra moderata e riformista che guidi l'Italia in un momento di crisi come quello attuale.
Carlo Malinconico

Progetto Italia, Carlo Malinconico: "Diamo priorità all'economia e alle imprese"

Mercoledì scorso, all'interno della sala conferenze del Dub House Hotel di Roma, è nato ufficialmente "Progetto Italia per la buona politica": Carlo Malinconico, nelle vesti di Presidente, ha infatti dato il via alla prima assemblea nazionale del nuovo movimento di centrodestra. "Serve una forza moderata per portare l'Italia fuori dalla stagnazione e dalla decrescita. Dobbiamo recuperare un ruolo soprattutto sullo scacchiere europeo: Francia e Germania lavorano a una conferenza sul futuro dell'Ue mentre noi siamo assenti a questi tavoli": durante il suo intervento, Malinconico ha delineato gli obiettivi della nuova forza politica che vuole, in primis, rafforzare il sistema imprenditoriale italiano, intervenendo anche sul ruolo sempre più marginale del Belpaese nel contesto politico ed economico internazionale. Progetto Italia è un contenitore che vuole attirare a sé quell'elettorato moderato, liberale e riformista che, in un momento di crisi di partiti come Forza Italia, non ha punti di riferimento nello scenario politico italiano. "Si tratta di un nuovo soggetto - ha dichiarato il coordinatore nazionale Massimo Baldini - che affronti i problemi con equilibrio, responsabilità, cultura politica e rispetto delle istituzioni. Oggi oltre il 40% dell'elettorato si rifugia nell'astensione: dobbiamo ricreare fiducia e un rapporto con le istituzioni". Tra le finalità del nuovo movimento di Carlo Malinconico quella di tornare infatti alla "Buona Politica": portare dunque nelle Istituzioni persone preparate, rispettose del ruolo e degli incarichi pubblici, ma soprattutto adeguate a rappresentare l'Italia nel resto del mondo.

Carlo Malinconico, il percorso professionale

Romano, Carlo Malinconico è un giurista già Sottosegretario di Stato del Governo Monti e, in precedenza, Segretario Generale del secondo Governo Prodi. Dopo la laurea in Giurisprudenza, conseguita presso l'Università "Statale" di Milano, diventa Avvocato dello Stato operando nei cosiddetti anni di piombo, per poi entrare nel 1985 a Palazzo Spada come Consigliere di Stato, risultando primo in graduatoria di uno dei concorsi pubblici più complessi. Nel 2002, conclusasi l'esperienza nel Consiglio, diventa docente della Scuola superiore dell'economia e delle finanze (SSEF), trasferendosi poi all'Università di Udine dove ottiene la cattedra di Giurisprudenza. Contemporaneamente fonda lo Studio Legale Malinconico, specializzato in diritto amministrativo. Nel 2005 torna nella sua città natale, dove insegna alla facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Roma - Tor Vergata. Negli ultimi anni si è dedicato pienamente all'attività forense, ottenendo vari riconoscimenti. Giurista esperto in diversi ambiti del diritto, Carlo Malinconico ha ricoperto, oltre ai due già citati, numerosi incarichi istituzionali di rilievo come ad esempio quello di capo dell'Ufficio Legislativo del Ministero del Tesoro, consigliere giuridico dell'Autorità della concorrenza e del mercato, direttore generale dell'Autorità dell'energia elettrica.

Finanza nei mesi del Covid-19: Alessandro Benetton auspica la chiusura delle Borse

Alessandro Benetton è attualmente alla guida di 21 Invest e Presidente della Fondazione Cortina 2021: a "La Stampa", l'imprenditore ha auspicato la chiusura delle Borse per almeno un mese, "il tempo necessario a superare l'ondata di piena del virus".
Alessandro Benetton

Alessandro Benetton: chiudere le Borse per evitare il contagio di Wall Street

Alessandro Benetton, fondatore e Presidente di 21 Invest, ha di recente rilasciato un'intervista a "La Stampa": l'imprenditore si è appellato alle istituzioni, auspicando la chiusura delle Borse per almeno un mese in concomitanza con il dilagare del Covid-19. "Penso che i governi nazionali europei e il London Stock Exchange dovrebbero di concerto sospendere le Borse. Forse basta un mese, il tempo necessario a superare l'ondata di piena del virus". Per evitare che si contagi anche Wall Street, bisogna "arrestare gli effetti più deleteri del virus anche in Borsa: tenerla aperta equivale a giocare al casinò". Alessandro Benetton ha puntato il dito sulle misure straordinarie della Bce e sulla politica monetaria espansionistica, tutte manovre che non sono sufficienti. "Siamo appena agli inizi di una inedita crisi finanziaria che può generare un terremoto economico. Nelle aziende, tutti stiamo facendo piani che sappiamo domani dovremo cambiare", ha dichiarato. "Mi auguro che la sospensione del patto di stabilità da parte dell'Ue sia l'inizio di una risposta forte dell'Europa, ma se non facciamo nulla e consentiamo il tracollo quotidiano ci troveremo in particolare le aziende italiane saccheggiate rilevate per valori risibili".

Le tappe fondamentali della carriera di Alessandro Benetton

Originario di Treviso, Alessandro Benetton studia negli Stati Uniti. Si laurea in Business Administration presso l'Università di Boston, per poi completare il Master in Business Administration presso la Harvard Business School. La prima esperienza lavorativa è a Londra, in Goldman Sachs International. La svolta imprenditoriale avviene nel 1992: a soli 28 anni l'imprenditore dà vita a 21 Investimenti S.p.A. (oggi 21 Invest). La società è tra le prime nel settore private equity in Italia e attualmente annovera oltre 90 investimenti completati e 1,6 miliardi di euro di capitali raccolti. Tra le operazioni da ricordare vi è anche quella relativa all'acquisizione di Forno d'Asolo, che in tre anni è arrivata a quasi duplicare il suo fatturato. Dal 2017 Alessandro Benetton è alla guida di Fondazione Cortina 2021: in qualità di Presidente, si occupa dell'organizzazione dei Campionati Mondiali di Sci nella città veneta. Tra i numerosi riconoscimenti ricevuti durante la sua carriera, è Cavaliere del Lavoro dal 2010. Ha vinto il Premio EY Imprenditore dell'Anno nel 2011, il Premio Vittorio De Sica nel 2014 e il Premio America della Fondazione Italia USA nel 2016.

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