L’intervento di Nicolò Zanon al seminario Le Corti tra applicazione e creazione del diritto

Moderato dal Consigliere della Corte di Cassazione Giuseppe Pavich, il dibattito tenutosi il 14 febbraio presso l'Università di Pisa è stato incentrato sul contributo della giurisprudenza nella formazione e nell'evoluzione del diritto. Tra i relatori intervenuti, Nicolò Zanon, Giudice della Corte Costituzionale, e Giovanni Canzio, già primo Presidente della Corte di Cassazione.
Nicolò Zanon

Nicolò Zanon all'evento dedicato al diritto giurisprudenziale

Il Giudice della Corte Costituzionale e Professore Ordinario di Diritto Costituzionale Nicolò Zanon ha preso parte al seminario dal titolo Il Diritto Giurisprudenziale. Le Corti tra applicazione e creazione del diritto, svoltosi venerdì 14 febbraio in occasione dell'inaugurazione del nuovo anno della Scuola di Specializzazione per le professioni legali. Nella cornice dello storico Palazzo della Sapienza, sede principale della Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Pisa, il dibattito ha avuto come tema principale la natura del diritto di origine giurisprudenziale, alla luce del ruolo svolto dalla giurisprudenza all'interno del processo di formazione ed evoluzione del diritto. Tale apporto, nel corso degli ultimi decenni, ha assunto una consistenza e una rilevanza sempre maggiore, come evidenziato dal Giudice della Corte Costituzionale Nicolò Zanon nel corso del dibattito svolto insieme al Primo Presidente emerito della Corte di Cassazione, Giovanni Canzio. Il dibattito ha messo in luce potenzialità e limiti dell'apporto della giurisprudenza alla creazione del diritto.

L'impegno accademico e gli incarichi giuridici di Nicolò Zanon

Nato a Torino nel 1961, Nicolò Zanon è Giudice della Corte costituzionale dal 2014 e Professore Ordinario di Diritto costituzionale presso l'Università degli Studi di Milano. Dopo aver ottenuto la laurea in Giurisprudenza con una tesi in Diritto Pubblico Comparato presso l'Università di Torino, ha conseguito il titolo di Dottore in Ricerca in Diritto Comparato all'Università di Firenze. Il suo percorso in ambito accademico ha inizio nel 1991, quale ricercatore presso la Facoltà di Scienze Politiche di Torino. In seguito, è professore a contratto di Istituzioni di Diritto Pubblico presso l'Università Bocconi di Milano. Tra il 1996 e il 1997, presso la Corte Costituzionale, è Assistente di Studio del Giudice Costituzionale Valerio Onida. La sua carriera prosegue con la nomina, nel 1998, a componente del "Gruppo di lavoro per la Riforma dello Statuto regionale". Nel 1996 e nel 1997, Nicolò Zanon è Professore Associato presso l'Università di Padova, poi Professore Associato presso l'Università di Milano-Bicocca e infine Straordinario e Ordinario presso l'Università degli Studi di Milano. A partire dal 2000, per dieci anni, è stato membro del Comitato Legislativo della Regione Lombardia. La sua carriera istituzionale lo conduce, nel 2009, a essere eletto dal Senato della Repubblica quale membro del Consiglio di Presidenza della Giustizia Amministrativa. Nel 2010, viene eletto dal Parlamento in seduta comune componente laico del Consiglio Superiore della Magistratura. Conclude questo mandato nel 2014, anno in cui viene nominato Giudice della Corte Costituzionale dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Nel 2017 è stato insignito del titolo di Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana.

Terna, il Piano 2020-2024: l’AD e DG Luigi Ferraris lancia investimenti per 7,3 miliardi

Terna sta realizzando una profonda trasformazione, ponendosi al centro della transizione energetica in atto come acceleratore chiave della stessa: l'AD e DG Luigi Ferraris lancia il Piano 2020-2024, il più alto di sempre.
Luigi Ferraris, AD Terna

Terna, il Piano 2020-2024: la presentazione dell'AD e DG Luigi Ferraris

Parla di "impegno globale" l'Amministratore Delegato e Direttore Generale di Terna Luigi Ferraris nel lanciare il Piano 2020-2024. È quello che il "mondo ci chiede per una progressiva decarbonizzazione, da realizzare il più rapidamente possibile". Questo, come spiega ancora l'AD, significa garantire efficienza in tutti i settori dell'energia: "In Italia il sistema elettrico sta attraversando un processo radicale di transizione. Da un modello centralizzato a un modello estremamente complesso, integrato e distribuito". In questo scenario le nuove tecnologie digitali giocano un ruolo fondamentale, in quanto permettono "di raccogliere informazioni a basso costo, di trasferire grandi flussi di dati e di immagazzinarli e analizzarli in modo efficace e tempestivo". La crescente penetrazione delle energie green apre dunque a importanti sfide per la gestione del sistema elettrico, con un impatto molto significativo sulle attività dell'operatore di reti di trasmissione (TSO): l'impatto delle rinnovabili sulla stabilità della rete e sull'adeguatezza del sistema, la distribuzione geografica delle rinnovabili e le loro caratteristiche tecniche e i cambiamenti climatici. Per affrontarle secondo Luigi Ferraris "tutti i principali attori del settore dell'energia dovranno lavorare, in modo sistemico e in stretto coordinamento tra loro, con l'obiettivo di mettere in atto immediatamente una serie di azioni per garantire l'adeguatezza, la qualità, l'efficienza e la sostenibilità del sistema".

Terna, l'AD e DG Luigi Ferraris: 7,3 miliardi di euro per lo sviluppo della rete elettrica

"Terna porterà avanti la sua missione, esercitando un ruolo guida per una transizione energetica sostenibile, facendo leva su innovazione, competenze e tecnologie distintive": sono questi i pilastri indicati dall'AD e DG Luigi Ferraris alla base del Piano 2020-2024. "Un impegno da 7,3 miliardi di euro che rappresenta un record di investimenti in linea con il Green New Deal e con la strategia nazionale per la decarbonizzazione e che si concretizza in ricadute importanti per lo sviluppo del territorio e nella generazione di ulteriore valore per i nostri azionisti" ha detto l'AD e DG di Terna. Si tratta di un aumento di circa il 20% rispetto al precedente Piano Strategico: "Con l'incremento della spesa e la valorizzazione delle nostre competenze core, sia in Italia che all'estero, puntiamo a raggiungere una crescita del margine operativo lordo superiore al 4% medio annuo nel periodo di piano". Luigi Ferraris ha infine ricordato "l'entusiasmo e la passione delle persone che lavorano in, e per, il Gruppo" sottolineando il loro valore nell'affrontare e vincere le sfide future: "Ci impegniamo perché Terna possa continuare a svolgere il ruolo fondamentale che le compete, da TSO, generando valore per tutti i nostri azionisti".

Coronavirus, Ernesto Pellegrini dona 30mila pasti

Anche durante l’emergenza Coronavirus l’imprenditore Ernesto Pellegrini si distingue per il suo contributo solidale: il fondatore dell’omonimo Gruppo ha infatti donato 30mila pasti agli anziani residenti nei comuni della Lombardia.

Gli anziani sono le persone più colpite dall'emergenza sanitaria in corso: Ernesto Pellegrini ha voluto dare un segnale forte di solidarietà al suo territorio mettendo a disposizione gratuitamente pasti cucinati grazie alla sua azienda di ristorazione.
Ernesto Pellegrini

Ernesto Pellegrini: "Restituire un poco di quel tanto che abbiamo ricevuto dalla vita"

Sono 30mila i pasti donati agli anziani di 19 Comuni della regione Lombardia: è il risultato dell'iniziativa solidale che Ernesto Pellegrini, Presidente e Amministratore Delegato dell'omonimo Gruppo, ha promosso in questi giorni di forte emergenza per il Paese. Con l'aiuto della sua azienda infatti l'ex Presidente dell'Inter ha voluto dare il suo sostegno alla Regione, la più colpita dal Coronavirus e a Comuni di altre Regioni. Un'azione che cerca di rendere meno problematica la quarantena di quelle persone che hanno difficoltà anche nell'approvvigionamento. Uno spirito di solidarietà che non è certo frutto del periodo: è dagli anni della sua fondazione che la sostenibilità sociale riveste un ruolo fondamentale per l'azienda, un "faro che guida tutte le scelte del Gruppo". Nel 2013 questa politica è confluita nella nascita della Fondazione Ernesto Pellegrini ONLUS, il cui fiore all'occhiello è il ristorante solidale Ruben, a Milano, che ogni giorno si occupa di offrire, per la cifra simbolica di 1 euro, circa 350 pasti al giorno per le persone che stanno attraversando un periodo di estrema difficoltà.

Ernesto Pellegrini, il percorso imprenditoriale

Ricordato spesso come ex Presidente dell'Inter, Ernesto Pellegrini, Cavaliere del Lavoro, è a capo di un vero e proprio impero che va dalla ristorazione collettiva ai servizi per le aziende. Il Gruppo Pellegrini, oltre ad essere leader in Italia nel settore, è attivo in numerosi Paesi esteri, vantando una solidità e un fatturato costantemente in crescita. Tutto ha inizio quando Ernesto, figlio di ortolani milanesi, si diploma e inizia a lavorare per la famosa azienda di biciclette, la Bianchi, come semplice contabile. Nel 1965, dopo aver gestito il servizio ristorazione, intuisce le potenzialità del settore e fonda l'Organizzazione Mense Pellegrini. Dopo soli dieci anni, il neo imprenditore costituisce la Pellegrini S.p.A. e avvia un percorso che lo porterà ad espandersi nei mercati internazionali attraverso la Catering Overseas. Nel 1982 tocca alla Central Food, centro di logistica e produzione di alimenti. Ad oggi il Gruppo di Ernesto Pellegrini deve il suo successo non solo alla ristorazione collettiva, che rappresenta il 40% del fatturato, ma anche ai servizi di fornitu

Eni sempre più green: l’AD Claudio Descalzi svela il piano 2020-2023 e la Road Map al 2050

La nuova Eni nelle parole dell’AD Claudio Descalzi: “Sarà ancor più sostenibile, sarà rinforzata nel suo ruolo di attore globale nel mondo dell’energia, arricchita da business quali le rinnovabili e l’economia circolare”.

La nuova Eni disegnata da Claudio Descalzi: l'AD, a partire dai risultati 2019, illustra il piano d'azione 2020-2023 e la strategia che porterà il Gruppo nel 2050 ad essere sempre più sostenibile.
Claudio Descalzi

Eni, i risultati 2019: il commento dell'AD Claudio Descalzi

"Nel 2019 abbiamo conseguito risultati eccellenti, nonostante lo scenario decisamente negativo, caratterizzato da discontinuità geopolitiche e da uno scenario prezzi certamente meno favorevole rispetto al 2018": nelle parole dell'AD di Eni Claudio Descalzi sono evidenti le difficoltà che il Gruppo ha dovuto affrontare lo scorso anno. Per quanto possano avere pesato in parte sui numeri registrati nel 2019, Eni, grazie "alla strategia perseguita negli ultimi anni che ci ha consentito di crescere e di rafforzare la nostra resilienza", può oggi confermare un cash flow che, al netto delle spese per la gestione degli asset, da qui al 2023 si attesterà sui 23 miliardi di euro. E non solo: al netto di una riconferma della politica di remunerazione degli azionisti, per quest'anno si prevede "un dividendo pari a 0,89 euro per azione in crescita del 3,5 per cento". Nel 2019 il Gruppo guidato da Claudio Descalzi ha visto inoltre la produzione segnare il record di 1,87 milioni di barili rimpiazzando il 117% delle riserve prodotte.

Claudio Descalzi: la strategia Eni al 2050 e il piano d'azione 2020-2023

Nel futuro di Eni sempre più gas e rinnovabili. Lo dice la Road Map al 2050 presentata il 28 febbraio insieme al piano di azione per il periodo 2020-2023 da Claudio Descalzi. "Un passo fondamentale" lo ha definito l'AD: "Abbiamo disegnato l'evoluzione di Eni nei prossimi 30 anni, coniugando gli obiettivi di continuo sviluppo in un mercato dell'energia in forte evoluzione con una significativa riduzione dell'impronta carbonica del portafoglio". Qualche numero: la progressiva riduzione dal 2025 della produzione incentrata sulla componente Oil, una crescita fino all'85% della componente gas, l'aumento degli interventi nella transizione e nella produzione di energie rinnovabili. E investimenti per 32 miliardi di euro nei prossimi quattro anni. "L'Eni del futuro sarà quindi ancor più sostenibile, sarà rinforzata nel suo ruolo di attore globale nel mondo dell'energia, arricchita da business quali le rinnovabili e l'economia circolare, oggi ai primi passi ma con uno sviluppo futuro di rilievo e altamente connesso ai business esistenti" ha sottolineato l'AD Claudio Descalzi aggiungendo come Eni sia la "prima industria" ad associare a questo "connubio giudicato da molti quasi impossibile" un "contenuto di business" che si fonda sulla "qualità dei nostri asset, delle nostre tecnologie e delle nostre competenze".

Alessandro Benetton: non nascondere le debolezze per essere più forti

Alessandro Benetton parte da un suo momento di debolezza per raccontare l’importanza di ammettere le proprie paure: è su questo argomento che è incentrato l’ultimo episodio della sua rubrica social.

"Oggi, soprattutto a causa dei social, siamo abituati a vedere tutti al massimo, nella migliore versione di sé. Il pericolo però è cominciare a pensare che sia sbagliato vivere dei momenti di debolezza": lo ha affermato Alessandro Benetton, imprenditore alla guida di 21 Invest, nell'ultimo episodio della sua rubrica social "#UnCaffèConAlessandro".
Alessandro Benetton

Alessandro Benetton: nessuno è immune da paura e debolezze

Affrontare le proprie paure e le proprie debolezze con razionalità e sincerità per trarre spunto dalle difficoltà e guardare con più speranza al domani. È questo il grande tema affrontato da Alessandro Benetton nella recente puntata di "#UnCaffèConAlessandro", video rubrica social dedicata all'imprenditoria, allo sport e all'attualità in generale. Come di consueto, l'imprenditore parte dalla sua esperienza personale per veicolare un messaggio: nel 2015 ha avuto occasione di intervenire come speaker durante la Convention annuale di Mediolanum. Ha parlato con successo davanti a 7.000 persone, ma prima del suo intervento la paura aveva quasi preso il sopravvento: "Mi sdraiai su un divanetto e chiesi un bicchiere d'acqua, probabilmente ero anche pallido come un fantasma. L'unica cosa a cui pensavo è che avrei potuto fare una figuraccia, fallendo di fronte a 7.000 persone". Perché parlare di questa esperienza? "A nessuno piace mostrarsi debole", spiega Alessandro Benetton. "Oggi, soprattutto a causa dei social, siamo abituati a vedere tutti al massimo, nella migliore versione di sé. Il pericolo però è cominciare a pensare che sia sbagliato vivere dei momenti di debolezza". È importante invece parlare anche dei propri momenti difficili, delle proprie paure: nessuno ne è immune.

Alessandro Benetton: chi non ci abbandona si vede nel momento del bisogno

Come di consueto, la rubrica "#UnCaffèConAlessandro" viene diffusa sul canale Youtube ufficiale dell'imprenditore e condivisa sulle pagine online del Corriere della Sera. Alessandro Benetton ha spiegato come le paure e le debolezze siano importanti anche per le relazioni con gli altri: in questi momenti ci avviciniamo, ci sosteniamo, scopriamo chi davvero è dalla nostra parte. "Un uomo senza debolezze è un uomo solo: mostrarsi deboli significa mostrarsi umani, dare la possibilità a chi ci sta attorno di relazionarsi con noi". L'imprenditore torna così a raccontare la sua esperienza di blocco e di tensione prima dello speech del 2015: una persona in particolare lo sostenne e gli diede la carica, una persona che "ancora oggi lavora a stretto contatto con me ogni giorno". Alessandro Benetton conclude la sua riflessione citando un teologo francese del XVII Secolo: "Tra tutte le debolezze, la più pericolosa è l'eccessiva paura di apparire deboli".

Affari&Finanza intervista Elisabetta Ripa: il punto dell’AD sui progetti di Open Fiber

"Siamo concentrati sulla realizzazione del piano e stiamo facendo un gran lavoro. Non ci facciamo distrarre": l'intervista all'AD di Open Fiber Elisabetta Ripa su "Affari&Finanza".
Elisabetta Ripa

L'AD Elisabetta Ripa ad "Affari&Finanza": copertura Banda Ultra Larga, l'impegno di Open Fiber

"A fine 2019 avremo raggiunto in totale circa 7,9 milioni di case, uffici e aziende": è l'Amministratore Delegato di Open Fiber Elisabetta Ripa a fare il punto sul piano di copertura della Rete a Banda Ultra Larga (BUL) nell'intervista pubblicata su "Affari&Finanza", l'inserto di "Repubblica", lo scorso 28 ottobre. "Nelle aree a competizione di mercato a fine settembre come Open Fiber eravamo oltre il 50% e a fine anno avremo circa il 60% di unità immobiliari connesse, cioè con la fibra che arriva sulla porta delle abitazioni, verticali compresi" ha spiegato l'AD, aggiungendo che a fine anno saranno raggiunte in totale circa 7,9 milioni di case, uffici e aziende. "E la nostra quota di mercato sulla banda ultra larga è del 70%" ha specificato Elisabetta Ripa sottolineando come "siamo concentrati sulla realizzazione del piano e stiamo facendo un gran lavoro. Non ci facciamo distrarre".

Open Fiber, l'AD Elisabetta Ripa sui progetti della società nell'intervista ad "Affari&Finanza"

Nell'intervista Elisabetta Ripa si sofferma anche sull'avanzamento del Piano BUL nelle aree bianche, dove Open Fiber è l'unica vincitrice delle gare. L'AD precisa che "nelle aree C e D eravamo presenti in 1.700 comuni a fallimento di mercato e a fine dicembre saranno circa 2.500". Un numero che ora cresce rapidamente "perché raccogliamo il frutto di tutti i mesi di preparazione attraverso le Conferenze dei servizi: arrivare al progetto operativo significa soprattutto aver messo assieme tutti i permessi e le autorizzazioni necessarie da tutti i soggetti interessati che sono una moltitudine". Sul fronte degli investimenti, ne sono stati attivati per 2,7 miliardi di euro: oltre un miliardo quest'anno, a cui aggiungere i 900 milioni del 2018 e gli 1,4 miliardi di contributi Infratel per le aree C e D. Elisabetta Ripa parla anche di conti: "È presto per parlare di margini, ma posso dire che l'Ebitda è positivo e per qualche decina di milioni e se guardo ai benchmark del nostro settore aggiungo che l'obiettivo a regime di un margine Ebitda superiore al 70%, tipico delle utility infrastrutturali come noi, è alla nostra portata". E sul progetto di integrazione: "Vedremo, valuteremo nei fatti. Noi siamo operatori all'ingrosso, vendere fibra agli operatori retail è la nostra missione. Saremmo tutti felici di avere Tim a bordo".

La carriera di Roberto Casula nel top management di Eni

Dopo gli studi universitari in Ingegneria Mineraria, il primo lavoro per Agip, poi l'arrivo in Eni, dove è attualmente un top manager. La carriera di Roberto Casula all'interno del gruppo italiano e multinazionale dell'energia.
Roberto Casula

I primi impieghi di Roberto Casula nel settore energia e idrocarburi

Roberto Casula nasce a Cagliari nel 1962. Finiti gli studi superiori, si laurea in Ingegneria Mineraria presso l'Università della sua città. In seguito, inizia a lavorare nel comparto degli idrocarburi presso Agip S.p.A. Qui rimane impiegato fino al 1991 in qualità di Reservoir Engineer (ingegnere di giacimento). Tale posizione lo vede inizialmente coinvolto e focalizzato prevalentemente sulle prove di produzione e nell'acquisizione dati sui pozzi. Successivamente si concentra sui lavori di reservoir modelling, relativi alla supervisione della modellizzazione numerica del comportamento dinamico dei giacimenti petroliferi. Nel 1992 si sposta nella società controllata del gruppo Agip Angola Ltd a Luanda, capitale dello stato dell'Angola, nell'Africa Centro-Occidentale. In questa funzione ha il dovere di presiedere al controllo delle operazioni di mantenimento e sviluppo. Nel 1997 Roberto Casula è di ritorno in Italia, presso la sede di San Donato Milanese, in qualità di Development and Production Coordinator, responsabile del coordinamento delle operazioni negli Stati dell'Africa occidentale e dell'Asia centrale in cui è attiva Eni.

Gli obiettivi e le iniziative di Roberto Casula per Eni

Nel 2000 Roberto Casula diviene prima Responsabile dei Servizi Tecnici di progetto in Iran, e in seguito Dirigente e Project Director delle fasi 4 e 5 del piano Giant South Pars Gas. Questo nuovo lavoro lo vede in prima linea in diversi sopralluoghi di progetto, ragione che lo porta di nuovo al trasferimento questa volta a Teheran, in Iran. Dopo un breve ritorno in Italia nel 2004, si trasferisce sempre per lavoro a Tripoli, capitale della Libia. Qui è inizialmente Managing Director per il Nord Africa e successivamente Senior Vice President della Regione Sub-Sahariana. Roberto Casula, in questa veste, porta Eni a siglare a partire dal 2011 forti accordi commerciali in numerosi stati africani, al punto che viene poi nominato, nel luglio 2014, Chief Development Operations & Technology Officer. In tale ruolo si interfaccia direttamente con l'AD di Eni per quello che riguarda i compiti tecnici, operativi, progettuali e di ricerca e sviluppo.

Open Fiber, l’AD e DG Elisabetta Ripa sull’ultrabroadband: “Senza fibra non si va lontano”

Le parole di Elisabetta Ripa, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Open Fiber, durante l’evento Ismea Seminiamo il futuro: nei confronti della fibra ultrabroadband “bisogna fare sistema ed è necessario sensibilizzare tutti coloro che ci devono dare le autorizzazioni”.

Si è svolto il 19 febbraio a Roma il convegno Seminiamo il futuro, organizzato da Ismea, a cui ha partecipato l'Amministratore Delegato e Direttore Generale di Open Fiber Elisabetta Ripa, insieme a numerosi imprenditori, esponenti delle istituzioni, dei media e dell'innovazione digitale.
Elisabetta Ripa

Elisabetta Ripa all'evento Ismea Seminiamo il futuro

Nel corso del suo intervento durante il talk Parola d'ordine: Innovazione, Elisabetta Ripa, alla guida di Open Fiber, ha posto l'accento sull'importanza di uno sforzo collettivo da parte di tutti gli attori coinvolti nella creazione dell'infrastruttura ultrabroadband in Italia. "Bisogna fare sistema ed è necessario sensibilizzare tutti coloro che ci devono dare le autorizzazioni: Soprintendenza, Comuni, Regioni, Anas e Fs", ha dichiarato l'Amministratore Delegato e Direttore Generale, sottolineando che, se da un lato le istituzioni come Regioni e Comuni "sono sempre molto solerti", dall'altro non è possibile dire lo stesso per soggetti quali "consorzi di bonifica ed aree metropolitane, soggetti che non rispondono alla collettività". Secondo quanto riportato dalla manager, sono troppo lunghi i tempi necessari per autorizzare la posa della fibra e ciò rallenta, di fatto, non soltanto i piani degli operatori ma anche la crescita digitale del Paese. Il suo intervento ha infine evidenziato la rilevanza nazionale dell'ultrabroadband, un "progetto Paese, un'opera di sistema" da realizzare con l'impegno di tutti: "Senza fibra le antenne 5G non possono beneficiare della loro potenzialità e quindi trasmissione ad alta velocità e bassa latenza. Di fatto senza fibra non si va lontano", ha concluso Elisabetta Ripa.

L'esperienza professionale di Elisabetta Ripa al servizio delle telecomunicazioni

Amministratore Delegato e Direttore Generale di Open Fiber dal 2018, Elisabetta Ripa è inoltre nel Consiglio di Amministrazione del Comitato Strategie di Autogrill S.p.A. Dopo la laurea in Economia e Commercio presso l'Università La Sapienza di Roma, prosegue la sua formazione in Francia con un Master in Gestione Operativa all'INSEAD di Fontainebleau. Il suo primo incarico professionale è in PromoMedia Italia nel 1988, esperienza a cui fa seguito l'ingresso in Telecom Italia, avvenuto nel 1990. All'interno del Gruppo italiano di telecomunicazioni, Elisabetta Ripa ricopre numerosi incarichi di crescente responsabilità, occupandosi delle aree di Business Development, Sviluppo Internazionale e Finanza. Nel 2011 viene nominata Responsabile della Divisione Consumer Mobile di TIM, mentre, due anni dopo, assume l'incarico di Amministratore Delegato del Gruppo Sparkle. Nel 2015 intraprende una nuova esperienza professionale all'estero: si trasferisce in Argentina per ricoprire la carica di Chief Executive Officer di Telecom Argentina S.A., società leader del settore in Sud America, di cui coordina anche il processo di cessione. Rientrata in Italia, viene prima nominata Amministratore Indipendente di Open Fiber (2016-2017), per poi diventarne l'Amministratore Delegato e Direttore Generale dal 2018.

La carriera di Anna La Rosa, tra giornalismo, informazione politica e attività universitarie

Anna La Rosa è una giornalista e volto noto della televisione italiana: ha ideato e condotto numerosi programmi d'informazione politica, parlamentare ed economica nel corso di una lunga carriera all'interno della Rai, tra cui spicca il rotocalco di politica parlamentare Telecamere, da lei ideato nel 1995.
Anna La Rosa

La carriera di Anna La Rosa nel mondo dell'informazione televisiva

Anna La Rosa è nata a Gerace (Reggio Calabria) ed è laureata in Filosofia e Pedagogia. Dopo aver ottenuto l'abilitazione alla professione di giornalista nel 1988, avvia il suo percorso professionale nell'agenzia di stampa Adnkronos in qualità di cronista parlamentare. In seguito Capo Ufficio Stampa al Ministero del Lavoro e presso un gruppo parlamentare, nel 1991 entra in Rai nella redazione politica del Tg2, di cui assume l'incarico di Caporedattore a partire dal 1995. Nel corso della sua lunga esperienza televisiva realizza numerosi programmi di stampo innovativo, tra cui Tvzone - Raccolta Differenziata, Stazione Centrale, Mio Capitano, Napoli Capitale, Uomini, Storie, e il format a target giovanile Go Cart. È autrice inoltre del rotocalco di informazione politica, parlamentare ed economica Telecamere, condotto per 20 anni, con cui si è occupata della vita istituzionale italiana e dei protagonisti di quel periodo storico. Nel 1997 prosegue la sua attività di autrice con la realizzazione di Telecamere Salute, programma di informazione medico-sanitaria, da lei condotto fino al 2015. La giornalista viene poi nominata Vicedirettore di Rai Notte nel 1998, e, quattro anni dopo, Direttore di Tribune e Servizi Parlamentari. Nella sua carriera di autrice Rai spicca, inoltre, il programma d'informazione in prima serata Alice, il paese delle meraviglie.

Anna La Rosa, il management di yourNEXT e l'impegno nella pedagogia

In seguito alle ampie competenze acquisite, nel 2018 Anna La Rosa entra in partnership con yourGROUP, società attiva nel campo dell'advisory operativo C-Level, e viene nominata come Managing Director di yourNEXT, azienda che opera nella comunicazione professionale per la crescita aziendale, proponendo nuovi modelli di comunicazione e analisi per lo sviluppo del business. Da sempre impegnata, inoltre, verso tematiche relative al campo della pedagogia e quello delle scienze umane, Anna La Rosa svolge attività per il sostegno di studenti in condizioni di difficoltà: ha fondato, tra le altre, un asilo nido integrato ispirato al metodo Montessori a Milano ed ha avviato e diretto una scuola materna/asilo nido a Quarto Oggiaro per bambini in situazioni disagiate e portatori di handicap. È attualmente Professore Associato di Comunicazione Scientifica e Biomedica presso l'Università La Sapienza (Facoltà di Medicina e Chirurgia), nonché docente di Giornalismo Televisivo presso l'Università LUISS Guido Carli. Tra le sue attività correnti, è Responsabile Comunicazione e Rapporti Istituzionali della Cure Focus Research Alliance (Florida), e collaboratrice della rivista scientifica CELLR4, edita negli USA. È attiva come volontaria presso ONLUS e comunità dedicate ai minori e nell'Istituto di Psicopatologia di Roma.

Luigino Lusuriello: l’iter professionale del manager di Eni

Al centro dello sviluppo di Eni c'è il processo di transizione digitale ormai avviato: Luigino Lusuriello è dal 2018 la figura preposta a questo cambiamento. L'incarico di Chief Digital Officer del Gruppo lo vede impegnato a integrare know-how umano e nuove tecnologie.
Luigino Lusuriello

Luigino Lusuriello: l'inizio della carriera

Luigino Lusuriello è alla guida del processo di trasformazione digitale di Eni. Ricopre la carica di Chief Digital Officer del Gruppo dal 18 settembre 2018, lavorando per integrare efficacemente nuove tecnologie e know-how umano. Solo coniugando le competenze delle persone e gli strumenti tecnologici infatti si può liberare davvero il potenziale del digitale. Il percorso professionale del manager inizia nel 1988, dopo il conseguimento della laurea in Ingegneria Meccanica presso l'Università di Genova. Il primo incarico lavorativo di Luigino Lusuriello è in Agip S.p.A., che gli affida il ruolo di progettista di strutture onshore e offshore nella Direzione Ingegneria. Si succedono incarichi di crescente rilievo: dal 1992 al 1993 è Construction Yard Manager per la sede di Ravenna, dal 1993 al 1994 è Platform Manager in Congo, dal 1994 al 1998 è Manager - Production and Maintenance Technologies per la sede di Crema.

Luigino Lusuriello: il lavoro del manager in Eni

Luigino Lusuriello lavora come Project Manager, Production Manager e Capo Distretto a Ortona, quest'ultima carica ricoperta anche in Val d'Agri. Dal 2004 il suo profilo si apre all'internazionalità: è Managing Director di Eni Congo e, in seguito, dal 2007 al 2009, di Eni UK. Nel 2009 si dedica a consolidare la sua formazione con il corso "The Oxford Advanced Management and Leadership Programme" presso la Said Business School University of Oxford. Rientra in Italia successivamente per assumere l'incarico di Vice President per la gestione in Kazakhstan - Karachaganak. Luigino Lusuriello è nominato Senior Vice Presidente Programma Iraq nel 2011 ed Executive Vice President Operations di Eni dal 2013 al 2018. L'incarico successivo è quello attuale di Chief Digital Officer, che lo vede preposto alla guida della digital transformation di Eni.

Pompeo Pontone: la storia professionale

FinTech, Blockchain, Private Equity: Pompeo Pontone, professionista di Matematica Finanziaria, sfrutta le esperienze accumulate in 25 anni di carriera per dedicarsi a progetti innovativi.

Con oltre 25 anni di esperienza consolidata nel settore dei prodotti finanziari, Pompeo Pontone è un professionista specializzato in Quantitative Finance e Derivatives Trading che vanta collaborazioni con realtà del calibro di Unicredit e FinecoBank.

Pompeo Pontone, la formazione londinese e le prime esperienze professionali

Attualmente consulente esperto nel campo dell'Investment Management e del Capital Markets, Pompeo Pontone nasce a Foggia nel 1962. Dopo aver collaborato per due anni come tutor di Matematica alla Fondazione RUI, si trasferisce a Milano per gli studi e si laurea nel 1994 con lode in Economia e Commercio presso l'Università Bocconi. Quattro anni dopo è a Londra, dove consegue il Master of Science in Quantitative Finance al Birkbeck College. Nel frattempo la sua prima esperienza professionale era già in itinere: nel 1995, sempre nella capitale inglese, era stato infatti assunto da Stone & McCarthy Research Associates come analista di ricerca, dove si occupava soprattutto di macroeconomia. Dopo l'esperienza in Gran Bretagna, Pompeo Pontone torna in Italia e ricopre il ruolo di Fixed Income Analyst per la Unicredit di Milano, specializzandosi in Debt Capital Markets e collaborando inoltre alle pubblicazioni aziendali ("Italian Treasury Bond Guide" e "Investment Strategies: Financial Newsletter").

Il ritorno a Londra e la carriera come consulente: i traguardi di Pompeo Pontone

Ritornato a Dublino, Pompeo Pontone nel 1998 è alla Pioneer Investments, specializzata nella gestione di fondi di investimento, come Vice President e Senior Fund Manager. Dopo poco passa a Intesa Asset Management (oggi Intesa) in qualità di Director-Co-Head of Credit Portfolios & Asset Management. Continuano le esperienze nel settore bancario: dal 2001 al 2002 è infatti Managing Director - Head of Corporate Bonds & Credit Derivatives Asset Management di FinecoBank, mentre fino al 2010 è Managing Director - Head of Corporate Bonds & Credit Derivatives Proprietary Trading al Monte dei Paschi di Siena. Decide poi di tornare nuovamente a Londra, dove fino al 2012 ricopre prima la carica di Managing Director - Head of Alternative Investments and Asset Management per Amstel Securities LLP, mentre in seguito quella di Senior Financial Advisor per la Method Investments & Advisory Ltd. Da otto anni Pompeo Pontone, grazie alle numerose esperienze nel settore finanziario, è un consulente e investitore con una spiccata propensione al trading di derivati che mette a frutto conoscenze consolidate in finanza quantitativa, econometria e processi stocastici. È inoltre appassionato di informatica e programmazione: collabora infatti in diversi progetti di FinTech e Blockchain.

Open Fiber: Elisabetta Ripa allo IAB Forum 2019

Elisabetta Ripa: per provvedere alle difficoltà del territorio italiano e supportare la transizione verso il digitale serve “grande collaborazione da parte di tutti e grande determinazione”.

"Di difficoltà ne incontriamo tutti i giorni ma siamo determinati ed entusiasti del progetto che stiamo portando avanti": Elisabetta Ripa, alla guida di Open Fiber, ha rilasciato una video intervista ad "Affari Italiani" in occasione dello IAB Forum 2019.
Elisabetta Ripa

Elisabetta Ripa allo IAB Forum 2019

"Stiamo costruendo un'autostrada digitale che abiliterà il Paese a tante opportunità di business, sviluppo culturale e sociale": sono le parole di Elisabetta Ripa, Amministratore Delegato di Open Fiber, ad "Affari Italiani". La manager ha partecipato allo IAB Forum 2019 anche in qualità di Advisory Board Member di IAB. Durante la video intervista, l'AD si è mostrata entusiasta per la riuscita dell'evento e per il lavoro intrapreso da Open Fiber in Italia: "Sulle aree metropolitane, le cosiddette aree nere, stiamo ormai completando il 60% della nostra rete. Siamo presenti in oltre 130 città quindi i nostri servizi sono ormai a disposizione di oltre 6 milioni di italiani che possono accedere a un'infrastruttura tutta interamente in fibra che arriva fino a casa, per sviluppare tutti quei servizi e quelle applicazioni che proprio oggi hanno trovato qui ampio spazio". Elisabetta Ripa ha sottolineato l'importanza di avere un'infrastruttura adeguata che supporti la transizione verso il digitale. Le difficoltà sono soprattutto nei piccoli centri urbani ma la determinazione non manca: l'Italia è un Paese complesso dal punto di vista delle infrastrutture, "per questo ci vuole grande collaborazione da parte di tutti e grande determinazione".

La carriera professionale di Elisabetta Ripa

Elisabetta Ripa è Amministratore Delegato di Open Fiber da gennaio 2018. Opera inoltre nel Consiglio di Amministrazione del Comitato Strategie di Autogrill S.p.A. Laureata in Economia e Commercio presso l'Università La Sapienza di Roma, ha consolidato il suo iter formativo all'estero, frequentando il Master in Gestione Operativa organizzato dall'INSEAD di Fontainebleau. Avvia la sua carriera nel 1988 in PromoMedia Italia per poi passare in Telecom Italia nel 1990. Inizia così una crescita professionale di successo, che la porta a ricoprire incarichi di crescente responsabilità all'interno del Gruppo: arriva alle aree di Business Development, Sviluppo Internazionale e Finanza. Nel 2011 Elisabetta Ripa diventa Responsabile della Divisione Consumer Mobile di TIM, per poi assumere l'incarico di Amministratore Delegato del Gruppo Sparkle. Trasferitasi in Argentina nel 2015, ricopre la carica di Chief Executive Officer in Telecom Argentina S.A. Tra il 2016 e il 2017 è Amministratore Indipendente di Open Fiber.

Eni: l’iter professionale del manager Roberto Casula

L’iter professionale del manager Roberto Casula, che ricopre incarichi di crescente rilievo all’interno del Gruppo Eni a partire dalla fine degli anni ‘90.

La carriera di Roberto Casula inizia in Agip S.p.A. Il manager arriva in Eni alla fine degli anni '90: si tratta di un iter professionale di rilievo, che porterà il professionista a ricoprire incarichi di crescente responsabilità.
Roberto Casula - economia oggi

Roberto Casula: l'iter professionale fino ai primi anni 2000

Roberto Casula è un manager laureato in Ingegneria Mineraria presso l'Università degli Studi di Cagliari (1988). Ha conseguito successivamente l'abilitazione alla professione di Ingegnere. Al contempo ha fatto il suo ingresso in Agip S.p.A. con l'incarico di Reservoir Engineer (ingegnere di giacimento): fino al 1991 preposto al production test (prove di produzione) e al well logging (acquisizione dati) sui pozzi. In seguito, passa all'attività di reservoir modelling presso la società specializzata Beicip Franlab, a Sophia Antipolis (Antibes, Francia). Nel 1992 si reca in Luanda, presso la consociata Agip Angola Ltd per ricoprire gli incarichi di Reservoir Engineer e Petroleum Engineer. Nel 1994 Roberto Casula diventa Chief Development Engineer. Rientra in Italia tre anni più tardi, assumendo il ruolo di Development and Production Coordinator di Eni S.p.A. presso la sede di San Donato Milanese.

Roberto Casula e i suoi incarichi più recenti

Nel 2000 Roberto Casula viene nominato Department Manager (Responsabile dei Servizi Tecnici di Progetto) relativamente alle operazioni in Iran. La sua proficua carriera in Eni prosegue con la nomina a Dirigente l'anno successivo, che lo vede inoltre diventare Project Director del progetto in corso a Teheran (Iran) denominato Giant South Pars Gas fasi 4-5. Nel 2004 diventa Managing Director della società Eni Mediterranea Idrocarburi S.p.A., consociata di Eni con sede a Gela. Ricopre la medesima carica per Eni Nord Africa BV l'anno seguente, recandosi nella sede di Tripoli (Libia). Torna in Italia nel 2007 per ricevere l'incarico di Senior Vice President per l'area della Regione Sub-Sahariana, dove si trasferisce l'anno successivo. Ad Abuja (Nigeria) diventa Chairman (Presidente) delle tre consociate Eni situate all'interno del Paese. Roberto Casula è nominato Executive Vice President nel 2011, assumendo responsabilità relative ai territori di Africa e Medio Oriente. Nel 2014 assume l'incarico di Chief Development, Operations & Technology Officer di Eni S.p.A., ruolo che lo vede responsabile in Italia della nuova Direzione Tecnica e di ogni sua attività tecnico-operativa, di progetto e di ricerca.

Luigi Ferraris: record in Borsa e ricavi in aumento, il 2019 di Terna

Terna nel 2019, i risultati preliminari confermano la crescita del Gruppo che ha lanciato il Piano quinquennale più grande nella storia, come ricorda l’AD e DG Luigi Ferraris.

Terna approva i dati preliminari consolidati 2019: i numeri parlano di un anno in crescita per il Gruppo guidato da Luigi Ferraris.
Luigi Ferraris

Luigi Ferraris: il 2019 di Terna nei risultati preliminari approvati in CdA

Terna chiude il 2019 in crescita. È quanto dicono i numeri del preconsuntivo di bilancio, approvati lo scorso 19 febbraio dal Consiglio d'Amministrazione. Il Gruppo guidato da Luigi Ferraris registra ricavi consolidati per 2,3 miliardi di euro, in aumento rispetto ai 2,2 miliardi di euro del 2018: a influire l'incremento dei ricavi del Regolato Italia, unito al contributo del Non Regolato. In aumento anche l'Ebitda che raggiunge 1,74 miliardi di euro: nel 2018 era a 1,65 miliardi di euro. In base a quanto delineato nel Piano Strategico 2019-2023 che l'Amministratore Delegato e Direttore Generale Luigi Ferraris ha presentato a marzo, gli investimenti totali del Gruppo arrivano a quota 1,26 miliardi di euro, in crescita rispetto agli 1,09 miliardi di euro del 2018. I dati definitivi a consuntivo del bilancio 2019 saranno approvati dal CdA di Terna il 10 marzo e presentati agli analisti e al mercato il giorno successivo. In quell'occasione sarà anche annunciato il dividendo, per cui le stime parlano di un incremento del 7% annuo (23,32 centesimi per azione nel 2018), in linea con l'obiettivo di coniugare sostenibilità e crescita.

Luigi Ferraris: considerazioni sul Piano 2019-2023 di Terna

La Strategy 2019-2023 rappresenta "l'impegno economico di Terna più alto di sempre", come sottolineato in più occasioni dall'AD e DG Luigi Ferraris. E il preconsuntivo di bilancio 2019 sembra promettere bene, confermando il raggiungimento del target indicato nel Piano che prevede investimenti al 2023 per 6,2 miliardi. Sullo sfondo obiettivi di particolare valore anche per il sistema Paese: accompagnare il comparto elettrico verso la completa decarbonizzazione e favorire la piena integrazione in rete di energia da fonti rinnovabili. Tra i numerosi progetti realizzati lo scorso anno in questa prospettiva, l'entrata in esercizio del ponte elettrico tra Italia e Montenegro, inaugurato a novembre proprio dall'AD e DG Luigi Ferraris a Cepagatti.

TgCom24: faccia a faccia con Anna Tavano, Head di Global Banking di HSBC Italia

Il ritratto formativo e professionale di Anna Tavano nell'intervista alla Head di Global Banking di HSBC Italia, pubblicata lo scorso 20 gennaio da "TgCom24".
Anna Tavano

HSBC Italia, la Head di Global Banking Anna Tavano si racconta a TgCom24

È una intervista ricca di spunti di riflessione quella realizzata da TgCom24 ad Anna Tavano, Head di Global Banking di HSBC Italia. Il ritratto di una donna che ha saputo affermarsi in un mondo prettamente maschile, quale quello della finanza. Merito di un forte coraggio e di una grande determinazione che l'hanno portata a realizzare i propri sogni. Non solo a livello professionale, ma anche nel privato. Nata in una famiglia di imprenditori, da bambina voleva fare "il dottore delle aziende": "Per risolvere i loro problemi o aiutarle a crescere occupandomi di consulenza strategica o di finanza". Conseguita la laurea in Economia a Roma, inizia a lavorare presso uno studio di commercialisti, ma intuisce che la sua strada avrebbe dovuto essere un'altra: "Volevo occuparmi di finanza, ma avevo un problema: conoscevo bene il francese, che avevo studiato a scuola, ma quasi per niente l'inglese. Decisi quindi di andare a Londra e lo feci". E qui per Anna Tavano parlano il coraggio, la determinazione: "Partii da sola, senza neppure sapere bene cosa fare una volta arrivata là. Come prima cosa mi iscrissi a un corso di lingua. Un giorno rividi alcuni vecchi amici dell'università che lavoravano lì; uno di loro, chiacchierando, mi suggerì di inviare un mio cv a una banca d'affari che cercava giovani da inserire al proprio interno. Non sapevo neppure come scrivere un curriculum in inglese, ma mi feci aiutare e lo mandai. Fui convocata per un colloquio e con mia grande sorpresa mi assunsero".

Il marito, la figlia, il lavoro in HSBC: la vita di Anna Tavano

Non è stato facile farsi strada in un settore a forte impronta maschile per Anna Tavano: "Il pregiudizio era tale che un cliente è arrivato a dirmi che non solo ero giovane, ma anche meridionale! Vuoi sapere come è finita? Quella persona si è rivelata poi nel tempo uno dei miei migliori clienti. Grandi risultati per una giovanissima donna del sud". È solo l'inizio di una brillante crescita professionale che, dopo qualche anno, l'ha riportata in Italia: "La scelta è stata premiata perché ho rivisto dopo quasi vent'anni l'uomo che sarebbe diventato poi mio marito. È stato amore a prima vista e nel giro di un anno ci siamo sposati. Dopo è arrivata mia figlia Maria Teresa e a quel punto ho deciso di dedicarmi soltanto a lei. Dopo tanto correre e affannarmi avevo bisogno di regalare del tempo a me stessa e sentivo di volermi dedicare alla mia bambina". Il marito, la figlia sono per lei una "assoluta priorità e mi hanno anche consentito di crescere professionalmente oltre che emotivamente". Oggi Anna Tavano lavora "per passione, perché sento di avere il fuoco dentro" in HSBC. Una sfida accettata "con grande entusiasmo", perché "mi sono piaciuti molto il progetto, la cultura ed i valori della banca". Un ruolo di responsabilità il suo. Ma, come spiega, "ho imparato a concedermi del tempo, a prendermi cura di me stessa senza sensi di colpa". E alle donne, suggerisce di fare network e supportarsi vicendevolmente nel mondo del lavoro: "Occorre essere sempre se stesse e non rinunciare mai ai propri sogni. Le conquiste si basano sempre su qualche rinuncia, ma non bisogna mai abbandonare l'idea di realizzare i propri obiettivi: un giorno ci si potrebbe pentire di averlo fatto".

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