Giacomo Mareschi Danieli: sisma Turchia-Siria, Gruppo Danieli risponde all’emergenza

Gruppo Danieli: nel post LinkedIn del CEO Giacomo Mareschi Danieli l’importanza di “essere vicini a chi ne ha bisogno”, come oggi le comunità della Turchia e della Siria colpite da un terremoto devastante nella notte fra il 5 e il 6 febbraio.

Giacomo Mareschi Danieli

Giacomo Mareschi Danieli: sisma in Turchia e Siria, il sostegno del Gruppo Danieli alle popolazioni colpite

Lo ha ricordato anche il CEO Giacomo Mareschi Danieli in un post su LinkedIn sottolineando il valore delle iniziative avviate dal Gruppo Danieli per sostenere le comunità della Turchia e della Siria colpite nella notte fra il 5 e il 6 febbraio da un terremoto devastante. “I nostri pensieri sono rivolti a quanti sono stati colpiti da questa tragedia e ci impegniamo a fornire supporto. Incoraggiamo tutti a fare squadra e contribuire in ogni modo possibile ad aiutare quanti ne hanno bisogno”, scrive su LinkedIn Giacomo Mareschi Danieli: nelle scorse settimane Gruppo Danieli ha inviato nelle zone colpite dal sisma 120 gruppi elettrogeni per uso domestico. La consegna si è tenuta nella sede della Protezione civile regionale, a Palmanova, nell’area dei magazzini. Danieli & C. Officine Meccaniche S.p.A. fornirà inoltre sette container completamente attrezzati per uso residenziale: come emerge anche nelle parole del CEO, “essere vicini a chi ne ha bisogno” per una realtà attiva a livello globale come Danieli non è solo un dovere ma impegno, responsabilità. È un obbligo morale.

Giacomo Mareschi Danieli: profilo formativo e professionale del CEO di Gruppo Danieli

Ingegnere e manager, Giacomo Mareschi Danieli cresce professionalmente nel Gruppo Danieli. Dopo la laurea in Ingegneria Elettrica conseguita nel 2005 presso il Politecnico di Milano, inizia a lavorare in ABS (Acciaierie Bertoli Safau), la divisione Steelmaking del Gruppo: qui ha l’opportunità di approfondire la conoscenza del processo produttivo dell'acciaio. Dopo una serie di importanti esperienze all’estero, da Abu Dhabi alla Thailandia, che lo portano a ricoprire ruoli di crescente responsabilità all’interno delle società del Gruppo, rientra in Italia per assumere la direzione della divisione Plant Engineering riuscendo con successo nel compito di consolidare le attività commerciali per i progetti multi-linea e gestire le linee di prodotto di divisioni quali Danieli Centro Cranes, Danieli Hydraulics, Danieli Environment System e Danieli Centro Metallics. Dal 2009 nel Consiglio d’Amministrazione del Gruppo Danieli, Giacomo Mareschi Danieli diventa CEO e Membro del Consiglio Esecutivo nel 2017.

Gian Maria Mossa: Banca Generali, fondamentale investire nella relazione tra banker e cliente

Lavorare sulle soluzioni e sulla professionalità dei banker ha portato Banca Generali ad arrivare sul podio del private banking in Italia: il contributo dell’AD Gian Maria Mossa.

Gian Maria Mossa

Gian Maria Mossa: Banca Generali, il valore delle iniziative per rafforzare la relazione banker-cliente

L’AD Gian Maria Mossa lo ha sottolineato in diverse occasioni: per avvicinare il risparmio privato all’economia reale fondamentale è riconoscerne il ruolo di “vera colonna sociale del Paese” e rafforzare la relazione banker-cliente che ne è alla base. È anche in quest’ottica che Banca Generali si avvale di figure specializzate nella gestione patrimoniale, in grado di proporre le soluzioni e i servizi più efficaci, adattati in base alle esigenze di investimento di famiglie e imprese. Non a caso sono sempre più numerose le iniziative che Banca Generali promuove per valorizzare ulteriormente le competenze dei professionisti di cui si avvale: oggi infatti, anche a fronte del momento di particolare complessità che stiamo vivendo, il ruolo del consulente finanziario ha assunto maggior rilevanza sociale. Momenti di formazione ma anche di riflessione su nuove opportunità e prospettive della consulenza finanziaria come quello che avrà luogo il prossimo 25 maggio a Palazzo Pepoli a Bologna: un evento dedicato ai consulenti del domani durante il quale interverrà anche l’AD Gian Maria Mossa.

Gian Maria Mossa: “Progetto Giovani”, Banca Generali disegna il futuro della consulenza finanziaria

In un recente articolo di “Forbes” in occasione del decennale di Gian Maria Mossa in Banca Generali, si ricorda “il lavoro sulle soluzioni e sulla professionalità dei banker” come uno dei pilastri che ha guidato la crescita dell’Istituto in questi anni. La formazione e la specializzazione dei professionisti di cui si avvale rappresentano per l’AD un pilastro di Banca Generali: lo dice anche il recente lancio di “Progetto Giovani”, l’iniziativa avviata dall’Istituto guidato da Gian Maria Mossa per aprire le porte della consulenza finanziaria a una nuova generazione di professionisti under-35. Il progetto, che avrà una durata di 36 mesi, prevede un percorso di sviluppo a 360 gradi per i giovani consulenti coinvolti. Oltre alla formazione continua erogata su competenze tecniche e comportamentali, il “Progetto Giovani” fa leva su una vera e propria mentorship portata avanti da un consulente senior che guiderà il giovane professionista nello sviluppo delle capacità relazionali, sempre più centrali nello sviluppo del rapporto col cliente. A ciascun giovane professionista viene inoltre assegnato un obiettivo di portafoglio al termine del piano, periodo dopo il quale il tutor potrà valutare se dar vita ad un vero e proprio team.

2022 positivo per il Gruppo FS, Luigi Ferraris: “Confermato ruolo chiave del Gruppo”

Per Luigi Ferraris i numeri mettono in evidenza il ruolo del Gruppo FS nella promozione di una mobilità sempre più integrata e sostenibile.

Luigi Ferraris

Luigi Ferraris rinnova l’impegno del Gruppo FS verso un sistema integrato e sostenibile

I positivi risultati conseguiti nel 2022 confermano il ruolo chiave del Gruppo FS nel dotare il Paese di un sistema infrastrutturale, di mobilità e di logistica merci efficiente e integrato, nonché nel contribuire a rendere le nostre città più sostenibili”. A commentare i dati relativi allo scorso anno è l’Amministratore Delegato Luigi Ferraris. Dal bilancio, approvato dal CdA lo scorso 6 aprile, emerge un 2022 in netta crescita. Rispetto al 2021, i ricavi hanno raggiunto quota 13,7 miliardi di euro (+12% su base annua), mentre l’EBITDA ha toccato quota 2,2 miliardi segnando un deciso +17%. Cresce anche il valore dell’utile netto, pari a 202 milioni (+5%). Aumentano come previsto i costi operativi (+11%), che salgono a 11,4 miliardi a causa di inflazione e rincaro energia. “Tutti gli indicatori economici sono in crescita trainati dalla gestione ordinaria – ha sottolineato Luigi Ferrariscon l’Ebitda in miglioramento di oltre 1,1 miliardi di euro, tenendo conto della drastica riduzione nel 2022 rispetto al 2021 per circa 800 milioni di euro dei ristori Covid”.

Luigi Ferraris: Gruppo FS ha base solida per obiettivi PNRR e opere strategiche

Altri elementi distintivi del bilancio – il secondo a portare la firma di Luigi Ferraris – sono l’aggiudicazione di gare per un valore di 15 miliardi, mentre gli investimenti ammontano a 11,3, di cui la maggior parte (9 miliardi) destinata allo sviluppo e all’ammodernamento delle infrastrutture sia ferroviarie che stradali tramite la controllata Anas. L’affidamento della tratta Napoli-Bari, i lavori sulla Palermo-Catania e l’introduzione del sistema di gestione ERTMS gli obiettivi 2022 raggiunti nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza: “I risultati conseguiti e le attività avviate costituiscono una base solida per portare a completamento gli ulteriori obiettivi legati al PNRR, le altre opere strategiche per il Paese e favorire lo sviluppo di una nuova mobilità integrata”, ha detto Luigi Ferraris. Sul fronte delle persone, aumenta il turnover dei dipendenti (6.232 uscite e 9.687 nuove assunzioni), nonché il numero totale (85.361), con la presenza femminile che si è attestata sul 20%.

Carlotta Ventura: l’impegno di A2A nel progetto Italy for Climate

Azione collettiva per muoversi in tema ambientale e diffondere cultura della sostenibilità: Carlotta Ventura ne ha parlato presentando l’adesione di A2A alla rete di promotori di Italy for Climate.

Carlotta Ventura: A2A entra a far parte di Italy for Climate

In linea con i valori della qualità di vita sostenibile “per il territorio, l’ambiente e le persone”, A2A si unisce alla rete di promotori di Italy for Climate, progetto della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile che punta a promuovere una strategia climatica per l’Italia. Nelle parole di Carlotta Ventura, Direttore Communication, Sustainability and Regional Affairs della Life Company, emerge come l’iniziativa si rispecchi nei progetti portati avanti da A2A in tema di sostenibilità ambientale: “La collaborazione con una realtà come Italy for Climate è in linea con la mission di A2A: siamo una Life Company impegnata quotidianamente a favorire una qualità di vita sostenibile per il territorio, l’ambiente e le persone, preservando le risorse e contrastando il cambiamento climatico”, ha evidenziato Carlotta Ventura esprimendo soddisfazione per l’adesione alla rete di promotori. Come specificato, Italy for Climate nasce per opera della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile ed è promossa da un gruppo di imprese e di associazioni di imprese: l’obiettivo è favorire l’attuazione di una roadmap climatica in Italia.

Carlotta Ventura: A2A e sviluppo sostenibile, emissioni zero al 2040

Italy for Climate pone le proprie fondamenta nei principi di azione comune e cultura della sostenibilità, muovendosi in linea con il Green Deal europeo e gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Come sottolineato da Carlotta Ventura, A2A ne diviene promotrice integrando la propria sensibilità sul tema dello sviluppo sostenibile. Un impegno che per la Life Company comprende, ad esempio, il target della decarbonizzazione al 2040, raggiungendo così l’obiettivo delle emissioni zero. “Allo stesso tempo, partendo dall’attenzione ai singoli territori in cui operiamo e cercando di creare una cultura della sostenibilità diffusa, cerchiamo di fare la nostra parte per contribuire al processo di transizione ecologica di cui necessita il Paese”, ha aggiunto in merito Carlotta Ventura, specificando come questo sia “ormai un obiettivo imprescindibile anche a livello sovranazionale”.

Paolo Gallo: Italgas, nel 2022 volano ricavi, utili e investimenti tecnici

Paolo Gallo: i risultati positivi del 2022 testimoniano la capacità di Italgas di affrontare le sfide del mercato con innovazione e sostenibilità.    

Paolo Gallo

Paolo Gallo: i numeri di Italgas

Sotto la guida di Paolo Gallo, Italgas continua a macinare ricavi e utili ininterrottamente da 24 trimestri consecutivi. È quanto emerge dai risultati del Bilancio 2022 approvato dal CdA del Gruppo lo scorso 9 marzo. Gli indicatori economici non hanno risentito della crisi energetica e dell’incertezza dei mercati, con Italgas che lo scorso anno ha registrato ricavi per 1,53 miliardi di euro (+12,1%) e un EBITDA di 1.082,7 milioni di euro (+7,3%). Crescono anche utile operativo, che si attesta a 622,8 milioni di euro (+6,8%), e l’utile netto, a quota 1.082,7 milioni di euro (+7,6%). Numeri che, ha commentato Paolo Gallo, confermano ancora una volta la “grande solidità” del Gruppo. Secondo l’Amministratore Delegato, il “contesto condizionato dal forte incremento dei costi delle materie prime e dalla necessità di centrare gli obiettivi di sicurezza energetica per il Paese” non ha impedito ad Italgas di continuare a crescere e soprattutto ad investire nella trasformazione digitale, nella metanizzazione della Sardegna e nel repurposing delle reti. Nel 2022 gli investimenti tecnici hanno raggiunto quota 814,3 milioni di euro, grazie ai quali Italgas ha posato 332 km di nuove condotte sul territorio, esteso a 909 km le reti native digitali della Sardegna e messo in servizio 13 nuovi depositi criogenici di GNL.

Paolo Gallo: gli obiettivi di Italgas sul fronte ESG

I risultati raggiunti consentiranno al Gruppo di accelerare verso gli obiettivi contenuti nel Piano Strategico 2022-2028 che, ha ricordato Paolo Gallo, si concentrano oltre che sulla trasformazione digitale, sull’estensione del network e sul consolidamento nel settore dell’efficienza energetica, anche sulle gare ATEM e M&A e sullo sviluppo del mercato greco grazie alla controllata DEPA Infrastructure. Ma il 2022 di Italgas non è stato solo all’insegna della crescita economica: anche sotto il profilo ESG la società guidata da Paolo Gallo è stata in grado di conseguire i target ulteriormente rivisti al rialzo. Nel dettaglio, Italgas ha chiuso l’anno registrando un calo delle emissioni di CO2 sia ‘scope 1 e 2’ (-12,1%, 141.200 tonnellate), sia ‘scope 3’ (-6,6%, 137.500 tonnellate). Diminuiscono anche i consumi netti di energia (-21%) e le emissioni fuggitive (-15,2%). Forte impulso anche sul fronte dell’economia circolare, con il 97,6% dei rifiuti del Gruppo e il 94,5% di quelli degli appaltatori inviati a riciclo. Positivi, inoltre, i traguardi raggiunti su inclusione, parità di genere e formazione: aumentata la presenza femminile (+1,4%) e il numero di donne in posizioni di responsabilità (2,7%), mentre sono 129.700 le ore di formazione erogate ai dipendenti (+15,4%). La formazione sui principali temi ESG è stata estesa anche al 40% dei fornitori strategici, rende noto il Gruppo, mentre ammontano a 286 le PMI e le start-up coinvolte nell’ambizioso piano di trasformazione digitale.

Alessandra Ricci e l’export italiano: una spinta economica in tempi difficili

L'export è da tempo il motore della nostra economia e continua ad esserlo nonostante l'inflazione e la guerra in Europa. Tuttavia, non essere pronti a cambiare e cogliere le opportunità del Made in Italy sarebbe un grave errore per le imprese italiane. A spiegarlo è Alessandra Ricci, da un anno alla guida di SACE, la società del Ministero dell'Economia che supporta le aziende italiane nell'espansione internazionale.

Alessandra Ricci - Amministratore Delegato SACE

Alessandra Ricci: “Saremo ancora il settimo esportatore a livello mondiale

Il 2022 è stato un anno positivo per le esportazioni italiane: è stato registrato un aumento del 20% rispetto al 2021, che corrisponde a un valore di 625 miliardi di export. Solo una piccola parte dell'incremento, ricorda Alessandra Ricci, è attribuibile all'aumento dei volumi, mentre il resto è dovuto all'inflazione. Ciò implica che i compratori stranieri sono disposti a pagare di più per i prodotti italiani. L'export italiano gode di una buona reputazione a livello mondiale, consentendo alle imprese di far fronte ai maggiori costi energetici e delle materie prime. Spesso si pensa che le imprese italiane abbiano trascurato gli investimenti in digitalizzazione, ma prima dell'avvento dell'Industria 4.0, l'innovazione era scarsamente registrata nei bilanci aziendali. Solo con l'Industria 4.0 sono stati diffusi i dati relativi ai costi di ricerca e sviluppo. Questo ha permesso alle aziende più dinamiche, spesso orientate all'export, di rimanere competitive. Nel corso degli ultimi 12 anni, ricorda Alessandra Ricci, il PIL italiano è cresciuto solo del 2% in valore reale, mentre le esportazioni hanno registrato un aumento del 9,9%. “Per il 2023 prevediamo esportazioni per 650 miliardi, con un’ulteriore crescita di quasi il 5 per cento”, sottolinea l’AD. “Saremo ancora il settimo esportatore a livello mondiale e il secondo in Europa, dopo la Germania ma davanti alla Francia”. Questa è indubbiamente una posizione eccellente per un Paese che, va ricordato, non dispone di materie prime. Alla domanda su cosa significhi investire in qualità, Alessandra Ricci ha spiegato che in passato “per garantire l’assistenza post vendita serviva che si spostassero le persone, mentre oggi nel 90% dei casi si può fare da remoto e questo è stato possibile proprio perché si è investito in digitalizzazione. E questi investimenti si trasformano tutti in valore aggiunto perché non c’è più il costo delle materie prime”.

Alessandra Ricci: l’azione di SACE per ampliare la presenza italiana all’estero

La sostenibilità è un altro tema estremamente attuale e di fondamentale importanza. L'indipendenza energetica diventa un fattore cruciale per mantenere la competitività, soprattutto per le imprese che esportano. Se i prezzi continuano ad aumentare, specifica Alessandra Ricci, diventerà essenziale implementare significativi risparmi energetici per rimanere in pista. SACE sta infatti investendo molto anche in questa direzione. Il risparmio energetico sarà un elemento discriminante tra chi sarà presente sul mercato e chi ne sarà escluso. Il Gruppo ha fornito 54 miliardi di garanzie nel 2022. Di questi, 22 miliardi sono stati destinati a supportare l'export, 29 miliardi a sostenere la liquidità nel mercato interno e 3 miliardi sono stati investiti nelle piccole e medie imprese per progetti sostenibili. È fondamentale creare una cultura che valorizzi la sostenibilità, poiché presto i fornitori saranno selezionati in base ai criteri ESG. Chi esporta dovrà garantire la sostenibilità dell'intera catena di fornitura, e chi non ha investito in questa direzione resterà tagliato fuori. L'azione di SACE per espandere la presenza italiana all'estero implica la creazione di relazioni e l'accompagnamento delle imprese con coperture e garanzie. Il Gruppo cerca di favorire l'export in Paesi in cui c'è ancora un potenziale di crescita non sfruttato. La realtà guidata da Alessandra Ricci identifica i grandi acquirenti e li mette in contatto con le aziende italiane rilevanti nel settore, organizzando eventi di business matching. Le imprese italiane hanno così l'opportunità di presentarsi: spetta poi a loro sfruttarla al meglio. Inoltre, il Gruppo punta all'apertura di nuovi mercati per gli stessi prodotti. Ad esempio, alcune aziende che esportavano solo in Russia si sono trovate a dover affrontare la chiusura di quel mercato. Con le coperture “a ombrello”, vengono accompagnate verso la diversificazione. In questo modo, una crisi può diventare un'opportunità che altrimenti non sarebbe stata colta. Ma quali sono le aree del mondo attualmente più promettenti? Il Medio Oriente, sottolinea Alessandra Ricci, “sta facendo grandi investimenti infrastrutturali grazie ai margini sui prodotti energetici”. Paradossalmente, i Paesi produttori di petrolio possono accelerare verso la sostenibilità in modo molto più rapido rispetto a noi. Mentre l'America Latina offre buone opportunità in diversi settori, come il Messico per la manifattura e il Brasile per le energie rinnovabili. In Africa, invece, la situazione è variegata, con alcune economie che offrono interessanti opportunità.

Claudio Machetti: dal Banco di Roma a Enel, un percorso di leadership e crescita

Claudio Machetti vanta oltre 40 anni di esperienza professionale, con ruoli di crescente responsabilità ricoperti presso il Banco di Roma, FS ed Enel: qui attualmente è Direttore di Global Energy and Commodity Management.

Claudio Machetti - Direttore della Business Line di Enel

Claudio Machetti: il percorso manageriale in Enel

Claudio Machetti ha costruito nel corso degli anni una carriera di successo ricoprendo diversi incarichi di rilievo. Nel 2000, ha esordito professionalmente presso il Gruppo Enel come Responsabile dell'Area Finanza, contribuendo anche alla creazione di Enelfactor, una società finanziaria di cui è diventato Amministratore Delegato. Ha quindi assunto posizioni di leadership come Presidente dei fondi pensione Fondenel e Fopen. Nel 2009 è stato nominato Direttore Finanziario di Enel e successivamente ha assunto il ruolo di Direttore della funzione Risk Management. Nel 2014, è stato chiamato a dirigere la Global Trading, Business Line di Enel in qualità di Responsabile della gestione del sourcing di carbone, gas e olio combustibile, nonché dell'operatività sui mercati all'ingrosso di gas ed energia elettrica. Claudio Machetti ha anche supervisionato l'ottimizzazione commerciale del parco di produzione del Gruppo. È stato anche Consigliere nei Board di consociate quali Endesa, Terna e Wind Telecomunicazioni.

Claudio Machetti: l’esperienza presso il Banco di Roma e FS

La carriera di Claudio Machetti ha preso avvio nel settore bancario, presso il Banco di Roma, nel 1983. Dopo un anno trascorso nella filiale di Milano, è stato trasferito alla Direzione Centrale di Roma come analista finanziario, incaricato di valutare la situazione creditizia di grandi gruppi industriali italiani. Ha sviluppato una specializzazione in equity e ha assunto ruoli di crescente responsabilità come funzionario della Direzione Finanziaria e Vicedirettore Responsabile del Nucleo Analisti Finanziari. Nel 1992 ha intrapreso una nuova sfida entrando a far parte di Ferrovie dello Stato Italiane. Qui ha ricoperto il ruolo di Responsabile dell'Unità Mercati Finanziari e successivamente è stato nominato Direttore della Finanza Operativa. In questo periodo, Claudio Machetti ha contribuito alla fondazione di Fercredit, una società finanziaria specializzata nel factoring, nel leasing e nel credito al consumo, per la quale ha ricoperto anche la carica di Amministratore Delegato.

Claudio Descalzi agli Azionisti: la forza di Eni e l’impegno sostenibile nel modello di business

Claudio Descalzi: in una lettera scritta in occasione dell’Assemblea Azionisti 2023 di Eni, il punto sull’impegno del Gruppo nel rispondere a sfide “che mai si erano presentate negli ultimi anni”.

I risultati 2022 di Eni: il focus dell’AD Claudio Descalzi

L’AD Claudio Descalzi, in una lettera indirizzata agli Azionisti in occasione dell’Assemblea annuale dello scorso 10 maggio, ha ripercorso le sfide del 2022, un anno “molto impegnativo per la nostra compagnia, chiamata a dare risposte rapide e concrete alla crisi energetica europea gestendone i relativi rischi, e a progredire al tempo stesso nella transizione verso un modello di sviluppo sostenibile in linea con gli obiettivi climatici dell’UE e dell’agenda ONU 2030”. Nella lettera l’AD Claudio Descalzi ha ricordato come Eni, nel fronteggiare sfide “che mai si erano presentate negli ultimi anni”, abbia ottenuto “risultati eccellenti facendo leva sulla disciplina finanziaria e sulla costante attenzione all’asset integrity, che ha contribuito in modo rilevante alla sicurezza energetica dell’Italia e dell’Europa e ha rilanciato obiettivi di continuo sviluppo necessari in un mercato dell’energia in evoluzione, promuovendo in parallelo una significativa riduzione dell’impronta carbonica del portafoglio grazie alla pipeline in continua crescita di progetti nelle rinnovabili e nei biocarburanti”.

Claudio Descalzi: la lettera agli Azionisti in occasione dell’Assemblea annuale

I nostri stakeholder, si legge nella lettera sottoscritta dall’AD Claudio Descalzi, “beneficeranno dell’azione industriale sempre più sostenibile di Eni grazie al nostro impegno a garantire l’accesso a un’energia affidabile e con costi accessibili, alla riduzione delle emissioni, alla promozione di nuovi modelli di business per accelerare la transizione dei nostri clienti, al rispetto dei diritti umani in tutte le fasi delle nostre attività, alla promozione del local content e dell’economia circolare, nonché alla crescita umana e professionale delle nostre persone fondata sulla valorizzazione del contributo di ciascuno, sull’inclusione, sulla motivazione e sul rispetto”. È in questa direzione che guarda anche il Piano Eni per il quadriennio ’23-’26, come ribadito in diverse occasioni dall’AD Claudio Descalzi: “Identifica le azioni e le iniziative industriali finalizzate a consolidare la strategia di transizione facendo leva sull’integrazione di tecnologie e sui nuovi modelli di business volti ad offrire prodotti decarbonizzati ai clienti, a garantire la sicurezza energetica e la sua sostenibilità attraverso la diversificazione geografica delle fonti. La disciplina finanziaria nel selezionare gli investimenti, l’attenzione ai costi e la gestione dei rischi ci permetteranno, insieme alle azioni industriali pianificate, di ottenere una solida generazione di cassa e di garantire ritorni al top dell’industria”.

Gian Maria Mossa dal 2013 in Banca Generali: il focus di “Forbes” per il decennale

L’approfondimento di “Forbes” in occasione del decennale di Gian Maria Mossa in Banca Generali: le tappe di un percorso che l’hanno portata “sul podio del private banking in Italia, sestuplicando le masse in gestione (circa 60 miliardi per clientela private)”.

Gian Maria Mossa

Gian Maria Mossa, i dieci anni in Banca Generali: il lavoro sulle soluzioni e sulla professionalità dei banker

Gian Maria Mossa è entrato in Banca Generali nel 2013: quell’anno “nacquero i contenitori assicurativi, seguiti poi da quelli finanziari, che si dimostrarono uno dei casi di maggior successo dell’industria assicurativa e del risparmio gestito degli ultimi anni”. Ma è stato solo l’inizio di un importante percorso di cui oggi, a distanza di dieci anni, “Forbes” fa un primo bilancio: “L’ha portata sul podio del private banking in Italia, sestuplicando le masse in gestione (circa 60 miliardi per clientela private)” si legge nell’articolo che racconta le novità introdotte da Gian Maria Mossa. Tra queste la riorganizzazione della divisione di private banking con la costruzione di servizi e soluzioni personalizzate e un management rinnovato nel focus verso la fascia alta di mercato. E ancora le acquisizioni, le partnership. E Bg Personal Advisory, una “rivoluzione nel settore”: la piattaforma proprietaria di advisory patrimoniale è nata per far dialogare il banker con i clienti non solo sul portafoglio finanziario, ma anche sulle proprietà immobiliari, il patrimonio di impresa, le tematiche successorie e persino sugli asset nell’arte.

Forbes: il decennale di Gian Maria Mossa in Banca Generali, l’articolo

L’articolo che “Forbes” dedica al decennale di Gian Maria Mossa in Banca Generali racconta anche “il lavoro sulle soluzioni e sulla professionalità dei banker” che ha portato avanti in questi anni. L’efficacia è tangibile nei risultati raggiunti: “Banca Generali svetta infatti nella top ten dei titoli con il maggiore ritorno totale in Borsa a Milano (280%) tra il 2013 e il 2022”. In questo periodo le masse in gestione sono passate “da poco più di 25 a 83 miliardi di euro e il portafoglio pro capite dei suoi banker è triplicato: da 12 a oltre 36 milioni”. “Forbes” ricorda anche l’impegno dell’AD nel promuovere un approccio ESG. Una vision lungimirante quella di Gian Maria Mossa che ha permesso all’Istituto di poter contare “su una rete di professionisti in mandato esclusivo d’agenzia che mostrano tassi di crescita molto più competitivi di ogni altra struttura in ambito finanziario con dipendenti diretti”. Ed è anche grazie a loro che oggi sono riconosciute la qualità e l’affidabilità dei servizi proposti da Banca Generali.

Renato Mazzoncini: la consegna del Premio Manager Utilities 2022 all’AD di A2A

Renato Mazzoncini, AD di A2A, premiato con il riconoscimento Manager Utilities 2022 “Andrea Gilardoni” nella categoria “Servizi Pubblici Locali” per gli “investimenti record di A2A nella transizione ecologica”.

 Renato Mazzoncini

A2A: l’AD e DG Renato Mazzoncini riceve il Premio Manager Utilities “Andrea Gilardoni” 2022 - Servizi Pubblici

L’AD Renato Mazzoncini è stato premiato “per gli investimenti record di A2A nella transizione ecologica” nel corso dell’evento organizzato a Palazzo Clerici a Milano lo scorso 5 maggio durante il quale sono stati presentati i risultati dell’analisi sulle comunità energetiche nell’ambito del Workshop dell’Osservatorio Utilities Agici-Accenture ‘Nuove utilities per nuove clienti: vendita, servizi e comunità energetiche rinnovabili’. Nel corso della giornata si sono svolte due tavole rotonde incentrate sul ruolo delle utilities nel processo di transizione ecologica, anche a fronte dei forti mutamenti che hanno interessato il mercato dell’energia nell’ultimo anno. Infine, sono stati consegnati i Premi Manager Utilities “Andrea Gilardoni” 2022, riconoscimento giunto alla 16esima edizione: l’impegno e gli investimenti di A2A nell’ambito della transizione energetica sono valsi a Renato Mazzoncini il Premio nella categoria Servizi Pubblici Locali. 

Renato Mazzoncini premiato per gli investimenti record di A2A nella transizione ecologica

Il riconoscimento per Renato Mazzoncini conferma “che A2A sta procedendo nella giusta direzione grazie al nostro Piano Industriale decennale e all’impegno di tutti i colleghi”. L’AD lo ha detto sottolineando come nel 2022, un anno “caratterizzato da incertezze e instabilità del contesto economico e geopolitico”, A2A abbia continuato a investire “coerentemente con la strategia di Gruppo, che destina 16 miliardi al 2030 allo sviluppo di progetti volti a supportare il percorso di transizione ecologica e di autonomia energetica del Paese”. In due anni di Piano “abbiamo infatti realizzato il 22% degli investimenti programmati, pari a 3,5 miliardi di euro, per favorire la crescita nelle rinnovabili, l’elettrificazione e l’efficienza dei consumi, la decarbonizzazione e l’economia circolare”. A2A proseguirà in questa direzione, come ha ribadito infine Renato Mazzoncini, “continuando a lavorare a servizio delle persone e per supportare la crescita dei territori e delle imprese”.

Alessandro Benetton: la passione per le proprie idee e il fare business, nuovo post su LinkedIn

Alessandro Benetton su Linkedin invita a riflettere sull'importanza di inseguire con passione le proprie idee senza però perdere la lucidità necessaria per farle diventare realtà.

Alessandro Benetton

Alessandro Benetton: l’importanza di essere oggettivi nel valutare idee e progetti di business

In un recente post su LinkedIn, Alessandro Benetton condivide con i suoi follower “una lezione importante che ho imparato durante il mio percorso”. Lo fa da anni, prima con la sua video-rubrica e recentemente anche attraverso LinkedIn: interessanti spunti di riflessione sul mondo, sull’attualità, sull’imprenditorialità che hanno trovato spazio anche nella sua autobiografia “La Traiettoria”, pubblicata nel maggio dello scorso anno. L’invito è al dialogo, a condividere esperienze e opinioni come fa anche in questo recente post in cui, a partire da quanto realizzato con 21 Invest, riflette sul valore delle intuizioni imprenditoriali. Per Alessandro Benetton è giusto inseguire ciò in cui si crede ma non bisogna innamorarsi delle proprie idee. Meglio piuttosto prenderne le giuste misure: “Nel business in generale credo sia fondamentale esercitare un certo distacco, ricordandosi di essere oggettivi nel valutare i propri progetti. Attenzione, non sto dicendo che non dovete avere passione per il lavoro. Non bisogna infatti confondere la passione per l’idea con l’innamoramento. L’amore, lo sappiamo, rende ciechi. E non ci permette di vedere le cose con obiettività”.

Alessandro Benetton: essere obiettivi e coltivare la cultura del distacco per mantenere una visione lucida

Nel post, Alessandro Benetton ricorda in particolare l’esperienza di SEI MILANO: “Con 21 Invest, al tempo 21 Investimenti, nel 1995 decidemmo di lanciarci in questa impresa del tutto nuova. SEI MILANO era un’emittente televisiva che aveva l’obiettivo di proporre un nuovo modo di fare giornalismo in tempo reale. Dopo pochi mesi abbiamo scoperto che le tecnologie dell’epoca non erano abbastanza avanzate per trasmettere le notizie con la necessaria immediatezza che avevamo in mente”. In seguito sono emerse anche “difficoltà burocratiche nel formare i giovani giornalisti”. Per quanto l’idea valesse, i tempi erano sbagliati: “Questo mi ha insegnato l’importanza di essere obiettivi e di coltivare la cultura del distacco per evitare di rinunciare a una visione lucida del business. Nel mondo del business è importante non innamorarsi delle idee senza esplorare a fondo il mercato e senza neanche chiedere feedback”. Il consiglio di Alessandro Benetton dunque è di allenare l’esercizio del distacco: “Mi rivolgo sia a chi tra voi fa impresa, sia a chi in generale svolge lavori per i quali prova un certo trasporto. Appassionatevi a idee e progetti. Provate stima nei loro confronti. Ma non vi intrappolate in un amore cieco. Vi permetterà di mantenere la giusta distanza e di valutare con maggiore obiettività quello che state portando sul mercato”.

Gianni Lettieri: Atitech sostiene le famiglie in difficoltà con la Pasqua solidale

Distribuite oltre 200 tra colombe e uova di cioccolato. Gianni Lettieri: “Crisi economica incombe ancora pesantemente sulle famiglie”.

Gianni Lettieri

Gianni Lettieri: Pasqua solidale, un’iniziativa per le famiglie colpite dalla crisi

Durante le ultime festività pasquali il patron di Atitech Gianni Lettieri ha voluto donare un po’ di gioia alle famiglie napoletane dei quartieri di Secondigliano e San Pietro a Patierno, provate dagli effetti economici della pandemia ai quali si sono aggiunti anche il caro energia e l’inflazione. Nasce così la Pasqua solidale, una nuova iniziativa in linea con quelle promosse dal leader della manutenzione aeronautica nel periodo natalizio. Grazie alla collaborazione dell’associazione culturale Larsec, l’azienda guidata da Gianni Lettieri ha distribuito il giorno di Pasqua oltre 200 tra colombe e uova di cioccolato ai bambini dei due quartieri. Atitech ha messo a disposizione spazi e risorse, mentre la rete dei volontari Larsec – impegnati da quasi dieci anni nella riqualificazione territoriale delle zone settentrionali della città – si è occupata della distribuzione dei doni insieme con l’ASD Secondigliano e la parrocchia Sacri Cuori.

Gianni Lettieri: “Famiglie italiane in difficoltà, Pasqua solidale gesto che arricchisce chi dona e chi riceve”

La decisione di estendere le consuete iniziative di solidarietà anche alla Pasqua deriva dalla consapevolezza che molte famiglie italiane versano ancora oggi in grandi difficoltà. A spiegarlo il Presidente di Atitech Gianni Lettieri, che ha definito la Pasqua solidale “un gesto per consentire a tante famiglie di avere un pensiero gentile che arricchisce il cuore di chi dona e di chi riceve con l’augurio che tutti possano trascorrere in modo più sereno il periodo delle festività”. L’attenzione e il sostegno al territorio non è una novità per la MRO guidata da Gianni Lettieri, che proprio lo scorso dicembre ha lanciato per il terzo anno consecutivo il suo Natale solidale. Nel dettaglio, l’ultima edizione ha visto 4.000 pasti caldi preparati nella mensa di Atitech e distribuiti dal 20 dicembre all’8 gennaio grazie al supporto dei volontari Larsec alle famiglie disagiate dei quartieri di Secondigliano, Ponticelli, San Pietro a Patierno e Rione Sanità.

7ª edizione dell’Healthcare Talk: il CEO Enrico Vita interviene sull’importanza dell’innovazione

Enrico Vita, CEO di Amplifon, è stato ospite della 7ª edizione dell’Healthcare Talk dal titolo “Investimenti in Sanità e nel Life Science”. Nel corso dell’evento, organizzato da RCS Academy in collaborazione con il “Corriere della Sera”, l’AD sottolinea il rilevante ruolo dell’innovazione nel migliorare la qualità della vita delle persone.

Enrico Vita

Enrico Vita: il ruolo dell’innovazione in Amplifon

Per una realtà come quella di Amplifon, presente in 25 Paesi nel mondo e considerata nel listino di Borsa come società Tech, l’innovazione rappresenta il cuore dell’attività. “Nessuna azienda può prescindere da un approccio strutturato, profondo e serio all’innovazione – precisa subito l’AD Enrico VitaLe tecnologie digitali rendono tutto molto più veloce e permettono di avere delle opportunità che erano impensabili fino a qualche tempo fa”. In Amplifon, tali opportunità risiedono nel fatto di aver dato la possibilità di far comunicare gli apparecchi acustici con il mondo esterno via bluetooth. Un grande passo verso il perseguimento di obiettivi importanti come, ad esempio, la raccolta di dati circa l’utilizzo degli apparecchi, utile per comprendere meglio le modalità di utilizzo e le necessità dei clienti. Un’altra grande opportunità resa possibile dalle nuove tecnologie riguarda invece la possibilità di ampliare il ventaglio di servizi offerti nei negozi, integrandoli tramite app proprietaria con altri fruibili da remoto, come l’assistenza H24 e gli interventi in caso di malfunzionamento anche a distanza. “L’innovazione – sottolinea dunque Enrico Vitaci ha permesso di migliorare l’esperienza che noi offriamo ai nostri clienti”.

Enrico Vita: l’innovazione e il rapporto con le start up

Nel suo percorso di innovazione, Amplifon ha ovviamente allargato le proprie competenze e il proprio know-how sul tema dell’innovazione digitale. “Inizialmente – racconta Enrico Vitacercando di creare le competenze internamente all’azienda, ma ci siamo resi conto abbastanza velocemente che non era possibile fare tutto in casa.” Così, nel 2018 la società ha fatto partire uno scouting a livello globale per individuare start up e aziende emergenti che potessero fare al caso loro. Alla fine, la scelta è ricaduta su un’azienda italiana con sede a Napoli, Otohub. “Quest’azienda – sottolinea l’AD – aveva sviluppato delle competenze estremamente interessanti nell’ambito della digitalizzazione dei servizi audiologici e ci ha dato un grandissimo contributo in termini di know-how. Oggi l’abbiamo fusa con quello che è il nostro team digitale interno creando la nostra startup interna AmplifonX”. Un gruppo di oltre 60 persone che si occupa esclusivamente di innovazione digitale e sul quale Amplifon investe ogni anno oltre 50 milioni di euro.

Iren: focus sul percorso professionale del Presidente Luca Dal Fabbro

Le tappe della carriera di Luca Dal Fabbro, Presidente di Iren, professore universitario e attivo in ambito ESG: la cura delle persone e dell’ambiente, la valorizzazione dei territori e la circular economy sono tra i valori da sempre perseguiti dal manager.

Luca Dal Fabbro

Luca Dal Fabbro, l’impegno in ambito ESG e gli incarichi attuali

Luca Dal Fabbro è un ingegnere chimico e manager italiano specializzato nel settore ESG. Presidente di Iren S.p.A., è anche Vicepresidente Utilitalia, Presidente dell’ESG European Institute e Vicepresidente del Circular Economy Network. Attivo in ambito accademico, è Adjunct Professor presso LUISS dal 2015 e Professore Straordinario presso l’Università LUM dal 2021. L’impegno di Luca Dal Fabbro in ambito ESG è comprovato dalle numerose attività portate avanti negli anni. È stato Presidente Esecutivo per Renovit, piattaforma per la transizione energetica lanciata da Snam e CDP Equity. In Iren è figura centrale per quanto riguarda la transizione energetica e l’economia circolare. È inoltre autore di due testi sull’argomento: il primo, pubblicato nel 2017 da Tecniche Nuove, è intitolato “L’economia del girotondo”. Il secondo, più recente, è stato pubblicato da Rubbettino nel 2022 e si intitola “ESG - La Misurazione della Sostenibilità”.

Luca Dal Fabbro, dalla laurea alla nomina come Presidente di Iren

Dopo aver conseguito la Laurea in Ingegneria Chimica presso l’Università La Sapienza di Roma, Luca Dal Fabbro ha proseguito il suo percorso di formazione con un Master in Politica Internazionale a Bruxelles e l’Advance Management Program del MIT Sloan School of Management a Boston. La sua carriera inizia come Business Developer e Direttore Marketing presso Procter & Gamble, CTIP e altri. Nel 2001 Luca Dal Fabbro entra in Enel, ricoprendo incarichi di crescente rilevanza fino a diventare Amministratore Delegato di Enel Energia. Dopo il suo ingresso in E.ON Energia come AD, passa quindi alla guida di Gruppo E.ON Italia. È Presidente di Domotecnica dal 2011 al 2015 e AD di Domoenergia dal 2012. Passato in Electro Power, entra in seguito in Terna nel 2014, rimanendo membro del CdA fino al 2019. Luca Dal Fabbro ha ricoperto inoltre incarichi apicali in GRT Group e Tamini Trasformatori, entrando a far parte del CdA di Buzzi Unicem e, nel 2018, diventando Presidente di Snam e Amministratore Delegato di INSO. Successivamente, forte dell’esperienza accumulata, arriva in Iren S.p.A. nel giugno del 2022 come Presidente.

Iren: esperienze e competenze di Gianni Vittorio Armani, Ad e DG del Gruppo

L’esperienza professionale di Gianni Vittorio Armani: dagli esordi come Consulente Strategico in McKinsey & Company all’attuale incarico di Amministratore Delegato e Direttore Generale di Iren.

Gianni Vittorio Armani

Gianni Vittorio Armani: la formazione e i primi incarichi professionali

In oltre 20 anni di esperienza professionale, Gianni Vittorio Armani ha operato in grandi Gruppi nazionali e internazionali attivi nel settore industriale ed energetico, ricoprendo ruoli di crescente responsabilità manageriale. Anche il suo background formativo annovera esperienze di livello internazionale: dopo la Laurea in Ingegneria Elettronica conseguita presso l’Università “La Sapienza” di Roma, prosegue infatti il suo percorso di studi all’estero completando un MBA presso il MIT di Boston. Rientrato in Italia, Gianni Vittorio Armani avvia la propria carriera con incarichi in qualità di Consulente Strategico per McKinsey & Company e Telecom Italia. Nel 2003 passa a Grtn (Gestore della Rete Elettrica Nazionale) e, dopo l’avvenuta fusione con Terna, cresce professionalmente in azienda con ruoli di sempre maggiore rilievo: tra il 2005 e il 2015 è prima Direttore Pianificazione e Sviluppo Rete e successivamente Direttore Operations Italia, per poi assumere la carica di Amministratore Delegato di Terna Rete Italia S.p.A.

Gianni Vittorio Armani: gli incarichi nel settore energetico e le attività in Iren oggi

In seguito all’esperienza in Terna, nel 2015 Gianni Vittorio Armani approda in Anas S.p.A.: per tre anni è Presidente e Amministratore Delegato, occupandosi anche dell’ingresso dell’azienda nel Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane. Successivi incarichi includono quello come Consigliere di Amministrazione Indipendente di SGR F2i (2016-2019) e Direttore Strategia, Regolatorio e Business Development in A2A (2020-2021). Qui contribuisce all’avvio del Piano Industriale del Gruppo. Prima di entrare in Iren, Gianni Vittorio Armani è stato anche Senior Advisor per il fondo di investimento Azimut, nonché Consigliere di Amministrazione in Italgas Storage e nella startup high-tech Green Energy Storage. A maggio 2021 viene nominato Amministratore Delegato e Direttore Generale di Iren: ruoli che lo vedono impegnato nel portare avanti le linee strategiche incentrate sulla transizione energetica, l’economia circolare e lo sviluppo sostenibile.

Paolo Gallo: Italgas dimostra grande solidità nel 2022, l’analisi sulla performance

Commentando la performance di Italgas, l’AD Paolo Gallo ha sottolineato come questa sia “l’ulteriore prova della grande solidità del Gruppo”.

Paolo Gallo (AD Italgas)

Paolo Gallo: in crescita i principali indicatori economico-finanziari

In data 9 marzo 2023 il Consiglio di Amministrazione di Italgas ha approvato i risultati consolidati al 31 dicembre 2022, con una performance più che positiva raggiunta in un contesto sociale, politico ed economico di incertezza internazionale. Ne ha parlato anche l’Amministratore Delegato Paolo Gallo ponendo in evidenza come il 2022 sia stato caratterizzato “dallo shock sui mercati energetici e dall’esplosione della guerra alle porte dell’Europa”: in tale quadro di criticità, Italgas ha dato “ulteriore prova della grande solidità di un Gruppo capace di continuare a crescere in un contesto condizionato dal forte incremento dei costi delle materie prime e dalla necessità di centrare gli obiettivi di sicurezza energetica per il Paese”. Solidità che emerge anche dai numeri, a riprova del fatto che, nella performance del Gruppo guidato da Paolo Gallo, tutti i principali indicatori economico-finanziari sono cresciuti in maniera significativa durante l’intero 2022: ricavi totali adjusted a 1.537,3 milioni di euro, in aumento del +12,1%; EBITDA adjusted oltre il miliardo di euro (+7,3%); in crescita anche l’utile netto adjusted attribuibile al Gruppo, che tocca quota 395,7 milioni di euro (+7,6%).

Paolo Gallo: risultati e progetti di Italgas, con uno storico ritorno all’estero

24 i trimestri consecutivi di crescita, “un traguardo che soltanto un’azienda quasi bicentenaria come Italgas poteva raggiungere”, ha dichiarato Paolo Gallo in merito. Numeri importanti anche negli investimenti: 814,3 milioni di euro quelli messi in campo nel 2022 e dedicati principalmente al repurposing del network di distribuzione. La rete, grazie agli estesi interventi già operati, è oggi “in gran parte digitale e dunque pronta ad accogliere gas rinnovabili come il biometano, già in rete, e l’idrogeno e il metano sintetico che lo saranno nel medio periodo”. Inoltre, sempre maggiore attenzione al biometano con investimenti che favoriscono l’allacciamento degli impianti di produzione alle reti di distribuzione. Attivo anche nel settore dell’efficienza energetica con Geoside, il Gruppo guidato da Paolo Gallo è riuscito a ridurre del 21% i propri consumi energetici grazie a soluzioni tecnologicamente avanzate che ne incrementano l’efficienza. Un’esperienza messa a disposizione anche fuori dai confini nazionali: si pensi allo storico ritorno all’estero avvenuto grazie all’acquisizione del Gruppo Depa Infrastructure in Grecia, con l’obiettivo di accelerare la progressiva eliminazione del carbone e della lignite così come stabilito dal Governo ellenico in linea con i target europei.

Risparmio privato, Banca Generali lancia la sfida ai giovani: il progetto “New Generation”

Risparmio privato, in Italia cresce la domanda di consulenza e Banca Generali replica puntando sugli under 35. “New Generation” il nome scelto per l’iniziativa.

Banca Generali

Banca Generali, una gestione del risparmio privato al passo con le nuove generazioni

La formazione dei giovani professionisti è al centro del progetto “New Generation” lanciato in queste settimane da Banca Generali. L’Istituto leader nel settore del risparmio privato ha deciso di investire sui giovani talenti del private banking offrendo loro un percorso di 36 mesi con mentoring e formazione continua. L’obiettivo: creare una nuova generazione di consulenti finanziari under 35 in grado di guidare i futuri clienti private in un contesto globale caratterizzato da incertezza, tensioni geopolitiche, crisi energetica, ambientale e inflazione. Il progetto, rivolto ai giovani private banker e wealth advisors, prevede che i consulenti senior condividano con i partecipanti competenze tecniche e comportamentali. In particolare, Banca Generali mette in primo piano le skills relazionali, essenziali per gestire il rapporto di fiducia che viene a crearsi con i clienti e che oggi fa la vera differenza nel settore del risparmio privato. Alla fine del percorso, che prevede per ogni partecipante anche un obiettivo di portafoglio adeguato, i tutor valuteranno se formare o meno una nuova squadra di consulenti.

Risparmio privato, Banca Generali: perché è fondamentale investire sui giovani consulenti

“New Generation” si inserisce nell’ambizioso percorso di ricambio generazionale della professione avviato da Banca Generali con l’ultimo Piano strategico. Se il proposito è intercettare le esigenze dei potenziali clienti provenienti dalle generazioni Y e Z, è vero anche che negli ultimi anni in Italia i livelli di risparmio privato e la relativa domanda di consulenza – complici le incertezze legate al futuro – hanno subito un’accelerazione tale da richiedere un ampliamento della rosa di consulenti. Oggi tuttavia sempre meno giovani sono attratti dalla professione, come ha spiegato il Responsabile Area Consulenti Finanziari di Banca Generali Stefano Lenti: “Da diversi anni il numero complessivo dei consulenti finanziari iscritti all’albo come sappiamo è fermo e serve la responsabilità e l’impegno di tutti per aprire ai ragazzi le opportunità di un lavoro straordinario e di grande soddisfazione”. Per questo motivo, oltre al lancio di progetti di formazione dedicati agli under 35, l’Istituto è impegnato anche sul fronte dell’educazione finanziaria. Lo scopo è sensibilizzare un pubblico sempre più ampio sulle principali tematiche legate al risparmio privato e più in generale al mondo della finanza: “Ci muoviamo in questo senso con iniziative ad hoc nella comunicazione nei riguardi anche dei più giovani – ha aggiunto Stefano Lenti – che sono spesso infatuati della moda dell’ultimo momento tra le piattaforme o gli strumenti finanziari, ma dimenticano gli elementi base della cura del risparmio e rischi della speculazione”.

Fintech e consulenza finanziaria: Banca Generali pronta ad ampliare il proprio network

Per restare al passo con l’evoluzione portata dal fintech, Banca Generali apre alle nuove generazioni di private banker. Una sfida complessa: a spiegarlo il Responsabile Area Consulenti Finanziari Stefano Lenti.

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Banca Generali, fintech e consulenti under 35 al servizio della protezione patrimoniale

La rapida trasformazione del settore finanziario, l’evoluzione dei servizi fintech e l’attenzione agli investimenti sostenibili richiedono professionisti sempre più preparati. Una sfida complessa, con gli istituti che oggi fanno fatica a trovare giovani per dare il via al ricambio generazionale della professione. Lo sa bene Banca Generali, che proprio nelle scorse settimane ha lanciato il progetto “New Generation” con l’obiettivo di accogliere nella rete di private banker e wealth advisor una nuova squadra di professionisti di età inferiore ai 35 anni. Profili in grado di restare al passo con le nuove soluzioni fintech e intercettare le esigenze dei clienti private del futuro. Il bacino da cui intende pescare il mondo delle banche tradizionali e dei private banker, da sempre strategico per il settore. A spiegarlo è il Responsabile Area Consulenti Finanziari di Banca Generali Stefano Lenti: “Le reti hanno consulenti con portafogli sempre più grandi, e professionalità elevatissime, ma fanno fatica a gestire il prossimo ricambio generazionale e l’unico modo per farlo con persone già professionalizzate è attingere dal sistema bancario tradizionale”. Nonostante la frenata registrata lo scorso anno, il trend è destinato a continuare: “Tutto ciò è collegato non solo all’opportunità di crescere in termini di masse per le aziende con “iniezioni” di nuovi professionisti, ma anche alla possibilità di ringiovanire un settore, quello della consulenza finanziaria, che ha un solo grande problema: l’età media in continua crescita”.

Banca Generali: perché sempre più professionisti scelgono il network

Negli ultimi anni sempre più professionisti hanno scelto di entrare a far parte del settore della consulenza piuttosto che rimanere ancorati al concetto di banker tradizionale, continua Stefano Lenti. E se in passato il fenomeno era legato alle maggiori opportunità economiche, oggi le motivazioni appaiono molteplici. La prima, secondo il manager di Banca Generali, è da imputare alle eccessive “pressioni commerciali” da parte delle banche. Con l’avvento del fintech si è infatti registrato un forte aumento delle soluzioni, nonché crescente capacità di personalizzazione. Ciò ha comportato da parte degli istituti una spinta sempre maggiore a collocare i prodotti offerti: “Ciò non è più sostenibile per molti dipendenti. La seconda motivazione, spero più importante, è proprio la voglia di una crescita professionale, basata su piani formativi specifici, su livelli di servizio migliori e una libertà di azione che solo le aziende basate su un modello di business che ha come perno centrale il consulente finanziario sono in grado di dare”. Nel 2022, grazie alle diverse iniziative messe in campo e alla linea seguita dal Piano Strategico, Banca Generali ha registrato un deciso incremento degli under 35 (+22%) provenienti dal mondo bancario e dai servizi finanziari, con una percentuale che oggi si attesta al 5%: “Direi che la crisi del settore bancario tradizionale e la crescita inarrestabile che le reti hanno messo a segno negli ultimi 15 anni dimostrano l’oggettività di questa analisi e il gap non può che continuare ad aumentare”, conclude Stefano Lentini.

Luca Dal Fabbro: “12,3 miliardi di euro destinati a energia fotovoltaica, acqua e gestione rifiuti”

In una recente intervista, Luca Dal Fabbro, Presidente di Iren, ha parlato dei piani di investimento del Gruppo per i prossimi anni, focalizzandosi sulla transizione energetica e sulla gestione delle terre rare.

Luca Dal Fabbro, Presidente Iren

Luca Dal Fabbro: investimenti destinati a gestione acque, energia fotovoltaica e gestione rifiuti

Il Presidente Luca Dal Fabbro ha sottolineato che la transizione energetica rappresenta una grande opportunità di sviluppo industriale per l'Europa e per l'Italia, e che il Gruppo Iren sta investendo molto in questo ambito, con un budget di 12,3 miliardi di euro al 2030. Gli investimenti saranno principalmente destinati alla gestione delle acque, all'energia fotovoltaica e alla gestione dei rifiuti. Luca Dal Fabbro ha inoltre sottolineato l'importanza delle terre rare per la transizione energetica e digitale, e ha spiegato che il Gruppo sta investendo molto nel loro recupero. Attualmente, infatti, più del 90% del recupero delle terre rare è controllato da un unico Paese, che non si trova né in Europa né in America. Per questo motivo, l'Europa ha bisogno di pianificare una strategia per il loro recupero: il grande piano dell'Unione Europea che verrà finalizzato nel primo trimestre del 2023 prevede proprio il focus sulle terre rare.

Luca Dal Fabbro: l’importanza del recupero delle acque reflue

Il Gruppo Iren – ha spiegato Luca Dal Fabbrosta investendo molto nel recupero delle terre rare, abbiamo in progetto la realizzazione di un impianto ad Arezzo capace di recuperare questi metalli preziosi e stiamo proseguendo gli investimenti già avviati sul recupero delle acque”. La raccolta e il recupero delle acque sono infatti molto importanti per il nostro Paese, visto che solo l’8% - 9% delle gocce d'acqua che cadono sul territorio viene raccolto. L'acqua è una risorsa preziosa che deve essere valorizzata e recuperata, soprattutto per alimentare le campagne italiane, che oggi rappresentano la seconda potenza agroalimentare d'Europa. L'intervista a Luca Dal Fabbro ha evidenziato l'impegno del Gruppo Iren nella transizione energetica e nella gestione delle risorse naturali, tra cui le terre rare e l'acqua. L'obiettivo è quello di sviluppare “una delle più grandi multiutility in due grandi filoni: uno è la transizione energetica, e l’altro è la transizione circolare, quindi economia circolare”, con un'attenzione particolare alla sostenibilità ambientale e alla valorizzazione delle risorse del territorio.

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