Glio/Gresb Esg Index: Terna si conferma leader mondiale nella sostenibilità

Terna selezionata per la terza volta nel Glio/Gresb Esg Index, valutazione che include le migliori pratiche in ambito ambientale, sociale e di governance (ESG). La società ha ottenuto un rating ‘A’, massimo livello di valutazione.

Stefano Donnarumma, AD Terna

Terna tra le società internazionali leader nella sostenibilità

Terna ancora una volta all’avanguardia in materia ambientale, sociale e di governance (ESG): lo ha ribadito il Glio/Gresb Esg Index includendo per la terza volta la società che gestisce la rete elettrica italiana. Terna conquista così un rating ‘A’, livello massimo di valutazione, su una scala che parte dal livello più basso ‘E’, a fronte di una media globale per le aziende valutate che si è attestata sul valore ‘C’. Una nota evidenzia come il Glio/Gresb Esg Index riconosca le migliori pratiche in ambito ambientale, sociale e di governance adottate dalle aziende quotate che gestiscono infrastrutture cruciali per la società, quali l’energia, i trasporti e le reti di telecomunicazione. Si apprende, inoltre, che la società guidata da Stefano Donnarumma ha migliorato il proprio punteggio annuale, passando da 85 a 91 su 100. La media globale delle società valutate è stata pari a 64.

Terna, riconosciuta la trasparenza negli aspetti ESG

Con un punteggio di 91 su 100, Terna si posiziona così nella fascia più alta del Glio/Gresb Esg Index, insieme a solo altre sei società internazionali. Come rimarcato nella nota, l’Indice è stato avviato a gennaio 2021 e ha una particolare influenza sui ‘socially responsible investors’, ovvero gli investitori sensibili a tematiche di tipo etico. La valutazione prende in esame la trasparenza nella diffusione dei dati relativi ad aree ESG quali la governance della sostenibilità, l’implementazione della sostenibilità, i dati sulle prestazioni operative e le pratiche di coinvolgimento degli stakeholder. Un risultato eccellente per Terna e che ne ribadisce la presenza ai vertici mondiali della sostenibilità, proseguendo lungo la scia segnata nel Piano Industriale 2021-2025 ‘Driving Energy’. L’aggiornamento presentato a marzo 2022 ha destinato investimenti pari a circa 10 miliardi di euro: di questi, il 99% è per propria natura sostenibile in base ai criteri dalla Tassonomia Europea.

Alessandro Benetton: “Università? Non è l’unica strada possibile”

Un errore pensare che non andare all’università significhi condannarsi all’insuccesso. Alessandro Benetton: “Fondamentale ponderare bene le scelte e trovare la propria traiettoria”.

Alessandro Benetton

Università, frequentarla oppure no? I tre consigli di Alessandro Benetton

Dopo il diploma esistono opzioni valide oltre l’università? Assolutamente sì, e pensare il contrario è uno sbaglio che commettono in molti. D’altronde, secondo Almalaurea il 30% dei diplomati in Italia sceglie di non proseguire gli studi. Ed è a loro che Alessandro Benetton si rivolge nell’ultimo episodio della rubrica Youtube #UnCaffèConAlessandro.  “Nei miei video parlo spesso dell'università. Perché frequentarla, come sceglierla, ma mi sono reso conto di essere caduto in una trappola: dare per scontato che fare l’università sia l’unica strada possibile”. Sono tre i consigli che l’imprenditore ha deciso di condividere con i neodiplomati: “Il primo, più che un consiglio, è una constatazione: non andare all'università non è la fine del mondo”. Un discorso valido soprattutto per i genitori, aggiunge Alessandro Benetton, spesso convinti che l’università sia l’unico percorso per il successo professionale: “Se si è fermamente convinti di voler seguire un'altra traiettoria, bisogna farlo. Non si tratta di contratto a vita, c'è sempre tempo per cambiare idea”.

Alessandro Benetton: l’esempio di Enegreen Academy

Fondamentale, avverte Alessandro Benetton, scegliere il proprio cammino basandosi su un’attenta riflessione che deve basarsi su una semplice domanda: “Perché voglio frequentare l’università?”. “Nonostante sembri banale, corrisponde alla verità. Il problema è che in Italia il percorso formativo che ti porta alla laurea raramente dedica tempo all'orientamento. Di conseguenza, il rischio è quello di laurearsi e poi di procedere a tentoni”. Per l’imprenditore è meglio laurearsi con voti bassi ma con una direzione chiara in mente che puntare al 110 e lode senza sapere cosa fare del proprio futuro. Tuttavia, ribadisce, se si sceglie di non frequentarla ciò non vuol dire smettere di studiare. Un esempio viene da Energreen Academy: promossa da Energreen, azienda che di recente è entrata nel portafoglio proprio di 21 Invest, l’iniziativa nasce con l’obiettivo di formare neodiplomati per introdurli nel mondo del lavoro: “Questo progetto ha coinvolto 12 giovani, tutti e 12 assunti appena terminata la formazione. In questo caso specifico, la traiettoria di questi 12 studenti non prevedeva l'università, e va bene così. Pensare che l'università sia l'unica strada per formarsi significa standardizzare il percorso per tutti senza distinzioni e questo non ha senso. Il punto conclude Alessandro Benetton non è tanto la strada che si sceglie, ma piuttosto la volontà di seguirla impegnandosi al 100%”.

Investimenti sostenibili ESG: la sostenibilità in Banca Generali, parla l’AD Gian Maria Mossa

Investimenti sostenibili ESG, la vision dell’AD di Banca Generali Gian Maria Mossa: “Sta emergendo chiara la visione secondo cui il valore e l’etica nelle scelte dell’investitore possono rafforzare gli effetti dell’investimento stesso e garantire risultati concreti nel lungo periodo sia sul fronte del rendimento che sul fronte sociale”.

Investimenti sostenibili ESG: il valore nelle parole dell’AD di Banca Generali Gian Maria Mossa

I crescenti investimenti sostenibili ESG di Banca Generali dicono molto dell’attenzione che l’Istituto riserva alla sostenibilità: un impegno che emerge anche nelle sempre più numerose iniziative promosse al fine di sensibilizzare la clientela e più in generale l’opinione pubblica sull’importanza di tali tematiche. Lo ricorda anche l’AD Gian Maria Mossa in un recente post su Linkedin: “8 miliardi è il numero di abitanti del Pianeta secondo l’ultima stima fatta dall’ONU, che ne prevede ben 9 per il 2037. Una crescita demografica senza precedenti se pensiamo che solo 70 anni fa la popolazione si attestava su circa 2,5 miliardi di persone”. Numeri che secondo l’AD di Banca Generali, Istituto leader negli investimenti sostenibili ESG, devono far riflettere “sulle responsabilità e l’impegno di ciascuno nelle sfide per un futuro sostenibile”. Le sfide climatiche, la salvaguardia dell’ambiente ma bisogna porre attenzione anche al tema demografico: “A causa di effetti meno “visibili” o meno “eclatanti” almeno nel breve, rischiano di compromettere la sostenibilità del nostro pianeta da un punto di vista sociale, con povertà, flussi migratori oltre ai nodi sulla redistribuzione e accesso alle risorse, per citare alcuni esempi tra i grandi rischi che devono essere affrontati con politiche orientate al lungo periodo in grado di favorire uno sviluppo che tenga conto del benessere delle persone e della sostenibilità delle risorse”.

Banca Generali: la crescita negli investimenti sostenibili ESG

Nel post, rifacendosi anche all’esperienza di Banca Generali sul fronte degli investimenti sostenibili ESG, l’AD Gian Maria Mossa sottolinea come anche il mondo della finanza, additato spesso “come motore di speculazione e amplificatore di differenze sociali”, stia sposando “sempre di più i temi della transizione sostenibile, della trasparenza di governance e della centralità delle persone, alzando progressivamente l’asticella nella direzione delle proprie scelte”. I colossi finanziari globali, le banche americane, i grandi operatori europei e i fondi sovrani stanno prendendo “con decisione una rotta ben precisa nell’indirizzare gli investimenti”: come osserva l’AD Gian Maria Mossa, sono gli stessi regolatori a cercare di tenere il passo “nella definizione dell’architrave della tassonomia e nelle norme di classificazione delle dinamiche ESG prendendo spunto dalle best-practices in continua evoluzione sul mercato”. Si tratta ovviamente solo di “un inizio che porta con sé anche paradossi e comportamenti non sempre allineati agli obiettivi ma che comunque hanno il pregio di avere portato al centro dell’attenzione le tematiche ESG”. In questo percorso si inserisce l’impegno concreto di Banca Generali, come attesta anche la progressiva crescita negli investimenti sostenibili ESG registrata negli ultimi anni.

Claudio Descalzi: Forum ANSA, l’impegno di Eni per il futuro dell’energia

L’intervento di Claudio Descalzi al Forum ANSA: l’AD di Eni ha parlato del futuro dell’energia tra l’emergenza attuale e la necessità di raggiungere gli obiettivi legati alla transizione.

Claudio Descalzi, AD Eni

Claudio Descalzi: sostenibilità, sicurezza energetica e competitività per affrontare le nuove sfide del settore

Ospite del Forum ANSA lo scorso 9 novembre, l’AD di Eni Claudio Descalzi ha parlato dell’impegno di Eni nel fronteggiare l’emergenza energetica in corso e delle prospettive per la transizione. Fondamentale, come ha ribadito l’AD rispondendo alle domande dei giornalisti e del direttore dell’Agenzia Luigi Contu, è assicurare la sicurezza energetica senza allontanare il Paese dagli obiettivi di decarbonizzazione: in questa direzione dovrebbe guardare anche la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP 27) in programma il 7 e l’8 novembre in Egitto. Nel “confermare gli obiettivi climatici” il vertice sul clima “dovrà tenere conto del breve, del medio e del lungo termine perché adesso abbiamo questo problema di sicurezza energetica che è contingente”: la sostenibilità ambientale deve restare la priorità ma non può essere l’unica. “Su una sola gamba si fa fatica a stare in piedi”: devono quindi esserci “altre gambe” che Claudio Descalzi identifica nella sicurezza energetica e nella competitività perché “se si lasciano indietro sicurezza e competitività non riesci più a fare business”.

Claudio Descalzi: necessario utilizzare tutte le tecnologie a nostra disposizione che impiegano prodotti puliti

Sostenibilità, sicurezza energetica e competitività secondo l’AD Claudio Descalzi possono stare insieme “se le cose non si fanno in modo ideologico”. L’impegno concreto di Eni è nei numerosi progetti basati sulla consapevolezza che è quindi necessario “utilizzare tutte le tecnologie a nostra disposizione che impiegano prodotti puliti, compresi i biocarburanti perché le rinnovabili da sole non bastano a risolvere il problema”. Nel corso dell’intervista, l’AD Claudio Descalzi ha ricordato ad esempio “tutta la catena dei biocarburanti che non vengono da idrocarburi ma da agricoltura, da arbusti oleosi coltivati in zone desertiche”. Eni ha sottoscritto “sette accordi in Africa e stiamo già importando dal Kenya” con evidenti ricadute anche per il territorio e le comunità locali: il progetto dà lavoro a quasi 100mila famiglie e “produce olio per le bioraffinerie di Venezia e Gela”. Dopo anni di test “possiamo usare questi biocarburanti al 100% sui motori euro 4, euro 5 ed euro 6”. E “sono complementari a tutta la crescita dell’auto elettrica”, ha aggiunto infine l’AD.

Pierroberto Folgiero: il futuro è possibile solo con le competenze acquisite con la formazione

L’AD e DG di Fincantieri Pierroberto Folgiero: “Per me il Made in Italy è anche e soprattutto ingegno, creatività. Una cultura verticale poggiata su una cultura generale, un’ingegneria umanistica”.

Pierroberto Folgiero, AD e DG Fincantieri

MIB Trieste School of Management: Pierroberto Folgiero interviene alla cerimonia del diploma dell’Executive MBA

L’esempio di Bono ci lascia moltissimi spunti per guardare al futuro”: Pierroberto Folgiero lo ha ricordato anche lo scorso 11 novembre nel corso della cerimonia del diploma dell’Executive MBA, il Master of Business Administration della MIB Trieste School of Management. Nel suo intervento l’AD e DG di Fincantieri si è focalizzato sul ruolo strategico della preparazione superiore sottolineando come per le aziende sia importante avere al proprio fianco una realtà come il MIB nel formare i propri manager. Il futuro a cui fa riferimento Pierroberto Folgieroè possibile solo con le competenze che esistono grazie alla formazione”: non a caso in questa direzione guarda proprio la formazione che si fa al MIB. L’AD ha parlato anche della sua esperienza in Fincantieri che guida dallo scorso maggio: “Posso dire che sia assolutamente un laboratorio dove è possibile osservare i macrotrend industriali e manageriali. Se siamo rimasti l’unica vera industria pesante italiana è perché, anche grazie a persone come il dott. Bono, abbiamo saputo governare questi trend, distinguendoci in termini di ingegnerizzazione della produzione e di management”.

Pierroberto Folgiero: Fincantieri è un laboratorio dove poter osservare macrotrend industriali e manageriali

Per me il Made in Italy è anche e soprattutto ingegno, creatività”: questa la vision dell’AD Pierroberto Folgiero che si riflette nei progetti portati avanti quotidianamente dal Gruppo. “Una cultura verticale poggiata su una cultura generale, un’ingegneria umanistica”: su queste competenze Fincantieri impronta da sempre la propria crescita “costruendo reale valore aggiunto”. Complessità unita a grandi performance: “La vera sfida adesso è mantenere questa distintività rimanendo trainanti per l'intero settore delle PMI che fanno parte della nostra filiera, e lo possiamo fare solo lavorando sugli asset digitali e su una reale transizione energetica”. Fondamentale in quest’ottica è avere coraggio manageriale perché, come ha spiegato l’AD Pierroberto Folgiero, “si deve cambiare quando le cose vanno bene e non quando vanno male”. Rivolgendosi poi ai diplomati, li ha esortati ad essere ambiziosi: “Credo che il reale successo di un manager si misuri in tre parti: certamente nella realizzazione lavorativa che però non deve mai dimenticare la cura degli affetti, perché una carriera che sbilancia la nostra vita privata non ci rende manager migliori, anzi. La terza e ultima parte è quella etica, dei valori, che vanno appresi, condivisi e difesi”.

Gianni Lettieri: “Con manutenzione Alitalia nuova importante tappa per Atitech”

Con le attività di Fiumicino l’azienda guidata da Gianni Lettieri passa dall’assistenza negli hangar a quella di linea. Il prossimo step verso il Polo unico l’acquisizione di Alitalia Maintenance System.

Gianni Lettieri

Gianni Lettieri: “Nostro obiettivo? Taglia da mezzo miliardo e servizi full maintenance

Washington, Buenos Aires, Tel Aviv: sono alcuni dei poli aeroportuali nei quali Atitech si prepara a passare dall’assistenza negli hangar a quella di linea. Un’evoluzione frutto dell’acquisizione del ramo maintenance Alitalia, che oltre alla sede di Fiumicino conta circa 3mila dipendenti e un’importante quota di scali esteri. Sotto la guida di Gianni Lettieri la MRO di Capodichino compie un ulteriore passo verso la realizzazione di un Polo integrato delle manutenzioni dell’aviazione civile. Ad illustrare il nuovo cammino di Atitech è lo stesso imprenditore, che in una recente intervista al Il Mattino, quotidiano partenopeo, ha dichiarato che l’integrazione dell’hub di Fiumicino verrà completata nei prossimi giorni. E non solo: il Presidente di Atitech ha, infatti, annunciato l’intenzione di acquisire anche Ams (Alitalia Maintenance System), con base sempre a Fiumicino e specializzata nella manutenzione dei motori. “In questo modo – ha spiegato Gianni Lettieripossiamo tendere a una taglia da mezzo miliardo e un ciclo completo di manutenzioni, simile a Sabena Technics, la società di manutenzioni sopravvissuta alle vicissitudini della vecchia compagnia aerea belga Sabena chiusa nel 2001”.

Gianni Lettieri: “In pandemia abbiamo tutelato i salari, ora cambio di marcia spetta al nuovo Governo

Un piano ambizioso quello perseguito da Gianni Lettieri, soprattutto in un settore che negli ultimi anni paga da un lato gli effetti dell’emergenza Covid-19 e dall’altro quelli del conflitto scoppiato in Ucraina. “Quelli che sto facendo oggi sono passi quasi obbligati per dare solidità, integrazione e forza a un progetto – ha detto il Patron di Atitech, ricordando poi gli impegni presi durante la pandemia –. Interi settori hanno sofferto senza un minimo di ristori, contrariamente a quanto successo in Germania o negli Stati Uniti. In Atitech abbiamo fatto ciò che devono fare gli imprenditori: tutelare il salario dei nostri dipendenti anche con un fondo al quale potevano attingere in caso di necessità”. Ora la palla passa al nuovo Governo, che dovrà fare “scelte coraggiose” per affrontare in maniera tempestiva il caro energia e tutte le sue ripercussioni: “Mi aspetto un’azione incisiva – è l’auspicio di Gianni Lettierionestamente, mi auguro anche di ascoltare più alta e nitida la voce dei corpi intermedi, a partire da Confindustria, perché si ponga rimedio alle annunciate crisi industriali”.

Cristina Scocchia a “Il Sole 24 Ore”: carriera e vision sul mondo del lavoro in Italia

Cristina Scocchia racconta la sua esperienza alla guida di grandi aziende, riflettendo anche su alcuni aspetti culturali connessi alla pari realizzazione professionale.

Cristina Scocchia

Cristina Scocchia: da Procter&Gamble ai ruoli di AD, la carriera della manager

Passione e impegno potrebbero non bastare se mancano pari opportunità a lavoro: ne ha parlato Cristina Scocchia in un’intervista rilasciata a “Il Sole 24 Ore”, intervento in cui la manager ha ripercorso le tappe della carriera soffermandosi anche su aspetti quali la leadership empatica, partecipativa e collaborativa. Senza dimenticare il primo colloquio in Procter&Gamble quando era ancora iscritta all’Università Bocconi: “Mi presero per uno stage di tre mesi, retribuito. Una condizione fondamentale perché non avrei potuto chiedere ai miei genitori di continuare a pagare la retta dell’università, l’affitto a Milano e in più quello di Roma. E invece le occasioni vanno date a tutti, anche a chi, come me, proviene da una famiglia del ceto medio”. Sono anni intensi in cui Cristina Scocchia si divide tra lavoro e studio riuscendo a laurearsi in Economia Aziendale con il massimo dei voti. Fa seguito anche un Dottorato di Ricerca in Economia Aziendale presso l’Università di Torino. In Procter&Gamble, nel corso di 16 anni tra Roma, Ginevra e il Medio Oriente, giunge al vertice delle Cosmetics International Operations in 75 Paesi: “Nel 2004 ero l’unica donna nel leadership team della regione di cui mi occupavo (Europa Centrale, Medio Oriente e Africa). Ho imparato sul campo cos’è la diversity, che è di genere ma anche culturale”, spiega nell’intervista. Nel 2013, invece, una nuova sfida la conduce in L’Oréal, che la nomina AD della divisione italiana: “In quattro anni abbiamo investito sul digitale, lanciato nuovi prodotti e avviato una vera e propria trasformazione culturale”.

Lui ‘è determinato’, lei ‘è ambiziosetta’: il punto di vista di Cristina Scocchia

Approfondendo il tema della trasformazione culturale, Cristina Scocchia ha parlato dell’introduzione dello smart working già nel 2014: “In Italia non ne parlava nessuno e quando dicevano ‘lei è una donna e quindi lo introduce perché vuole facilitare la conciliazione lavoro/famiglia per le donne’, io spiegavo che certamente il tema mi sta molto a cuore, ma primo: non lo si contemplava solo per le donne, perché dei figli e della famiglia se ne devono occupare tutti; secondo: l’intento era favorire il passaggio da una leadership basata sul controllo, e quindi attenta al numero di ore che si passano in ufficio davanti al computer, a una leadership che punta sulla fiducia, sul merito, sui risultati, sulla capacità di motivare”. Nel 2017 Cristina Scocchia entra in KIKO Milano, sempre nel ruolo di Amministratore Delegato: in pochi anni avvia un intenso percorso di trasformazione e riorganizzazione aziendale, con risultati notevoli nell’efficacia finanziaria e operativa dell’azienda. Nel 2020, però, l’arrivo della pandemia mette a dura prova il business internazionale: tuttavia KIKO accelera aprendo in Grecia, Arabia Saudita e Balcani, assumendo anche 50 persone a Bergamo: “Nel 2021 ci siamo rimboccati le maniche e siamo ritornati alla crescita, in positivo con il profitto”, sottolinea nell’intervista. La manager è oggi AD di Illycaffè, dove guida la crescita a livello nazionale e internazionale puntando anche alla quotazione in Borsa. Una riflessione, in conclusione, sul diritto alla pari realizzazione professionale: “Fino a quando di lui si pensa ‘è determinato’, di lei ‘è ambiziosetta’, non si va da nessuna parte”, osserva, aggiungendo come la parità debba valere anche per i carichi familiari, le opportunità alle famiglie e nella promozione di percorsi universitari scientifico-tecnologici.

Stefano Donnarumma, l’AD e DG di Terna all’Italian Energy Summit: “Necessario colmare gap rinnovabili”

Nell’ultima edizione dell’Italian Energy Summit Stefano Donnarumma ha risposto alle domande di “Affari Italiani”. Sicurezza energetica e ruolo di Terna nella transizione i temi affrontati nell’intervista.

Stefano Donnarumma

Stefano Donnarumma: Terna, infrastrutture e rinnovabili i pilastri della strategia

Accelerare sullo sviluppo delle infrastrutture, colmare al più presto il gap di energie rinnovabili e indirizzare il Paese verso la transizione. Ad elencare le priorità del sistema energetico italiano è Stefano Donnarumma, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Terna, nel corso dell’ultima edizione dell’Italian Energy Summit. La due giorni, promossa da “Il Sole 24 Ore” e tenutasi presso la Borsa Italiana a Milano, è stata l’occasione per discutere di fonti di approvvigionamento energetico e strategie da perseguire per limitare gli effetti dei rincari sull’economia. A latere dell’evento, l’AD e DG di Terna è stato intercettato dai microfoni di “Affari Italiani”: “La strategia di Terna nel medio termine – ha dichiarato Stefano Donnarummaè caratterizzata dal proprio Piano industriale, che cuba 10 miliardi di investimenti sulle infrastrutture di rete, e dal Piano di sviluppo nazionale previsto con le istituzioni e con l’ARERA (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente), che prevede 18 miliardi al 2030. Entrambi i Piani sono orientati alla realizzazione e al potenziamento delle infrastrutture per abilitare le rinnovabili”.

Stefano Donnarumma: per maggiore sicurezza energetica necessario colmare gap di rinnovabili 

Tra i propositi espressi dall’AD e DG di Terna l’accelerazione sulle rinnovabili resta la priorità. Ampio per il Paese il gap da recuperare a livello infrastrutturale tra solare ed eolico, ricorda Stefano Donnarumma: “Ad oggi il gap di rinnovabili al 2030 è stimato intorno ai 70 Gigawatt”. Il ruolo della rete sarà quello di “accompagnare questo sviluppo” e guidare il Paese verso la transizione energetica, passaggio considerato sempre più strategico sul fronte dell’indipendenza energetica. Fondamentali in questo senso le risorse del PNRR, aggiunge, ma per sfruttarle al meglio è necessario “fare sistema” e puntare su progetti medio-grandi. Intanto le misure prese finora dalle Istituzioni e dai principali player del settore iniziano a sortire i primi effetti. Impulso alle rinnovabili, aumento degli accumuli, l’utilizzo dei rigassificatori e la diversificazione lato gas: per Stefano Donnarummale azioni messe in atto in questo momento dovrebbero portarci ad una condizione di maggiore sicurezza”.

Alessandro Benetton: “Sud? Ha potenzialità speciali, fattore umano può fare la differenza”

Alessandro Benetton ha raccontato “La Traiettoria” durante un incontro organizzato dall’Università Parthenope di Napoli. L’evento è stata l’occasione per discutere di Mezzogiorno e imprenditoria.

Alessandro Benetton

Alessandro Benetton: “Il lato umano dell’economia è quello che sopravvive alle sfide più difficili

Si è tenuto lo scorso 18 ottobre presso Villa Doria d'Angri l’incontro con Alessandro Benetton promosso dall’Università di Napoli Parthenope. Organizzato nell'ambito del ContaminationLab CLab UniParthenope in collaborazione con Gruppo Giovani Imprenditori dell'Unione Industriali di Napoli, l’evento nasce per discutere di “Imprenditorialità e Innovazione” e presentare “La Traiettoria”, l’autobiografia che l’imprenditore ha pubblicato la scorsa primavera con Mondadori. Intervistato a latere dell’evento dal “Corriere del Mezzogiorno”, il fondatore di 21 Invest oggi anche Presidente di Edizioni ha evidenziato le potenzialità del Sud, sottolineandone l’economia dal volto umano: “La simpatia e l’empatia tipiche del Sud se canalizzate possono diventare un grande attrattore di opportunità – ha spiegato Alessandro BenettonSono convinto che ciascun individuo debba cercare di sfruttare ciò che ha a disposizione. E il Mezzogiorno ha un livello di energia e una peculiare estrosità delle singole persone invidiabile”. Le imprese del territorio, ha aggiunto, hanno dimostrato la loro resilienza già durante la gestione dell’emergenza Covid-19 adattandosi rapidamente “sia alla sfera digitale che a quelle tendenze che io definisco post-social network, nel senso che conoscendo oramai i limiti di queste grandi risorse tecnologiche sappiamo che il fattore umano può fare la differenza”. Le peculiarità del Mezzogiorno possono rappresentare un elemento competitivo soprattutto nel lungo periodo: “Il lato umano dell’economia è quello che sopravvive alle sfide più difficili”.

Alessandro Benetton: “Empatia del Sud perfetta per chi fa private equity”

Quella di Alessandro Benetton è una conoscenza diretta del tessuto imprenditoriale meridionale. Nel sud la sua 21 Invest è stata infatti protagonista di una serie di casi di successo, come l’abruzzese Farnese Vin, la barese CartonPack e la catanese Sifi. Tra le operazioni di private equity più recenti l’ingresso nella tarantina In&Out, specializzata nelle soluzioni di protezione solare e anti-insetto. “Il tessuto imprenditoriale meridionale ci ha dato una grandissima soddisfazione, sia dal punto di vista umano che da quello del business. Spesso il Mezzogiorno viene descritto come particolare con un’accezione non sempre positiva. Sinceramente credo sia particolare perché ha dei punti di forza straordinari. Ma di sicuro in tutto il Sud è evidente la voglia di rivincita e di colmare i gap di occupazione ed economia”. La creatività, la forza propositiva e soprattutto l’empatia delle persone del Sud si dimostrano oggi ingredienti perfetti per chi si occupa di private equity, sostiene Alessandro Benetton: “Dietro ogni imprenditore c’è sempre una persona con le sue emozioni. Non c’è solo il curriculum. In questo senso ricordo, ad esempio le prime volte che mio padre mi ha portato con lui proprio al Sud per incontrare i rappresentanti della Benetton, e i negozianti. Ero piccolo e mi piaceva osservare il mondo dei grandi. E ricordo in maniera vividissima l’empatia, l’ospitalità e l’affettuosità spontanea è tra i ricordi più vividi di quegli anni”.

Alessandra Ricci, AD di SACE, tra le “50 Most Powerful Women 2022” secondo “Fortune Italia”

Alessandra Ricci guida SACE dalla scorsa primavera. Romana, classe 1969, è considerata un’esperta nella finanza internazionale d’impresa.

Alessandra Ricci

“MPW Italia 2022”: Alessandra Ricci nella lista di “Fortune Italia”

Alessandra Ricci, Amministratore Delegato di SACE – controllata del MEF specializzata nel sostegno all’export e all’internazionalizzazione – è stata inclusa da “Fortune Italia” nella classifica delle 50 donne che nell’ultimo anno si sono rese protagoniste di un cambiamento culturale e sociale nel proprio settore di competenza. A selezionare le personalità che nel 2022 si sono maggiormente distinte nell’affrontare le sfide lanciate dagli scenari globali un Advisory Board indipendente, composto da manager, avvocatesse e giornaliste, che ha valutato le candidature raccolte dalla rinomata rivista di business. Per “Fortune Italia”, che da oltre 20 anni accende i riflettori sulle migliori energie femminili del Paese, le “50 Most Powerful Women 2022” riassumono il percorso compiuto verso una società più meritocratica. Nell’elenco stilato per la 25esima edizione, oltre ad Alessandra Ricci, personalità come Miuccia Prada (Prada), Samantha Cristoforetti, Cristina Scocchia (Illycaffè), Melissa Ferretti Peretti (Google Italia) e Chiara Ferragni. Diverse le rappresentanti del mondo dello sport, come Federica Pellegrini e Bebe Vio.

Alessandra Ricci: la carriera fino al ruolo di AD di SACE

Originaria di Roma, classe 1969, Alessandra Ricci è stata nominata alla guida di SACE la scorsa primavera. Per la manager il ruolo di AD rappresenta l’apice di una carriera costruita all’interno della società assicurativo-finanziaria del Ministero delle Finanze. Laureata in Economia e Commercio all’Università Luiss di Roma, avvia la sua carriera in Mediocredito Centrale: qui per dieci anni si specializza nel Project Financing per progetti internazionali in Europa e nei mercati emergenti. L’ingresso in SACE risale al 2005: il contributo alla crescita dell’azienda è tale che da lì a pochi anni arriva a ricoprire l’incarico prima di Chief Business Officer e in seguito quello di Chief Marketing & Underwriting Officer. Dopo una parentesi di tre anni come Amministratore Delegato di SIMEST (2017-2020), ex controllata del Gruppo, nel 2020 Alessandra Ricci rientra in SACE come Responsabile del Programma Garanzia Italia e Green New Deal. Due anni più tardi, esattamente il 18 maggio, arriva la nomina come Amministratore Delegato e Direttore Generale per il triennio 2022-2024. Tra i primi risultati il lancio di Garanzia SupportItalia, il nuovo strumento nato per sostenere le aziende italiane alle prese con il caro-energia e le ripercussioni economiche del conflitto ucraino.

Luigi Ferraris (Gruppo FS) nuovo componente del Management Committee del CER

Luigi Ferraris nel Management Committee della Community of European Railway and Infrastructure Companies, associazione che raggruppa le aziende e i gestori ferroviari a livello europeo.

Luigi Ferraris, AD Gruppo FS

La nomina di Luigi Ferraris nel CER

Luigi Ferraris entra a far parte della Community of European Railway and Infrastructure Companies in qualità di membro del Management Committee. Lo ha comunicato il Gruppo FS con una nota rilasciata a fine settembre sul sito ufficiale, nella quale si specifica che l’incarico avr&agarave; durata per il biennio 2022-2023. Fondato nel 1988, il CER riunisce oltre 70 membri tra imprese ferroviarie europee, associazioni nazionali e società di infrastrutture. Tra gli scopi perseguiti quello di rappresentare, verso le diverse Istituzioni Europee, gli interessi dei membri con l’obiettivo di migliorare le condizioni di sviluppo e il quadro regolatorio del business ferroviario. Con sede a Bruxelles, il CER conduce attività e iniziative di dialogo con il Parlamento, la Commissione e il Consiglio dei Ministri Europeo. Per il Gruppo FS un’ulteriore occasione di confronto a livello continentale grazie alla nomina dell’AD Luigi Ferraris nel Management Committee dell’associazione.

Luigi Ferraris: carriera e incarichi del manager

Nato a Legnano (MI) nel 1962, Luigi Ferraris è laureato in Economia Politica presso l’Università di Genova. Nel 1988 avvia il suo percorso professionale nel settore auditing di PriceWaterhouse. Successivamente ricopre diverse posizioni manageriali in società quali Agusta, Piaggio VE, Sasib Beverage e Elsag Bailey Process Automation. Tra il 1998 e il 1999 opera in qualità di Chief Financial Officer in Elsacom (Gruppo Finmeccanica), per poi fare ingresso nel Gruppo Enel dove, con responsabilità crescenti, arriva a ricoprire l’incarico di Chief Financial Officer (2009-2014). Nel 2015 prosegue la sua carriera presso Poste Italiane: nominato CFO, Luigi Ferraris ne guida il percorso di privatizzazione e quotazione in borsa. Dal 2017 al 2020 è Amministratore Delegato e Direttore Generale di Terna, per poi passare alla guida del Gruppo FS nel ruolo di Amministratore Delegato, incarico assunto a giugno 2021.

Private banking e formazione, al via il “Progetto Giovani” di Banca Generali

Ad illustrare le finalità del progetto il Vice DG di Banca Generali Marco Bernardi: “Come banca leader nel private banking fondamentale aprirci ad una nuova generazione di consulenti”.

Banca Generali, un approccio sempre più giovane al private banking

Realizzare un ambizioso programma di assunzione e ricambio generazionale per creare una rete di consulenti in grado di intercettare le esigenze della nuova clientela private banking. È uno degli obiettivi contenuti nel Piano Strategico 2022-2024 di Banca Generali, che proprio in queste settimane ha ufficialmente lanciato “Progetto Giovani”. Scopo dell’iniziativa aprire le porte della consulenza finanziaria ad una nuova generazione di private banker attraverso un vero e proprio piano di ingresso destinato ai professionisti della consulenza under 35. “Come banca leader nel private banking in Italia – ha dichiarato il Vice Direttore Generale di Banca Generali Marco Bernardi – siamo consapevoli della necessità di allargare le maglie della nostra professione anche a una nuova generazione di consulenti che saranno coloro i quali si occuperanno di creare valore per il risparmio del futuro”. Da inizio anno sono già oltre 110 i professionisti under 40 entrati in organico, mentre diverse sono le soluzioni lanciate dall’Istituto che si caratterizzano per l’attenzione a temi particolarmente sentiti dai più giovani, dalle energie rinnovabili fino alla transizione digitale.

Private banking: formazione continua e mentoring, la ricetta di Banca Generali 

Nel dettaglio, i professionisti coinvolti nell’iniziativa promossa dall’Istituto italiano leader nel private banking avranno l’occasione di prendere parte ad un percorso di sviluppo a 360° basato sulla formazione continua. Per tutta la durata del progetto (36 mesi) i partecipanti verranno inoltre affiancati dai consulenti senior di Banca Generali, che si concentreranno in particolare sulle capacità relazionali. Un vero e proprio “travaso positivo di competenze”, ha spiegato Bernardi: “Progetto Giovani rappresenta un volano per l'industria del risparmio che ravvede nel lungo termine la necessità di un ricambio generazionale con nuove figure professionali in grado di abbracciare il modello di consulenza patrimoniale a 360 gradi. Siamo convinti – ha aggiunto il Vice DG di Banca Generaliche il percorso creato possa rappresentare la strada giusta per la creazione di valore nel lungo periodo.

Pierroberto Folgiero: Fincantieri, “ruolo proattivo” nella transizione digitale e verde

In crescita i ricavi di Fincantieri nel terzo trimestre, l’AD Pierroberto Folgiero: “Crociere in ripresa, militare e offshore hanno un trend molto interessante nel breve e nel medio lungo termine”.

Pierroberto Folgiero

Pierroberto Folgiero: Fincantieri, la ripresa del mercato crocieristico impatta sulla performance del terzo trimestre 

Nel terzo trimestre “i primi chiari segnali di ripartenza degli ordinativi cruise”: Pierroberto Folgiero lo spiega commentando la performance di Fincantieri nel terzo trimestre. Numeri su cui hanno inciso le partite non ricorrenti evidenziate nel primo semestre e il contesto macro-economico. I ricavi si attestano comunque in crescita rispetto ai primi nove mesi del 2021: 5.315 milioni di euro, +17%, e in linea con aspettative. Nei primi nove mesi del 2022 sono state consegnate 12 navi da otto stabilimenti: in particolare nel terzo trimestre la Norwegian Prima, prima di sei navi da crociera di nuova generazione per Norwegian Cruise, e Viking Polaris, seconda di due unità da crociera expedition per Viking. Oltre alla “richiesta di navi equipaggiate con le tecnologie all’avanguardia e alimentate da motori di nuova generazione”, l’AD e DG Pierroberto Folgiero ricorda anche “l’ingresso di nuovi operatori nel settore delle navi extra lusso, a conferma della ripresa del mercato crocieristico, prima di quanto inizialmente previsto”. E “il settore militare e delle navi offshore mostra un trend molto interessante sia nel breve che nel medio lungo termine”.

Fincantieri, l’AD e DG Pierroberto Folgiero: “Stiamo già tracciando una nuova rotta

L’andamento economico, precisa l’AD Pierroberto Folgiero, risente “ancora degli effetti già scontati nel primo semestre oltre al protrarsi dell’incertezza macro-economica e geopolitica e delle spinte inflazionistiche”. Ma Fincantieri è già proiettata ai nuovi traguardi: “Stiamo già tracciando una nuova rotta e ci stiamo impegnando con forte spirito imprenditoriale e coraggio manageriale nel raggiungere nuovi obiettivi grazie alle nostre caratteristiche distintive legate alle competenze storiche combinate con una forte capacità e credibilità nell’innovazione”. Pierroberto Folgiero sottolinea quindi la forza della “nostra leadership nei core business in cui operiamo, capaci di trainare una delle catene di fornitura più importanti del Paese e con un ruolo proattivo nella transizione digitale e verde”: la sfida dunque è “rafforzare ulteriormente il proprio posizionamento competitivo nell’industria internazionale della navalmeccanica”.

Alessandro Benetton: “Pensare sempre in grande? Ecco perché rischia di essere un errore”

Non ci sono segreti o scorciatoie legati ai casi di successo, ma tante piccole azioni e decisioni quotidiane. Lo sa bene Alessandro Benetton, che ha dedicato all’argomento l’ultimo episodio di #UnCaffèConAlessandro.

Alessandro Benetton

Alessandro Benetton: un nuovo approccio al modo di fare impresa che prende spunto dall’arte

Quando si parla di casi di successo spesso ci si sofferma esclusivamente sugli aspetti più noti e conosciuti. Leggendo il nome di Jeff Bezos, ad esempio, il primo pensiero va alla rivoluzione portata da Amazon nel settore degli e-commerce. Ma, avverte Alessandro Benetton, se ci limitiamo a “pensare in grande” il rischio è perdere di vista “i dettagli che invece tante volte possono fare la differenza”. Nell’ultimo episodio di #UnCaffèConAlessandro, l’imprenditore ragiona su cosa fa davvero la differenza nel mondo dell’imprenditoria: “La chiave del successo spesso sta nel microscopico. Siamo abituati a pensare che siano le grandi cose a fare la differenza: grandi investimenti, grandi capitali, grandi strutture. Ed è ovvio che le ampie disponibilità di risorse siano d’aiuto, ma non questa la chiave di volta per raggiungere i propri obiettivi”. Un suggerimento su come cambiare approccio al modo di fare impresa arriva dal mondo dell’arte, nello specifico dal puntinismo. Alessandro Benetton cita la famosa opera di Georges Seurat “Una domenica pomeriggio all'isola della Grande-Jatte”: “Di questo quadro percepiamo in modo chiaro tutti gli elementi, ma se si guarda da vicino si capisce che l'artista sfrutta un meccanismo della percezione visiva e il nostro cervello si concentra non sui singoli puntini ma sull'immagine d'insieme. Si potrebbe dire che a rendere famoso questo quadro non siano le singole figure ma i puntini che la compongono. Vale anche nel mondo del business: a volte noi non ce ne rendiamo conto ma dietro grandi casi di successo non ci sono solo grandi interventi ma tante piccole azioni e decisioni”.

Alessandro Benetton: attenzione ai dettagli e valorizzazione delle diversità la ricetta per il successo

La scelta dei membri del team, un no detto al momento giusto, un obiettivo perseguito con coerenza: nonostante facciano meno scalpore rispetto alle grandi decisioni, sono queste secondo Alessandro Benetton le azioni quotidiane che possono davvero fare la differenza tra successo e fallimento. Anche la valorizzazione delle diversità gioca un ruolo determinante, aggiunge il Presidente di Edizione. Osservando ancora una volta il quadro, si nota infatti che Seurat ottiene i colori desiderati unendo puntini dalle tonalità spesso contrastanti: “Lo dico spesso: anche il successo di un'impresa si costruisce sulla diversità di chi la compone. Il ruolo dell'imprenditore è quello di valorizzare quella diversità e di sfruttarla come strumento per raggiungere i propri obiettivi”. Ragionare come i puntinisti può essere il primo passo verso il successo: “Nulla, neanche il più piccolo dettaglio è lasciato al caso: dobbiamo sviluppare un'ossessione per i dettagli che magari gli altri non vedono ma che faranno la differenza quando sarà il momento di parlare di risultati. Come diceva il filosofo Henri-Frédéric Amiel – conclude Alessandro Benettonquelle che noi chiamiamo le piccole cose sono semplicemente la causa delle grandi cose”.

Private banking: “Progetto Giovani”, l’iniziativa di Banca Generali dedicata agli under 35

Banca Generali si prepara ad affidare il futuro del private banking ad una nuova generazione di consulenti finanziari.

“Progetto Giovani”: il contributo di Banca Generali al private banking del domani

Come banca leader nel private banking in Italia siamo consapevoli della necessità di allargare le maglie della nostra professione anche a una nuova generazione di consulenti che saranno coloro i quali si occuperanno di creare valore per il risparmio del futuro”. È con queste parole che Maro Bernardi, Vice Direttore Generale di Banca Generali, introduce “Progetto Giovani”, la nuova iniziativa lanciata dall’Istituto e dedicata ai professionisti della consulenza finanziaria di età inferiore a 35 anni. Un vero e proprio piano di ingresso che prevede 36 mesi di formazione continua e mentorship con l’obiettivo di accrescere e valorizzare le competenze dei giovani banker. Il progetto promosso da Banca Generali si inserisce nella strategia adottata dall’Istituto sul fronte del ricambio generazionale, ritenuto indispensabile per affrontare al meglio le sfide che attendono il settore del private banking.

Banca Generali: i dettagli del progetto

Nei prossimi tre anni, i professionisti under 35 che aderiranno al progetto targato Banca Generali saranno coinvolti in attività di formazione continua, erogata sia su competenze tecniche che comportamentali. I giovani consulenti verranno guidati passo passo dai senior, che contribuiranno allo sviluppo delle capacità relazionali, ritenute fondamentali nei servizi di private banking. Ognuno dei partecipanti dovrà inoltre raggiungere entro la fine dei 36 mesi un obiettivo di portafoglio. I tutor valuteranno poi se procedere alla formazione o meno di un nuovo team. “Abbiamo dato vita ad un percorso che punta a generare un travaso positivo di competenze dai nostri professionisti più affermati verso quegli under 35 che hanno l’ambizione di eccellere in futuro in questa professione – ha dichiarato il Vice DG di Banca GeneraliSiamo convinti che il percorso creato possa rappresentare la strada giusta per la creazione di valore nel lungo periodo”.

Atitech, Gianni Lettieri: “Con Fiumicino pronti a passare all’assistenza di linea”

Nelle prossime settimane la MRO guidata da Gianni Lettieri porterà a termine il processo di integrazione degli impianti e dei tecnici di Fiumicino. Nel mirino ora anche Alitalia Maintenance System.

Gianni Lettieri

Gianni Lettieri: polo full maintenance da mezzo miliardo e 3mila addetti il nostro obiettivo finale

A poche settimane dall’acquisizione del ramo maintenance Alitalia, il Presidente di Atitech Gianni Lettieri torna a parlare dell’ambizioso progetto che riguarda la realizzazione di un polo nazionale integrato delle manutenzioni dell’aviazione civile. “Dai commissari dell'amministrazione straordinaria Alitalia abbiamo preso le strutture a Fiumicino, nei poli negli aeroporti e quasi mille tecnici di cui abbiamo avviato l'integrazione in azienda – ha dichiarato l’imprenditore in una recente intervista rilasciata a “Il Mattino” – si parte nei prossimi giorni”. Una volta portato a termine il processo, Atitech passerà dall’assistenza negli hangar a quella di linea: “L’assistenza di linea prevede i controlli e le manutenzioni di routine a ogni decollo e quelle durante la sosta la notte – ha spiegato – ci sono poli da Washington, a Buenos Aires, al Sud Africa a Tel Aviv, ai paesi del Mediterraneo oltre che in tutte le capitali europee e in molti grandi aeroporti”. Sul fronte delle acquisizioni Gianni Lettieri non intende tuttavia limitarsi al ramo manutenzioni Alitalia: “Il mio obiettivo è acquisire anche Ams, Alitalia Maintenance Systems, specializzata nella manutenzione dei motori, che ha sempre sede a Fiumicino”. L’intento del Patron è eguagliare società come la belga Sabena Technics, sopravvissuta alle difficoltà della compagnia aerea chiusa oltre 20 anni fa e che oggi conta 500 milioni di fatturato e 3mila addetti: “Lavoriamo anche per costruire nell'aeroporto di Olbia la divisione per i Jet privati”, ha aggiunto.

Gianni Lettieri: “Nuovo Governo? Mi aspetto azione incisiva, servono scelte coraggiose

Nell’intervista Gianni Lettieri si è poi soffermato sul contesto geopolitico attuale. In merito al conflitto russo-ucraino, l’imprenditore condivide il messaggio di pace lanciato dal Presidente della Regione Campania De Luca con la manifestazione del 28 ottobre: “Tutti condanniamo l'aggressione russa e siamo vicini agli ucraini ed è proprio per questo che bisogna manifestare per sensibilizzare le diplomazie internazionali a fare di più per fermare le armi”. Imprenditori e lavoratori sono le categorie più colpite dagli effetti della guerra, ha aggiunto, senza dimenticare le difficoltà causate dalla pandemia: “Non abbiamo avuto alcun ristoro ma abbiamo fatto ciò che devono fare gli imprenditori: abbiamo tutelato il salario dei nostri dipendenti anche con un fondo al quale potevano attingere in caso di necessità”. La speranza di Gianni Lettieri è che il nuovo Esecutivo possa invertire la rotta: “Mi aspetto dal nuovo governo un'azione incisiva e, onestamente, mi auguro di ascoltare più alta e nitida la voce dei corpi intermedi, a partire da Confindustria, perché si ponga rimedio alle annunciate crisi industriali. Bisogna fare scelte coraggiose ed essere tempestivi”.

Renato Mazzoncini: A2A inaugura nuovo impianto di trattamento dei rifiuti organici a Giussago-Lacchiarella

Un centro all’avanguardia che “apre la strada a una nuova tecnologia”: così Renato Mazzoncini, AD e DG di A2A, ha espresso soddisfazione rispetto al nuovo impianto di trattamento organico nel centro di Giussago-Lacchiarella.

Renato Mazzoncini, AD A2A

Renato Mazzoncini: A2A tra circolarità e rinnovabili

A2A inaugura il suo primo impianto di produzione di biometano a partire dal rifiuto umido urbano. Un nuovo passo avanti che segue quelli già compiuti dalla Life Company nell’ambito della sostenibilità, oltre che “un perfetto esempio di circolarità”, come spiega Renato Mazzoncini ai microfoni di Adnkronos. Il progetto “apre la strada a una nuova tecnologia, è un impianto all’avanguardia e fa parte del filone delle bioenergie”, un’area “su cui vogliamo investire molto nei prossimi anni”. Nell’intervista Renato Mazzoncini ha posto l’accento sul fatto che A2A è “un’azienda che si occupa sia di ‘elettrone green’ che di ‘molecola green’. Lato elettrone, stiamo investendo in rinnovabili e siamo, compreso il nostro idroelettrico, il secondo produttore di rinnovabili nel Paese”.

Renato Mazzoncini: il nuovo impianto è frutto di innovazione e tecnologia

Rimanendo in tema di ‘elettrone green’ e ‘molecola green’, Renato Mazzoncini ha approfondito alcuni punti in programma per A2A: Vogliamo incidere in maniera importante anche sulla parte di molecola. La ‘molecola green’ è fondamentalmente biometano, carburanti sintetici e idrogeno: biometano che si estrae dai rifiuti umidi urbani, dai rifiuti della zootecnia e dell’agroalimentare”. Il nuovo impianto di Giussago-Lacchiarella rappresenta “un perfetto esempio di circolarità in questa direzione”, nonché un centro ad elevato tasso di innovazione e sicurezza. Proprio sul fattore tecnologico, Renato Mazzoncini ha sottolineato come sia “abbastanza scontato che nel 2022 in Lombardia si realizzino impianti di questo genere, con la migliore tecnologia a disposizione: siamo veramente tranquilli sul fatto che sarà un impianto che non genererà nessun tipo di disturbo alla popolazione”.

Francesco Starace: diversity e inclusion, nuovamente premiato l’impegno di Enel

Refinitiv Diversity and Inclusion Index 2022, Enel al vertice del raggruppamento industriale "Electric Utilities & IPPs": la soddisfazione dell’AD e DG Francesco Starace

Francesco Starace, biografia AD Enel executive manager

Francesco Starace: Refinitiv Diversity and Inclusion Index, Enel guida il raggruppamento "Electric Utilities & IPPs"

La diversità, come ha sottolineato in diverse occasioni anche l’AD Francesco Starace, rappresenta un fattore di crescita per l’azienda poiché genera inevitabilmente idee e approcci innovativi. Non a caso a guidare il raggruppamento industriale "Electric Utilities & IPPs" del Refinitiv Diversity and Inclusion Index è Enel, che si attesta al 30esimo posto nella Top 100 dell'indice elaborato da Refinitiv, società fornitrice di dati finanziari a livello globale. L'indice valuta oltre 11.000 società per le loro performance in tema di diversità e inclusione sulla base di informazioni pubbliche che Refinitiv raccoglie dai report istituzionali delle società e dalle notizie apparse sui media che le riguardano. Nell'indice, a riprova dell’attenzione che il Gruppo guidato da Francesco Starace riserva a queste tematiche su scala globale, sono infatti presenti anche Enel Distribución Perú, Enel Generación Perú ed Enel Generación Costanera.

Francesco Starace: questo riconoscimento sottolinea il nostro continuo impegno sui principi di pari opportunità e integrità

"L’uguaglianza di genere è alla base del nostro modello di business sostenibile”, ha commentato in merito l’Amministratore Delegato e Direttore Generale Francesco Starace sottolineando come Enel lavori “costantemente per garantire la diversità e l'inclusione all'interno dell'azienda”. La riconferma nel Refinitiv Diversity and Inclusion Index dunque evidenzia ulteriormente “il nostro continuo impegno sui principi di pari opportunità e integrità, ed è il risultato della nostra costante attenzione alla diversità di genere, alle politiche di inclusione sul posto di lavoro e allo sviluppo del capitale umano”. Principi di sostenibilità “che sono integrati nelle nostre attività operative e nei servizi che forniamo ai nostri clienti”, come ha ricordato l’Amministratore Delegato e Direttore Generale Francesco Starace: il posizionamento di Enel nella speciale classifica è frutto delle iniziative tese a incentivare la presenza delle donne nel Consiglio di Amministrazione e nelle posizioni direttive, nonché a promuovere l'integrazione delle persone con disabilità, migliorare le competenze del personale, oltre a creare benefici sociali e soluzioni che garantiscano l'equilibrio tra vita professionale e vita privata dei dipendenti.

Nicola Volpi: la biografia professionale e i successi raggiunti nel settore del Private Equity

Nicola Volpi è un manager con oltre 30 anni di esperienza professionale. Nel 1999 è stato tra i protagonisti della nascita di Permira, società di Private Equity con presenza globale. Oggi è CEO di Movidea, società di investimento fondata nel 2013 insieme a Emilio Petrone.

Nicola Volpi

La biografia di Nicola Volpi: una carriera dedicata al Private Equity

Nato a Milano nel 1961, Nicola Volpi è un manager di comprovata esperienza professionale, attivo fin dagli anni ’90 in operazioni di Private Equity. È laureato in Business Administration presso l’Università Commerciale Luigi Bocconi di Milano e successivamente ha conseguito una specializzazione in Finanza presso SDA Bocconi. Dopo aver esordito professionalmente come Analista Finanziario in Sefimeta S.p.A. (divisione del Gruppo Montedison), Nicola Volpi entra in Sanpaolo Finance, Investment Bank del Gruppo San Paolo (oggi Banca Intesa): nel ruolo di Responsabile della divisione Leverage Finance si occupa del finanziamento delle prime operazioni di buy-out realizzate in Italia. La sua esperienza nel settore si consolida ulteriormente nel 1995, anno in cui entra in Schroder Ventures Italy, società pioniera nel Private Equity in Italia, di cui diventa Partner dopo due anni.

Nicola Volpi co-fondatore di Permira e Movidea

Nicola Volpi intraprende una nuova esperienza professionale nel 1999: in quell’anno, insieme ad altri soci, dà vita a Permira, società di Private Equity con presenza globale. Il progetto si rivela di successo, con Permira che riesce ad affermarsi in breve tempo nel settore a livello internazionale. Nel 2005 viene nominato Chief Executive Officer di Permira Associati S.p.A., entrando successivamente anche nell’Executive Committee che guida Permira nel mondo. La gestione di Nicola Volpi consente di realizzare diverse operazioni di acquisizione e dismissione di grandi aziende: tra queste, Ferretti Yachts, Marazzi, Valentino, Sisal, TFL e Veneta Cucine. Nel 2013, insieme a Emilio Petrone, fonda la società di investimento Movidea: tuttora ne è alla guida nel ruolo di Chief Executive Officer. In quel periodo diventa anche azionista di Horacio Pagani S.p.A., per la quale è Membro del CdA con ruoli di indirizzo strategico e supporto alla crescita. Nel 2014 entra nel Board di FC Internazionale S.p.A., dove rimane per quattro anni.

Paolo Gallo: trasformazione digitale e gas rinnovabili, la nuova strategia di Italgas al 2028

Nel nuovo Piano gli investimenti salgono a 8,6 miliardi, di cui 4,5 destinati a fare di Italgas un vero e proprio gestore hi-tech. Paolo Gallo: “Digital Factory il fulcro della cultural change”.

Paolo Gallo, AD Italgas

Paolo Gallo: “Ci prepariamo ad accogliere quantità crescenti di biometano e idrogeno verde

La quota più rilevante degli investimenti è ancora una volta destinata all’estensione, trasformazione digitale e repurposing del network di distribuzione al fine di creare per tempo le condizioni per un utilizzo diffuso dei nuovi gas, come biometano, idrogeno verde e metano”. Le parole dell’Amministratore Delegato Paolo Gallo mettono subito in chiaro l’obiettivo principale del nuovo Piano al 2028 presentato da Italgas: portare a termine il percorso di digitalizzazione avviato nel 2018 e trasformare l’azienda nella prima utility gas al mondo con un network full digital. Un passaggio cruciale che consentirà al Gruppo di confermarsi “tra le principali realtà industriali in grado di mettere le proprie capacità di progettazione, spesa e creazione di valore al servizio degli obiettivi di sviluppo sostenibile del Paese e dell’Unione Europea”. Degli 8,6 miliardi di investimenti previsti da Italgas, 4,5 verranno quindi destinati alla transizione digitale e allo sviluppo della rete. Il Gruppo non intende tuttavia limitarsi ai nuovi gas rinnovabili e punta a trasformarsi in un vero e proprio gestore hi-tech in grado di offrire servizi anche nel settore idrico e in quello dell’efficienza energetica: “L’innovazione si conferma il nostro principale driver di crescita – è il commento di Paolo Gallo, che ha poi aggiunto – la Digital Factory il fulcro della cultural change: un luogo di ‘contaminazione’ attorno al quale abbiamo sviluppato un approccio all’open innovation che ci permette di incontrare le startup e le PMI più all’avanguardia nel mondo”.

Paolo Gallo: l’impegno di Italgas su efficienza energetica, idrico e Grecia

Tra gli highlights del nuovo Piano di Italgas anche 340 milioni di euro (quasi il doppio rispetto al precedente) per accelerare la crescita nel settore dell’efficienza energetica: “Intendiamo dar vita a uno dei principali player a livello nazionale – ha spiegato Paolo Gallocon focus su innovazione e digitalizzazione, contribuendo al consolidamento di un settore ancora molto frammentato”. Le risorse consentiranno alle ESCO del Gruppo di realizzare operazioni mirate di M&A: “Non solo i gas rinnovabili, i gas verdi, l'idrogeno ma anche l'efficienza energetica come metodo per andare a ridurre il consumo di energia e quindi la dipendenza dai combustibili fossili”. Sul fronte della gestione idrica, l’azienda si è detta disponibile a valutare acquisizioni e partnership industriali: 160 i milioni di euro destinati alle operazioni e all’eventuale trasferimento di best practice e tecnologie maturate nella distribuzione del gas. Ma la vera novità per il Gruppo guidato da Paolo Gallo è l’ingresso nel mercato ellenico: nel Piano sono infatti previsti 1,8 miliardi di euro per l’acquisizione della greca Depa Infrastructure. Nei prossimi mesi Italgas sarà impegnata a integrare e rendere coerenti alla propria vision i piani di investimento delle tre società coinvolte (Eda Thess, Eda Attikis e Deda).

Municipia S.p.A.: la tecnologia al servizio delle reali esigenze delle città, il focus

Municipia S.p.A.: l’analisi delle caratteristiche culturali, sociali, economiche dei Comuni per costruire la mappa del progresso tecnologico.

Municipia S.p.A.

Municipia S.p.A.: digital innovation, l’impegno della società nelle parole del presidente Stefano De Capitani

Municipia S.p.A., ogni giorno al lavoro su progetti per smart city e digital transformation al fianco di Comuni di ogni dimensione, conosce bene le nuove importanti sfide a cui le città sono chiamate a rispondere: recentemente ne ha parlato anche sui suoi canali social il presidente Stefano De Capitani individuando i diversi fenomeni che vi sono alla base come la pressione dell’urbanizzazione, il perdurare di un periodo di instabilità socio-economica e i rischi connessi al cambiamento climatico. “L’attenzione alle reali necessità di ciascun ambito urbano e un’analisi accurata del contesto aiutano a definire le direzioni di intervento da parte dei Comuni e a utilizzare le nuove tecnologie per soddisfarle”, sottolinea il presidente di Municipia S.p.A. nell’approfondimento. “L’approccio delle policy locali nell’applicare le innovazioni diventa, quindi, quello di una ‘smart urban governance’”, aggiunge Stefano De Capitani citando in merito il caso di Singapore: la Città-Stato, partita da una pressione demografica in aumento, scarse risorse naturali, vulnerabilità ambientale, economica e sociale, ha infatti lanciato “un progetto di sviluppo sostenibile attraverso un criterio partecipativo e collaborativo guidato dal Governo”. E oggi è fra le città più tecnologiche, verdi e sostenibili.

Municipia S.p.A.: il valore del partenariato pubblico-privato per la realizzazione dei progetti a beneficio delle città

5G, sensori IoT, big data e IA: l’utilizzo della tecnologia, come Municipia S.p.A. sperimenta quotidianamente nei progetti che porta avanti in tutto il Paese, permette “di affrontare problemi urbani di inquinamento, promuovere un’economia circolare, così come migliorare l’efficienza energetica, la gestione dei rifiuti delle aree abitate e monitorare le esigenze dei più anziani”. Il presidente Stefano De Capitani, nel rilevarlo, evidenzia inoltre come il progetto di Singapore abbia coinvolto “più attori (pubblici e privati) per testare, sviluppare e creare soluzioni intelligenti, partendo dalle esigenze messe in evidenza dal proprio territorio, a dimostrazione che questa è la strada giusta da percorrere per raggiungere un reale progresso”. Un modello replicabile anche nelle nostre città: lo testimonia da tempo anche l’esperienza di Municipia S.p.A., la società del Gruppo Engineering che dal nord al sud supporta Comuni di ogni dimensione nel percorso di digital innovation e digital transformation.

Stefano Donnarumma (Terna) interviene al 37° Convegno dei Giovani Imprenditori Confindustria

Intervenendo al 37° Convegno dei Giovani Imprenditori Confindustria, Stefano Donnarumma ha esaminato gli scenari odierni e futuri connessi al settore energetico: investimenti su rinnovabili e accumuli, accelerazione per gli impianti eolici e fotovoltaici.

Stefano Donnarumma, AD Terna

Stefano Donnarumma: energia, serve un cambio di passo sull’eolico e sul fotovoltaico

Come affrancarsi dal gas proveniente dalla Russia e abbassare i costi dell’energia? Per Stefano Donnarumma, AD e DG di Terna intervenuto al 37° Convegno dei Giovani Imprenditori Confindustria, l’unica soluzione possibile è accelerare il piano di investimenti su rinnovabili e accumuli”: parole che evidenziano con chiarezza l’orientamento da seguire se si vuole arginare le difficoltà emerse negli ultimi periodi. “Se il prezzo dell’energia elettrica già oggi dipendesse solo dal costo industriale delle fonti rinnovabili e non fosse ancorato al costo della produzione a gas”, ha dichiarato l’AD e DG, ci saremmo trovati nell’ultimo trimestre con un costo della componente energia pari a un quinto di quella attuale”. È quindi importante cambiare approccio, ha aggiunto, per dare “la massima accelerazione ai processi di autorizzazione degli impianti eolici e fotovoltaici. Le aree idonee ci sono, la rete è e sarà in grado di accompagnare questo sviluppo”. Stefano Donnarumma ha inoltre specificato che, a fine agosto, Terna aveva ricevuto richieste di connessione alla propria rete pari a 280GW, quattro volte gli obiettivi dell’Italia al 2030: “Un numero in continua crescita, a dimostrazione che i progetti ci sono”.

Stefano Donnarumma: accumuli “di grande taglia” per integrare le energie rinnovabili

Già da tempo Terna è al lavoro per assicurare un contributo importante nel contesto dell’energia. Lo ha rimarcato Stefano Donnarumma specificando come il Gruppo abbia “un Piano decennale di Sviluppo della rete da oltre 18 miliardi di euro, con investimenti tesi ad abilitare la transizione energetica”. L’obiettivo è rinforzare le dorsali di trasporto dal Sud (fonti rinnovabili) al Nord (maggiore richiesta di elettricità), con ricadute significative a livello economico e occupazionale: l’impatto calcolato sul PIL è pari a circa 500 miliardi di euro considerando tutti gli investimenti previsti per raggiungere gli obiettivi al 2030. Come dichiarato da Stefano Donnarumma, “l’opera principale di questo piano è il Tyrrhenian Link, un collegamento sottomarino fra Campania, Sicilia e Sardegna sul quale investiremo 3,7 miliardi di euro”: un progetto fondamentale per il sistema elettrico e che può ricevere impulso notevole da parte dei processi autorizzativi. Oltre a ciò, un “cambio di passo” è necessario anche nel settore degli accumuli, su cui serve sviluppare “capacità di grande taglia, fondamentale per accompagnare l’integrazione nella rete dei 70GW di energie rinnovabili previsti dal piano europeo Fit for 55”. Con investimenti adeguati, conclude l’AD e DG di Terna, si otterrebbe “immissione in rete, grazie agli accumuli, di circa 16 terawattora all’anno di energia rinnovabile”.

Claudio Descalzi: i futuri scenari energetici nella vision dell’AD di Eni

L’AD di Eni Claudio Descalzi interviene al webinar di MoltoEconomia: le sfide della diversificazione energetica e il valore della transizione green che “deve andare avanti”.

Claudio Descalzi

Sicurezza energetica: il punto dell’AD di Eni Claudio Descalzi al webinar “Italia Calling”

È stato l’AD di Eni Claudio Descalzi a fare il punto lo scorso 6 ottobre sulla situazione del gas e dei flussi di approvvigionamento in vista dei prossimi mesi nel corso di "Italia Calling", webinar di MoltoEconomia. “Gli stoccaggi di gas sono quasi pieni e possiamo contare su una certa tranquillità per tutto l’inverno” ma non bisogna fermarsi qui: sul sistema pesano ancora incertezze e rischi, come ha osservato l’AD di Eni. Basti pensare ad esempio alle temperature di quest’inverno: “Potrebbe esserci per esempio un freddo superiore rispetto a quella che è stata la statistica degli ultimi 4 anni” e ciò “richiederebbe molto più volume”. Non bisogna poi sottovalutare il rischio di “problemi tecnici-operativi nei Paesi che ci danno gas”: la manutenzione “è stata fatta ovunque proprio per non avere inconvenienti” ma non si può abbassare la guardia. Nelle parole di Claudio Descalzi emerge il forte impegno che Eni sta mettendo in campo per riuscire a dare risposte concrete alle difficili sfide che si sono aperte in questi mesi.

Claudio Descalzi: andare avanti con la transizione energetica è necessario per combattere il cambiamento climatico in atto

Lo sguardo di Eni, come sottolineato da Claudio Descalzi, è quindi sull’immediato ma si proietta costantemente aventi nel tempo: “Ogni sistema energetico deve avere una sua ridondanza dal punto di vista dei volumi e delle strutture. Questo ci permette di tenere bassi i prezzi, perché gli investitori sanno che gas e infrastrutture ci sono. Il fatto che gli stoccaggi si siano riempiti ha portato a far abbassare i prezzi. I rigassificatori sono necessari, un punto essenziale per il prossimo inverno o quando servirà gas. Abbiamo la possibilità così anche di aumentare i nostri stoccaggi, avere un polmone molto più importante”. L’AD Claudio Descalzi ha ricordato inoltre come la transizione energetica non sia in contraddizione con le azioni di oggi necessarie per la sicurezza energetica: “È un must, un treno che è partito e deve andare avanti”. L’impegno green non entra in contraddizione dunque con le azioni momentanee a cui bisogna necessariamente ricorrere per contrastare l’emergenza in corso: al contrario “un gas efficiente che deve essere il più pulito ci permette di accompagnare quella transizione, evitando così di usare carbone per fare energia elettrica”. L’AD ne ha quindi sottolineato ulteriormente il valore: “Occuparci del presente in modo chiaro e lucido non è in contraddizione con la trasformazione energetica necessaria a causa del cambiamento climatico in atto”.

A Fiumicino il nuovo Innovation Hub di AdR: il commento di Alessandro Benetton (Edizione)

Al Leonardo da Vinci la prima iniziativa di open innovation nell’ambito aeroportuale. Alessandro Benetton: “Vogliamo dare spazio a chi ha idee, progetti e voglia di mettersi in gioco”.

Alessandro Benetton

Alessandro Benetton: le finalità del progetto targato Aeroporti di Roma

Sviluppare soluzioni innovative nell’ambito dei servizi e della gestione aeroportuale. È l’obiettivo del nuovo Innovation Hub inaugurato da Aeroporti di Roma lo scorso 17 ottobre all'interno del Terminal 1 dell’Aeroporto Leonardo da Vinci. A prendere parte all’evento di presentazione anche Alessandro Benetton, intervenuto nelle vesti di Presidente di Edizione. Situato in una struttura di 650 metri quadri nel cuore del principale scalo del Paese, l’Hub è il primo acceleratore di impresa a livello europeo destinato alle startup del comparto aeroportuale. Grazie ad un team interno composto da 30 esperti di innovation, AdR supporterà giovani startupper provenienti da tutto il mondo non solo sotto il profilo economico, ma anche in termini di know-how e competenze. Il programma di sperimentazione, gestito da LVenture Group, prevede investimenti per un totale di 50 milioni di euro. Con la prima “Call for Ideas”, indetta nel 2021, l’Hub ha identificato 10 startup attive nei 6 ambiti previsti (miglioramento della puntualità; sistemi data driven; automazione dei processi; riduzione dei consumi energetici; passenger digital experience e servizi commerciali omnichannel). I progetti sono stati presentati durante l’evento di inaugurazione. Oltre ad Alessandro Benetton, presenti anche l’AD di Edizione Enrico Laghi, il Presidente di Atlantia Giampiero Massolo e Claudio De Vincenti e Marco Troncone, rispettivamente Presidente e AD di AdR.

Alessandro Benetton: con Innovation Hub prende forma un nuovo “Made in Italy”

Tra i progetti in corso d’opera spiccano soluzioni che vanno dalla robotica avanzata a processi in grado di rivoluzionare attività come i controlli di sicurezza, il trasporto dei bagagli e la movimentazione degli aeromobili in sosta. “L'Innovation Hub di ADR – ha dichiarato Alessandro Benetton nel suo intervento – rappresenta l'approccio nuovo e aperto con cui il nostro Gruppo intende contribuire a dare un senso di direzione alle sue partecipate, investendo fortemente in innovazione e sostenibilità e, soprattutto, dando spazio a chi ha idee, progetti e voglia di mettersi in gioco”. Per il Presidente di Edizione il progetto targato AdR, che consente agli startupper di interfacciarsi direttamente con passeggeri e tecnici aeroportuali, è un “segnale concreto di come il futuro si costruisca, favorendo le nuove competenze e la contaminazione tra saperi ed esperienze diverse". Un Paese più attrattivo per i giovani talenti, nuova occupazione e internazionalizzazione del know-how: “È questo il modo in cui, in stretta sinergia con tutti i nostri partner, vogliamo costruire un nuovo ‘Made in Italy’”, conclude Alessandro Benetton.

Luigi Ferraris: Gruppo FS trainato in avanti dalla ripresa del numero dei passeggeri

Ricavi a +16% rispetto al primo semestre 2021, Ebitda a 909 milioni di euro (+142%): sono i numeri del primo semestre 2022 del Gruppo FS, che documentano la ripresa derivante dall’aumento dei volumi dei passeggeri. L’AD Luigi Ferraris ha commentato l’andamento durante InnoTrans.

Luigi Ferraris, AD Gruppo FS

Luigi Ferraris: Gruppo FS, approvata la semestrale 2022

Il 28 settembre 2022, il Consiglio di Amministrazione del Gruppo FS ha approvato la Relazione finanziaria semestrale al 30 giugno 2022. I risultati sono in netto miglioramento per quanto riguarda tutti i margini rispetto al primo semestre 2021, con ricavi operativi a 6,1 miliardi di euro (+16%) e un EBITDA a 909 milioni di euro (+142%). È il frutto della forte ripresa dei volumi di passeggeri trasportati, che è riuscita a trainare in avanti il Gruppo guidato da Luigi Ferraris. Resta un clima di incertezza causato dal conflitto in Ucraina e dalle difficoltà derivanti dal costo/disponibilità di energia e delle materie prime. Questa delicata situazione geopolitica ha causato anche uno slittamento nel programma degli investimenti infrastrutturali che, come si legge sul sito ufficiale, “riflettono una diminuzione rispetto alle previsioni e ai consuntivi 2021, in buona parte recuperata a fine anno”. Il Gruppo, sotto la guida di Luigi Ferraris, ha raggiunto un risultato netto di periodo pari a +47 milioni di euro.

Luigi Ferraris a InnoTrans commenta i risultati del primo semestre

C’è stato un aumento importante dell’utilizzo del treno sia per l’alta velocità che per il trasporto regionale. Il turismo è ripartito e si sente in questo periodo. Questo ci consente di mantenere i prezzi fermi. È ovvio che è un problema che dovremo affrontare, c’è un problema di costo dell’energia per il trasporto di merci e passeggeri”: così l’AD Luigi Ferraris ha commentato i risultati del Gruppo FS durante InnoTrans, la più importante fiera dedicata all’industria ferroviaria internazionale che si svolge a Berlino. “Dal punto di vista dei numeri, siamo soddisfatti”, ha commentato l’AD. “L’alta velocità è tornata ai livelli del 2019. Quello che è cambiato è il mix traffico, che vede più turismo e meno business”. Luigi Ferraris ha spiegato infatti che la parte business non è tornata ai livelli del 2019, ma non c’è da stupirsi. “Il ricorso allo smart working è entrato strutturalmente nelle aziende. Ora ci aspettiamo un finale d’anno con meno turismo e dobbiamo capire bene come evolverà la domanda business. Possiamo comunque confermare i target per il 2022”.

Investimenti sostenibili ESG, Banca Generali con Edufin3.0 per un futuro sostenibile del risparmio

Finanza, formazione e investimenti sostenibili ESG: questo e altro nel progetto Edufin3.0 di Banca Generali, finalizzato alla diffusione di una cultura positiva verso il mondo degli investimenti.

Investimenti sostenibili ESG: la finanza nel mondo digitale con il progetto di Banca Generali

“L’educazione finanziaria è di fondamentale importanza per un futuro sostenibile del risparmio. La capacità di affrontare sfide ormai essenziali come la previdenza complementare, la pianificazione dei progetti di vita e in generale la protezione del risparmio non possono più prescindere per nessuno da una corretta conoscenza dei rischi e delle opportunità che giungono dai mercati”: così Gian Maria Mossa, Amministratore Delegato di Banca Generali, nel commentare come una corretta formazione in ambito finanziario sia ormai necessaria ai giorni nostri. Da tali premesse prende forma Edufin3.0 di Banca Generali, iniziativa sviluppata dall’Istituto leader negli investimenti sostenibili ESG insieme all’imprenditore digitale Marco Montemagno. Formazione e informazione, a tutto tondo, dedicate a temi quali la finanza, le scelte responsabili, l’inflazione, gli investimenti sostenibili ESG, includendo anche argomenti più recenti come le cryptovalute, la blockchain e il metaverso. Il tutto sviluppato attraverso 52 puntate sul canale YouTube di Marco Montemagno e condivise anche in formato podcast su Spotify. Ulteriori contenuti in “pillole” saranno resi disponibili su Facebook, Twitter e LinkedIn, puntando anche sui canali Instagram e TikTok per i più giovani.

Investimenti sostenibili ESG: gli obiettivi di Banca Generali con Edufin3.0

L’AD Gian Maria Mossa ha sottolineato inoltre che “le classifiche internazionali ci collocano fanalino di coda tra i Paesi OCSE nella comprensione degli strumenti e delle dinamiche economico-finanziarie”: questo “ci priva della possibilità di valorizzare maggiormente quella straordinaria stampella sociale che rappresenta oggi il risparmio e di avvicinarne ancor più il contributo a supporto dell’economia”. A ciò, ha aggiunto l’AD di Banca Generali, si sommano i cambiamenti apportati dalla tecnologia, nei pagamenti e nell’ambito del web 3.0. Il progetto Edufin3.0 si inserisce così in un ambito che presenta ancora ampi margini di crescita, come segnalano anche le ultime rilevazioni di Bankitalia: solo il 44,3% degli italiani possiede competenze sufficienti in materia finanziaria, un valore che colloca l’Italia al 25° posto (su 26) nella classifica OSCE sul tema. Per l’Istituto leader negli investimenti sostenibili ESG un motivo in più per diffondere cultura positiva verso il mondo degli investimenti, rivolgendo l’attenzione ad un pubblico che sia il più trasversale possibile. Per l’occasione, oltre alla collaborazione con Marco Montemagno, Banca Generali ha coinvolto partner di assoluto livello, quali Pictet Asset Management, Vontobel, Conio, Algorand e Meta.

Gianni Lettieri: l’imprenditore italiano che vendeva jeans agli americani

Gianni Lettieri è un imprenditore e dirigente di azienda: oggi è Presidente e Amministratore Delegato di Meridie S.p.A., la prima investment company del Sud Italia quotata in borsa sul segmento Miv.

Gianni Lettieri

Il percorso di Gianni Lettieri dagli esordi agli anni ‘90

Quando Gianni Lettieri inizia il suo percorso professionale in un’azienda di La Spezia in qualità di commerciale, frequenta ancora la facoltà di Economia Aziendale. Nel 1979 ha inizio la sua prima importante avventura imprenditoriale. Insieme a un imprenditore lombardo mette in piedi uno stabilimento produttivo per la lavorazione di tessuti, tintoria e finissaggio. Dieci anni dopo fonda la prima società europea specializzata nella produzione di tessuto denim-ring, grazie alla quale il prodotto viene esportato anche negli USA. È il 1995 quando vince un’asta pubblica per la privatizzazione delle Manifatture Cotoniere Meridionali e avvia una joint venture con l’indiana Raymond, andando a costituire la Raymond Calitri India, la prima azienda in India per la produzione di tessuto denim. Dal 1992 al 1997 è anche membro del Consiglio di Amministrazione di EDIME, Casa Editrice del Mezzogiorno.

Gianni Lettieri: la carriera dagli anni 2000 ad oggi

Nel 2000 diventa Presidente dell’Unione Industriali di Avellino, incarico che ricopre dal 2004 al 2010 anche per l’Unione Industriali di Napoli. Membro del Comitato Centrale Mezzogiorno di Confindustria Nazionale, entra nel Comitato Consultivo del Fondo di Promozione del Capitale di Rischio per il Mezzogiorno NHS Mezzogiorno SGR APA. Nel 2006 Gianni Lettieri si lancia in una nuova avventura imprenditoriale, questa volta nel settore delle rinnovabili. Fonda, così, la Compagnia per lo sviluppo di energia rinnovabile CO.S.ER. S.r.l. Successivamente, tramite la holding di famiglia, si sposta nel settore finanziario, avviando Meridie S.p.A., e costituisce MEDSOLAR S.p.A., start up del comparto “Energie Rinnovabili”. Acquisisce, infine, Atitech, di cui diventa Presidente nel 2009, e nel 2015 acquisisce lo stabilimento di Capodichino, trasformandola nella società indipendente di manutenzione aeromobili più grande d’Europa. Ha operato, inoltre, come Consigliere di Amministrazione per Il Sole24Ore S.p.A. (2008-2010) e Vicepresidente di Business Med (2018-2019).

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