Nicola Bedin: excursus sulla carriera del Presidente di Snam

Nicola Bedin ricopre la carica di Presidente di Snam da giugno 2020: la sua carriera annovera ruoli apicali nel settore healthcare, in particolare presso il Gruppo Ospedaliero San Donato e l’IRCCS Ospedale San Raffaele.

Nicola Bedin

Nicola Bedin: formazione e prime esperienze professionali

Originario di Montebelluna (Treviso), classe 1977, Nicola Bedin è oggi Presidente di Snam nonché il più giovane a ricoprire questo ruolo nella Borsa di Milano. Cresciuto a Pordenone, è laureato con il massimo dei voti e lode in Economia Aziendale presso l’Università Bocconi di Milano. La sua formazione comprende diverse esperienze di rilievo all’estero. Ha frequentato il quarto anno di scuola superiore presso la Charter Oak High School negli Stati Uniti e nel periodo universitario ha trascorso lunghi periodi presso la University of Texas di Austin e la University of California di Berkeley. La carriera di Nicola Bedin inizia nel 2001 in Mediobanca: per tre anni opera in qualità di analista finanziario. Successivamente entra nel Gruppo Ospedaliero San Donato, attore di primaria importanza sul panorama ospedaliero italiano. Nel 2005 passa alla guida della società capogruppo con il ruolo di Amministratore Delegato, incarico che mantiene fino al 2017 mentre, in parallelo, ricopre anche altre cariche di responsabilità nel settore.

Nicola Bedin: la fondazione di Lifenet Healthcare e la Presidenza in Snam

Nicola Bedin è Amministratore Delegato dell’IRCCS Ospedale San Raffaele dal 2012 al 2017, mentre per due anni, dal 2015 al 2017, ha guidato anche l’Università Vita-Salute San Raffaele. Dal 2016 al 2019 invece ricopre le cariche di Amministratore non esecutivo della quotata Italgas S.p.A., oltre che Presidente del Comitato Sostenibilità e componente del Comitato Controllo e Rischi e Operazioni con Parti Correlate. In seguito all’esperienza e alle competenze accumulate grazie al suo ruolo presso il Gruppo Ospedaliero San Donato, Nicola Bedin fonda Lifenet Healthcare nel 2018. Tale iniziativa imprenditoriale nel settore healthcare si sviluppa in tempi rapidi: tutt’oggi annovera dieci aziende ospedaliere ed ambulatoriali dislocate in Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna, con circa 800 addetti. Da giugno 2020 è Presidente di Snam.

Cortina 2021, Alessandro Benetton: “Successo possibile grazie a tutti gli stakeholder”

Cortina 2021 è il primo evento importante dopo il rinvio delle Olimpiadi. Una forte responsabilità e un momento di rilancio per il Paese, ha dichiarato Alessandro Benetton.

Alessandro Benetton

Alessandro Benetton: ottenuto “effetto palla di neve

Con la partecipazione di oltre 600 atleti provenienti da 71 Paesi, i Campionati Mondiali di Sci alpino iniziati a Cortina rappresentano la prima manifestazione sportiva di livello internazionale in tempi di Covid-19. Con tutte le difficoltà che ne conseguono. In primis, la mancanza di spettatori dal vivo. Intervistato da Monica d’Ascenzo per la rubrica “Diamo i numeri” de “Il Sole 24 Ore”, Alessandro Benetton, Presidente di Fondazione Cortina 2021, ha definito l’evento un “test” per il futuro. “Ci siamo adattati e abbiamo fatto nostro il concetto di flessibilità assoluta – ha dichiarato l’imprenditore – vogliamo essere un buon test per il mondo dello sport. Sebbene a porte chiuse, abbiamo l’occasione di far vedere che siamo capaci di fare un evento mediaticamente importantissimo. Per questo ci siamo concentrati molto sulla comunicazione”. Le previsioni sembrano dare ragione alle parole del Presidente: secondo le stime, l’evento verrà seguito da mezzo miliardo di persone tramite TV e web. Sembrano ormai lontane le difficoltà affrontate negli ultimi mesi, dal possibile rinvio alle forti restrizioni causate dalla pandemia. “Penso di poter dire che uno degli obiettivi è stato raggiunto – ha spiegato Alessandro Benettonossia quello che io chiamo l’effetto palla di neve, con tutti gli stakeholder che remano nella stessa direzione”. Stakeholder, istituzionali e non, che sono risultati fondamentali anche per la sostenibilità economica e permetteranno di chiudere il bilancio dell’evento in pareggio.

Alessandro Benetton: Cortina 2021 per rilanciare giovani e territorio

Tra gli obiettivi principali di Cortina 2021 il coinvolgimento dei giovani. Da un lato come spettatori, dall’altro come protagonisti delle attività organizzative. Per questa edizione dei Mondiali i social sono il collante: “Abbiamo messo su una squadra focalizzata sul tema – ha detto Alessandro BenettonÈ fondamentale soprattutto per essere vicino ai giovani. La squadra della Fondazione è fatta di soli giovani del territorio, poi ci sono tantissimi volontari che si sono messi a disposizione”. Dedicato alle nuove generazioni è anche l’impegno preso dalla Fondazione in termini di valorizzazione del territorio: “Il rilancio dell’immagine di Cortina e dell’Italia è un asset sul quale i giovani potranno investire nel futuro. Con questa struttura organizzativa, abbiamo dimostrato che si può fare un grande evento e allo stesso tempo assistere a un rilancio per la comunità, nell’ottica della sostenibilità in termini di legalità, sicurezza e ambiente”. Tanti i benefici attesi in termini di mobilità, turismo e sport grazie alle opere di riqualificazione di piste, infrastrutture e al coinvolgimento della comunità locale: “Tra i lasciti che ho avuto in mente dal giorno 1 – ha concluso Alessandro Benettonuna squadra locale di giovani che possano far tesoro dell’esperienza dei Mondiali e poi riproporla per altri eventi, come ad esempio Milano-Cortina 2026”.

Insieme per il bene del Paese: il pensiero dell’AD di Eni Claudio Descalzi sul Recovery Plan

Eni in campo per il Recovery Fund: le quattro aree di intervento indicate dal Gruppo e le stime sulla creazione di nuovi posti di lavoro nell'intervista all'AD Claudio Descalzi sul "Corriere della Sera".

Claudio Descalzi

Eni, l'AD Claudio Descalzi al "Corriere della Sera": Recovery Plan è per l'Italia, giochiamo tutti in un'unica squadra

"Il Recovery Plan è assimilabile a un piano strategico, e in pochi mesi abbiamo dovuto accelerare e allineare tanti progetti e tante tecnologie, selezionando soprattutto quelle mature, con un impatto reale sulla decarbonizzazione": in gioco è il futuro del Paese, il rilancio della competitività sui mercati esteri, la ripartenza economica. Eni non si tira indietro ed è pronta a fare la sua parte, come sottolinea l'AD Claudio Descalzi intervistato dal "Corriere della Sera". La chiave per la ripresa è la sostenibilità: "Ho indicato quattro aree. C'è una parte che riguarda la cattura di CO2, per dare continuità alle infrastrutture e salvaguardare l'economia e l'occupazione in Italia. Tra queste ci sono il sequestro di CO2 in giacimenti esauriti, la sua mineralizzazione, la biofissazione dalle microalghe e altre tecnologie mature. Inoltre c'è un'area sulla mobilità: Hvo-biodiesel e bio jet, alimentazione elettrica, a idrogeno e sostituzione del gas con biogas". E ancora: "Investiremo 350 milioni di euro, potenzialmente anche dal Recovery fund, per rifare in questo senso le stazioni di servizio. Infine ci sono la crescita delle rinnovabili su terreni nostri e di Cdp, una tecnologia sviluppata con il Politecnico di Torino per produrre energia dal moto ondoso e tutto il capitolo riguardante l'economia circolare". Investimenti "di miliardi" in queste quattro aree, come sottolinea l'AD Claudio Descalzi, con l'obiettivo di ridurre le emissioni di 6,5 milioni di tonnellate l'anno: "E nei sei anni di sviluppo dei progetti, solo nell'indotto e nell'impatto indiretto, creeremmo fra 70 mila e 100 mila nuovi posti di lavoro all'anno".

Claudio Descalzi: idrogeno, raffinazione green ed economia circolare, siamo concentrati sul nostro piano energetico

"Questo è un piano per l'Italia e giochiamo tutti nella stessa squadra. Ne siamo consci e ne sentiamo la responsabilità": nonostante ci sia in gioco "un portafoglio da decine di miliardi", come osserva l'intervistatore, per Claudio Descalzi non si può parlare di "competizione" tra i player del settore, semplicemente perché "non c'è". Lo evidenzia l'AD di Eni nell'intervista al "Corriere della Sera": "Cerchiamo tutte le possibili sinergie perché il gioco di squadra ci porti all'obiettivo comune". E anche sul tema dell'idrogeno "c'è dialogo", come specifica l'AD: lo conferma anche la collaborazione con Enel, lanciata nei giorni scorsi, per lo sviluppo di due progetti finalizzati a generare idrogeno verde entro il 2022-2023, attraverso elettrolizzatori alimentati da energia rinnovabile. "Come Eni siamo concentrati sul nostro piano energetico e la questione idrogeno, per noi, è una delle componenti di tutto il processo di trasformazione. Oggi nel settore retail abbiamo nove milioni di clienti e contiamo di arrivare a venti: non siamo una pura utility, lavoriamo su tutta la catena industriale del valore: la chimica Eni sarà green, ma ci sarà sempre. La raffinazione sarà bio, ma resterà". Claudio Descalzi ha inoltre parlato dell'impegno sul fronte dell'economia circolare rimarcando come Eni sia "geneticamente" diversa anche rispetto ad altre compagnie Oil & Gas: "Detto questo, certo che mi sento spessissimo con tutti. E non ci sono divergenze".

Enel nel Libro dei Fatti 2020 di “Adnkronos”: l’intervento dell’AD Francesco Starace

"Non c'è sviluppo sostenibile senza equità sociale": il contributo dell'AD di Enel Francesco Starace per il Libro dei Fatti 2020 di "Adnkronos".

Francesco Starace

Enel, l'AD Francesco Starace sul Libro dei Fatti 2020 di "Adnkronos": sviluppo sostenibile ed equità sociale inscindibili

Si è ormai venuto a determinare un nuovo paradigma che considera "inscindibili" lo sviluppo sostenibile e l'equità sociale. "Non vi è l'uno senza l'altro", spiega l'Amministratore Delegato e Direttore Generale di Enel Francesco Starace in un intervento pubblicato sull'edizione 2020 del Libro dei Fatti di "Adnkronos". L'AD invita a riflettere sul tema e a sfruttare quella che definisce un'occasione "irrinunciabile": la transizione energetica equa "con le opportunità che è in grado di abilitare in termini di investimenti e di nuovi posti di lavoro". In merito alla pandemia Francesco Starace sottolinea come l'impatto nella memoria e nella struttura delle società ed economie sia destinato a lasciare il segno: "Il 2020 non sarà ricordato come un anno uguale agli altri. La crisi da Covid-19, che ha agito come un acceleratore di trend legati alla transizione energetica che erano già in atto, come la decarbonizzazione, l'elettrificazione e la digitalizzazione, ci ha anche mostrato che la sostenibilità non è un costo o un lusso". In questo contesto "la sostenibilità aiuta a ridurre il rischio ed è pienamente allineata ai risultati economici e finanziari delle aziende", osserva l'AD di Enel: "Le aziende sostenibili sono più resilienti, più competitive e meno rischiose".

Francesco Starace: Enel per la sostenibilità tra rinnovabili e un approccio di economia circolare in tutte le sue attività

Sul Libro dei Fatti 2020 di "Adnkronos" l'AD Francesco Starace ribadisce l'impegno di Enel verso un modello di business sostenibile che "va oltre l'investimento nelle rinnovabili, adottando un approccio di economia circolare in tutte le sue attività, dalla generazione e distribuzione di energia elettrica fino al cliente". Per Enel infatti "la sostenibilità è intrinseca all'obiettivo di ridurre l'impronta ambientale dei contatori elettronici, massimizzando il riutilizzo a fine vita dei materiali che li compongono e introducendo il concetto di sostenibilità sin dalla fase di design". Non solo: come evidenzia l'AD è anche "nelle metriche di valutazione del livello di circolarità dei prodotti e servizi offerti ai clienti, compresi quelli industriali e della Pubblica amministrazione, per consentire scelte consapevoli e sostenibili". Si inseriscono inoltre in questo percorso "i progetti rivolti alle smart cities, ovvero alle megalopoli di domani che già oggi assorbono il 75% dell'energia primaria globale". La transizione energetica secondo Francesco Starace ricoprirà quindi "un ruolo primario relativamente al funzionamento economico e sociale nelle smart cities, combinando creazione di valore e incremento della qualità della vita delle comunità che vi abitano".

Stefano Donnarumma: Terna e Arma dei Carabinieri, accordo a tutela del sistema elettrico

Insieme per la sicurezza della rete elettrica nazionale: i dettagli della cooperazione tra Terna e l'Arma dei Carabinieri nell'accordo sottoscritto per conto del gruppo dall'AD e DG Stefano Donnarumma.

Stefano Donnarumma, AD e DG Terna

Stefano Donnarumma, Terna: siglato nuovo protocollo di collaborazione con l'Arma dei Carabinieri

L'Amministratore Delegato e Direttore Generale di Terna Stefano Donnarumma ha sottoscritto lo scorso 7 gennaio un protocollo con l'Arma dei Carabinieri finalizzato a un ulteriore rafforzamento delle attività di protezione fisica delle infrastrutture elettriche strategiche per il Paese. È stato il Comandante Giovanni Nistri a firmare per conto dell'Arma dei Carabinieri l'accordo che, come spiega una nota diffusa da Terna, segna un'importante evoluzione del sistema "O.D.I.N.O." (Operational Device for Information, Networking and Observation) realizzato sei anni fa. Il Gruppo guidato da Stefano Donnarumma fornirà dunque ai Reparti direttamente coinvolti nella vigilanza dei siti sensibili altri 675 dispositivi all'avanguardia nell'ottica di prevenire, gestire e contrastare eventi di allarme relativi alle infrastrutture critiche, implementando così la capacità di tempestivo intervento.

Terna e Carabinieri insieme per la sicurezza del sistema elettrico: il valore del progetto per l'AD e DG Stefano Donnarumma

Nell'ambito del protocollo sottoscritto dall'AD e DG Stefano Donnarumma con il Comandante dell'Arma dei Carabinieri lo scorso 7 gennaio sono state definite diverse azioni a tutela del sistema elettrico nazionale. Tra queste la geolocalizzazione sistematica delle stazioni di Terna con le connesse attività degli apparati sul campo e interventi di efficientamento per migliorare la comunicazione in tempo reale tra i professionisti del Gruppo e le unità dei Carabinieri, nonché la trasmissione di immagini tra le parti finalizzata al controllo, in diretta, dei siti sorvegliati. Amministratore Delegato e Direttore Generale di Terna da maggio 2020, Stefano Donnarumma ha lanciato lo scorso novembre il Piano industriale 2021-25 che prevede investimenti record per 9,2 miliardi complessivi, di cui 8,9 miliardi (+22% rispetto al precedente piano) per lo sviluppo delle infrastrutture in Italia e 300 milioni in nuovi progetti all'estero.

Il futuro di A2A nel Piano Strategico 2021-2030: l’intervista all’AD Renato Mazzoncini

Green economy, investimenti per 16 miliardi sia in Italia che all’estero e grande determinazione per il rilancio del Paese: questi sono i punti cardine del futuro di A2A. L’Amministratore Delegato Renato Mazzoncini li ha esaminati in una recente video intervista rilasciata a “Milano Finanza”.

Renato Mazzoncini direttore generale A2A

Renato Mazzoncini a “Milano Finanza”: il futuro di A2A

La green economy, unita ai 16 miliardi di investimenti previsti, saranno un contributo importante per la ripresa del Paese: basti pensare alle 6.000 nuove assunzioni comprese nel Piano Strategico di A2A e alle 30.000 persone che lavoreranno nella supply chain. Questo concetto fondamentale è stato espresso dall’Amministratore Delegato Renato Mazzoncini durante una recente video intervista rilasciata a “Milano Finanza”, nella quale si è parlato delle prospettive di crescita e di M&A del Gruppo. Con il Piano Strategico 2021-2030, A2A passa da multiutility a life company, concentrandosi sempre più sul territorio nazionale e sulle attività in Europa. “Nei piani di lungo periodo dobbiamo confrontarci con l’innovazione tecnologica e chiederci quale sarà il futuro dell’energia, che ruolo giocheranno le rinnovabili, cosa succederà con la mobilità elettrica, come cambieranno le tematiche legate al waste o cosa ne sarà dell’idrogeno, di cui si sta parlando tantissimo in Europa”, ha spiegato Renato Mazzoncini. “Noi come A2A ci siamo dati un obiettivo sfidante: arrivare al 2030 con il 58% di energia rinnovabile. Chi punta a simili risultati deve per forza concentrarsi su più paesi”.. “I 16 miliardi sono una cifra importante per far cambiare scala all’azienda e passare alla life company: il fine ultimo di ciò che facciamo è garantire una miglior qualità della vita per le persone e per il Pianeta attraverso i servizi che offriamo ai cittadini”.

Renato Mazzoncini: sì investimenti in Europa, ma il centro-sud Italia non verrà trascurato

Per quanto riguarda il mercato di vendita di energia elettrica e gas sia retail che B2B, A2A ha ipotizzato la crescita da 3 milioni di clienti a 6 milioni: per ottenere questo risultato si sfrutterà la fine del mercato tutelato dell’energia elettrica e la forte digitalizzazione in atto nel settore. Renato Mazzoncini ha inoltre sottolineato che lo sviluppo impiantistico “sarà green field, per estrarne così il maggior valore possibile. In un paese dove il gap impiantistico è enorme e va colmato, soprattutto nel centro-sud e nelle isole, vogliamo continuare ad investire in questi territori, un’operazione utilissima per tutta l’Italia.” In Europa gli obiettivi sono ormai chiari e ben definiti: si punta alla decarbonizzazione entro il 2050 e la green economy è un’opportunità di sviluppo che “va colta e va spinta”, ha sottolineato l’AD Renato Mazzoncini. “La transizione energetica è facilitata dalla semplificazione dei processi autorizzativi, fondamentale per sviluppare le energie rinnovabili, eolico e fotovoltaico in primis”. 

Stefano Donnarumma: l’AD e DG di Terna lancia il Piano 2021-2025 su “Il Sole 24 Ore”

Investimenti in crescita nel futuro di Terna: a "Il Sole 24 Ore" l'AD e DG Stefano Donnarumma parla del nuovo Piano Driving Energy che proietta il Gruppo nel quinquennio 2021-2025.

Stefano Donnarumma, AD Terna

Terna nel quinquennio 2021-2025: l'AD e DG Stefano Donnarumma presenta la nuova Strategy a "Il Sole 24 Ore"

"Terna è il regista di una serie di scelte, di infrastrutturazioni e di abilitazioni che dovranno consentire al Paese di fare il salto di qualità previsto dagli accordi internazionali e dal Piano nazionale energia e clima (Pniec) che è una declinazione dei programmi europei": lo ha sottolineato a "Il Sole 24 Ore" Stefano Donnarumma, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Terna, all'indomani della presentazione del Piano Industriale 2021-2025. Investimenti in crescita del 22% rispetto al piano precedente nell'ottica di preservare e rafforzare il proprio ruolo di "guida" nell'ambito della transizione energetica. Oggi "c'è una grandissima difficoltà ad autorizzare gli impianti", come si legge nell'intervista: "Noi siamo un'azienda attrezzata e organizzata per pianificare e realizzare impianti significativi e, quindi, in questo caso, possiamo essere un attore importante perché potremmo far parte di un sistema che si attivi per accelerare questa progettualità". In tale prospettiva Terna non intende fare concorrenza agli operatori di energie verdi ma "possiamo giocare un ruolo più istituzionale che già ci stiamo ritagliando presentando all'Autorità per l'energia alcuni studi che vanno a definire le aree geografiche eleggibili per impianti di medie e grandi dimensioni": come spiega l'AD e DG Stefano Donnarumma, il Gruppo non investirà in quegli impianti né li gestirà "ma il suo apporto sarà nei termini di una pianificazione di sistema e di erogazione di servizi ingegneristici".

Piano 2021-2025, Stefano Donnarumma: al lavoro per consentire al Paese di fare il salto di qualità

Nell'intervista all'AD e DG di Terna Stefano Donnarumma pubblicata lo scorso 20 novembre da "Il Sole 24 Ore" si parla anche dei diversi progetti su cui il Gruppo è al lavoro: tra questi ne è allo studio uno per un corridoio energetico che, partendo dal nord della Lombardia, attraverserebbe la Svizzera per approdare in Germania in modo da collegare il Mare del Nord. Inoltre si guarda al potenziale sviluppo nell'eolico offshore con la Tunisia, da cui si snoderà un nuovo collegamento con l'Italia protesa a diventare l'hub elettrico dell'Europa. E in merito al Tyrrhenian Link, il cavo che collegherà Sardegna, Sicilia e Campania, "noi andiamo avanti con la tempistica pianificata che prevede la realizzazione nel 2025 del primo tratto, quello tra Campania e Sicilia da 500 megawatt, che vale 1,8 miliardi negli ultimi tre anni del piano". Una cifra "importante", da rapportare ai 9 miliardi complessivamente previsti: "Significa che, se anche ci fosse un anno di ritardo per il progetto, abbiamo sufficiente fieno in cascina per mettere a terra lo stesso ammontare di investimenti senza inficiare il programma del piano". Nella Strategy denominata Driving Energy sono inoltre previsti 300 milioni di euro per iniziative oltreconfine: "Il nostro focus resta il Sud America dove, a fronte dell'impegno messo a piano, ci sono da 3 a 5 miliardi di opportunità a breve. Naturalmente bisognerà valutare di volta in volta se vale la pena di spingere sull'acceleratore, ma guarderemo con attenzione tutto quello che ci circonda", ha spiegato l'AD e DG Stefano Donnarumma.

Eolico offshore, nuovo traguardo per Eni: l’intervento di Claudio Descalzi

Intervistato da "Il Sole 24 Ore", Claudio Descalzi ha illustrato i piani futuri di Eni sullo sviluppo delle rinnovabili.

Claudio Descalzi

Claudio Descalzi: i dettagli dell'acquisizione

L'eolico offshore rappresenta uno dei tasselli fondamentali del futuro dell'energia: a dichiararlo è Claudio Descalzi, Amministratore Delegato alla guida di Eni, in un'intervista rilasciata a "Il Sole 24 Ore". Il commento del manager arriva in seguito alla notizia dell'avvenuta acquisizione da parte del Gruppo del 20% del progetto inglese Dogger Bank Wind Farm. Si tratta del più grande parco eolico mai progettato e che vedrà la luce sulla superficie del banco di sabbia situato nel Mare del Nord: "Con l'ingresso nel progetto ci siamo assicurati una posizione privilegiata per lo sviluppo di una tecnologia e di un'area che rappresentano il futuro dell'energia", ha commentato l'AD. Un'operazione da circa 443 milioni di euro che permetterà ad Eni di ottenere una quota di 500 megawatt nelle prime due fasi del progetto: la Wind Farm avrà una potenza complessiva di 2,4 gigawatt grazie a 190 turbine di ultima generazione. "Abbiamo messo un piede nel più grande progetto al mondo nell'eolico offshore e lo abbiamo fatto puntando su una tecnologia che rappresenta il futuro dell'energia perché garantisce una distribuzione continua e ha un fattore di carico del 60%, un valore molto importante. Senza contare che - ha sottolineato Claudio Descalzi - rispetto all'obiettivo di 5 gigawatt di potenza installata da rinnovabili al 2025 messa nero su bianco nel nostro piano, questo è un passo fondamentale".

Claudio Descalzi: la strategia connessa all'operazione

La partecipazione di Eni al progetto britannico viene considerata dall'Amministratore Delegato soprattutto un volano per lo sviluppo di energie rinnovabili: "Si tratta di un traguardo importante per noi - ha dichiarato Claudio Descalzi - ma è importante anche essere dentro questo tipo di situazioni accelerate. È un'occasione unica per accumulare esperienza operativa. Noi abbiamo già sviluppato e sviluppiamo dei progetti nell'eolico in Kazakistan, in Italia, negli Usa. L'eolico offshore, però, rappresenta il futuro per cui partecipare al progetto più grande su scala mondiale permetterà di acquisire expertise sulla parte tecnologica, nell'approvvigionamento, nella costruzione e in altre aree". Il cammino di Eni verso la transizione è ormai iniziato. Quello di Dogger Bank non è infatti l'unico progetto internazionale sull'eolico offshore al quale il Gruppo ha deciso di partecipare. Meno di un mese fa Eni ha infatti deciso di dare il via a Vårgrønn, una nuova join venture con HitecVision che ha l'obiettivo di diventare una delle maggiori aziende di energia rinnovabile della Norvegia: "Vogliamo partecipare alle gare per le rinnovabili che il governo norvegese dovrebbe lanciare molto presto. Anche la Norvegia è infatti molto ben posizionata per produrre energia elettrica dall`offshore e noi ci siamo dotati in modo preventivo di uno strumento societario che ci consentirà di giocare questa partita", ha concluso Claudio Descalzi.

Turismo, CDP lancia nuovo Fondo Nazionale: l’intervento di Fabrizio Palermo

Fabrizio Palermo, in occasione del lancio del Fondo Nazionale per il Turismo: "Sostegno alle strutture storiche".

Fabrizio Palermo, AD e DG Cassa Depositi e Prestiti

Fabrizio Palermo: "Inviate proposte a strutture importanti"

Quest'anno il settore turistico italiano ha dovuto fare i conti con l'emergenza sanitaria: il risultato è che la stagione estiva appena conclusa è stata caratterizzata da un calo di introiti da visitatori esteri stimato in 24 miliardi di euro. Per questo, l'Amministratore Delegato di Cassa Depositi e Prestiti Fabrizio Palermo ha lanciato lo scorso 25 settembre il nuovo Fondo Nazionale del Turismo. Lo strumento prevede 2 miliardi di investimenti in 3-5 anni: 750 milioni di euro a valere sulle risorse di CDP, 150 con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e la restante parte con l'intervento di investitori terzi. Il Fondo nasce per valorizzare gli asset immobiliari dedicati alle attività turistiche, con particolare riferimento agli alberghi storici e iconici su tutto il territorio nazionale. "Il turismo rappresenta il 13% del PIL e il 15% dell'occupazione. È chiaro che è un settore trainante: creare un fondo che sostenga le strutture storiche e iconiche del Paese ci sembrava un'esigenza importante per sostenere questo settore", ha dichiarato Fabrizio Palermo.

Fabrizio Palermo: i dettagli dell'iniziativa

L'obiettivo principale del nuovo Fondo CDP è dunque quello di tutelare i livelli di occupazione del settore attraverso acquisizioni: "Ci siamo già mossi: abbiamo già inviato delle proposte a importanti strutture - ha spiegato Fabrizio Palermo - Noi guardiamo a progetti per quelle strutture che rappresentano le vacanze in Italia a livello Mondiale". Il modello operativo prevede il diritto di riacquisto ai venditori e interventi di riqualificazione orientati alla sostenibilità ambientale. Tra le finalità annunciate quella di creare, attraverso la promozione della formazione e dell'innovazione, campioni nazionali nella gestione di strutture alberghiere così da incentivare la competitività dell'industria italiana nel settore. Una strategia che CDP proverà a mettere in campo anche in tutti i principali segmenti di mercato. "Il momento di forte difficoltà che il turismo sta vivendo può rappresentare un'opportunità per accelerarne la transizione verso un'offerta più professionale, competitiva e innovativa. La nascita del Fondo nazionale del turismo rafforza ulteriormente la già consolidata capacità di intervento del Gruppo Cdp nel settore - ha concluso Fabrizio Palermo - favorendo la riqualificazione dei gioielli dell'ospitalità italiana e contribuendo così all'evoluzione del business model delle imprese turistico-alberghiere".

Gestione portuale, il Fondo F2i sigla l’acquisizione di MarterNeri

L'acquisizione di MarterNeri è stata effettuata attraverso F2i Holding Portuale (FHP), società controllata dal Terzo Fondo F2i e dal Fondo F2i-ANIA: nasce così il primo operatore portuale nel settore delle rinfuse in Italia.

F2i

F2i acquisisce MarterNeri e punta a integrazione tra logistica portuale e ferroviaria

Il principale Fondo infrastrutturale italiano, F2i, ha annunciato l'acquisizione del Gruppo MarterNeri da VEI Log S.p.A.: il gestore dei terminali portuali di Livorno e Monfalcone (GO) passa dunque sotto il controllo della società guidata dall'AD Renato Ravanelli. Le attività di MarterNeri in Toscana e in Friuli Venezia Giulia vanno ad aggiungersi a quelle già condotte da F2i Holding Portuale (FHP) nei quattro terminal di Carrara, Marghera e Chioggia, acquisiti nel 2019. "Il settore della logistica portuale delle merci rinfuse è strategico per l'economia italiana", ha dichiarato l'Amministratore Delegato Renato Ravanelli, "ma è gestito in modo frammentato e manca di integrazione con la logistica di terra". Proprio a tal fine il Fondo ha avviato un progetto industriale per l'integrazione della logistica di terra via trasporto ferroviario, un programma che F2i sta portando avanti anche grazie alla recente acquisizione di CFI (Compagnia Ferroviaria Italiana), operatore indipendente che opera nel comparto nazionale del trasporto merci su rotaia.

F2i, l'AD Renato Ravanelli: "Crescente centralità delle coste italiane"

Con oltre 7 milioni di merci movimentate ogni anno, 7 terminali in gestione, 200 mezzi di sollevamento e movimentazione, magazzini e infrastrutture di interconnessione, F2i Holding Portuale (FHP) costituisce il primo operatore portuale italiano nel settore delle rinfuse. La posizione di leader è ulteriormente rafforzata oggi dall'acquisizione di MarterNeri, in seguito alla quale il volume d'affari delle società appartenenti a F2i e attive nel settore raggiungerà i 170 milioni di euro, per un numero di impiegati che supererà le 630 unità. Con un ruolo "strategico per l'economia italiana", come sottolineato dall'AD Renato Ravanelli, il settore delle merci rinfuse solide include prodotti siderurgici, cereali, cellulosa, fertilizzanti, moduli industriali speciali e altre merci non trasportate in container. "Nel corso dell'ultimo anno abbiamo assistito al grande interesse da parte di istituzioni e operatori stranieri, europei ed extra europei, verso i porti nazionali", ha proseguito l'AD di F2i, rimarcando che "la nuova geografia dei commerci e l'evoluzione geofisica dei trasporti stanno infatti determinando una crescente centralità delle coste italiane".

Alessandro Benetton, pioniere nel mondo del private equity in Italia

Dopo aver conseguito una laurea presso l'Università di Boston e un MBA presso l'Harvard Business School, Alessandro Benetton affronta la sua prima esperienza professionale in Goldman Sachs. Oltre agli incarichi ricoperti in Benetton Group, l'imprenditore dà vita alla sua società di private equity, oggi 21 Invest. È inoltre Presidente di Fondazione Cortina 2021.

Alessandro Benetton

Alessandro Benetton: dalla formazione alla fondazione di 21 Investimenti (oggi 21 Invest)

Classe 1964, Alessandro Benetton vanta un percorso di studi dall'ampio respiro internazionale. Laureatosi nel 1987 presso l'Università di Boston (Bachelor of Science Degree), ha conseguito un MBA presso la Harvard Business School. Nel 1988 lavora come analista in Goldman Sachs International, a Londra, occupandosi di M&A e di Equity Offering nel dipartimento di Global Finance. Diviene successivamente Presidente di Benetton Formula, incarico che riveste dal 1988 al 1998: la scuderia di Formula Uno ottiene grandi vittorie in quegli anni, tra cui due campionati mondiali piloti e uno costruttori. Alessandro Benetton fonda 21 Investimenti, oggi 21 Invest, nel 1992, che guida tutt'oggi: questa esperienza l'ha designato, di fatto, tra i pionieri del private equity nel nostro Paese.

Alessandro Benetton: 21 Invest e i riconoscimenti ottenuti

21 Investimenti cresce fino ad arrivare all'estero, in particolare in Polonia, Svizzera e Francia dove attualmente operano le realtà del gruppo 21 Partners. Tra le scommesse vinte va ricordata l'esperienza di Forno d'Asolo, che ha aumentato il fatturato da 73 milioni di euro a 125 milioni di euro negli anni tra il 2014 e il 2017. Oltre ai diversi incarichi ricoperti negli anni, Alessandro Benetton è membro di Confindustria. Nel 2017 è stato nominato Presidente di Fondazione Cortina 2021, l'ente organizzatore dei Campionati Mondiali di Sci del 2021: questo ruolo lo vede in prima linea per la gestione dell'evento, che riesce ad unire il suo animo e la sua profonda esperienza imprenditoriale con la passione per lo sci. Nonostante i difficili mesi di emergenza sanitaria, l'evento punta a rilanciare un territorio dal grandissimo potenziale come Cortina d'Ampezzo. Grazie ai successi ottenuti durante la sua carriera, Alessandro Benetton ha ricevuto negli anni riconoscimenti quali il titolo di Cavaliere del Lavoro (2010), il Premio EY Imprenditore dell'Anno (2011) e il Premio America della Fondazione Italia USA (2016).

FS Italiane: Commissaria UE nomina Gianfranco Battisti “Ambasciatore Europeo per la diversità”

Coniugare sostenibilità, inclusione e rispetto della diversità costituisce un punto saldo nelle strategie di FS Italiane: l'impegno è stato riconosciuto con la prestigiosa nomina dell'AD e DG Gianfranco Battisti ad "Ambasciatore Europeo per la diversità".

Gianfranco Battisti, AD e DG FS Italiane

Gianfranco Battisti: il contributo di FS Italiane riconosciuto a livello europeo

Gianfranco Battisti guida il Gruppo FS Italiane in qualità di Amministratore Delegato e Direttore Generale da luglio 2018. Negli anni, FS Italiane ha consolidato una posizione primaria nel settore internazionale dei trasporti, un ruolo raggiunto grazie a eccellenti competenze tecniche e un'attenzione particolare verso tematiche quali la sostenibilità e la promozione dell'inclusione. Lo conferma anche l'importante riconoscimento di "Ambasciatore Europeo per la diversità" conferito da Violeta Bulc, Commissaria Europea ai Trasporti, all'AD e DG del Gruppo. "Il riconoscimento testimonia l'impegno del Gruppo FS Italiane nel promuovere inclusività e diversità, valorizzando i talenti professionali e attuando best practices nei processi industriali", così Gianfranco Battisti in una nota che sottolinea la soddisfazione per un riconoscimento che premia le strategie inclusive del Gruppo FS Italiane: favorire la diversità e l'inclusione nel settore dei trasporti.

Gianfranco Battisti: premiati gli sforzi delle persone che fanno parte di FS Italiane

La nomina ad "Ambasciatore Europeo per la diversità" è stata conferita nell'ambito del progetto Platform for Change - Women in Transport, una piattaforma istituita dalla Commissione Europea nel 2017 con l'intento di favorire le pari opportunità e promuovere l'occupazione femminile nel settore. "È motivo d'orgoglio", ha proseguito Gianfranco Battisti, "constatare che la Commissione Europea riconosca come il Gruppo abbia efficacemente coniugato, nel settore dei trasporti, lo sviluppo sostenibile con la creazione e il mantenimento di ambienti di lavoro inclusivi e rispettosi delle diversità". Tale visione va di pari passo con l'attenzione che FS Italiane porta avanti nell'attuazione di best practices nei processi industriali: lo stesso insieme di indirizzi, procedure e strategie che permettono al Gruppo di affrontare sfide cruciali su scala internazionale e di esportare l'eccellenza del Made in Italy nel mondo. Come rimarcato da Gianfranco Battisti, sostenibilità, inclusione e diversità costituiscono valori che consentono al Gruppo "di essere leader nei mercati europei e, allo stesso tempo, di essere competitivi su quelli globali, cogliendo le opportunità di crescita e sviluppo grazie al contributo delle persone che fanno parte del Gruppo FS Italiane".

Made in Italy, Pierfrancesco Latini (SACE): “Export fattore di resilienza”

Attraverso nuovi strumenti come Garanzia Italia, la realtà guidata da Pierfrancesco Latini si è detta pronta a sostenere il rilancio dell'economia.

Piefrancesco Latini

Pierfrancesco Latini: export e internazionalizzazione al centro della ripresa

La crisi economica scaturita dalla pandemia ha avuto un forte impatto sulle esportazioni italiane. A causa del Covid-19 le vendite oltreconfine hanno registrato valori di crescita negativi, riportando il Paese ai livelli del 2009. Ma l'export e l'internazionalizzazione sono attività fondamentali per l'Italia e saranno protagonisti della ripresa. A dirlo è Pierfrancesco Latini, Amministratore Delegato di SACE, intervenuto lo scorso settembre ad uno dei webinar del RoadShow Patto per l'Export. La società è tra i realizzatori dell'accordo promosso questa estate dal Ministero degli Esteri, accordo che prevede una strategia dedicata al rilancio del Made in Italy nel mondo per contrastare gli effetti del Covid-19. "Stiamo vivendo un contesto di avversità, in cui alle incertezze ereditate dal 2019 si sono aggiunte le conseguenze della pandemia Covid-19 con impatti inevitabili per l'export a livello nazionale ma anche a livello regionale", ha dichiarato il manager nella prima parte del suo intervento. Tuttavia, secondo i dati del rapporto annuale sull'export, il 2021 potrà essere un anno di potenziale ripresa: "Una ripartenza che inevitabilmente dovrà essere trainata da quel grande fattore di resilienza per la nostra economia che è l'export - ha spiegato Pierfrancesco Latini - ovviamente SACE, nell'ambito del Patto, è pronta a fare la sua parte in questa direzione".

Pierfrancesco Latini: i risultati di SACE a sostegno dell'economia

Durante la sua partecipazione alla tappa del RoadShow, Pierfrancesco Latini ha illustrato anche alcuni numeri relativi alle attività di SACE nella prima parte del 2020. Uno dei dati più significativi riguarda le risorse mobilitate nei primi sei mesi: oltre 11 miliardi di euro per export e internazionalizzazione, ossia il 37% in più rispetto allo stesso periodo del 2019. Un aumento che testimonia le difficoltà del comparto produttivo a seguito dello scoppio della pandemia, in particolare per quanto riguarda Mid Cap e PMI: da gennaio a giugno sono oltre 7.500 le imprese che hanno chiesto sostegno a SACE. L'Amministratore Delegato ha riportato infine anche i risultati degli strumenti messi a disposizione dal Governo, in primis Garanzia Italia. Grazie al ruolo di garante esercitato dalla società di Pierfrancesco Latini, le banche hanno erogato un totale di 13 miliardi di finanziamenti: nella prima metà dell'anno, ha concluso il manager, SACE ha di fatto raggiunto un volume di oltre 20 miliardi di euro per contrastare le perdite causate dal Covid-19.

Enel, Francesco Starace: “Decarbonizzazione e digitalizzazione leve strategiche”

Francesco Starace: "La crisi pandemica ha fatto emergere come ciò che accade in una parte del mondo abbia conseguenze globali".

Francesco Starace

Francesco Starace: il percorso di Enel tra digitalizzazione e transizione energetica

"La digitalizzazione non è sinonimo di distanza: abbiamo a disposizione uno strumento straordinario che dobbiamo usare nel migliore dei modi": inizia così l'intervista di Francesco Starace, Amministratore Delegato di Enel, rilasciata al quotidiano "Il Foglio" e pubblicata lo scorso primo ottobre. Il manager ha affrontato diversi temi legati al futuro del Gruppo, partendo dai cambiamenti avvenuti a causa dell'avvento del Covid-19: "L'emergenza ha portato a un salto in avanti nell'utilizzo di strumenti digitali, accelerando un cambiamento per cui tecnologicamente eravamo già pronti ma che avrebbe richiesto ancora del tempo per diffondersi a livello organizzativo e culturale. Il ricorso alla digitalizzazione è stato fondamentale per garantire la sicurezza dei lavoratori senza compromettere la produttività". Nuove abitudini e una diversa organizzazione del mondo del lavoro alle quali le aziende hanno dovuto adattarsi in maniera repentina: "Gli sforzi compiuti in questi anni per la realizzazione di un sistema energetico resiliente si sono rivelati utili: ci siamo fatti trovare pronti e siamo riusciti a mantenere una performance solida nonostante la crisi". Una crisi che, secondo Francesco Starace, sta colpendo soprattutto i modelli economici e industriali più obsoleti: "Ancora una volta le aziende che incorporano la sostenibilità nella propria strategia e nel proprio business sono più resistenti all'impatto di eventi esterni".

Francesco Starace: "Sostenibilità oggi è valore di lungo periodo"

Ed è proprio sulla sostenibilità che Francesco Starace sta puntando fin dal suo primo mandato alla guida del Gruppo: "Siamo stati i primi a credere in un modello basato sulle energie rinnovabili, decidendo di investire nell'energia prodotta dall'acqua, dal sole, dal vento e dal calore della terra fino a diventare oggi il primo produttore privato a livello mondiale di energia rinnovabile". Un percorso obbligato, soprattutto considerando l'altra emergenza in corso: "La crisi pandemica ha fatto emergere come ciò che accade in una parte del mondo abbia conseguenze globali. È necessario un impegno nella sostenibilità dal quale nessuno può esimersi, per sostenere la grande sfida del cambiamento climatico". Una delle prossime sfide sarà appunto il raggiungimento della "climate neutrality", ossia il livello di emissioni zero. In Europa, la Commissione ha fissato l'obiettivo al 2050: "Per quanto riguarda Enel siamo sulla buona strada: già oggi la capacità installata e la produzione da fonti rinnovabili del Gruppo superano quelle da fonti termoelettriche". Tuttavia la sola produzione sostenibile di energie non si rivela sufficiente: sarà fondamentale perseguire la decarbonizzazione di settori industriali e delle attività quotidiane, coinvolgendo nella transizione quanti più attori possibili: "Penso che il cambiamento sia ormai inarrestabile a livello globale, perché non è solo eticamente giusto ma anche economicamente vantaggioso. Oggi la sostenibilità è un imperativo per la creazione di valore economico nel lungo termine. Non c'è contraddizione dunque con la competitività: la transizione energetica - conclude Francesco Starace - rappresenta una grande opportunità di rilancio delle nostre economie".

Atlantic Council, Claudio Descalzi (Eni): “Con la pandemia aumentato il gap tra i Paesi”

Decarbonizzazione, Claudio Descalzi: "Diverse le situazioni tra i Paesi sviluppati e i Paesi in via di sviluppo"

Claudio Descalzi, AD Eni

Covid-19 e settore energetico: il commento di Claudio Descalzi

La pandemia provocata dal Coronavirus ha colto impreparato tutto il mondo. Non solo a livello sanitario, ma soprattutto dal punto di vista culturale, economico e sociale. E la crisi ha colpito anche il settore dell'energia, alle prese con il cambiamento climatico e gli obiettivi di decarbonizzazione. Claudio Descalzi, Amministratore Delegato di Eni, apre così il suo intervento all'Atlantic Council di Washington. In occasione dell'evento online organizzato dal think tank, in diretta lo scorso 16 novembre, il manager ha parlato delle numerose sfide che attendono il comparto a livello internazionale. Una delle priorità è continuare nel processo di transizione energetica, nel quale Eni "sta giocando un ruolo ed investe in vari aspetti: culturale, tecnologico, produttivo". Un cammino iniziato dalla società già nel 2014, che ha adeguato la propria mission agli Obiettivi dello Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite: "Attraverso l'incorporazione nelle strategie dei 17 principi ESG dell'ONU, è cambiato anche il focus sulla tecnologia che ha portato ad investire più di 4 miliardi in nuove tecnologie negli ultimi 5 anni", ha dichiarato Claudio Descalzi.

Claudio Descalzi: "Non tutti i Paesi sono pronti"

Il percorso di Eni, tra le prime ad anticipare l'attuale tendenza verso la transizione green, ha portato allo sviluppo di circa 7.800 brevetti, all'aumento del numero dei ricercatori e all'apertura di sette centri di ricerca in Italia. Uno dei progetti in campo è basato sull'utilizzo della fusione magnetica, ha spiegato Claudio Descalzi: "Può essere la vera svolta tecnologica con il più alto potenziale per rispondere alla crescente domanda mondiale di energia pulita e permetterà infatti di produrre energia sicura, a zero emissioni di gas serra". Tuttavia, ha sottolineato il manager, lo scenario attuale vede ancora i combustibili fossili protagonisti, con le emissioni di CO2 in aumento: "Non tutti i Paesi, non tutte le industrie, non tutti i player sono pronti. Chiaramente abbiamo diverse situazioni tra i Paesi sviluppati e i Paesi in via di sviluppo". Un gap che l'emergenza sanitaria non ha fatto altro che accentuare: per questo l'AD di Eni ha parlato dell'importanza di un coordinamento a tutti i livelli per affrontare il cambiamento. "Mi rendo anche conto - ha concluso Claudio Descalzi - che non è facile dire a un'azienda: fai dei sacrifici economici, riduci i tuoi profitti per le prossime generazioni. Sono fiducioso che presto in Europa troveremo un consenso comune".

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