Gianni Lettieri: “Berlusconi? Un imprenditore geniale, aveva Napoli nel cuore”

“Un uomo che nel bene e nel male ha lasciato un segno indelebile nella storia del Paese”: Gianni Lettieri, Presidente di Atitech, ha raccontato a “Il Mattino” il suo ricordo del Cavaliere sottolineandone l’impegno per la città di Napoli.

Il Presidente di Atitech, Gianni Lettieri

Gianni Lettieri: “Di lui ricorderemo soprattutto le capacità imprenditoriali. Telemilano operazione geniale”

Grande stupore e dispiacere, di Silvio Berlusconi si ricorderanno soprattutto le indiscusse doti imprenditoriali per la straordinaria intuizione avuta nel ’76 con Telemilano”. Parla da imprenditore Gianni Lettieri, Presidente e Amministratore Delegato di Meridie nonché Presidente di Atitech, riconosciuta come una delle principali MRO a livello europeo. Intervistato dal quotidiano “Il Mattino”, ha voluto condividere il suo ricordo personale dell’ex Presidente del Consiglio. La creazione di Fininvest, che dal nulla divenne un vero e proprio colosso, è per il Patron di Atitech il risultato imprenditoriale che meglio riassume la lunga e proficua carriera del Cavaliere: “Partendo da una piccola televisione per la quale, non avendo la possibilità di trasmettere in tutta Italia, faceva registrare le cassette in un solo posto e poi le mandava in auto la mattina all'alba nelle altre città per mandarle in onda in contemporanea, da Milano a Torino, da Roma a Napoli. Un’operazione geniale e rivoluzionaria per quei tempi”, ha spiegato Gianni Lettieri.

Gianni Lettieri: “Fu colpito da Napoli e dalle sue potenzialità. Insieme abbiamo condiviso diversi progetti”

Se è vero che Berlusconi ha commesso tanti errori – dei quali ha pagato anche le conseguenze, sottolinea Gianni Lettieri – è vero anche che il fondatore di Fininvest è stato “un uomo che nel bene e nel male ha lasciato un segno nel nostro Paese”. E ha sempre avuto un particolare rapporto con la città di Napoli. Il Patron di Atitech ha conosciuto personalmente il Cavaliere nel 2008, in occasione di un’assemblea dell’Unione degli Industriali di Napoli tenutasi a Città della Scienza durante il suo mandato come Presidente. Berlusconi fu particolarmente colpito dalle potenzialità di Napoli emerse dalla relazione di Gianni Lettieri: “Fu allora che gli chiesi di fare qualcosa per aiutare la città da presidente del consiglio, lui mi disse che avrebbe fatto qualsiasi cosa. Proposi una legge speciale per Napoli. Non solo per avere soldi ma soprattutto per dare poteri commissariati per la gestione delle grandi aree da riconvertire da Bagnoli a Napoli Est e per la gestione dei rifiuti”. Dalla collaborazione tra Gianni Lettieri e Berlusconi nacque il decreto per bloccare le rate sulla restituzione dei finanziamenti delle imprese durante la crisi del 2008. E fu sempre il Patron di Atitech a proporgli un Premio per i napoletani eccellenti del mondo: “Il messaggio che volevamo lanciare era ‘a Napoli ci sono negatività, ma anche tante positività’. E a lui questo piaceva molto”.

Claudio Machetti: dalla laurea in Scienze Statistiche alla Direzione della Business Line di Enel

In oltre 40 anni di esperienza professionale, Claudio Machetti ha costruito una carriera di successo, partendo dal Banco di Roma fino a diventare una figura apicale presso il Gruppo Enel.

Claudio Machetti, Direttore della Global Energy and Commodity Management Business Line presso Enel

Claudio Machetti: dal Banco di Roma a Ferrovie dello Stato Italiane, la prima fase della carriera

Claudio Machetti è nato a Roma nel 1958 e ha avviato la sua carriera dopo aver conseguito la laurea in Scienze Statistiche nel 1982 presso l'Università La Sapienza, con una tesi incentrata sulla Teoria dei Giochi e delle Decisioni. La sua esperienza professionale ha avuto inizio presso il Banco di Roma in qualità di impiegato nella filiale di Milano e successivamente alla Direzione Centrale di Roma come analista finanziario. Qui ha gestito l’analisi del merito di credito dei grandi gruppi industriali italiani e nel 1990 è stato promosso a Vicedirettore Responsabile del Nucleo Analisti Finanziari. Dal 1992 al 2000, Claudio Machetti ha lavorato presso Ferrovie dello Stato Italiane, ricoprendo diversi ruoli di responsabilità. Inizialmente, è stato dirigente responsabile dell'Unità Mercati Finanziari e successivamente è stato nominato Direttore della Finanza Operativa. Ha contemporaneamente ricoperto anche il ruolo di Amministratore Delegato della società finanziaria Fercredit.

Claudio Machetti: le tappe del percorso professionale in Enel

Terminata l’esperienza presso Ferrovie dello Stato Italiane, nel 2000 Claudio Machetti è entrato a far parte di Enel, una delle principali società energetiche a livello internazionale: oggi è Direttore della Global Energy and Commodity Management Business Line (conosciuta precedentemente come Global Trading). Ha contribuito alla fondazione di Enelfactor ricoprendo il ruolo di Amministratore Delegato, nonché di Presidente di Enel Insurance. Inoltre, è stato Presidente di Fondenel e di Fopen e Direttore Finanziario del Gruppo Enel, contribuendo in modo significativo all’acquisizione di Endesa e gestendo la parte finanziaria dell’operazione. Tra il 2009 e il 2014, ha inoltre ricoperto il ruolo di Direttore della Divisione Risk Management. Claudio Machetti ha una conoscenza completa dell’inglese e una conoscenza di base del francese, del russo e dello spagnolo.

Made in Steel, il punto di vista di Giacomo Mareschi Danieli: “Tecnologia e sostenibilità oggi un must”

Anche il settore siderurgico è alle prese con transizione e domanda di sostenibilità. Sul tema è intervenuto Giacomo Mareschi Danieli, dal 2017 alla guida di Gruppo Danieli.

Giacomo Mareschi Danieli

Giacomo Mareschi Danieli: “2023 anno positivo per il settore. Cresce la domanda di acciaierie elettriche”

Il 2023 sarà un anno positivo per la filiera dell’acciaio e soprattutto per le realtà in grado di offrire soluzioni sostenibili e tecnologicamente all’avanguardia. Non ha dubbi Giacomo Mareschi Danieli: il settore rimarrà sul trend positivo avviato ormai da un biennio a questa parte, complice la fortissima richiesta sia di efficienza che di decarbonizzazione. Il CEO di Gruppo Danieli è stato intercettato dai microfoni di “Siderweb” in occasione della Made in Steel 2023 tenutasi lo scorso maggio negli spazi di Fieramilano a Rho. “I clienti chiedono sempre la stessa cosa – ha sottolineato il manager – soluzioni che gli garantiscano di poter essere sostenibili, finanziariamente, ecologicamente e socialmente. Una volta si chiamava efficienza, poi Industria 2.0-3.0-4.0, ora lo chiamiamo acciaio green. Ma il punto è sempre lo stesso, creare più valore utilizzando meno risorse”. La parola chiave è tecnologia, ha ribadito Giacomo Mareschi Danieli, che resta fondamentale per posizionarsi sui mercati e rispondere alle nuove esigenze della clientela. La spinta verso le acciaierie elettriche ne è un esempio: “Questo sostiene oltremodo aziende come la nostra, piene di tecnologia, ad essere ancora più di successo”.

Giacomo Mareschi Danieli: “Con decarbonizzazione UE torna mercato strategico. Danieli punta su digitale e AI”

La corsa alla decarbonizzazione e la domanda sempre più elevata di tecnologie avanzate stanno trasformando il settore. Nel primo caso rientra il mercato europeo, ha spiegato Giacomo Mareschi Danieli, che sotto la spinta della transizione ecologica “torna ad essere strategico”. Per Gruppo Danieli è ancora il mercato statunitense a detenere il primato, mentre cresce la domanda dalla Cina, che invece richiede sempre più tecnologia avanzata. E se il Sud America rimane stabile e l’Africa ancora da sviluppare, è l’India al momento il Paese con le migliori prospettive. Una cosa è certa: anche se oggi l’offerta low cost continua a dominare la maggioranza dei mercati, così non sarà nel prossimo futuro, dove a svettare saranno prodotti e servizi ad alta tecnologia. Forno digitale e AI quelli con il maggior potenziale, sui quali Gruppo Danieli ha già fatto grossi investimenti: “L’unione di tecnologia meccanica, elettrica e di intelligenza artificiale sarà quindi il punto chiave per le soluzioni in sviluppo che nel prossimo futuro saranno lo standard”, ha concluso Giacomo Mareschi Danieli.

Il nuovo volto del Gruppo FS tra sostenibilità economica, sociale e ambientale

Il 2022 si è rivelato un anno particolarmente positivo per Gruppo FS, che conferma solidità finanziaria e mostra un deciso miglioramento sotto il profilo ESG.

Gruppo FS

Gruppo FS: meno emissioni e più autoproduzione energetica, l’obiettivo è la neutralità carbonica al 2040

Complice anche la forte ripresa della domanda di mobilità nel post pandemia, con le Frecce che segnano un +106,5%, gli intercity +50,3% e i regionali +39,9%, Gruppo FS ha chiuso il 2022 con un bilancio in crescita: i ricavi hanno raggiunto quota 13,7 miliardi di euro, di cui 6,9 da servizi di trasporto, mentre l’utile, pari a 202 milioni di euro, segna un +5% rispetto al 2021. Ma a crescere non è solo la solidità finanziaria. Dal rapporto di sostenibilità approvato dal CdA emerge infatti anche un miglioramento sotto il profilo ESG. Sul fronte ambientale, Gruppo FS ha ridotto emissioni e consumo idrico, oltre ad inviare a recupero oltre il 95% dei rifiuti speciali. Con il lancio del Piano industriale al 2031, ha poi accelerato sull’autoproduzione di energia rinnovabile e punta a coprire almeno il 40% del fabbisogno. Già partito il primo bando di gara europeo da 130 milioni per realizzare venti impianti fotovoltaici negli spazi dismessi o inutilizzati. L’obiettivo dichiarato della svolta green è dimezzare le emissioni Scope 1 e Scope 2 entro il 2030 e raggiungere la neutralità carbonica entro il 2040.

Gruppo FS: cresce l’utilizzo della finanza green per ammodernare le infrastrutture

Tra i progetti implementati nel 2022 anche il “Sustainable Supply Chain Management”, che dal 2026 permetterà di valutare sulla base di criteri ESG, grazie ad una piattaforma digitale dedicata, tutti gli operatori economici e i fornitori delle società del Gruppo FS. Sempre lo scorso anno ha inoltre collocato due nuovi green bond: il primo da 200 milioni di euro destinato all’acquisto di convogli ad alta velocità per Trenitalia; scopo simile per il second bond da 1,1 miliardi di euro, che è andato a finanziare anche interventi sulla rete AV Torino-Milano-Napoli. Per quanto riguarda la realizzazione di nuove opere – tra cui la Napoli-Bari e l’installazione del sistema di segnalamento digitale europeo per la gestione del traffico ferroviario (ERTMS) – ha rispettato tutte le scadenze del PNRR e già affidato anche i lavori per un totale di 3,27 miliardi di euro. “Il Gruppo Fs ha gettato una base solida per portare a completamento gli ulteriori obiettivi legati al Piano nazionale di ripresa e resilienza e le altre opere strategiche per il Paese e per favorire lo sviluppo di una nuova mobilità integrata”, ha commentato l’Amministratore Delegato Luigi Ferraris.

“Energia in periferia”, Marco Patuano: il Banco dell’energia a fianco delle famiglie umbre

Il progetto “Energia in periferia” del Banco dell’energia mira a contrastare le disuguaglianze causate dalla povertà energetica che colpisce numerose famiglie italiane. Il commento del Presidente Marco Patuano.

Marco Patuano, Presidente del Consiglio di Amministrazione di A2A

Marco Patuano: l’importanza dell’accesso all’energia nel contesto attuale

Il Presidente del Banco dell’energia, Marco Patuano, ha inaugurato con soddisfazione un nuovo progetto di grande importanza per sostenere attivamente le famiglie umbre che affrontano quotidianamente le difficoltà legate all’accesso limitato all’energia. Durante la presentazione del progetto “Energia in periferia” a Gubbio, Marco Patuano, collegato via streaming, ha sottolineato che in questa fase storica, in cui il telelavoro e la didattica a distanza si sono ormai diffusi a macchia d’olio, l'assenza di energia non comporta solo il non poter fare una doccia calda, ma anche il non poter lavorare o garantire un’istruzione adeguata ai propri figli.

Marco Patuano: oltre 10.000 persone aiutate, il contributo del Banco dell’energia

"Con questa attività – ha spiegato Marco Patuanoentriamo in quei territori dove il fenomeno della povertà energetica negli ultimi anni è cresciuto esponenzialmente influendo sulla parità di condizione tra le famiglie italiane”. “Energia in periferia” fa parte di un progetto più ampio attraverso il quale il Banco dell’energia rafforza il suo impegno nel contrastare una situazione che genera forti disuguaglianze. Dal 2016, la Fondazione ha raccolto e donato oltre 7 milioni di euro, aiutando così più di 10.000 persone. È un ente filantropico “senza scopo di lucro che ha l'obiettivo di raccogliere fondi per sostenere, attraverso il meccanismo della solidarietà indiretta, persone e famiglie in situazione di vulnerabilità economica e sociale, ponendo particolare attenzione al tema della povertà energetica”, ha concluso Marco Patuano.

Luca Dal Fabbro: “Rinnovabili chance da non perdere, rigassificatori opere strategiche”

Puntare su rinnovabili e rigassificatori per rendere l’Italia resiliente dal punto di vista energetico: è l’appello lanciato da Luca Dal Fabbro, Presidente di Iren, durante l’Energy Summit 2023.

Luca Dal Fabbro

Luca Dal Fabbro: sulle rinnovabili è necessario uno sforzo condiviso tra Governo, istituzioni e aziende

Maggiore condivisione dei progetti e della pianificazione su tutto ciò che riguarda la transizione energetica tra istituzioni e aziende e un nuovo “Piano Mattei 2” dedicato alle rinnovabili, che per il Paese rappresentano un’occasione irripetibile. Non ha dubbi Luca Dal Fabbro: solo così l’Italia può diventare un “Paese resiliente dal punto di vista energetico e delle risorse”. Il Presidente di Iren lo ha dichiarato a “Il Giornale d’Italia” in occasione dell’EY Energy Summit 2023 tenutosi a Roma. “Abbiamo il sole, abbiamo il vento, abbiamo la geotermia, abbiamo l'idroelettrico – ha ricordato il manager – solo sulle rinnovabili possiamo installare 60.000 megawatt in più, sul biogas possiamo produrre altri 10 miliardi in metri cubi, abbiamo diversi gigawatt che possiamo produrre dal geotermico in Toscana, in Umbria, nel Lazio”. Le potenzialità ci sono, ma per renderle concrete Luca Dal Fabbro auspica una rinnovata collaborazione istituzionale e un nuovo ambizioso piano sullo sviluppo delle rinnovabili sulla falsariga del Piano Mattei lanciato dal Governo Meloni per ridurre la dipendenza dalla Russia.

Luca Dal Fabbro: gas indispensabile ancora per decenni, Gioia Tauro il più grande progetto italiano

Contemporaneamente agli sforzi messi in campo sulle rinnovabili, il Paese non deve dimenticare il ruolo del gas, una fonte che risulterà fondamentale ancora per diversi anni se non decenni, ha aggiunto Luca Dal Fabbro. Ed è in questa direzione che va il progetto di rigassificazione del porto di Gioia Tauro, uno dei più ambiziosi della penisola con i suoi 16 miliardi di metri cubi più uno di stoccaggio, che consentirebbe di aumentare la quantità di gas importata dal mare. Un’opera che rappresenta “una grande occasione di sviluppo” per la regione Calabria, grazie anche alla possibilità di installare una piastra del freddo destinata all’industria ittica e agroalimentare. Manifattura, produzione, lavorazione: “Gioia Tauro deve essere una priorità strategica delle istituzioni, ma direi di tutto il mercato energetico italiano”, ha concluso Luca Dal Fabbro.

Susan Carol Holland: Amplifon premia 50 punti vendita tra Europa e Stati Uniti

Il Superstudio Più di Milano ha fatto da sfondo all’edizione 2022 del Charles Holland Award, l’evento firmato Amplifon che premia i punti vendita che più si sono distinti per performance e aderenza ai valori aziendali. All’evento ha preso parte anche la Presidente Susan Carol Holland.

Susan Carol Holland

Susan Carol Holland: 50 i negozi premiati per l’edizione 2022

Lo scorso marzo si è tenuta a Milano la cerimonia di premiazione del Charles Holland Award di Amplifon, leader a livello mondiale nel settore retail dell’hearing care. Intitolato alla memoria del fondatore Charles Holland, l’evento si svolge ogni anno e premia i negozi che si sono distinti sia per performance che per l’aderenza ai valori dell’azienda, soprattutto in relazione alla qualità del servizio alle persone. Quest’anno la società presieduta da Susan Carol Holland ha premiato 50 negozi tra Europa e Stati Uniti: Spagna, Italia, Francia, Belgio, Germania, Israele, Olanda, Portogallo, Svizzera, Polonia, Regno Unito, Stati Uniti, Ungheria, Colombia e Canada. Per i negozi dell’area Asia Pacifico l’azienda ha programmato un’edizione dedicata in Australia.

Susan Carol Holland ed Enrico Vita alla cerimonia di premiazione

Alla cerimonia di premiazione, che è tornata in presenza dopo tre anni, hanno preso parte sia la Presidente Susan Carol Holland che l’Amministratore Delegato Enrico Vita. “I nostri audioprotesisti e il nostro personale di negozio sono di ispirazione per tutta l’azienda, in quanto svolgono un ruolo essenziale nell’assicurare che chi si rivolge a noi abbia la migliore esperienza possibile”, ha commentato il CEO, sottolineando inoltre che lo scorso anno Amplifon ha assistito circa 1 milione di persone in tutto il globo, ottenendo ricavi record da oltre 2,1 miliardi. La società, fondata nel 1950, vanta il titolo di principale azienda al mondo nei servizi e nelle soluzioni per l’hearing care. Conta oltre 9.300 centri dislocati in 25 Paesi e quasi 20mila tra dipendenti e collaboratori.

Tommaso Putin: “Una partnership che unisce cibo di qualità e sostenibilità”

Tommaso Putin: la nuova partnership con Dab Pumps. Serenissima Ristorazione offre una proposta alimentare che promuove la sostenibilità e la convivialità a tavola, con l'obiettivo di trasformare il momento del pranzo in azienda in un'occasione di socialità e benessere, in linea con la tradizione italiana.

Tommaso Putin, Vicepresidente di Serenissima Ristorazione

Tommaso Putin: Serenissima Ristorazione e Dab Pumps insieme per la sostenibilità

Serenissima Ristorazione, uno dei Gruppi leader nel settore della ristorazione collettiva e commerciale, si è affermata come un punto di riferimento per l'attenzione alla sostenibilità e al benessere aziendale. Grazie alle sue competenze produttive e organizzative, ha ottenuto la gestione del servizio di ristorazione aziendale di Dab Pumps, un'azienda leader nel settore delle tecnologie per l'acqua. Tale partnership è stata accolta con entusiasmo da entrambe le parti, in particolare da Tommaso Putin, Vicepresidente di Serenissima Ristorazione, che ha sottolineato l'importanza di condividere valori comuni, come la sostenibilità e la qualità del cibo. Con l'obiettivo di promuovere un nuovo concept basato sulla cucina sostenibile e il benessere dei collaboratori, Serenissima Ristorazione offre un'ampia proposta alimentare che valorizza i prodotti locali a basso impatto ambientale, seguendo i principi della dieta mediterranea e dedicando particolare attenzione alla stagionalità degli alimenti. Inoltre, grazie alla collaborazione con Dab Pumps, sono stati avviati progetti di riammodernamento dei ristoranti aziendali, con l'installazione di attrezzature a basso impatto energetico e l'utilizzo di mezzi di consegna elettrici per ridurre l'impatto ambientale. La partnership tra le due aziende rappresenta un esempio di successo di come la sostenibilità, l'attenzione sociale ed economica possano integrarsi efficacemente nel settore della ristorazione.

Tommaso Putin: Serenissima Ristorazione e Dab Pumps, una partnership sostenibile per il benessere aziendale

La partnership tra Serenissima Ristorazione e Dab Pumps va oltre la semplice gestione del servizio di ristorazione aziendale. Entrambe le aziende condividono una visione incentrata sul benessere delle persone e sulla promozione di comportamenti virtuosi. Tommaso Putin ha sottolineato l'importanza di trasformare il momento del pranzo in un'occasione di socialità, cultura e convivialità, seguendo la tradizione delle famiglie italiane. Tale approccio si riflette nella proposta alimentare offerta da Serenissima Ristorazione, che non solo si basa su principi di sostenibilità e qualità, ma include anche giornate a tema per sensibilizzare i dipendenti sull'importanza di ridurre gli sprechi alimentari. Inoltre, la collaborazione si estende alla sensibilizzazione e all'informazione dei dipendenti sulla corretta alimentazione e gli stili di vita sani, attraverso incontri virtuali condotti da esperti del settore. La scelta di materiali eco-friendly per l'imballaggio dei pasti e l'uso di prodotti certificati Ecolabel per la pulizia dimostrano l'impegno concreto di entrambe le aziende verso la sostenibilità ambientale. Grazie a questa partnership basata su valori condivisi, Serenissima Ristorazione e Dab Pumps dimostrano come sia possibile coniugare il successo aziendale con la responsabilità sociale e ambientale, contribuendo al benessere dei dipendenti e al rispetto dell'ambiente.

La CSRD, Carlotta Ventura: un passo avanti per la trasparenza aziendale

L'impegno per la sostenibilità è diventato una priorità globale, ma la sua crescente importanza ha anche portato alla diffusione di un fenomeno preoccupante: il greenwashing. Ad affrontare il tema è Carlotta Ventura, Chief Communications, Sustainability and Regional Affairs Officer di A2A.

Carlotta Ventura, Chief Communications, Sustainability and Regional Affairs Officer di A2A

Carlotta Ventura: il fenomeno del greenwashing

Mentre sempre più aziende si attribuiscono titoli immeritati di sostenibilità, diventa fondamentale porre fine a questa pratica e sfruttare l'opportunità per promuovere un vero cambiamento, scrive Carlotta Ventura. Durante e dopo la pandemia, il tema della sostenibilità è diventato di massa. Tuttavia, se le dichiarazioni di impegno non vengono seguite da azioni concrete e misurabili, c'è il rischio di attribuirsi meriti non guadagnati. La pubblicità ha reso familiari concetti come la neutralità carbonica, ma in molti casi si è abusato di tali termini, dando vita al fenomeno del greenwashing. Questa pratica non è nuova, risale addirittura al 1986, quando Jay Westerveld coniò il termine. D'altra parte, il settore finanziario ha riconosciuto il potenziale delle aziende che perseguono il successo sostenibile e oggi richiede informazioni e obiettivi chiari in materia di ESG (Ambientale, Sociale e di Governance). L'Unione Europea, spiega Carlotta Ventura, ha deciso di assumere un ruolo di primo piano nel promuovere la sostenibilità, valorizzando le aziende che pongono al centro della propria strategia la sostenibilità stessa. Grazie al Regolamento sulla Tassonomia degli Investimenti Sostenibili, l'UE sta indirizzando l'intero sistema verso gli obiettivi della transizione ecologica, “per cui la sostenibilità deve permeare i processi aziendali”.

Carlotta Ventura: cogliere le opportunità della CSRD

La Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) rappresenta un passo significativo in questa direzione, continua Carlotta Ventura. In Italia, l'ambito di applicazione della direttiva si estenderà da 200 aziende coinvolte nella rendicontazione non finanziaria a quasi 4.000. La CSRD richiede dettagli sugli impegni presi e sulle politiche ESG, con particolare attenzione alla catena del valore. Questo avrà un impatto sulle PMI, mettendo in luce la sfida di raccogliere dati da piccoli fornitori non strutturati e da filiere sbilanciate in Paesi non regolamentati su queste tematiche. Qui i grandi attori possono svolgere un ruolo fondamentale, agendo come facilitatori per le PMI attraverso programmi di coinvolgimento e formazione. L'integrazione degli elementi ESG all'interno dei piani aziendali rappresenta il fulcro di questo impegno. Non solo contribuisce a una maggiore competitività, ma facilita anche l'accesso ai capitali. Sebbene richieda uno sforzo significativo, questo processo porterà chiarezza e stimolerà la crescita di nuovi profili professionali e, di conseguenza, nuovi posti di lavoro qualificati. Alla luce di questa situazione, conclude Carlotta Ventura, “la CSRD è un esercizio di cui non si può fare a meno e occorre farlo bene per coglierne le opportunità”.

Alessandro Benetton: la nuova vita di Palazzo Ancilotto, il valore del progetto di restauro

La nuova sede di 21 Invest a Treviso è a Palazzo Ancilotto, un “edificio che, oggi, rappresenta più che mai il punto di contatto tra il passato e il futuro, tra la tradizione e la modernità”: la soddisfazione di Alessandro Benetton.

Alessandro Benetton

Alessandro Benetton: Palazzo Ancilotto, la responsabilità di far riemergere un’intera eredità artistica e storica

Per Alessandro Benetton quello dietro il restauro di Palazzo Ancilotto, nuova sede di 21 Invest, “è stato ed è un progetto, di quelli che prendono anni”. Lo ha detto nella web-serie “Shared Beauty”, lanciata nelle scorse settimane proprio per raccontare il valore dell’iniziativa, nata con un duplice obiettivo. Non solo “ridare nuovo lustro a un palazzo togliendogli un po’ di polvere di dosso”, come ha simpaticamente spiegato il Presidente di 21 Invest. Ma anche e soprattutto “puntare in alto, prendendosi la responsabilità di far riemergere un’intera eredità artistica e storica”. Non a caso è quello che Alessandro Benetton ha fatto anche con 21 Invest dandole vita nel 1992, quando in Italia erano in pochi a conoscere cosa fosse il private equity, diversamente da oggi. E puntare in alto ha portato la società a crescere, ad espandersi fino a Parigi, Ginevra e Varsavia. Non poteva quindi esserci location migliore di Palazzo Ancilotto per la nuova sede del Gruppo a Treviso: “Confidiamo di essere riusciti nella duplice missione di trovare una nuova casa per 21 Invest e di riportare alla luce il potenziale di questo edificio. Un edificio che, oggi, rappresenta più che mai il punto di contatto tra il passato e il futuro, tra la tradizione e la modernità”.

Alessandro Benetton: 21 Invest e Palazzo Ancilotto, una convergenza di obiettivi e valori

Nelle parole di Alessandro Benetton si rispecchia il valore del progetto: “Palazzo Ancilotto garantirà una nuova sede per il nostro team con un patrimonio artistico unico, ma sarà moderna ed efficiente”.  Molte infatti le corrispondenze: innanzitutto “per noi di 21 Invest è fondamentale valorizzare la storia e la cultura dei luoghi in cui operiamo” e quelle mura costituiscono un patrimonio artistico-culturale di grande valore da proteggere e valorizzare. “Il progetto doveva avere quell’aspetto di sostenibilità che per noi è tanto importante, che è quello di rispettare e valorizzare la storia, pur interpretandola in chiave moderna contemporanea”, ha detto il Presidente ricordando anche la vision di 21 Invest e l’impegno a favore di uno sviluppo in ottica sostenibile. E se i lavori sono stati affidati al “miglior architetto del mondo”, Sir David Chipperfield, insignito del prestigioso Pritzker Architecture Prize, è anche perché è stato lui stesso ad affermare che “è tempo di assumerci le nostre responsabilità”. È un onore quindi per 21 Invest poter “contribuire a proteggere e valorizzare il nostro patrimonio culturale”: l’auspicio è che Palazzo Ancilotto diventi presto “un luogo di dialogo tra passato e futuro, il punto di inizio di nuove traiettorie per tanti giovani del territorio e non solo” che, come ribadito da Alessandro Benetton, deve essere condiviso “con la città di Treviso e con tutti voi”.

“Salone del Risparmio 2023”, Banca Generali: educazione finanziaria nel risparmio privato

Risparmio privato: per avere consapevolezza sugli investimenti è necessario fare anche formazione e informazione sul tema. Ne ha parlato Andrea Ragaini, Vice-Direttore Generale di Banca Generali, al “Salone del Risparmio 2023”.

Banca Generali

Banca Generali: risparmio privato, cruciale il rapporto cliente-consulente

Il settore del risparmio privato esce da una crisi profonda, quella del 2022, continuando a far leva sul rapporto di fiducia tra cliente e consulente finanziario, con opportunità di grande interesse guardando al futuro. La riflessione emerge dal “Salone del Risparmio 2023” – il più grande evento di settore che riunisce differenti attori del mercato – tenutosi dal 16 al 18 maggio all’Allianz MiCo di Milano. Presente anche Banca Generali con il Vice-Direttore Generale Andrea Ragaini, intervistato a seguire da “Il Giornale d’Italia”: “Una giornata che si è aperta con l’indirizzo di saluto del Ministro Giorgetti che ha evidenziato quali possono essere le opportunità per il settore finanziario e anche le sfide di investimento nei mercati privati a sostegno delle piccole medie aziende italiane”. Il Vice-Direttore Generale di Banca Generali ha poi ricordato “il saluto del Presidente Trabattoni ci ha accompagnato dentro il nostro settore, un settore che sicuramente esce da una crisi, una crisi profonda nel 2022 con un crollo dei mercati sia azionari che obbligazionari”: in questo, però, rimane cruciale “la fiducia che i clienti ripongono nei loro interlocutori, nel private banking, nelle reti di consulenti finanziari che aiutano proprio ad accompagnare il cliente verso scelte di investimento consapevoli”.

Risparmio privato: Banca Generali, il focus sulla formazione finanziaria

Relazione cliente-consulente e consapevolezza nelle scelte sul risparmio privato sono dunque elementi focali per strategie efficaci in materia di investimenti. Per far questo, come ricordato da Banca Generali in più occasioni, è necessario puntare molto sull’informazione e sulla formazione: “L’educazione finanziaria aiuta ad avere futuro”, ha osservato Andrea Ragaini ai microfoni de “Il Giornale d’Italia”, “aiuta a pianificare bene i propri investimenti, aiuta a pianificare bene il momento di uscita del mercato, quindi il retirement, la pensione e quindi aiuta a realizzare in ultime istanze i progetti di vita”. È un tema su cui l’Istituto è fortemente impegnato da anni con progetti e iniziative di formazione: tra questi Edufin3.0 avviato insieme a Marco Montemagno per diffondere cultura positiva verso il mondo degli investimenti e approfondire tutti i principali argomenti sul tema. Un punto, quello della formazione, su cui Banca Generali crede fermamente, come sottolineato da Andrea Ragaini a conclusione dell’intervista: “Quindi è fondamentale, è fondamentale che se ne parli, fondamentale che si entri nelle scuole con la consulenza e l’educazione finanziaria ed è importante, incontro dopo incontro, aiutare i nostri clienti a essere sempre più consapevoli nel loro investimento”.

Paolo Gallo: Italgas contribuirà a far raggiungere gli obiettivi della transizione ecologica

L’Amministratore Delegato di Italgas Paolo Gallo ha commentato in una nota il Piano Strategico 2023-2029 da 7,8 miliardi di euro del Gruppo, approvato lo scorso 15 giugno e che delinea un ambizioso percorso di crescita.

L'AD di Italgas Paolo Gallo

Paolo Gallo: gli obiettivi di Italgas allineati con i traguardi mutati dell’UE

È stata la guerra in Ucraina a far rimodulare all’Unione Europea i propri obiettivi. Pur rimanendo la transizione ecologica un traguardo fondamentale, i Paesi dell’UE sono giunti alla conclusione che questa non può essere raggiunta ad ogni costo, ma che anzi bisogna garantire al contempo sicurezza energetica e un giusto livello dei costi dell’energia. In tale contesto, la società guidata da Paolo Gallo si presenta preparata ad affrontare le nuove sfide. “La visione e le scelte strategiche realizzate in questi anni pongono Italgas nelle condizioni di contribuire significativamente alla sua soluzione grazie alle reti digitalizzate, flessibili e intelligenti, in grado di accogliere gas rinnovabili che abilitano diversificazione delle fonti, decarbonizzazione dei consumi e maggiore efficienza ed economicità”, ha affermato infatti l’AD della realtà che continua a dimostrarsi tra le prime “in grado di mettere le proprie capacità progettuali, di investimento e di creazione di valore al servizio degli obiettivi di sviluppo sostenibile dei Paesi in cui opera”.

Paolo Gallo: Italgas punta a diventare player di riferimento nei settori di acqua ed efficienza energetica

Nel Piano Strategico 2023-2029 di Italgas sono previsti anche 800 milioni di investimenti nel campo della distribuzione dell’acqua e dell’efficienza energetica, nei quali la società mira ad affermare la propria leadership. “Distribuzione dell’acqua ed efficienza energetica rappresentano due importanti settori di diversificazione e di sviluppo del Gruppo – ha spiegato l’AD Paolo Gallocon 800 milioni puntiamo a diventare un player di riferimento nei due settori mutuando in essi le tecnologie sviluppate per il gas. La trasformazione digitale delle reti idriche e l’efficienza energetica sono driver in grado di garantire servizi più efficienti, ridurre le perdite e restituire ricchezza a comunità e territori”. La digitalizzazione, la decarbonizzazione, l’economia circolare, la formazione, la diversità e l’inclusione si confermano invece i fattori strategici per il raggiungimento degli obiettivi di crescita del Gruppo. “Risultati che dipenderanno dalla nostra capacità di continuare a scommettere sull’innovazione per metterla a valore attraverso le nostre persone”, ha concluso l’AD.

CAP Advisory: la fondazione, i servizi offerti, il team

CAP Advisory, boutique finanziaria indipendente con sede nel centro di Milano, basa il suo lavoro di consulenza sull’expertise di un team variegato.

CAP Advisory

CAP Advisory: l’expertise del team di lavoro

Con oltre 25 anni di esperienza nell’ambito della consulenza finanziaria, Fabio Cassi è tra i soci fondatori di CAP Advisory, boutique di Corporate Finance con sede nel cuore del centro storico di Milano. La boutique finanziaria indipendente è costituita da un team di lavoro multisettoriale. Le competenze dei professionisti spaziano dal settore finanziario e industriale a quello strategico, con una vasta esperienza nelle operazioni di corporate finance. In particolare, CAP Advisory si occupa di operazioni M&A (sia buy side che sell side), di ristrutturazioni dell’indebitamento finanziario (anche per quanto riguarda l’acquisto/cessione di crediti UTP e la gestione dei rapporti con gli stakeholders), nonché di operazioni di turnaround e del successivo monitoraggio e gestione. Il team lavora a stretto contatto con i clienti, così da fornire costante assistenza e supporto in tutte le fasi dell’intervento.

I numeri di CAP Advisory

CAP Advisory è una boutique finanziaria nata dallo spin-off della Cassi e Associati. L’attività si concentra principalmente sulle operazioni di Restructuring e di M&A. Con oltre 80 anni di esperienza cumulata tra i tre soci fondatori, 150 operazioni concluse con successo e 100 clienti negli ultimi dieci anni, i numeri di CAP Advisory testimoniano un’attività consolidata e di esperienza, in grado di accompagnare il cliente in ogni fase dell’operazione, anticipandone potenzialità, criticità e possibili soluzioni. La boutique di Corporate Finance guidata, tra gli altri, da Fabio Cassi ha la sua grande forza nell’essere indipendente: è un tratto distintivo che consente di mirare all’ottenimento di risultati ottimali per ciascun cliente. CAP Advisory ha una consolidata esperienza anche nell’assistere le istituzioni finanziarie (Banche e Compagnie assicurative, Fondi di Private debt e Fondi di Private Equity).

Alice Carli: pioniera italiana a “Global Chapter” della Harvard Business School Online

Alice Carli, Executive Advisor di realtà dalla consolidata esperienza e trasversali all’innovazione nei settori moda, beauty, lifestyle, è stata recentemente ospite del programma “Global Chapter” della Harvard Business School Online Community.

Il Direttore Generale di GAIT-TECH S.r.l. Alice Carli

Alice Carli: focus su innovazione e digitale

Nell’intervista condotta da Gwen Mdinaradze, Deputy Director del Comitato Globale di Inclusione, Alice Carli ha condiviso la sua esperienza e la sua vocazione per l'innovazione. Come testimoniato dal suo Certificato di Specializzazione in Strategia conseguito presso HBSonline nel 2020, l’Executive Advisor ha sempre ritenuto l'innovazione un elemento fondamentale nel suo percorso professionale, soprattutto negli ultimi anni. Ha sottolineato come i cambiamenti nel business, nella società e nei rapporti con i consumatori abbiano richiesto alle aziende di adottare nuove strategie e di adattarsi a un mondo digitale in continua evoluzione. Alice Carli si è distinta per il suo approccio manageriale innovativo, in particolare nella progettazione e nella gestione aziendale, facendo largo uso di strumenti come l'IoT, il CRM, il digitale, il marketing e la business strategy. Ha introdotto il concetto di dialogo con i clienti, implementando ad esempio il CRM e l'integrazione digitale in aziende come L'Autrechose, Furla e Peuterey. Questa visione innovativa, che ha ottenuto successo sia nel settore B2C che in quello B2B, ha rappresentato un cambiamento significativo per molte aziende italiane con presenza internazionale, che erano ancora restie ad abbracciare completamente il mondo digitale. Alice Carli ha dimostrato che la complementarità tra l'essere umano e la tecnologia può portare a risultati positivi, trasformando anche la cultura aziendale.

GAIT-TECH, Alice Carli: un successo basato sul lavoro di squadra e l'innovazione

Alice Carli, in qualità di Direttore Generale di GAIT-TECH S.r.l., ha sottolineato l'importanza del lavoro di squadra per il successo dell'azienda. Ha specificato che il contributo dei quattro fondatori, con il loro diverso DNA professionale (Goldoni, Caiumi, Benetti e Marchesini), è stato cruciale dal punto di vista strategico. Ha inoltre evidenziato il ruolo fondamentale di Diego Dolcini, che si è unito come Direttore Creativo durante la transizione da un'azienda artigianale a una di tipo industriale, grazie alla sua flessibilità e competenza nel settore delle calzature. Alice Carli ha espresso orgoglio per il lavoro di squadra svolto con i soci e i tre investitori, tra cui Simona Verrini, Marco Barbieri e il PHD MD Roberto Bevoni, che hanno condiviso la visione imprenditoriale. L'innovazione è stata fondamentale non solo nella strategia di posizionamento della tecnologia indossabile (Wearable technology), ma anche nel modo in cui la start-up è stata lanciata, vincendo un bando sull'innovazione promosso da Invitalia e presentandosi in un contesto come quello del CES a Las Vegas. Tale approccio rivoluzionario ha ottenuto il riconoscimento dell'azienda, che ha recentemente conferito al CEO Goldoni il premio "America Innovazione".

Riva Acciaio: a Lesegno installata nuova cartellonistica sulla Statale 28

Importante polo produttivo e cuore tecnologico di Riva Acciaio, lo stabilimento di Lesegno, in provincia di Cuneo, è ora costeggiato da una nuova cartellonistica che regola la viabilità sul tratto di Statale 28.

Riva Acciaio: l’intervento realizzato da ANAS a Lesegno

ANAS ha reso noto il completamento, in data 5 aprile, della nuova segnaletica che regola la viabilità sul tratto di Statale 28 ai lati dello stabilimento di Riva Acciaio a Lesegno, in provincia di Cuneo. L’intervento ha portato a compimento nuove strisce sul tracciato, con indicazione, nel tratto compreso tra il chilometro 44+820 e il chilometro 45+600, in entrambi i sensi di marcia, del limite di velocità di 70 kmh e del divieto di sorpasso. L’opera era attesa da tempo in un punto particolarmente problematico della Statale 28, ovvero il lungo rettilineo in cui si immette la nuova uscita dello stabilimento di Lesegno, dove operano anche mezzi pesanti.

Lesegno e gli altri impianti di Riva Acciaio

Lo stabilimento di Lesegno rappresenta un importante polo produttivo di Riva Acciaio, nonché il cuore tecnologico della realtà leader nel comparto siderurgico. Qui, a partire dagli anni ’90, è stato sviluppato un laboratorio di ricerca e sviluppo all’avanguardia che opera al servizio di tutti gli impianti del Gruppo. Lo stabilimento ospita tecnologie siderurgiche ad alto tasso di specializzazione come il simulatore termomeccanico “Gleeble 3800”: esemplare unico in Italia, consente di ricreare l’intero ciclo di lavorazione dell’acciaio su provini “in miniatura” appositamente realizzati. L’impianto opera insieme a quello di Caronno Pertusella, in provincia di Varese, e agli altri tre ubicati a Sellero, Malegno e Cerveno in Valle Camonica, in provincia di Brescia. Colosso del comparto siderurgico, Riva Acciaio conta 1.000 dipendenti in organico e una storia di oltre 60 anni nel settore.

Claudio Descalzi: Eni, dal progetto Congo LNG numerosi vantaggi

Eni, l’AD Claudio Descalzi: “Oggi celebriamo l’avvio di uno dei principali progetti di Eni, reso possibile grazie alla collaborazione con la Repubblica del Congo”.

Eni, l’AD Claudio Descalzi: il valore della collaborazione con la Repubblica del Congo

L’AD Claudio Descalzi, nel sottolinearne il valore, lo ha definito non a caso un “progetto importantissimo”: Congo LNG, i cui lavori sono stati inaugurati lo scorso 25 aprile a Pointe-Noire, rappresenta una delle principali iniziative di Eni per la diversificazione degli approvvigionamenti. Realizzato attraverso uno sviluppo accelerato e con filosofia zero-flaring, avrà una capacità complessiva di produzione di gas naturale liquefatto (Gnl) di tre milioni di tonnellate all’anno (circa 4,5 miliardi di metri cubi/anno). Il progetto prevede inoltre l’installazione di due impianti galleggianti di liquefazione del gas naturale (Flng) sui giacimenti di Nenè e Litchendjili, già in produzione, e sulle scoperte non ancora sviluppate. Il primo impianto Flng, attualmente in corso di riconversione e con una capacità di 0,6 milioni di tonnellate per anno (Mtpa), avvierà la produzione nel corso del 2023. Il secondo Flng, già in costruzione, sarà avviato nel 2025 e avrà una capacità di 2,4 Mtpa. L’AD Claudio Descalzi è intervenuto nel corso della cerimonia organizzata per l’inaugurazione dei lavori a cui ha preso parte anche il Presidente della Repubblica del Congo, Denis Sassou Nguesso.

Claudio Descalzi: sicurezza energetica, Congo LNG “progetto importantissimo” per Italia ed Europa

              
Il progetto, ha spiegato Claudio Descalzi, è destinato “a contribuire significativamente alla sicurezza energetica e alla competitività industriale italiana ed europea”. Fondamentale in ottica di implementazione la collaborazione con la Repubblica del Congo: “Da anni, produciamo gas in Congo, siamo praticamente i soli e gran parte di questo gas era sempre stato dedicato al domestico, quindi alla produzione di energia elettrica, mentre una parte era stoccato proprio per non bruciarlo e non danneggiare il clima. Adesso, si occuperà anche della sicurezza energetica italiana”. Congo LNG punta al contempo a valorizzare anche le ingenti risorse a gas di Marine XII, soddisfacendo le esigenze del Paese per la produzione di energia elettrica e al contempo alimentando l’export di Gnl, approvvigionando di nuovi volumi di gas i mercati internazionali, con l’Europa come principale punto di approdo. È “un risultato che testimonia l’importanza delle alleanze di lungo termine con i partner africani in una fase in cui occorre compiere importanti scelte strategiche sulla futura diversificazione delle rotte di approvvigionamento e dei mix energetici europei, nella direzione della accessibilità e disponibilità energetica e della progressiva decarbonizzazione”, ha riassunto infine l’AD Claudio Descalzi.

21 Invest, il post di Alessandro Benetton dopo l’AIM di Parigi

Alessandro Benetton ha fondato 21 Invest nel 1992 all’età di 28 anni. Oggi è un’importante realtà internazionale nel settore del private equity che opera in Italia, Francia e Polonia. L’imprenditore ha commentato in un post su Instagram l’AIM che si è tenuto di recente a Parigi, dopo le due precedenti edizioni online a causa della pandemia.

Alessandro Benetton

Il post di Alessandro Benetton: il primo AIM in presenza dopo la pandemia

Erano trascorsi tre anni dall’ultimo Annual lnvestors’ Meeting in presenza. La pandemia aveva costretto gli organizzatori a ripiegare sul digitale e così le precedenti due edizioni sono state solo virtuali. Il 24 e il 25 maggio scorso il team di 21 Invest ha potuto finalmente rivedere i propri investitori da vicino, nello splendido scenario di Parigi. “Dopo tre anni, tornare a fare un evento come l’AIM in presenza dei nostri investitori, è stato per me come un regalo – ha commentato Alessandro Benetton - Soprattutto in questa cornice parigina, in un Paese in cui abbiamo cominciato ad operare nel ’97 e che, da allora, è un punto fisso della nostra strategia”. L’evento ha dato l’occasione di aggiornare gli investitori sulle più recenti attività del Gruppo e ha aperto un confronto con loro su interessanti temi. Nel corso della conferenza sono intervenuti l’esperto di macroeconomia Ludovic Subran e diversi CEO, tra cui Olivier de La Chaise (Agorastore), Xavier Duburcq (PLG), Daniele Fraron (Energreen) e Giacomo Citossi (Aussafer), i quali sono stati ringraziati da Alessandro Benetton per aver “contribuito a impreziosire un momento così importante, per me e per 21 Invest tutta”.

Alessandro Benetton: mentre tutto cambia, gli obiettivi di 21 Invest restano gli stessi

Dalla fondazione di 21 Invest nel 1992 ad oggi sono cambiate tante cose, a partire dal nome, che fino al 2018 era ancora 21 Investimenti. Gli obiettivi della società di private equity sono rimasti però immutati. “Il nostro mestiere rimane lo stesso, investire in singole aziende per aiutarle a crescere”, ha affermato il fondatore Alessandro Benetton. Divenuta una realtà internazionale che opera in tre grandi Paesi europei, con un curriculum di investimenti che conta 110 progetti e il vanto di aver generato 6.000 nuovi posti di lavoro dal 2007, 21 Invest aiuta le aziende “a diventare sempre più competitive, resilienti, oltre che posti in cui sia piacevole lavorare”, assicurandosi che siano sostenibili e che il loro sviluppo abbia effetti positivi sia sui territori che sulle comunità. “Qui – ha concluso Alessandro Benetton nel post – ho imparato davvero, sul campo, cosa vuol dire avere un’idea, una visione, e portarla avanti con determinazione. Qui, in altre parole, ho imparato a fare l’imprenditore, e gli insegnamenti che ho accumulato in tanti anni, oggi si rivelano indispensabili nei tanti altri progetti che sto portando avanti”.

Luca de Meo: “Su auto elettriche Cina e Usa in vantaggio, serve nuova strategia europea”

Luca de Meo è intervenuto al Festival dell’Economia di Trento con un’analisi sui rischi e sulle opportunità per il settore europeo dell’automobile.

Luca de Meo

Luca de Meo: “Marchi europei i migliori al mondo, ma sull’elettrico siamo in svantaggio”

Luca de Meo, CEO di Renault Group e Presidente dell’ACEA, ha lanciato un appello per una politica industriale europea che tuteli l’industria automobilistica del continente, la migliore al mondo da oltre un secolo. In occasione dell’ultima edizione del Festival dell’Economia di Trento, il manager ha infatti evidenziato le sfide poste dalla transizione verso le auto elettriche e intelligenti. I produttori europei stanno investendo massicciamente sullo switch verso l’elettrico – i dati parlano di circa 250 miliardi sulle auto a batteria entro il 2030 – ma al momento devono vedersela sia con la Cina, che in questi anni ha già accumulato un forte vantaggio competitivo, che con fenomeni come Tesla. Se è vero che in Europa “l’11% della popolazione attiva lavora direttamente o indirettamente per l’auto” e che l’industria ha un impatto di 100 miliardi di surplus sulla banca commerciale, un settore così rilevante va tutelato: “Siamo di fronte a una sfida: serve una strategia industriale”, ha spiegato Luca de Meo, una “politica comune dell’Europa” che parta dall’approvvigionamento delle materie prime fino ai semiconduttori più sofisticati, così da “far fronte alla concorrenza internazionale”.

Luca de Meo: “Transizione? Necessario gioco di squadra e approccio globale”

Nel suo intervento, Luca de Meo ha poi chiesto alle autorità di rispettare il principio di neutralità tecnologica. Il manager ha criticato il movimento di opinione che vede le auto a batteria come l’unica soluzione possibile e ha invitato il regolatore a lasciare agli operatori la libertà di trovare le soluzioni più adatte: “Le autorità devono seguire un principio di neutralità tecnologica quando tracciano la strada per una mobilità sostenibile. Bisogna capire che in queste transizioni ci deve essere un gioco di squadra. Sono fenomeni – ha aggiunto – che tagliano settori e imprese orizzontalmente”. La priorità per l’industria europea è arrivare a controllare la catena del valore altra, nei materiali e nella produzione delle batterie in modo da diventare sempre meno dipendenti dalla Cina. L’unica via per realizzare questo obiettivo, ha concluso Luca de Meo, è adottare una strategia europea comune e un approccio globale, soprattutto in vista di sfide di portata mondiale come il cambiamento climatico.

Il parere di Massimo Malvestio su crisi bancarie e salvataggi pubblici

L’analisi di Massimo Malvestio sulle cause correlate alle recenti crisi bancarie e sulle politiche da mettere in campo per evitare lo scoppio di una crisi sistemica.

Massimo Malvestio

Massimo Malvestio: “Deutsche Bank solo una crisi di borsa. Il vero problema? L’inflazione”

In un’intervista rilasciata nel 2021 a “VeneziePost”, Massimo Malvestio aveva lanciato un avvertimento sulla tenuta economica del Paese. Fu uno dei pochi a percepire i segnali di una crisi in arrivo. A distanza di due anni e con un’inflazione a due cifre che non accenna a diminuire, l’avvocato è stato nuovamente intervistato dal quotidiano in merito alle recenti crisi bancarie che hanno scosso i mercati finanziari. Nonostante le precauzioni prese dopo Lehman Brothers, i cambiamenti avvenuti nei meccanismi di risoluzione delle crisi e una “vigilanza pervasiva ed onerosa”, secondo l’esperto l’inflazione galoppante è la prova lampante delle previsioni sbagliate e degli errori commessi dai regolatori. Alla fine, spiega Massimo Malvestio, a pagare il costo di questi episodi saranno sempre i contribuenti: “Per anni i mercati sono stati inondati di liquidità e ora, con lo scoppiare dell’inflazione, i nodi vengono al pettine. Che la si possa fermare non è detto, perché il calo demografico provoca una crisi del mercato del lavoro che porterà ad un aumento dei salari. E se non si ferma, quelle banche e assicurazioni che hanno investito su obbligazioni rischiano di saltare”. A preoccupare l’avvocato non è tanto il caso Deutsche Bank, limitato ad una “semplice” crisi di borsa, quanto quelli che stanno riguardando realtà come Aareal Bank e Deutsche Pfandbriefbank, istituti rispettivamente da 50 e 55 miliardi di attivi che non hanno richiamato a scadenza i prestiti AT1: “È davvero pericoloso entrare in una banca che è già in difficoltà e che è in mano, di fatto ai regolatori. I sauditi con Credit Suisse hanno avuto una lezione simile. Credo quindi che non ci saranno capitali privati né per aumenti di capitale, né per altre forme di apporto di vero capitale di rischio delle banche”.

Massimo Malvestio: “Ricorso al denaro pubblico scenario preferibile alla crisi”

I regolatori che dieci anni fa hanno allagato i mercati di liquidità con tassi vicino allo zero sostenendo che l’inflazione non sarebbe mai arrivata, continua Massimo Malvestio, oggi sono i primi a fare marcia indietro, con le banche centrali che sono state costrette ad un rialzo dei tassi che non ha precedenti nella storia. “Si potrebbe dire che hanno appiccato l’incendio senza neppure dare il tempo di raggiungere le uscite di sicurezza. Adesso le perdite sono tanto maggiori quanti più titoli a lungo termine e tasso fisso ci sono nei portafogli”. E se finora queste perdite non sono state – legittimamente – contabilizzate o contabilizzate in parte, il problema permane: “Adesso o i tassi scendono anche e soprattutto per effetto della crisi che si sta innescando oppure le perdite per molte banche ed assicurazioni saranno cristallizzate”. E a chi sostiene che rispetto al 2008 gli istituti italiani ed europei oggi appaiono più che solidi, Massimo Malvestio sottolinea la mancanza di trasparenza: “I bilanci sono datati e insufficienti se posti in relazione alla volatilità di questi mesi e all’ampiezza dei dati che offrono. Si sa che potrebbe esserci un problema e quel che abbiamo visto fino ad ora fa capire quanto serio può essere il problema”. Fermare l’inflazione non è detto che sia sufficiente, così come non è detto che si riesca ad abbassarla. L’unica soluzione concreta, conclude Massimo Malvestio, sarà quella di ricorrere nuovamente al denaro pubblico. Un esempio si è già visto con Credit Suisse: “Per quanto possa costare e per quanto possa dar vita a soluzioni inique sarà sempre la soluzione più conveniente rispetto ad una crisi bancaria”.

Paolo Campiglio: ottimismo sugli indicatori economici 2023 di Daclé

Paolo Campiglio, presidente di Daclé, ha parlato del nuovo piano industriale davanti a un nutrito gruppo di oltre 100 professionisti finanziari giunti da tutto il mondo a Milano. Fiducia per il 2023 espressa sia dai presenti, sia dal presidente.

Paolo Campiglio ottimista sulle performance di Daclé nel 2023

Rivolgendosi a una folta platea composta da oltre un centinaio di figure professionali appartenenti al settore finanziario mondiale riunitasi al Centro Svizzero di Via Palestro a Milano, il presidente di Daclé SA Paolo Campiglio ha presentato il nuovo piano industriale della società capofila del gruppo. Sfruttando l’occasione offerta dal primo incontro pubblico del 2023, il presidente ha elencato i dati positivi, soprattutto quelli migliorativi rispetto al bilancio chiuso lo scorso anno: tra questi, l’utile netto avanzato del +14% rispetto al 2021. Questo in un contesto in cui anche le altre realtà consociate hanno presentato significativi utili, da cui poi è derivato un reddito operativo più elevato. Paolo Campiglio è convinto che nel corso di quest’anno le performance saranno addirittura migliori, a patto di “perseguire la giusta strategia a lungo termine”. Questo perché “i nostri dirigenti e tutte le persone che lavorano con noi condividono una forte cultura imprenditoriale e valori di responsabilità e impegno. Infatti nelle nostre aziende non abbiamo mai fatto un’ora di cassa integrazione né abbiamo mai licenziato nessuno”. In conclusione, alla presentazione del piano industriale triennale 2023-2025, lasso temporale in cui ricorrono anche i 90 anni dalla fondazione di Daclé, gli esperti finanziari si sono dichiarati soddisfatti rispetto ai numeri esposti, che collocano la società nel novero delle realtà europee capofila ognuna all’interno del proprio comparto specifico e più competitive tout court.

La carriera professionale e gli interessi di Paolo Campiglio

Paolo Campiglio nasce in una famiglia di farmacisti e dopo gli studi superiori si iscrive alla facoltà di Farmacia dell’Università degli Studi di Pavia, dando seguito così alla tradizione familiare. Manager industriale, focalizzato sui mercati esteri e sull’internazionalizzazione delle imprese, è da anni attivo soprattutto nell’Europa centrale e orientale. Dal 2008 al 2014 è stato Vicepresidente esecutivo della Camera di Commercio Italo-Polacca, a cui afferiscono professionisti e aziende desiderosi di sviluppare gli interessi commerciali italiani in Polonia. In questo periodo ha preso parte a numerose conferenze, riunioni e incontri dell’Associazione delle Camere di Commercio Italiane all’Estero. Inoltre, è stato membro del consiglio comunale di Legnano per 15 anni, prima come presidente della commissione Lavori Pubblici, poi come capogruppo della formazione politica di maggioranza e in ultimo come presidente del consiglio. Paolo Campiglio è anche esperto di radio e televisione. Da oltre dieci anni interviene come opinionista in diversi appuntamenti di spettacolo per un network radiofonico e dal 2020 è vicedirettore di Radio 1 New York, l’emittente con gli ascolti maggiori nel segmento degli italo-americani residenti in Canada e Stati Uniti. Per conto di questo secondo canale è inoltre inviato e corrispondente al Festival di Sanremo per la stampa estera, oltre che giurato della sala stampa RAI al Teatro Ariston.

Focus sul percorso professionale del professor avvocato Carlo Malinconico

Carlo Malinconico è un avvocato che esercita davanti ai giudici civili e penali, al Consiglio di Stato, alla Corte di Cassazione, alla Corte Costituzionale, al TAR, alla Corte dei Conti, alla Corte di giustizia dell’Europa.

Carlo Malinconico

Carlo Malinconico: l’avvio della carriera legale e i primi incarichi istituzionali

Romano di nascita, Carlo Malinconico si laurea in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Milano nel 1972. Dopo aver espletato il servizio di leva militare, nel 1976 supera l’esame per l’esercizio della professione legale presso la Corte d’Appello di Milano. Passa anche il concorso per diventare Procuratore dello Stato e Uditore Giudiziario, e poi Avvocato dello Stato. Ricopre quest’ultimo ruolo fino al 1985, occupandosi delle funzioni di difesa e di consulenza legale per lo Stato e la Regione nelle cause amministrative, penali e civili. Dal 1983 e per i successivi 20 anni ricopre il ruolo di Consigliere di Stato. Tra il 1986 e il 1990 è inoltre Consigliere Giuridico presso gli uffici legislativi di diversi Ministeri, quali: Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero del Tesoro, Ministero della Marina Mercantile, Ministero dei Trasporti. Tra gli altri incarichi istituzionali ricoperti da Carlo Malinconico ci sono quello come Capo Ufficio Legislativo per il Ministero delle Partecipazioni Statali (1990-1992) e per il Ministero del Tesoro (1990-1996), e come Consigliere Giuridico dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (1992-1997).

Carlo Malinconico: dai primi anni 2000 alla fondazione dello Studio Legale Malinconico & Gentile

Dopo una breve esperienza in qualità di Esperto dell’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas, Carlo Malinconico viene nominato Direttore Generale per il biennio 2001-2022. Già dal 1996 è a capo del Dipartimento degli Affari Giuridici e Legislativi della Presidenza del Consiglio dei Ministri, posizione che ricopre fino al 2001. Nello stesso periodo è membro della Corte federale della Federazione Italiana Gioco Calcio, dalla quale si dimette nel 2006. Nel corso del Secondo Governo Prodi, gli viene conferita la nomina come Segretario Generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri (2006-2008). Dal novembre 2011 al gennaio 2012 ricopre invece il ruolo di Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri del Governo Monti con delega all’Editoria, agli Affari Regionali e al Coordinamento Amministrativo. Nel 2003 Carlo Malinconico fonda lo Studio Legale Malinconico, specializzato in tutti i campi del Diritto Amministrativo, del Diritto Civile dei Contratti e dei Danni, del Diritto dell'Europea e del Diritto Penale Amministrativo. Nel 2021 dà infine vita, insieme all’avvocato Domenico Gentile, allo Studio Legale Malinconico & Gentile, attivo nel ramo del diritto amministrativo.

Efficienza energetica e risparmio idrico, Luigi Ferraris: i piani del Gruppo FS

Il percorso del Gruppo FS verso la sostenibilità prosegue. La realtà guidata da Luigi Ferraris ha elaborato una serie di soluzioni per ridurre ogni anno i consumi energetici.

Luigi Ferraris: dall’illuminazione al riscaldamento, soluzioni per ridurre i consumi

Gruppo FS ha sempre dimostrato di essere attento alla sostenibilità, fissando nel proprio piano industriale un obiettivo preciso: ridurre ogni anno i consumi energetici. La società guidata dal Presidente Luigi Ferraris, che utilizza circa il 2% dell'energia impiegata in Italia, ha elaborato una serie di soluzioni per raggiungere tale obiettivo. La prima riguarda l'illuminazione, il cui impatto sui consumi è significativo. Al fine di massimizzare l'utilizzo di luce naturale esterna, sia in fase di progettazione sia di ammodernamento degli impianti, saranno utilizzate luci a Led, in grado di garantire un notevole risparmio energetico. Inoltre, grazie all'utilizzo di sistemi automatici, come i timer che programmano gli orari di accensione e spegnimento del sistema di illuminazione in officine, pensiline, uffici e stazioni, oppure tramite l’installazione di sensori che rilevano la presenza effettiva di persone, si potranno ottimizzare ulteriormente i tempi di accensione, contribuendo a ridurre il consumo energetico complessivo. Ma non solo l'illuminazione è stata oggetto di attenzione, poiché il fronte del riscaldamento dei mezzi e degli edifici rappresenta una voce di consumo significativa per il Gruppo FS. Gli impianti di riscaldamento infatti consumano circa l'86% del gas naturale utilizzato da tutte le società del Gruppo e il 2% del gasolio complessivo. Per questo, la scelta di Luigi Ferraris è quella di accelerare sull'elettrificazione del riscaldamento, attraverso l’utilizzo di pompe di calore. Tali interventi, insieme a sistemi di conservazione o di isolamento termico, contribuiranno a ridurre i consumi energetici.

Luigi Ferraris: consumi idrici e biocarburanti

L’attenzione di Luigi Ferraris si è focalizzata anche sul consumo di energia per la trazione dei treni, corrispondente a circa l'80% dell'elettricità totale utilizzata. Al fine di ridurre i consumi, sono state adottate diverse tecnologie, tra cui l’ecodriving. Quest’ultima prevede l’adozione di strategie di guida da parte del macchinista che tengono conto di vari fattori, come il profilo di velocità, l’accelerazione e la frenata, per ridurre i consumi energetici senza però compromettere la sicurezza e i vincoli di orario. Per raggiungere la neutralità carbonica entro il 2040, l'elettrificazione e i biocarburanti sono diventati i principali vettori del piano industriale del Gruppo FS. Anche il consumo idrico è un altro elemento su cui intende intervenire il Gruppo. In questo senso, Trenitalia ha deciso di investire in tecnologie avanzate di recupero delle acque reflue depurate, per utilizzarle nelle operazioni di lavaggio dei treni. Questa soluzione si aggiunge alle procedure di smart parking che permettono di ottimizzare gli orari di alimentazione dei mezzi in sosta. I nuovi treni regionali ad alta efficienza energetica, come i Blues ibridi con tripla alimentazione (diesel, elettrici e a batteria), consentono di abbattere i consumi fino al 30% grazie alla loro tecnologia avanzata. Ma il Gruppo guidato da Luigi Ferraris non si ferma qui: sta investendo anche nei biocarburanti come alternativa ai combustibili fossili. I biofuels possono essere utilizzati da veicoli alimentati con combustibili fossili, senza richiedere complesse modifiche ai vettori o alle infrastrutture. Un'opportunità importante per accelerare la transizione verso la sostenibilità.

Luca Dal Fabbro: materie prime critiche e rifiuti, le opportunità per il Paese

Il Presidente di Iren Luca Dal Fabbro a Roma per presentare lo studio sulle materie prime critiche realizzato in collaborazione con The European House - Ambrosetti: “Italia dipende dall’estero, noi pronti a investire su recupero di metalli rari”.

Luca Dal Fabbro

Luca Dal Fabbro (Iren): su materie prime critiche serve sforzo comune

Oggi il fabbisogno italiano ed europeo di materie prime critiche dipende fortemente dall’estero e in particolare dalla Cina. Per evitare il ripetersi di crisi come quella del gas è necessario che il Paese adotti al più presto una politica volta ad aumentare la sicurezza del sistema economico. È il messaggio lanciato dal Presidente di Iren Luca Dal Fabbro durante la presentazione, presso la sede dell'Ara Pacis di Roma, del Position Paper "Materie prime critiche e produzioni industriali italiane. Le opportunità derivanti dall'economia circolare", realizzato da The European House - Ambrosetti in collaborazione con la multiutility. I risultati dello studio hanno messo in evidenza le attuali criticità sul rifornimento di materie prime critiche (Critical Raw Materials, CRMs), che nella lista europea aggiornata vede la presenza di elementi come rame, cobalto, nichel ed elementi di terre rare. “Dobbiamo fare una politica di approvvigionamento che renda il Paese resiliente – ha commentato Luca Dal Fabbro individuare i materiali e le industrie che vengono impattate dal non averli. Istituzioni, industria e finanza devono fare un lavoro comune affinché questi materiali arrivino in Italia ad un buon prezzo e in maniera sicura''.

Luca Dal Fabbro: rifiuti, una miniera per il fabbisogno Italiano

Contemporaneamente, l’Italia deve accelerare sullo sviluppo degli impianti di recupero e riciclo delle materie prime critiche rare, ha aggiunto Luca Dal Fabbro. Se è vero infatti che il Paese è sprovvisto di miniere o giacimenti di materiali critici, sul fronte dell’economia circolare le opportunità non mancano. Grazie al recupero dei rifiuti, che il Presidente di Iren definisce una vera e propria “miniera a cielo aperto”, l’Italia ha le carte in regola per assicurarsi il 34% del fabbisogno entro il 2040. Con il suo piano industriale da 10,5 miliardi, Iren è pronta a diventare un player di primo piano nell’economia circolare e soprattutto a ricoprire un ruolo propulsivo. Oltre all’impianto di Volpiano (Torino), dove la multiutility recupera materiali da monitor, tv e pc, Iren è impegnata nella realizzazione di altri due siti, uno ad Arezzo e uno a Siena, per il recupero di metalli preziosi e rari anche dai pannelli fotovoltaici. “Abbiamo una miniera che va colta – ha ribadito Luca Dal Fabbroe il compito di una multiutility come Iren è quello di essere capace a raccogliere e valorizzare prodotti importanti''.

Pierangelo Dorini: il valore del legame tra cultura, innovazione e transizione ecologica

La cultura e la creatività sono strumenti indispensabili per guidare la transizione ecologica del nostro Paese. Ad approfondire il tema è Pierangelo Dorini in un articolo pubblicato recentemente sul suo blog personale.

Il blog di Pierangelo Dorini

Pierangelo Dorini: il ruolo chiave del settore culturale nell’Italia del futuro

Secondo il rapporto “Io Sono Cultura”, presentato dalla Fondazione Symbola e Unioncamere, il sistema produttivo culturale e creativo del nostro Paese ha dimostrato di essere un settore in crescita nonostante la crisi degli anni passati. Sebbene gli ambiti legati agli eventi live abbiano subito contrazioni significative, quelli dei videogiochi e del software hanno registrato una crescita importante, evidenziando l'importanza delle tecnologie informatiche nel superare le restrizioni del passato. Nonostante le difficoltà, sottolinea Pierangelo Dorini, nel 2021 il comparto culturale ha generato un valore aggiunto di 88,6 miliardi di euro, corrispondente al 5,6% del totale italiano. Grazie alla capacità delle attività culturali e creative di generare valore anche in altri settori dell'economia, il sistema produttivo culturale e creativo ha generato complessivamente 252 miliardi di euro e ha fornito lavoro a quasi un milione e mezzo di persone, pari al 5,8% dell'occupazione totale. È essenziale che l'Italia si ponga come protagonista della transizione ecologica, sfruttando il legame tra cultura, creatività, produzione, scienza e tecnologia per guidare il cambiamento indicato dal Next Generation EU: lo spiega Pierangelo Dorini riportando le parole del Presidente di Fondazione Symbola Ermete Realacci: “La cultura ha pagato più di altri settori la crisi ma conferma il suo ruolo economico centrale. L’Italia deve essere protagonista del nuovo ‘bauhaus’, fortemente voluto dalla commissione europea per rinsaldare i legami tra il mondo della cultura e della creatività e i mondi della produzione, della scienza e della tecnologia orientandoli alla transizione ecologica indicata dal Next Generation Eu”.

Pierangelo Dorini: industrie culturali e creative, motori di ripresa, innovazione e sostenibilità

Le industrie culturali e creative sono strategiche per favorire la ripresa economica e sociale del nostro Paese, scrive Pierangelo Dorini. Non solo generano posti di lavoro e ricchezza, ma sono anche un motore di innovazione per tutta l'economia, oltre a promuovere la crescita di altri settori. La bellezza e la cultura, elementi distintivi del patrimonio italiano, sono gli strumenti chiave per affrontare le crisi e realizzare una transizione ecologica. Tuttavia, quest’ultima non si limita alle tecnologie e ai processi produttivi, ma richiede anche una profonda trasformazione culturale e un’assunzione di responsabilità. Le industrie culturali e creative devono adottare pratiche sostenibili, promuovere l'innovazione e integrare la valutazione dell'impatto ambientale nelle loro attività. Inoltre, è necessario un sostegno pubblico attraverso incentivi e investimenti mirati, come quelli previsti nella riforma del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Per affrontare le sfide ambientali e sociali del nostro tempo in modo efficace e sostenibile, spiega infine Pierangelo Dorini, è fondamentale adottare un approccio eco-sistemico che tenga conto delle interconnessioni tra i diversi settori e che promuova l'innovazione sociale e la partecipazione democratica. Solo attraverso una formazione interdisciplinare e una maggiore cooperazione tra professionisti e comunità potremo costruire un futuro sostenibile per tutti.

Serenissima Ristorazione: la Green Star della ristorazione è leader anche nel Mezzogiorno

Dal 2016 Serenissima Ristorazione è protagonista di una crescita esponenziale nelle regioni del Sud Italia. Innovazione, sostenibilità e valorizzazione del territorio i punti di forza.

Serenissima Ristorazione

Serenissima Ristorazione: i primi passi al Sud e l’evoluzione delle attività

Fondata a Vicenza negli anni ’80, Serenissima Ristorazione è una realtà di eccellenza nel settore della ristorazione collettiva. Nei primi anni di attività si è sviluppata prevalentemente nelle regioni del Nord, diventando punto di riferimento negli ambiti socio-sanitario, commerciale, aziendale e scolastico. Il cambio di rotta arriva nel 2014, con il Piano industriale che porta Serenissima Ristorazione a muovere i primi passi nel Mezzogiorno. Nel 2016, il Gruppo vince i primi appalti in Campania e in Sicilia nella ristorazione socio-sanitaria e apre ad Avellino la Filiale Area Sud Italia, guidata dal Direttore Maurizio Palumbo. Da allora le attività si espandono capillarmente anche in Basilicata e Puglia, dove si aggiunge anche la ristorazione scolastica, aziendale e commerciale. Oggi, nelle regioni del Sud, il Gruppo produce circa 8 milioni di pasti all’anno, pari a circa 22mila pasti al giorno, e impiega oltre 1.500 dipendenti.

Serenissima Ristorazione: qualità, nuove tecnologie e formazione per valorizzare il Mezzogiorno

Una crescita esponenziale frutto dell’attenzione alla qualità, all’innovazione tecnologica e alla sostenibilità che da sempre caratterizzano l’operato di Serenissima Ristorazione. L’innovativo centro di produzione pasti sorto nel Cardarelli di Napoli, l’ospedale più grande del Mezzogiorno, ne è un esempio. Qui il Gruppo ha infatti introdotto l’innovativo metodo Cook&Chill, che non solo assicura qualità nutrizionale e organolettica dei cibi, ma riduce anche il rischio di contaminazione e gli sprechi. O ancora il centro altamente tecnologico costruito presso l’Ospedale del Mare, che si occupa di confezionare i vassoi personalizzati destinati alla struttura e ai territori dell’Asl Na1 Centro. Per assicurare i più elevati standard, i dipartimenti degli ospedali si interfacciano quotidianamente con le dietiste del Gruppo, mentre tutti i dipendenti vengono periodicamente formati grazie a corsi dedicati. A testimoniare l’impegno sul fronte della sostenibilità ambientale di Serenissima Ristorazione, che nel 2022 ha ottenuto il titolo di “Green Star” nella sua categoria, anche l’utilizzo di prodotti BIO e a km zero e di materiale compostabile al posto della plastica.

Federico Motta Editore: come si evolve la biblioteca negli anni

Federico Motta Editore ha pubblicato un articolo incentrato sul tema della biblioteca, ripercorrendo l’evoluzione di quei “tesori di conoscenza” che tanto affascinavano il filosofo e scrittore Umberto Eco.

Federico Motta Editore

Federico Motta Editore: la biblioteca nel corso del tempo

Una forma primordiale di biblioteca può essere identificata con delle collezioni di tavolette babilonesi del III e del II millennio a.C. È alla Grecia antica che risalgono però le biblioteche più famose della storia, come la celeberrima Biblioteca di Alessandria d’Egitto e la meno nota biblioteca atenese fondata da Pisistrato. Nell’antica Roma avevano già preso piede le biblioteche pubbliche (ne è un esempio quella dell’Aventino), ma erano alcune biblioteche private a godere di maggior prestigio. Tito Pomponio Attico e Lucio Licinio Lucullo possedevano le collezioni più celebri. Saltando al periodo storico del Medioevo, ritroviamo invece le biblioteche all’interno di monasteri, dove venivano considerate dei luoghi speciali in cui custodire il sapere del passato. Nel Rinascimento nascono poi le prime biblioteche laiche che affronteranno una fase di profonda trasformazione nel XX secolo, a seguito dell’affermazione della biblioteconomia. L’ultimo grande cambiamento che ha interessato le biblioteche ha avuto luogo di recente ed ha riguardato la loro digitalizzazione, un processo in cui Federico Motta Editore è stata senz’altro pioniere.

Federico Motta Editore: la collezione personale di Umberto Eco

Le biblioteche sono dei patrimoni culturali enormi, hanno un valore storico inestimabile e sono dotate di un fascino irresistibile. Un’attrattiva a cui il grande Umberto Eco non sapeva resistere. Lo scrittore e prezioso collaboratore di Federico Motta Editore era un bibliofilo a tutti gli effetti. La sua collezione privata, costituita da circa 30mila volumi moderni e oltre 1.200 libri antichi e rari, è ancora oggi una delle più grandi e prestigiose d’Italia. Umberto Eco aveva un rapporto molto speciale con la sua biblioteca e considerava questi luoghi “la memoria del mondo”. Nell’opera “Il nome delle rosa” (1980) lo scrittore sceglie la biblioteca come ambientazione per le vicende del suo giallo storico. Il protagonista, il monaco novizio Adso da Melk, accompagna il frate Guglielmo da Baskerville in una missione diplomatica, ma quest’ultimo si ritrova a dover risolvere una serie di misteriosi delitti che insanguinano una biblioteca inaccessibile.

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