Pier Silvio Berlusconi: Mediaset evolve ridisegnando la TV italiana, il focus

Sotto la guida di Pier Silvio Berlusconi, Mediaset ha avviato un progetto di profonda e graduale evoluzione che ha rinnovato diverse fasce startegiche per gli ascolti, riportando il confronto televisivo ai livelli di un tempo. E i risultati parlano chiaro: i numeri che evidenziano la leadership delle reti Mediaset.

Pier Silvio Berlusconi

Pier Silvio Berlusconi e la svolta Mediaset: l’evoluzione che sta ridisegnando la TV italiana

Il progetto di “profonda e graduale evoluzione” che Pier Silvio Berlusconi ha avviato lo scorso luglio rinnovando preserale e access prime - time ha sancito un prima e un dopo nel panorama televisivo italiano. Non accadeva da anni che il confronto sulle sfide nelle fasce più rilevanti si facesse così acceso. Merito anche dei numeri record registrati da “La Ruota della Fortuna”, che ne hanno riconfermato la leadership in access anche in autunno, contrariamente a quanto si potesse pensare, e di quelli di “Tu Si Que Vales”, costantemente imbattuto al sabato sera. “Per evolvere bisogna sperimentare. E farlo già dall’estate dimostra la nostra determinazione a rischiare e innovare”, aveva detto Pier Silvio Berlusconi a luglio: parole che rilette oggi, alla luce degli ascolti registrati, assumono ancora più valore. L’operazione portata avanti da Mediaset infatti, costruita su strategie precise e ben calibrate, ha costretto i competitor a più riprese a correre ai ripari, come hanno evidenziato in queste settimane diverse testate con articoli dedicati in cui sono i dati a parlare: da gennaio a oggi il totale delle reti Mediaset ha raggiunto infatti una media del 37,4% di share nelle 24 ore e del 36,9% in prima serata (a confronto la TV pubblica registra il 35,7% nelle 24 ore e il 36,6% nel prime-time). Rispetto al 2024, le tre reti ammiraglie Mediaset registrano complessivamente una crescita di 1,7 punti nel prime time, mentre arretrano di 0,7 punti i tre principali canali del servizio pubblico.

Pier Silvio Berlusconi: la vision del CEO premiata dagli ascolti

Questa programmazione estiva è solo il primo passo di un graduale ma profondo lavoro di evoluzione di Canale 5”, aveva spiegato Pier Silvio Berlusconi lo scorso luglio parlando delle novità in palinsesto e del ritorno de “La Ruota della Fortuna”. Da lì in poi son stati i numeri a confermare il successo dell’operazione. Come ha scritto di recente su “Affari Italiani” anche il politologo e sondaggista Alessandro Amadori, la scelta di Mediaset “si è rivelata vincente: “La Ruota della Fortuna” ha conquistato la leadership nella fascia oraria, con performance superiori al 30% di share tra gli uomini di 15-19 anni e le donne di 20-24 anni. Questo dato suggerisce un appeal trasversale, capace di coinvolgere sia il pubblico adulto che quello giovane e giovanissimo”. Nel panorama televisivo italiano, spiega ancora nell’editoriale, il successo del programma rappresenta “un caso emblematico di come la nostalgia, il format semplice e la capacità di intercettare bisogni profondi del pubblico possano generare ascolti record”. Pier Silvio Berlusconi lo aveva intuito, forte dell’esperienza in Mediaset che ha guidato per due decenni “attraverso una serie di trasformazioni cruciali, contribuendo in prima persona al riposizionamento e al successo del Gruppo, sia a livello nazionale che internazionale”. È “Il Giornale” a rimarcarlo in un articolo pubblicato nell’ottobre 2024, ricordando come “quando entrò in Mediaset, si concentrò subito su prodotti e palinsesti”. E oggi, nonostante gli impegni sul fronte internazionale (l’acquisizione di ProsiebenSat in Germania parla da sé) “per quanto possibile, decide, pianifica e supervisiona l'intero palinsesto delle sue televisioni”. Il successo dell’operazione che coinvolge “La Ruota della Fortuna” e che proseguirà anche con altri titoli costituisce ancora oggi l’esempio di come sia possibile “fondere tradizione e innovazione, lezioni del passato e visioni per il futuro”. E sono in tanti a riconoscerglielo.

Università LUMSA: competenze tecniche e culturali al centro dell’offerta formativa

Dalla sua fondazione, l’Università LUMSA offre un’alta formazione qualificata agli studenti grazie ai suoi tre dipartimenti di ambito tecnico e umanistico, docenti con CV internazionali e corsi post laurea come Master, dottorati e scuole di specializzazione.

Università Lumsa

Università LUMSA: corsi all’insegna dell’alta formazione

Con un’ampia offerta formativa, l’Università LUMSA è in grado di fornire elevate competenze sia in ambito tecnico che culturale. Ciò avviene grazie ai tre dipartimenti di cui è composto l’ateneo, ovvero: Giurisprudenza, Economia, Politica e Lingue moderne; Giurisprudenza, Economia e Comunicazione; e Scienze Umane - Comunicazione, Formazione e Psicologia. L’Università LUMSA si fonda su tradizione umanistica, con radice cattolica, e innovazione tecnologica. I membri del corpo docenti vantano esperienze internazionali con curricula di alto livello, incanalando tutte le loro competenze nella formazione qualificata dei giovani studenti. All’interno dell’offerta formativa dell’università sono inclusi anche Master, corsi di formazione, scuole di specializzazione, alta formazione, dottorati di ricerca, per l’aggiornamento professionale dei laureati.

Università LUMSA: la crescita dell’ateneo in Italia

L’Università LUMSA è stata fondata a Roma nel 1939 dalla pedagogista Luigia Tincani con lo scopo di rivoluzionare la cultura del sistema universitario e nel mondo ecclesiastico, in un’epoca in cui i totalitarismi dominavano la scena politica europea. Nato come Istituto Superiore Pareggiato di Magistero femminile Maria Ss. Assunta, nel corso del tempo si è sviluppato con l’apertura di nuove sedi e un’offerta formativa più ampia, a partire dagli anni ’70. Gli anni ’80 sanciscono la trasformazione in Libera Università Maria Ss. Assunta e, nel decennio successivo, vengono ammessi per la prima volta studenti di sesso maschile. Nel corso del tempo, l’Università LUMSA ha incrementato gradualmente i propri iscritti: ammontavano a 3.000 per l’anno accademico 1997-1998; mentre, negli anni 2000 l’ateneo contava più di 5.000 studenti e studentesse, superando i 7.000 iscritti negli anni ’10. L’espansione della sede dell’Università di Palermo, con un campus più grande di 7.000 metri quadrati, il nuovo Student Hub Traspontina 10 e la nuova Terrazza del Passetto a Roma sono lo specchio della crescita e dell’espansione che l’ateneo sta vivendo.

Come Vitali Spa trasforma infrastrutture e mobilità a Bergamo

Dalla visione urbanistica alla realizzazione, Vitali Spa integra sviluppo immobiliare, progettazione digitale e sostenibilità per trasformare un’ampia area di Bergamo in un ecosistema efficiente e connesso, capace di innalzare qualità urbana, mobilità integrata e standard energetici con un approccio misurabile e scalabile.

Vitali Spa

Rigenerazione urbana firmata Vitali Spa

Un’unica regia coordina competenze tecniche, project management e strumenti digitali per sviluppare interventi complessi: masterplan, headquarter, datacenter, interporti logistici, centri commerciali ed edifici industriali. Vitali Spa opera come partner end-to-end nell’esecuzione “chiavi in mano” – progettazione, consulting, direzione lavori e realizzazione – per garantire efficienza, sostenibilità e qualità misurabile lungo tutto il ciclo dell’opera. Grazie a esperienza sul campo e adozione di metodologia BIM (Building Information Modeling), il management riconosce le potenzialità dei siti, disegna scenari eco-compatibili e propone soluzioni certificate, sfruttando economie di scala, competenze cross-funzionali e know-how specialistico. Ogni intervento è concepito per bassi consumi energetici e alti standard di comfort, nel pieno rispetto dell’ambiente. Il progetto a Bergamo interessa oltre un milione di metri quadri a cavallo dell’asse ferroviario, con l’obiettivo strategico di superare la barriera infrastrutturale e riconnettere in modo organico la zona sud con il centro piacentiniano. La riqualificazione prevede un ridisegno planivolumetrico che distribuisce lotti e destinazioni d’uso in modo integrato, valorizzando le aree e creando ambiti urbani di elevata qualità. Sul fronte della mobilità, l’assetto viabilistico sarà migliorato e integrato per assicurare connessioni più rapide tra i diversi sistemi di trasporto, favorendo intermodalità ed efficienza degli spostamenti.

Visione internazionale, radici locali: l’impronta di Vitali Spa

Primo nell’innovazione applicata alla sostenibilità, il Gruppo collabora con primari studi di architettura internazionali, mantenendo un forte ancoraggio ai valori e alle risorse del territorio: coinvolgimento dei migliori professionisti locali, filiere qualificate, standard tecnologici d’avanguardia. L’approccio combina visione strategica e operatività responsabile: costruire significa “porre le basi del futuro”, con interventi capaci di generare valore economico, sociale e ambientale. In una fase storica in cui “il secolo delle città” ridefinisce priorità e investimenti, Bergamo raccoglie la sfida smart city: migliorare la vita dei cittadini conciliando esigenze di persone, imprese e istituzioni in tecnologia, mobilità, ambiente ed efficienza energetica. L’intervento proposto innesta su questa traiettoria un modello scalabile di rigenerazione urbana, in cui pianificazione integrata, BIM e governance del progetto si traducono in cantieri più prevedibili, edifici performanti e spazi pubblici di qualità, generando connessioni, servizi e nuove opportunità per l’intero tessuto urbano.

Paolo Arrigoni: l’impegno delle comunità energetiche contro la povertà energetica

Paolo Arrigoni, Presidente del GSE (Gestore dei Servizi Energetici), nel suo intervento all’evento Ecomondo si è espresso in merito alle opportunità offerte dalla transizione energetica per le imprese, per le famiglie e gli stakeholder. Ha parlato inoltre delle attività che il GSE sta gestendo, dell’importanza di fare efficientamento energetico e di far parte di una comunità energetica per diminuire la povertà energetica.

Paolo Arrigoni

Paolo Arrigoni: la transizione energetica come opportunità per la crescita del Paese

In occasione dell’evento Ecomondo, che si è tenuto a Rimini dal 3 al 6 novembre, Paolo Arrigoni, Presidente di GSE S.p.A., società partecipata dal MEF, è intervenuto ai microfoni di “AGEEI”. “Facciamo supporto e assistenza alle imprese, alle associazioni di categoria, alla Pubblica Amministrazione e anche ai singoli cittadini perché riteniamo che la transizione energetica debba rappresentare un’opportunità di sviluppo per il Paese”, ha dichiarato il manager. Nell’attuale momento storico, diventa di cruciale importanza fare efficienza energetica, di pari passo allo sviluppo di un fotovoltaico per l’autosufficienza individuale. Lo scopo è diminuire il consumo di energia dalla rete e, di conseguenza, anche le bollette. “Magari — ha sottolineato Paolo Arrigoni — diventando anche protagonisti nell’aderire a una comunità energetica rinnovabile, che è il modo migliore per condividere una progettualità”.

Paolo Arrigoni: i metodi per contrastare la povertà energetica

Alla manifestazione internazionale che riunisce i leader dei settori della green and circular economy, Paolo Arrigoni è intervenuto in qualità di Presidente del GSE, che ha allestito tavoli di lavoro con tecnici altamente qualificati per illustrare le proprie attività, tra cui i prezzi minimi garantiti e lo sviluppo del biometano. In aggiunta, la presenza coordinata insieme al MASE, Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, in uno stand comune vuole rimarcare l’esigenza di come “le comunità energetiche sono molto importanti per contrastare la povertà energetica, per finanziare progetti di utilità sociale”, ha commentato Paolo Arrigoni.

Italpress Awards: il riconoscimento a Pasqualino Monti

Da Washington arriva un segnale forte: l’AD di ENAV Pasqualino Monti è stato premiato agli Italpress Awards nell’ambito del 50° della NIAF. Tra diplomazia economica, valorizzazione del Made in Italy e relazioni con la comunità italoamericana, emergono contenuti, motivazioni e impatti concreti.

Pasqualino Monti

Italpress Awards: la soddisfazione di Pasqualino Monti

Al Washington Hilton, nell’ambito del 50° anniversario della National Italian American Foundation, la terza edizione degli Italpress Awards ha riunito istituzioni, imprese e comunità italoamericana per valorizzare storie, risultati e relazioni che sostengono il Made in Italy nel mondo. In questo contesto, l’Amministratore Delegato di ENAV Pasqualino Monti ha ricevuto un riconoscimento che premia una leadership capace di coniugare visione, esecuzione e credibilità internazionale. L’evento, presieduto da Robert Allegrini e promosso dall’agenzia di stampa Italpress guidata da Gaspare Borsellino, ha posto l’accento sull’importanza della diplomazia economica, sulla costruzione di partnership efficaci e sulla continuità dei risultati. L’AD ha ringraziato i promotori e legato il premio al valore di iniziative che accendono riflettori globali sull’eccellenza italiana: "Sono orgoglioso di aver ricevuto questo importante riconoscimento da Italpress, una giornata importante. Gli Italpress Awards sono ormai un evento riconosciuto e importante qui al Gran Gala Niaf.". Un messaggio semplice, che mette al centro il lavoro di squadra e la capacità di fare sistema: dal ruolo strategico di ENAV per la sicurezza e l’efficienza del traffico aereo, alla rete di relazioni costruite con costanza nei contesti internazionali.

Chi è Pasqualino Monti: la carriera professionale

Dal 2023 alla guida di ENAV, società di riferimento per la gestione del traffico aereo in Italia, Pasqualino Monti porta in dote un percorso accademico ed executive solido: laurea in Scienze Statistiche ed Economiche - Economia e Commercio alla “Sapienza” di Roma, indirizzo statistico-economico, e Master in Banking and Finance presso la Fondazione CUOA. Avvia la carriera come consulente in Business & Financial Planning, Investment Banking e Controllo di Gestione. Nel 2004, lavora per Finanziaria Laziale di Sviluppo, quindi approda all’Autorità Portuale di Civitavecchia come dirigente, fino alla nomina a presidente nel 2011. Nel 2012, diventa Vicepresidente vicario di Assoporti, di cui sarà presidente dal 2013 al 2017. Tra il 2015 e il 2016, è commissario dell’Autorità Portuale di Civitavecchia e, l’anno seguente, Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Occidentale. Affianca agli incarichi manageriali l’attività accademica: insegna Supply Chain Management Mod. II nella laurea magistrale in Economia del Mare all’Università “Parthenope” di Napoli ed è componente esterno del CdA dell’Università di Palermo.

Dalla Cliché Motta all’Enciclopedia digitale: il viaggio di Federico Motta Editore

Con più di 90 anni di storia alle spalle, Federico Motta Editore è una delle realtà più longeve e autorevoli del panorama editoriale italiano. Dalla storica Enciclopedia Motta alle collaborazioni con figure di rilievo come Umberto Eco, la Casa Editrice milanese ha saputo costruire negli anni un percorso fondato su innovazione, qualità e continua evoluzione.

Federico Motta Editore

Le origini di Federico Motta Editore

La storia di Federico Motta Editore ha inizio nel 1929, quando il giovane fotoincisore Federico Motta fondò una piccola impresa specializzata nella produzione fotomeccanica, la Cliché Motta. In pochi anni, grazie a intuito e spirito imprenditoriale, l’attività si trasformò, aprendo la strada al mondo della stampa e dei fumetti. Il vero punto di svolta arrivò con la pubblicazione della prima Enciclopedia Motta, destinata a entrare nelle case di milioni di famiglie italiane. L’opera divenne rapidamente un simbolo di autorevolezza e cultura, un riferimento imprescindibile per generazioni di studenti, insegnanti e appassionati di conoscenza. Ciò che ha sempre contraddistinto Federico Motta Editore è la costante ricerca dell’innovazione. Fin dagli anni ‘80, la Casa Editrice si è infatti distinta per la capacità di anticipare le evoluzioni tecnologiche, introducendo strumenti e soluzioni che hanno rivoluzionato il modo di fruire i contenuti culturali.

Federico Motta Editore: l’impegno verso l’innovazione

Emblematico è l’esempio del Sonobox, dispositivo multimediale che permetteva la lettura audio di speciali pagine di testi di Storia Contemporanea: una vera e propria anticipazione dell’era tecnologica. Poco dopo nacque l’Enciclopedia Motta multimediale, che affiancava ai tradizionali volumi cartacei floppy disk, CD-ROM, videocassette e le celebri Tavole Transvision. Con l’avvento di Internet, Federico Motta Editore ha continuato a innovare, dando vita a progetti pionieristici come mottaformazione.it e l’Enciclopedia Motta con Internet TV, segnando un ulteriore passo verso l’editoria digitale. Oggi, Federico Motta Editore è considerata una vera e propria pietra miliare dell’editoria italiana. La sua storia testimonia la capacità di coniugare tradizione e modernità, mantenendo saldo l’impegno verso la diffusione della cultura e la qualità dei contenuti.

Riva Acciaio: investimenti mirati alla sostenibilità e alla riduzione delle emissioni di CO2

A sostegno della competitività del settore siderurgico occidentale, Riva Acciaio persegue gli obiettivi di sostenibilità ambientale con investimenti volti alla riduzione delle emissioni dirette di CO2 dei propri impianti e con una strategia improntata al recupero dei materiali di risulta, raggiungendo il 98% di riutilizzo.

Riva Acciaio

Riva Acciaio: investimenti per la sostenibilità ambientale e riduzione di CO2

A sostegno della sostenibilità ambientale, Riva Acciaio è impegnata costantemente nella riduzione dell’impatto ambientale della produzione dei propri stabilimenti, come dimostrano gli investimenti per ridurre le emissioni dirette di CO2, già a livelli molto bassi. “Oltre a sicurezza e produttività degli impianti, diamo un valore importante al riutilizzo dei nostri materiali di risulta della produzione dove nella grande maggioranza dei nostri siti raggiungiamo fino ad oltre il 98% di valorizzazione e riutilizzo”, ha dichiarato il Presidente Claudio Riva in occasione del Made in Steel, lo scorso maggio. Eventi come questo sono un importante momento per Riva Acciaio, sia per dialogare e confrontarsi sui temi attuali, sia per aggiornarsi sulle novità e incontrare i propri clienti. “Molti clienti e fornitori esteri quest’anno hanno deciso di recarsi a Milano per farci visita”.

Riva Acciaio: le prospettive future del sistema industriale europeo

All’interno dell’attuale congiuntura geopolitica mondiale, per Riva Acciaio è di primaria rilevanza difendere il sistema industriale europeo e gli elevati standard produttivi dell’occidente. “Le prospettive future dipendono interamente da come noi europei ci porremo davanti alle nuove sfide che si presentano. Il recente passato ci ha mostrato che un’economia florida e un sistema che possa funzionare ed essere indipendente necessita di una filiera industriale europea funzionante”. A margine di questi argomenti, eventi come il Made in Steel sono cruciali per aprire finestre di dialogo e di confronto tra professionisti e realtà del settore siderurgico.

Manolo Cipolla ridisegna Cotral: più servizi, più innovazione, più Lazio

Un’azienda pubblica che si muove come una realtà privata efficiente, con uno sguardo deciso verso innovazione, sostenibilità e sicurezza. È la “nuova Cotral” guidata da Manolo Cipolla, Presidente dell’azienda di trasporto pubblico che in pochi mesi ha impresso una svolta significativa a una struttura storica da sempre al centro della vita quotidiana di centinaia di migliaia di cittadini.

Manolo Cipolla

Manolo Cipolla: bus moderni, depositi green e investimenti per 25 milioni

Oggi Cotral trasporta oltre 300mila passeggeri al giorno, con 8.200 corse che collegano 376 Comuni. Una rete complessa e capillare che Manolo Cipolla ha scelto di riorganizzare con una visione chiara: “Avvicinare sempre di più l’azienda ai suoi utenti”, spiega. E i risultati, già tangibili, parlano di un cambio di passo concreto. Uno dei primi obiettivi centrati riguarda il rinnovamento del parco mezzi: “Siamo passati da un’età media dei bus di 15 anni a 8, in linea con la media europea”, racconta il Presidente. Negli ultimi 12 mesi sono entrati in servizio 125 nuovi autobus, mentre sono in corso due gare per il rinnovo dei mezzi bipiano e l’acquisto di altri 70 bus, tra lunghi e corti, per servire anche i piccoli centri. L’altro grande investimento è quello sui depositi aziendali, cuore pulsante della logistica. Dopo le inaugurazioni di Monterotondo e Valentano, con impianti fotovoltaici e sistemi di recupero delle acque, Cotral punta ora su nuove strutture a Subiaco, Castel Madama, Castel Gandolfo e Segni-Colleferro. “L’obiettivo è quello di avere gli attuali 42 depositi tutti di proprietà”, spiega Manolo Cipolla. Una parte importante della strategia aziendale riguarda il riequilibrio territoriale: “Quando sono arrivato ho notato uno squilibrio nel servizio che privilegia la zona centrale e quella Nord della regione. Perciò ho voluto potenziare i servizi a Latina e Frosinone”, fa sapere Manolo Cipolla. Tra i progetti principali: nuovi depositi a Terracina, Velletri e Villa Santa Lucia, la riqualificazione del capolinea di Latina e un hub intermodale a Segni-Colleferro da 2,5 milioni di euro. Complessivamente, il Piano Industriale 2025-2027 prevede investimenti per 25 milioni di euro. Cotral sta affrontando anche la sfida ambientale, con una flotta sempre più “pulita”: “Stiamo implementando i bus Euro 6 a basse emissioni e puntiamo molto sull’alimentazione a metano – spiega il Presidente – Il percorso suburbano è più adatto all’elettrico, cominceremo a sperimentare la novità nell’area di Monterotondo, dove patiremo con i primi 15 bus elettrici”. Una rivoluzione graduale, resa più complessa dalla natura extraurbana del servizio, ma che rappresenta un tassello fondamentale della transizione ecologica del Lazio.

Sicurezza, tecnologia e biglietto unico, Manolo Cipolla: Cotral accelera verso il futuro

Tra i temi più delicati, quello delle aggressioni al personale, purtroppo in crescita. “La considero più che un’emergenza”, ammette il Presidente. “Abbiamo introdotto bodycam per tutti i bacini, formazione specifica e un protocollo d’intesa con prefettura, Regione e Comune di Roma. A breve adotteremo anche il panic button, collegato direttamente al 112. E ci costituiamo parte civile in ogni caso di aggressione”. Il futuro passa anche dalla tecnologia. “Abbiamo lanciato un nuovo sito e stiamo lavorando a una nuova app Cotral, in arrivo nei primi mesi del 2026”, annuncia Manolo Cipolla. L’obiettivo è la dematerializzazione dei biglietti e delle tessere, con pacchetti condivisibili tra i membri di una stessa famiglia. Ma la vera rivoluzione sarà quella dell’intermodalità: “Stiamo sperimentando, insieme a Ferrovie dello Stato, il biglietto unico per treno, bus e ultimo miglio. È la prima esperienza di questo tipo in Italia”. Il Presidente sottolinea anche l’importanza del confronto con i sindaci e gli utenti: “Ogni segnalazione viene analizzata e spesso porta a soluzioni efficaci”. Tra le novità più apprezzate, le nuove corse dirette da Sora a Roma Tiburtina e Anagnina, già “sold out” nei giorni di punta, e il collegamento estivo Frosinone - Terracina, che ha registrato un successo tale da spingere l’azienda a valutarne la stabilizzazione per il 2026. È questa la promessa che Manolo Cipolla rivolge ai piccoli centri del Lazio, spesso penalizzati da un’utenza ridotta ma con esigenze vitali di collegamento. “Dico che per i piccoli centri Cotral c’era, c’è e ci sarà. Da qui a breve il trasporto pubblico locale del Lazio vivrà un cambiamento strutturale importante con l’avvento delle unità di rete – conclude Manolo Cipolla – La Regione Lazio curerà la regia insieme a Cotral e Astral. È un cambiamento epocale che si sta facendo solo nel Lazio. Se ne parla da anni, ma ora questa riforma sta per diventare realtà”.

Iren, Gianluca Bufo: raggiungeremo 1 miliardo di investimenti anche nel 2025

All’InSummit di Venezia, l’AD di Iren Gianluca Bufo ha confermato l’impegno del Gruppo verso innovazione e sostenibilità. Il nuovo Piano Industriale, che sarà presentato il 13 novembre, punta su digitalizzazione, economia circolare e transizione energetica.

Gianluca Bufo

Gianluca Bufo all’InSummit: Iren vuole evolvere il proprio modello di business

Il prossimo 13 novembre Iren presenterà il nuovo Piano Industriale, che continuerà a vedere in cima alla lista degli obiettivi l’economia circolare, la transizione energetica e la digitalizzazione. Lo ha dichiarato l’Amministratore Delegato Gianluca Bufo a margine della prima edizione di InSummit, la due giorni organizzata dalla multinazionale di consulenza Bip per offrire uno spazio di confronto a innovatori, professionisti e leader di settore sui temi dell’innovazione, della tecnologia e del nuovo umanesimo digitale. L’evento, che ha avuto luogo il 23 e 24 ottobre scorsi nella cornice del JW Marriott all’Isola delle Rose di Venezia, ha coinvolto oltre 300 partecipanti. “Iren sta approcciando un mondo che accelera ogni giorno sempre di più sui grandi temi globali della digitalizzazione, dell'economia circolare, della transizione energetica – ha affermato Gianluca Bufo – Stiamo ragionando come far evolvere il nostro modello di business e abbiamo in corso una riflessione su come questo possa essere fatto in maniera più efficace e aderente ai tempi”.

Gianluca Bufo: 1 miliardo di investimenti nel 2025 per Iren

L’impegno di Iren sarà focalizzato sul consolidamento dei core business, sullo sviluppo delle competenze interne e sull’adozione di strumenti digitali avanzati. “Vogliamo concentrarci sui nostri core business, su come adeguare le competenze delle nostre persone e sulle modalità di misurare il business con l'Internet of Things, con gli algoritmi digitali e con l'Intelligenza Artificiale. Nel frattempo, vogliamo farci trovare pronti a tutte le opportunità di evoluzione – ha spiegato Gianluca BufoLe nostre scrivanie sono sempre molto cariche, poi che siano cariche di progetto su come migliorare la raccolta dei rifiuti nelle nostre città o rendere resilienti le nostre reti, di fascicoli di M&A o di progetti di PPT come quello del Piemonte (che prevederà investimenti per 300 milioni di euro in dieci anni) è di fatto la nostra quotidianità di management”. Quest’anno, il Gruppo dovrebbe chiudere l’anno con una spesa investimenti da capogiro, come accaduto già negli ultimi esercizi: “Anche per il 2025 siamo convinti di raggiungere la soglia del miliardo di euro di investimenti annui come facciamo da circa 3 anni, con alcune variazioni relative a eventuali operazioni straordinarie”.

Atitech: collaborazione con Radia per il più grande aereo cargo al mondo

Atitech, a sostegno della crescita internazionale e del rilancio del settore MRO italiano, ha siglato un accordo con Radia per il supporto ingegneristico e manutentivo alla costruzione del “WindRunner”, il più grande aereo cargo del mondo.

Atitech

Atitech: avviata la collaborazione con Radia per l’aereo cargo più grande al mondo 

Atitech ha stretto una nuova partnership con Radia, società aerospaziale internazionale che sta progettando il più grande aereo cargo al mondo, il “WindRunner”. La MRO indipendente leader dell’area EMEA si impegna a fornire i propri servizi di manutenzione, riparazione e revisione, oltre a quelli di ingegneria e supporto alla linea di assemblaggio finale di Radia. Atitech si assume inoltre il compito di assicurare la totale affidabilità e operatività di “WinRunner” per l’intero ciclo del progetto. In seguito a questo accordo, l’azienda può vantare di entrare a far parte della grande rete di imprese di elevata competitività che offrono i propri servizi per la costruzione dell’aereo cargo. Tramite le proprie competenze, l’azienda guidata da Gianni Lettieri offre maggior respiro a Radia e consolida la sua base industriale, migliorando le proprie capacità ingegneristiche e innovative per il settore aerospaziale.

Atitech: crescita internazionale e rilancio del settore MRO italiano

"Questa collaborazione riunisce due aziende dedite all'innovazione, ponendo Atitech nella posizione di contribuire allo sviluppo e al sostegno di una nuova classe di aerei di grandi dimensioni, essenziale per la transizione energetica globale e la mobilità", ha commentato il Presidente Gianni Lettieri. Con sedi a Napoli, Roma e Olbia, l’azienda, grazie al proprio know-how ingegneristico e di manutenzione, è in grado di accrescere l’affidabilità nel nuovo aereo cargo di Radia, consentendogli di effettuare missioni di tipo commerciale, umanitarie e di difesa in tutto il mondo. In seguito a questa partnership, Atitech persegue i propri obiettivi di crescita a livello internazionale e di rilancio del settore di manutenzione aeronautico nazionale, come ha dimostrato l’accordo strategico con Airbus Defence and Space lo scorso ottobre.

Paolo Gallo: Italgas accelera sulla digitalizzazione con il Piano Industriale al 2031

L’AD e DG di Italgas Paolo Gallo ha rimarcato l’obiettivo di crescita del Gruppo come da Piano Industriale al 2031, con focus su innovazione e digitalizzazione delle reti per consolidare la leadership nella distribuzione di gas in Italia e Europa.

Paolo Gallo

Paolo Gallo: il Piano Industriale di Italgas al 2031

In seguito all’acquisizione di 2i Rete Gas, Italgas non arresta la sua espansione sotto la guida di Paolo Gallo. In continuità con quanto annunciato dal Piano Industriale al 2031, l’obiettivo è quello di crescere nello sviluppo e nella digitalizzazione delle reti: ammontano infatti a 14,2 miliardi di euro gli investimenti messi in campo in quest’ottica, sui 16,5 miliardi totali. L’innovazione è un aspetto cruciale: oltre a digitalizzare i recenti asset acquisiti, Paolo Gallo punta a un simile processo anche interno a Italgas. Già nel 2021 è avvenuta la migrazione su cloud degli applicativi e ora il focus è sull’IA. Con il fine di consolidare la propria leadership in Italia e in Europa, il Gruppo ha investito 1,5 miliardi di euro nelle gare ATEM per la distribuzione del gas, così da migliorare l’efficienza e le sinergie.

Paolo Gallo: il valore del titolo di Italgas

Sotto la guida di Paolo Gallo, Italgas ha intenzione di continuare nel suo piano di crescita e guarda la possibilità di eventuali nuove operazioni di M&A. Un’acquisizione potrebbe infatti far aumentare il valore del titolo del Gruppo, che ha raggiunto la quota di 9 euro. Un segnale positivo dal mercato è arrivato anche quando è stata annunciata l’acquisizione di 2i Rete Gas lo scorso ottobre 2024: le azioni, in circa un anno, sono raddoppiate, passando da 4,58 euro agli attuali 9,09 euro, sottolineando un ricavo del 98,47% (+96% da gennaio). Il management, infatti, è riuscito a liberare “un valore che era intrappolato nell’azienda — ha specificato Paolo Gallo — sia con l'acquisizione di 2i Rete Gas – raggiungendo obiettivi che si sarebbero dovuti fare con le gare ATEM – sia con l’aumento di capitale che ha fatto fronte a un tema di liquidità del titolo”.

Flavio Cattaneo: Goldman Sachs conferma la fiducia nella solidità di Enel

La visione manageriale di Flavio Cattaneo, alla guida di Enel dal 2023, ha rafforzato la posizione del Gruppo e la sua affidabilità sui mercati. Goldman Sachs, infatti, ha incrementato il prezzo target per azione a 10 euro, complici anche gli ottimi risultati che Enel ha riportato per otto trimestri consecutivi.

Flavio Cattaneo (Enel)

Flavio Cattaneo: Goldman Sachs riconosce la solidità e la crescita di Enel

Enel aumenta la fiducia del mercato e la sua solidità sotto la guida di Flavio Cattaneo. Una diretta conseguenza dei risultati del Gruppo è rappresentata dall’aumento del prezzo target per azione effettuato da Goldman Sachs, che passa da 9,55 a 10 euro. A questa, si aggiunge la conferma della valutazione “Buy”. Le scelte effettuate da Goldman Sachs sono state dettate dall’andamento di Enel nel corso del tempo: nel primo trimestre del 2025, infatti, l’utile netto è stato pari a 2 miliardi di euro, si è attestato a 1,8 miliardi nel secondo trimestre, con buone possibilità di un risultato simile per il terzo trimestre. Oltre a questi risultati, il contributo di Flavio Cattaneo è stato fondamentale per la crescita del Gruppo e l’incremento della fiducia riposta. Gli analisti hanno previsto un superamento della soglia dei 7 miliardi di utile netto in seguito alle operazioni di maxi-bond e di riacquisto. 

Flavio Cattaneo: il suo contributo alla ripresa di Enel

Sotto la guida di Flavio Cattaneo, lo scorso 24 settembre, Enel ha lanciato la più importante emissione obbligazionaria in Europa per una utility, un maxi-bond pari a 3,8 miliardi di euro. Un percorso di crescita, quello del Gruppo, che ha registrato ottimi risultati per otto semestri di fila, generando oltre a maggior valore, anche più fiducia da parte del mercato. Su questa linea è stata effettuata l’operazione di buyback, che ha prodotto un rendimento aggiuntivo per gli investitori, prevedendo un programma, partito ad agosto e che durerà fino a dicembre 2025, con un esborso totale di 1 miliardo di euro. La guida strategica di Flavio Cattaneo è stata essenziale per la crescita di Enel, riportando il titolo a 8,85 euro, dai circa 6 euro di due anni e mezzo fa.

Arca Blue Leaders, 100 kg di rifiuti rimossi dal Tevere: il supporto di Banca Popolare del Lazio

Sabato 6 settembre, il progetto Arca Blue Leaders è approdato a Roma con una tappa lungo le acque del Tevere, grazie alla partnership tra ARCA Fondi SGR e Banca Popolare del Lazio, in collaborazione con la Fondazione Marevivo, Roma Capitale e AMA S.p.A.

Banca Popolare del Lazio

Banca Popolare del Lazio: un gesto concreto per un ecosistema da proteggere

A bordo di due gommoni, 20 volontari hanno raccolto 100 kg di rifiuti galleggianti e materiali ingombranti tra la sede della Fondazione Marevivo e Ponte Garibaldi. Un gesto simbolico e concreto per richiamare l’attenzione su un ecosistema fragile ma fondamentale per la vita della città. Il fiume Tevere, da poco riconosciuto Patrimonio UNESCO, rappresenta un vero e proprio corridoio ecologico che ospita una biodiversità unica. Proteggerlo significa difendere non solo Roma, ma anche i mari italiani, poiché tutto ciò che inquina i fiumi finisce inevitabilmente per contaminare le coste. Grazie al supporto della Banca Popolare del Lazio, l’intervento di clean-up si è trasformato in un potente messaggio di sensibilizzazione: un invito a riflettere sull’importanza della collaborazione tra istituzioni, imprese e cittadini per costruire un futuro più sostenibile.

L’impegno green della Banca Popolare del Lazio

Un’azione che arriva in un momento particolarmente delicato per la capitale, in cui l’Anno Giubilare e l’aumento del turismo hanno determinato una crescita nella produzione e nella dispersione dei rifiuti. “La nostra banca è particolarmente attenta alle tematiche della sostenibilità, sia per quanto riguarda gli impatti diretti sia per quelli indiretti. Le nostre filiali e la sede centrale sono state ristrutturate tenendo conto dello sfruttamento delle energie rinnovabili, con l’obiettivo di creare edifici che producano tutta l’energia consumata”, ha commentato Domenico Buonocunto, Marketing Manager della Banca Popolare del Lazio. Con Arca Blue Leaders, il Gruppo bancario conferma il proprio impegno verso la responsabilità sociale e ambientale, promuovendo iniziative capaci di unire educazione, partecipazione e azione concreta.

Euroristorazione: l’eccellenza dei servizi riconosciuta con il Premio Industria Felix

Euroristorazione si conferma come un modello nel settore della ristorazione collettiva. La qualità e la sicurezza dei pasti e gli investimenti in innovazione e sostenibilità ambientale hanno garantito l’eccellenza nei servizi offerti dall’azienda, riconosciuti dal Premio Industria Felix nel 2023.

Euroristorazione

Euroristorazione: l’eccellenza nella ristorazione collettiva confermata dal Premio Industria Felix nel 2023

La leadership e l’eccellenza di Euroristorazione nell’offerta di servizi legati alla ristorazione collettiva sono specchio dell’affidabilità, dell’alta qualità e della sicurezza dei propri pasti, come testimoniato dal Premio Industria Felix del 2023. “Miglior impresa del settore ristorazione per performance gestionale, affidabilità finanziaria Cerved e sostenibilità con sede legale nella regione Veneto”, si legge nella nota del riconoscimento che attesta gli ottimi risultati raggiunti da Euroristorazione nel 2021, superando gli ostacoli posti dalla pandemia da Covid-19. Da quel momento, l’impegno dell’azienda verso la ristorazione collettiva ha continuato a crescere, consolidandone la posizione di leader del settore. Ciò è avvenuto non solo attraverso il costante miglioramento dei propri servizi, ma anche grazie alla promozione di pratiche di educazione alimentare e di contrasto allo spreco alimentare, con particolare attenzione alla ristorazione scolastica.

Euroristorazione: sicurezza e qualità dei pasti, sostenibilità e lotta agli sprechi alimentari per la ristorazione collettiva

Euroristorazione è stata insignita del Premio in occasione della 48esima edizione dell’evento organizzato da Industria Felix Magazine, il supplemento de “Il Sole 24 Ore”, in collaborazione con Cerved, insieme ad altre 25 realtà del Veneto. La scelta delle materie prime e la costante attenzione all’innovazione tecnologica sono due aspetti cardine dell’azienda, che si riflettono nel sistema “Cook and Chill”, tramite cui è possibile conservare la freschezza dei pasti e la loro sicurezza fino all’effettivo consumo e, nello stesso momento, garantendo la gestione delle risorse e diminuendo gli sprechi. Euroristorazione, infatti, è molto attenta alle pratiche che riducono l’impatto ambientale: a dimostrarlo è il costante investimento in pannelli fotovoltaici per i tetti dei centri di cottura, attraverso i quali l’azienda riesce a coprire oltre il 10% del proprio fabbisogno elettrico. Per i prossimi anni, è già in programma l’installazione di nuovi impianti fotovoltaici.

Serenissima Ristorazione: il Bilancio d’Esercizio 2024 conferma solidità finanziaria e strategica

Serenissima Ristorazione conferma la sua posizione di leader nella ristorazione collettiva con un Bilancio d’Esercizio 2024 che riflette solidità, crescita e visione strategica. L’azienda ha infatti chiuso l’anno con un fatturato consolidato di oltre 593 milioni di euro, in aumento del 9,8% rispetto al 2023, e un EBITDA di 34 milioni di euro, in crescita del 21,44%.

Serenissima Ristorazione

Investimenti, persone e sostenibilità: i pilastri della crescita di Serenissima Ristorazione

Risultati che premiano la determinazione e l’impegno dei 12.000 collaboratori e collaboratrici di Serenissima Ristorazione, il cui numero è cresciuto del 5,7%, e una politica di investimenti strategici superiori ai 30 milioni di euro. Tra gli interventi più rilevanti figurano l’apertura del nuovo HUB logistico di Napoli e l’ampliamento del centro di produzione di Boara Pisani (Padova), che rafforzano la presenza territoriale e la capacità produttiva aziendale. Al centro della visione si conferma l’impegno verso la sostenibilità ambientale e sociale, tradotto nella redazione del Bilancio di Sostenibilità e in iniziative concrete di responsabilità ESG. Tra queste, la riduzione degli sprechi alimentari, anche grazie alla collaborazione con il Banco Alimentare, e l’adozione di Crediti di Sostenibilità per compensare l’impatto ambientale. Sul fronte della formazione, la Serenissima Academy ha registrato nel 2024 oltre 71.000 ore di corsi, con un incremento del 2,2% rispetto all’anno precedente. Un impegno costante per valorizzare le competenze interne e promuovere una cultura aziendale orientata alla crescita e all’innovazione.

Serenissima Ristorazione guarda al futuro con ambizione e responsabilità

Serenissima Ristorazione ha inoltre rafforzato la propria governance, entrando a far parte del programma Elite, promosso da Borsa Italiana ed Euronext, un riconoscimento che premia il percorso di eccellenza e trasparenza gestionale. L’attenzione al valore delle persone si riflette anche nel rinnovo delle certificazioni UNI/PdR 125:2022 sulla parità di genere e SA8000 sulla tutela dei lavoratori. A queste si aggiunge la nuova certificazione UNI 11941:2024, dedicata alla ristorazione inclusiva per persone con esigenze alimentari specifiche, come celiachia e disfagia, un traguardo che testimonia l’impegno dell’azienda verso un approccio realmente inclusivo. Serenissima Ristorazione punta a superare i 650 milioni di euro di fatturato nel 2025, con l’obiettivo ambizioso di raggiungere i 700 milioni entro il 2026. Una crescita che si fonda su un equilibrio virtuoso tra performance economica, sostenibilità e innovazione, nel segno di un modello di impresa responsabile e orientata al futuro.

“Benetton Formula”: il racconto di Alessandro Benetton nel documentario in uscita

L’epopea di Benetton Formula: un “viaggio di fame, ambizione e coraggio per alzare l’asticella”, ricorda oggi Alessandro Benetton annunciando l’arrivo prima nei cinema e poi su Sky del documentario che ripercorre quegli “anni straordinari”.

Fabio Lazzerini

Alessandro Benetton: “Per la prima volta nella storia, siamo noi quelli da battere

Dal 14 novembre in anteprima nei cinema il documentario Sky intitolato “Benetton Formula”, che ripercorre la storia della scuderia che negli anni ‘90 rivoluzionò la Formula 1. Tra i protagonisti di quella straordinaria avventura anche Alessandro Benetton, che qualche settimana fa aveva anticipato l’uscita del documentario e nei giorni scorsi è tornato a parlarne ai suoi followers in un video condiviso su YouTube e sui suoi canali social. Nel trailer spicca una sua frase: “Per la prima volta nella storia, siamo noi quelli da battere”. Parole che racchiudono il successo di quegli anni di grandi trionfi e da cui lo stesso Benetton confessa oggi di aver imparato molto: “Come tutte le esperienze che contano, mi ha aperto a nuovi punti di vista che sono fondamentali anche nella mia vita da imprenditore. È stato un ciclo straordinario che riguarda un po’ la storia della nostra famiglia, raccontata attraverso la Formula 1, e che poi a un certo punto è caduta anche per noi in una zona di comfort. Ci siamo dimenticati che il cambiamento, la discontinuità, fossero parte del nostro Dna”. E in pista, così come nel mondo degli affari, la discontinuità può davvero fare la differenza: “Ci sono dei momenti in cui non si riesce a raggiungere quella discontinuità che è necessaria per andare avanti e per migliorare. Gli orientali dicono che una pianta, quando smette di crescere, muore. Capita nelle aziende, capita nei progetti, che a un certo punto si fermi questa voglia di andare oltre e questo poi diventa molto difficile da gestire, perché c'è sempre qualcuno di emergente che può fare la differenza, come in qualche maniera facemmo noi di Benetton Formula”.

Alessandro Benetton racconta il lavoro dietro il documentario “Benetton Formula”

“Benetton Formula”, nelle sale dei The Space Cinema il 14, 15 e 16 novembre e su Sky e NOW a partire dal 30 novembre, è prodotto in collaborazione con Sky da Slim Dogs Production. “Quando penso allo storytelling oggi, penso a loro, a un gruppo di giovani talenti su cui ho deciso di investire. Hanno una sensibilità unica quando si tratta di raccontare storie. La capacità di catturare i dettagli e trasformarli in qualcosa di potente”, ha raccontato recentemente Alessandro Benetton parlando del progetto. “Quello che ho imparato è che tutti abbiamo bisogno di qualcuno che racconti le nostre storie. Perché le storie danno senso alle sfide, ai dubbi, ai momenti di crescita. E una prospettiva esterna arricchisce la nostra, soprattutto quando proviene da persone così talentuose. E proprio come la vita stessa, il documentario si è evoluto passo dopo passo. Ogni tappa ha aggiunto nuove voci, nuove prospettive, nuovi elementi che hanno cambiato la linea narrativa”, ha spiegato l’imprenditore sottolineando come “lavorare con i giovani mi ricorda che l'ascolto è la vera chiave”. E, stando alle prime immagini del trailer, possono già dirsi orgogliosi del lavoro svolto.

Fabrizio Ruggiero: il buono pasto come motore sociale ed economico per il Paese

Il buono pasto come strumento sociale ed economico: a evidenziarlo è l’Amministratore Delegato di Edenred Italia Fabrizio Ruggiero. L’analisi internazionale condotta su 52.000 lavoratori e 1.100 ristoranti ha evidenziato come questa misura aumenti il potere d’acquisto dei lavoratori, incrementi il fatturato dei ristoranti e migliori l’alimentazione di chi lavora.

Fabrizio Ruggiero

Fabrizio Ruggiero: il buono pasto aumenta il potere d’acquisto dei lavoratori e il fatturato dei ristoranti

"La ricerca conferma il doppio valore, sociale ed economico, del buono pasto — ha sottolineato Fabrizio Ruggiero — è uno strumento che tutela il potere d'acquisto delle famiglie e, allo stesso tempo, un motore che sostiene il settore della ristorazione”. Il Barometro FOOD 2025 è l’indagine internazionale condotta da Edenred su un bacino di utenti composto da 52.000 dipendenti e 1.100 ristoranti in 21 Paesi. Dalla ricerca è emerso quanto il buono pasto sia fondamentale per aumentare il potere d’acquisto dei lavoratori: l’87% lo ritiene infatti uno strumento importante per gestire il budget alimentare. L’analisi di Edenred, realtà guidata in Italia dall’AD Fabrizio Ruggiero, ha dimostrato anche come i ristoranti che accettano buoni pasto incrementino del 67% il loro fatturato, del 50% la frequenza dei clienti e aumentino del 33% i nuovi clienti. 

Fabrizio Ruggiero: un’alimentazione più sana con i buoni pasto

“I dati, però — ha specificato l’AD Fabrizio Ruggiero — ci mostrano un potenziale ancora inespresso: emerge una chiara richiesta degli italiani verso un’offerta alimentare più sana e di qualità, oggi frenata da limiti di budget”. Il 68% dei lavoratori italiani è indotto dal buono pasto a ricercare una dieta alimentare più sana; il 63% dei ristoratori ha confermato un aumento della domanda di piatti più salutari, a fronte di un 53% che sottolinea i costi di preparazione più alti. A margine dell’indagine di Edenred, Fabrizio Ruggiero ha commentato: “Potenziare il buono pasto, adeguando la sua soglia fiscale a un contesto economico segnato dall’inflazione, significa innescare un circolo virtuoso a beneficio di tutto il sistema: più potere d'acquisto per le persone, più consumi per esercenti e filiera e in definitiva un impulso positivo per l'intera economia del Paese".

Gian Maria Mossa: sinergia tra Banca Generali e Intermonte per la crescita delle PMI italiane

Gian Maria Mossa: Banca Generali, con Intermonte, amplia la propria offerta di soluzioni e strumenti fornendo alle PMI italiane nuove opportunità di crescita.

Gian Maria Mossa

Se il cliente imprenditore cresce, noi cresciamo insieme a lui: la vision di Banca Generali e del CEO Gian Maria Mossa

Quando lo scorso 24 gennaio Banca Generali annunciò la chiusura dell’OPA su Intermonte, il CEO Gian Maria Mossa si dichiarò entusiasta di poter “aprire questo nuovo capitolo di crescita insieme ai nuovi colleghi e al management di Intermonte con cui ci accomunano valori e visione per il futuro, a supporto delle PMI del Sistema Paese”. Rilette oggi, alla luce dei progressi raggiunti in questi mesi, quelle parole raccontano di un’intuizione lungimirante. Banca Generali insieme ad Intermonte ha arricchito ulteriormente la propria offerta di soluzioni e strumenti aprendo a nuove importanti opportunità di dialogo con imprese e imprenditori. In più occasioni, il CEO Gian Maria Mossa ha sottolineato come il risparmio privato possa configurarsi come un “motore per la crescita delle PMI”. Queste realtà hanno infatti saputo mantenersi competitive in un contesto sempre più sfidante come quello attuale e aperto alla concorrenza su scala globale, riuscendo al contempo a crescere e rafforzare il proprio patrimonio. Lo conferma anche il forte interesse dei fondi di private equity: sono stati ben 229 i deal nel primo semestre 2025 (+17% anno su anno). Per le PMI quindi la sfida è capitalizzare ulteriormente questi successi trasformandoli in ulteriore sviluppo e in questo il mercato dei capitali e della finanza può giocare un ruolo fondamentale: mai come oggi quindi il contributo dei private banker è decisivo.

Gian Maria Mossa: un nuovo capitolo di crescita per Banca Generali con Intermonte

Se il cliente imprenditore cresce, noi cresciamo insieme a lui”, ha ribadito anche recentemente l’AD Gian Maria Mossa. “Siamo un interlocutore di riferimento che cerca di avvicinare l’imprenditore alle migliori competenze sul mercato, siamo quindi collegati a tutte le cib, ai private equity, ai potenziali club deal: la vera bellezza dell’Italia è che un’azienda è diversa dall’altra. Qualcuno ha bisogno di trovarsi di fronte a un club deal, qualcuno a un private equity e qualcuno ha maturato la decisione di andare in Borsa. A seconda della tipologia dell’impresa e dell’imprenditore si deve creare un dialogo diverso”, ha spiegato il CEO. È in questa direzione che guarda il progetto avviato con Intermonte: un passo importante nel percorso che l’Istituto guidato da Gian Maria Mossa sta portando avanti per lo sviluppo di un modello sinergico che unisca il private banking all’investment banking con l’obiettivo di accompagnare al meglio gli imprenditori in una quotidianità fatta sempre più di crescita e competitività. Proteggere il patrimonio della clientela significa anche sostenere lo sviluppo delle loro aziende: questa la vision di Banca Generali.

Il CEO Fabio Lazzerini sulla crescita di Comtel: siamo un’azienda completamente nuova

Dopo la quotazione in Borsa e le successive acquisizioni, Comtel si è trasformata in una realtà internazionale. A muovere i fili di questo importante processo di crescita è stato il CEO Fabio Lazzerini: “Abbiamo presentato la semestrale di un'azienda completamente nuova”.

Fabio Lazzerini

Fabio Lazzerini: la profonda trasformazione di Comtel

Nell’ultimo anno, Comtel è cambiata radicalmente, passando dall’essere un’azienda locale a una realtà dal respiro internazionale. A dare il via a questo cambiamento è stata la quotazione in Borsa dello scorso febbraio. Ne ha parlato il CEO Fabio Lazzerini in un’intervista rilasciata a “Teleborsa” a margine della sesta edizione di NextGems, investor conference dedicata alle società di piccola capitalizzazione quotate su Borsa Italiana. “Abbiamo chiuso il 2024 con 42 milioni di fatturato, un perimetro di azienda solo locale e solo italiano, mentre abbiamo presentato la semestrale di un'azienda che è completamente diversa rispetto al passato, tant'è vero che non abbiamo avuto la possibilità nemmeno di fare una comparazione con l'anno prima perché sono totalmente incomparabili”, ha evidenziato il manager. Ma non c’è bisogno di fare un paragone per capire che le cose stanno andando molto bene, a parlare sono i numeri. “Abbiamo chiuso con un fatturato in crescita soprattutto nella capogruppo attorno al 15%. Ordini in crescita, hanno chiuso con 32,3 milioni di euro di fatturato. Abbiamo un backlog di ordini di quasi 46 milioni, in crescita rispetto ai 41 e qualcosa e con cui abbiamo iniziato l'anno, quindi un'azienda molto robusta, molto sana dal punto di vista commerciale e industriale”, ha rimarcato il CEO. In Borsa, Comtel si sta facendo conoscere anche se non è semplice: “Va costruita una storia di prevedibilità e di competenza, e devo dire che questi primi mesi sono stati molto interessanti. Il mercato ci dà molto credito e crede molto nel management”.

Fabio Lazzerini: le prossime operazioni nella prima metà del 2026

Dopo l’ingresso in Borsa, Comtel ha effettuato altre due importanti operazioni: l’acquisizione del 60% di NovaNext e l’acquisizione della divisione communication del colosso giapponese NEC corporation. Quest’ultima, in particolare, ha aperto la porta all’internazionalizzazione, consentendo all’azienda di presidiare nuovi mercati e nuove aree di business. “Abbiamo una politica di acquisizione molto industriale. Ovviamente guardiamo anche la parte finance […] però in questo periodo in cui siamo acquisitivi […] ci siamo focalizzati sulle opportunità dove c'è una sinergia industriale molto forte”, ha spiegato Fabio Lazzerini. Intanto, ha fatto sapere il CEO, ci sono già altri dossier sul tavolo: “Abbiamo dichiarato un obiettivo di crescita importante. Ce ne sono alcune che realizzeremo probabilmente nella prima metà dell'anno prossimo. Chiaramente diventando più grossi stiamo guardando anche a dossier un pochettino più grandi rispetto a quelli che abbiamo gestito finora. Stiamo cercando adesso di consolidare: nei prossimi mesi, fino alla fine dell'anno, è consolidamento. L'M&A non è per niente semplice, è una fase divertente, però il lavoro inizia quando si chiude, non prima”.

“Progettare il futuro”: Luca Dal Fabbro racconta l’era delle grandi transizioni

Il Presidente di Iren Luca Dal Fabbro racconta nel suo libro “Progettare il futuro” come affrontare le tre grandi transizioni globali tra sicurezza energetica, resilienza economica e ambientale.

Luca Dal Fabbro

Luca Dal Fabbro: deglobalizzazione, decarbonizzazione e digitalizzazione

Siamo entrati nella quarta transizione energetica della storia dell’umanità. Una fase che punta alla riduzione dei combustibili fossili e alla promozione delle energie rinnovabili, aprendo un nuovo capitolo nella geopolitica mondiale. Chi controlla le fonti e le materie prime critiche, come le terre rare, oggi può influenzare profondamente gli equilibri globali. È in questo contesto che si inserisce la riflessione di Luca Dal Fabbro, Presidente di Iren e di Utilitalia, che nel suo nuovo libro Progettare il futuro: sicurezza energetica, resilienza economica e ambientale nell’era delle tre transizioni globali (Rubbettino, prefazione dell’ambasciatore Giampiero Massolo) individua le tre forze che stanno ridisegnando il mondo: deglobalizzazione, decarbonizzazione e digitalizzazione. Il Presidente parla delle “tre D” come delle vere e proprie colonne portanti della trasformazione in corso. Deglobalizzazione, intesa come un processo di ridefinizione degli equilibri tra il blocco atlantico e i Paesi Brics, un’area che oggi comprende Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia e Iran. Decarbonizzazione, che rappresenta la grande sfida climatica: trasformare le economie per ridurre le emissioni e raggiungere la neutralità climatica in linea con l’Accordo di Parigi. Digitalizzazione, che funge da acceleratore per la competitività globale ma porta con sé nuove vulnerabilità, come quelle legate alla cybersecurity.

Economia circolare e resilienza: il futuro dell’Italia secondo Luca Dal Fabbro

Non c’è più un protettore del Pianeta come lo erano gli USA – osserva Luca Dal FabbroQuesto, citando Tucidide, è il periodo in cui i forti prendono quello che vogliono e i deboli soffrono quello che devono”. “In questo contesto – aggiunge – occorre proteggere i sistemi industriali ed economici. E bisogna trovare il giusto compromesso tra sicurezza, competitività e ambiente”. Secondo il Presidente di Iren, l’Italia deve scegliere con chiarezza quali battaglie intende vincere. “Siamo un grande mercato erbivoro, aggredibile da altri: non siamo leader nel web, nell’automotive o nell’Intelligenza Artificiale – ricorda – Dobbiamo individuare i campi in cui possiamo eccellere”. Una di queste aree è l’economia circolare, dove l’Italia già oggi vanta posizioni di leadership. “Abbiamo competenze e tecnologie che ci permettono di valorizzare i rifiuti, esportare modelli e aumentare la resilienza dei nostri sistemi produttivi”, conferma Luca Dal Fabbro. Un esempio concreto arriva da Terranuova Bracciolini, nel Valdarno, dove Iren ha avviato il primo impianto europeo per il trattamento delle schede elettroniche provenienti dai rifiuti elettrici ed elettronici. L’impianto rappresenta un modello di economia circolare a filiera corta: da cellulari, televisori e piccoli elettrodomestici vengono recuperati oro, argento, palladio e rame. A pieno regime, la struttura sarà in grado di trattare oltre 300 tonnellate di schede all’anno, ottenendo mediamente ogni settimana un chilo d’oro, due d’argento, 500 chili di rame metallico puro e fino a 700 chili di rame in polvere. “È una tecnologia del futuro: e con una decina di questi impianti produrremo un decimo di quello che serve in Italia”, conclude il manager.

Gruppo Danieli: approvati i risultati finanziari 2024-2025

Il Consiglio di Amministrazione di Gruppo Danieli ha approvato i risultati finanziari 2024-2025: ricavi a 4,2 miliardi di euro, EBITDA a 437,8 milioni e utile netto a 220 milioni. Prevista ulteriore crescita nel prossimo anno.

Gruppo Danieli

Il CdA di Gruppo Danieli approva il bilancio 2024-2025: i numeri della crescita

Nel periodo tra luglio 2024 e giugno 2025, Gruppo Danieli ha registrato ricavi operativi per 4,2 miliardi di euro. Nel bilancio approvato a settembre dal Consiglio di Amministrazione si evince inoltre una crescita dell’EBITDA pari al 12%, per un totale di 437,8 milioni di euro, e un margine di miglioramento del risultato operativo del 37%, per un valore di 303,1 milioni di euro. Il bilancio netto restituito dai risultati mostra un incremento del 5%, a 2,76 miliardi di euro, e un utile netto pari a 220 milioni di euro. Dalla stima basata sul portafoglio ordini, tra i 5,7 e i 6 miliardi di euro, nel prossimo anno si prevede un trend ancora in crescita per il Gruppo guidato da Giacomo Mareschi Danieli, che nella prossima assemblea del 28 ottobre ha intenzione di proporre una nuova distribuzione del dividendo: 0,31 euro per le azioni ordinarie e 0,33 euro per le azioni di risparmio. Il totale della distribuzione sarà di circa 22,9 milioni di euro, che saranno detratti dall’utile distribuibile dell’esercizio.

Gruppo Danieli punta a rafforzare la leadership internazionale

Nell’esercizio in questione, la divisione Plant Making ha dato risultati in linea con le previsioni di inizio anno, rispettando dunque i contratti stipulati in precedenza con i clienti. A fronte di un importante aumento dei costi energetici, la produzione delle acciaierie Abs è riuscita comunque a raggiungere 1,1 milioni di tonnellate. Per l’anno fiscale corrente, il Gruppo continuerà a perseguire gli obiettivi di incremento della produttività e riduzione dei costi allo scopo di rafforzare ulteriormente la propria leadership internazionale. Le stime relative al fatturato vedono una cifra che oscilla tra i 4,2 e i 4,3 miliardi di euro e un EBITDA tra i 430 e 450 milioni di euro. Per consolidare la posizione, Gruppo Danieli investe costantemente in ricerca e innovazione: negli ultimi dieci anni, ad esempio, più dell’85% dei profitti è stato destinato all’aggiornamento della tecnologia negli stabilimenti, con effetti positivi in termini di efficienza e sostenibilità, e al rafforzamento della posizione finanziaria.

“Green & Net Zero Talk”, il CEO di Eni Claudio Descalzi: così scriviamo il futuro dell’energia

L’energia interconnessa: l’intervento di Claudio Descalzi, Amministratore Delegato di Eni, alla settima edizione di “Green & Net Zero Talk”.

Claudio Descalzi

Claudio Descalzi: “Bisogna avere fede nelle competenze delle persone

Nel corso della settima edizione del “Green & Net Zero Talk - L’energia interconnessa”, a cui ha preso parte anche il CEO di Eni Claudio Descalzi, si è parlato di come le grandi realtà energetiche stiano affrontando le sfide sempre più complesse legate alla transizione energetica e al Net Zero. Necessario accelerare e in quest’ottica è importante evitare ideologie e adottare un approccio pragmatico e concreto, come ha rimarcato Claudio Descalzi. In questo, a giocare un ruolo fondamentale è anche la tecnologia e la capacità di sviluppare soluzioni sempre più funzionali. Sarebbe sbagliato però guardare alla tecnologia come a “un totem, una fede”, ha sottolineato il CEO di Eni: “Le tecnologie si accumulano, si cambiano, migliorano e bisogna avere fede nelle competenze delle persone”.

Claudio Descalzi: diversificazione e innovazione, il futuro dell’energia è qui

Per accelerare, ha ricordato Claudio Descalzi, Eni sta investendo sempre più in diversificazione e innovazione, perché “non possiamo dipendere solo dall’andamento del petrolio”. Il CEO ha poi spiegato come Eni, attraverso l’implementazione del modello satellitare, sia riuscita ad accelerare lo sviluppo di nuovi business legati alla transizione energetica, mantenendo solidità anche nelle attività tradizionali, integrate nel percorso di decarbonizzazione: “Nel 2023-24 le nostre business combination, tra dividendi e firmout, ci hanno dato più di 12 miliardi e questo ci ha permesso di dimezzare il debito”. Resta centrale anche l’impegno sul fronte dell’innovazione tecnologica: “Costruirsi la propria tecnologia permette di entrare in strade completamente nuove”. Basti pensare al supercomputer HPC6 realizzato da Eni, che ha integrato il supercalcolo “lungo tutta la filiera dei nostri business trasformandolo in una delle leve per il raggiungimento del Net Zero al 2050”. L’HPC6 è riconosciuto oggi come uno dei sistemi di supercalcolo più avanzati al mondo per scopi industriali.

Terna, Giuseppina Di Foggia: 300 milioni per un sistema elettrico sardo più efficiente e resiliente

Con l’avvio dell’iter autorizzativo del Sardinian Link, il nuovo collegamento elettrico tra il nord e il sud della Sardegna, Terna compie un passo decisivo nel rafforzamento della rete elettrica isolana e nella transizione energetica dell’Italia. L’opera, guidata dalla visione strategica dell’AD e DG Giuseppina Di Foggia, prevede un investimento di circa 300 milioni di euro e rappresenta uno degli interventi infrastrutturali più significativi del Piano di Sviluppo 2024 del Gruppo.

Terna

Sardinian Link: la nuova dorsale elettrica di Terna che unisce la Sardegna con innovazione e sostenibilità

Il progetto, formalmente avviato dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, prevede la ricostruzione e l’ammodernamento della rete elettrica lungo l’asse Codrongianos (Sassari) - Selargius (Cagliari). L’obiettivo di Terna è potenziare la capacità di trasporto dell’energia tra il nord e il sud dell’isola, rendendo la rete più sicura, resiliente e performante. Il nuovo collegamento, lungo circa 250 chilometri, consentirà una potenza di scambio fino a 1.000 MW, integrando la produzione energetica rinnovabile, in particolare quella proveniente dagli impianti eolici offshore, e migliorando la gestione dei flussi di energia in un territorio che punta sempre più all’autonomia energetica. Elemento distintivo del Sardinian Link sarà l’impiego dei sostegni “5 Fasi”, una tecnologia brevettata dal Gruppo guidato da Giuseppina Di Foggia che segna un salto generazionale nella progettazione delle infrastrutture elettriche. Questi nuovi tralicci, più leggeri, efficienti e a basso impatto ambientale, permettono di trasportare più energia riducendo i campi elettrici e magnetici. La loro forma e i materiali utilizzati consentono inoltre un migliore inserimento paesaggistico, con un approccio che combina tecnologia, sicurezza e sostenibilità.

Terna: con il Sardinian Link nasce una nuova generazione di infrastrutture per la transizione energetica

Il progetto di Terna si inserisce pienamente nella strategia nazionale di decarbonizzazione e sviluppo delle rinnovabili al 2030, garantendo una gestione più efficiente dei flussi energetici e riducendo il rischio di sovrapproduzione. L’ammodernamento della rete a 220 kV tra Codrongianos, Oristano, Sulcis, Villasor e Selargius renderà il sistema elettrico regionale più flessibile e affidabile, contribuendo a una maggiore stabilità del sistema sardo, storicamente limitato nei collegamenti con la rete peninsulare. Con il Sardinian Link e le future opere realizzate con i sostegni “5 Fasi”, Terna inaugura una nuova generazione di infrastrutture, destinate a diventare standard tecnologico per la rete di trasmissione nazionale. Il progetto rientra nel percorso di innovazione definito con la rete Hypergrid, la piattaforma che integra digitalizzazione, automazione e sostenibilità per garantire la massima efficienza della rete elettrica italiana.

Pier Silvio Berlusconi: la riorganizzazione di MFE per la sfida in Europa

In piena coerenza con gli obiettivi delineati dal CEO Pier Silvio Berlusconi, MFE si prepara a una riorganizzazione manageriale in aree strategiche quali finanza, economia e sviluppo tecnologico. Il rafforzamento condurrà verso la nascita di un polo paneuropeo con ricavi prossimi ai 7 miliardi di euro.

Pier Silvio Berlusconi

Pier Silvio Berlusconi, una vision europea per il Gruppo MFE

Guidata da Pier Silvio Berlusconi, MFE - MEDIAFOREUROPE rafforza la propria presenza in Europa in virtù delle più recenti operazioni compiute a livello internazionale, configurandosi come primo broadcaster privato del continente. Oggi, in seguito agli sviluppi interni tra cui la nomina di Marco Giordani alla guida di ProSiebenSat.1, il CEO prosegue nel consolidamento avviato a inizio ottobre per la società tedesca e, in maniera più ampia, per l’assetto complessivo del Gruppo. Nomine che si inseriscono nella riorganizzazione del team dirigenziale volta a strutturare la squadra che condurrà MFE verso una nuova fase di espansione. Coerentemente con tale strategia, il riassetto delle figure apicali riguarderà aree chiave quali finanza, economia e sviluppo tecnologico: Pier Silvio Berlusconi punta pertanto a fornire il miglior supporto in questa nuova fase di aggregazione, che si prevede possa condurre verso un hub con ricavi che sfiorano i 7 miliardi di euro e un EBITDA da 1,37 miliardi. Con un rapporto debito/EBITDA di appena 1,56 volte – leva finanziaria bassa per il settore – MFE si garantisce margini di manovra rilevanti in ottica di investimento e di ulteriore crescita in ambito media e tecnologia a livello internazionale.

Pier Silvio Berlusconi: i dettagli sul nuovo team

In tale contesto di riorganizzazione, MFE - MEDIAFOREUROPE si conferma in piena fase di slancio in Europa, pronta a competere con le più grandi realtà media, web e streaming. Una rapida evoluzione confermata anche dalla riorganizzazione avvenuta nelle concessionarie pubblicitarie di MFE, che ha condotto alla nomina di Nicola Lussana (Direttore Generale Linea Agenzie di Publitalia ’80 e AD di Mediamond) al ruolo di CEO di Seven.One Media, la concessionaria pubblicitaria di ProSiebenSat.1. Il CEO di MFE Advertising Stefano Sala ha annunciato, inoltre, che entro fine anno avverrà la fusione di Publieurope in MFE Adv, operazione fondamentale per la crescita del Gruppo grazie all’accentramento delle funzioni digital e marketing/operations. Basti pensare che, dal 1° gennaio 2026, MFE Adv conterà su un totale di oltre 1.500 professionisti dislocati in sei concessionarie tra Milano, Madrid, Monaco di Baviera, Londra e Parigi, con copertura in oltre dieci nazioni e bacino totale di 300 milioni di spettatori. Il riassetto voluto da Pier Silvio Berlusconi prevede novità anche in Publitalia ’80: Stefano Sala prosegue nei ruoli di Presidente e AD, mentre Matteo Sordo (già DG Linea Clienti) assume l’incarico di AD commerciale della concessionaria italiana di MFE Advertising, affiancando tale ruolo a quelli di AD in Digitalia '08 e Vicepresidente in Mediamond. Il CdA di MFE Advertising – presieduto da Pier Silvio Berlusconi – risulterà costituito da sette membri e, nello specifico, tre executive board director (Paola Colombo, Matteo Cardani, Michele Giraudo) e quattro board director (Marco Giordani, Matteo Sordo, Nicola Lussana, Davide Mondo).

Gruppo Riva, la storia di un leader europeo tra innovazione e responsabilità

La storia di Gruppo Riva si intreccia con quella dello sviluppo industriale italiano del dopoguerra. Fondata nel 1954 da Emilio Riva e dal fratello Adriano, l’azienda nasce come commercio di rottami ferrosi in un’Italia che si rialzava dalle macerie del conflitto. È proprio la visione di Emilio Riva a trasformare una piccola impresa familiare in un colosso siderurgico europeo, capace di accompagnare il Paese nel periodo del “miracolo economico” e di espandersi oltre i confini nazionali.

Gruppo Riva

Gli anni dell’innovazione e della crescita internazionale di Gruppo Riva

Negli anni ’60, il settore siderurgico entra in una fase di profonda trasformazione tecnologica. Gruppo Riva coglie la sfida e introduce per primo in Italia la colata continua curva a tre linee, una tecnologia rivoluzionaria che aumenta l’efficienza e riduce i costi di produzione. L’impianto, realizzato nel 1964 nello stabilimento di Caronno grazie alla collaborazione con Luigi Danieli e Renzo Colombo, segna una svolta per la siderurgia italiana, aprendo la strada a una nuova era di produttività e qualità. Dopo i primi successi, prende il via un ambizioso piano di acquisizioni: dalle Acciaierie e Ferriere del Tanaro a Lesegno, in provincia di Cuneo, alla SEII di Malegno, in Valcamonica. Alla fine degli anni ‘60 il Gruppo produce già 300.000 tonnellate di acciaio l’anno e si apre ai mercati internazionali. Gli anni ‘70, segnati dalla crisi petrolifera e dal rallentamento della siderurgia europea, vedono l’azienda muoversi in controtendenza, con una forte espansione internazionale. Nascono importanti presenze in Spagna (Siderúrgica Sevillana), Canada (Associated Steel Industries) e Francia (Iton Seine), fino ad arrivare nel 1978 a esportare acciaio direttamente in Cina, primo operatore europeo a farlo. Negli anni ’80, Gruppo Riva continua a investire in tecnologie e automazione, superando nel 1980 1,1 milioni di tonnellate di acciaio prodotte. Le acquisizioni strategiche e la privatizzazione dello stabilimento di Genova Cornigliano nel 1988, fanno dell’azienda il primo Gruppo privato a gestire in Italia un impianto siderurgico a ciclo integrale.

Gruppo Riva: dagli anni ‘90 a oggi

Nel frattempo, l’espansione si estende anche all’estero: in Francia con l’ALPA (Aciéries et Laminoirs de Paris) e negli anni successivi in Belgio (Thy Marcinelle) e Germania (Brandenburger e Hennigsdorfer Elektrostahlwerke). Alla metà degli anni ’90, Gruppo Riva produce oltre 5,8 milioni di tonnellate di acciaio. Nei decenni successivi, l’azienda investe oltre 6 miliardi di euro per modernizzare impianti e processi, rafforzando al contempo la propria flotta marittima e l’integrazione logistica. Gruppo Riva prosegue il suo cammino dedicandosi esclusivamente all’elettrosiderurgia e costituendo Riva Forni Elettrici, oggi cuore pulsante delle sue attività. Nel 2014, la guida del Gruppo passa a Claudio Riva, attuale Presidente, che prosegue nel segno dell’innovazione, dell’efficienza e della sostenibilità. Nel gennaio 2023, Gruppo Riva acquisisce diversi siti di raccolta e di selezione e frantumazione di rottami metallici, riuniti sotto la società TRENTETROIS, per garantire una maggiore autonomia nella catena del riciclo dell’acciaio. Un passo che riafferma il valore fondante del Gruppo: unire competitività industriale e sostenibilità ambientale.

Amica Chips, equilibrio e impresa: il racconto di Alfredo Moratti

La storia di un imprenditore nato tra Lago di Garda e territorio mantovano diventa un racconto di equilibrio applicato al business: dal sogno giovanile alla leadership negli snack, tra radici locali e visione globale. In questo percorso Amica Chips è la lente per leggere valori, crescita e metodo.

Amica Chips

Amica Chips: la simmetria che guida l’impresa

Si intitola “Ci vuole simmetria. Il segreto di Amica Chips” il libro in cui Alfredo Moratti racconta il percorso che l’ha portato a dare vita e a guidare una delle aziende italiane di maggior rilievo, attiva oggi a livello internazionale: al centro c’è la simmetria intesa come equilibrio operativo e culturale. Una filosofia che armonizza persone, obiettivi e risultati, traducendo l’imprenditorialità italiana in prassi quotidiana. La struttura del racconto, tra capitoli che richiamano amicizia, principi e futuro, rende evidente il legame tra identità e prodotto, così come le iniziative simboliche quali il “chilometro giallo” che esprimono continuità tra brand e comunità. Nelle pagine, l’avanzata internazionale si affianca alle radici tra il bacino gardesano e pianura, mostrando come una crescita esponenziale possa avvenire senza smarrire coerenza e valori come amicizia ed equilibrio: “Senza quel sogno probabilmente oggi non sarei qui”.

Amica Chips: radici, valori e visione futura

Nella prospettiva di lungo periodo, la simmetria diventa criterio organizzativo: si riflette nelle filiere della industria alimentare degli snack, nella relazione con collaboratori e partner, nell’attenzione al design dei processi e nell’affidabilità che oggi la clientela riconosce all’azienda. Il racconto mette in dialogo tradizione produttiva e apertura ai mercati, delineando un modello in cui la leadership cresce in modo sostenibile grazie a metodo, responsabilità e senso del luogo. La voce di Moratti valorizza il rapporto tra equilibrio e risultato: una bussola che ha orientato decisioni, innovazioni e investimenti facendo della vicinanza alle persone un asset competitivo. Tra spunti biografici e capitoli tematici, emergono i cardini strategici: formazione, lavoro di squadra, continuità con la comunità mantovana, attenzione al prodotto e capacità di leggere le opportunità. “E questo è quanto vorrei lasciare alle nuove generazioni affinché i giovani credano in sé stessi, nelle loro capacità e si lancino nelle avventure imprenditoriali in Italia, affrontando le sfide e cogliendo le opportunità che si presenteranno lungo il cammino”: il volume restituisce infatti un ritratto importante per chi studia casi esemplari di realtà aziendali di successo. Dall’idea al brand, dalla governance al territorio, con una chiave di lettura che coniuga identità e orizzonte internazionale: in questo quadro Amica Chips diventa paradigma di coerenza tra storia personale, progetto industriale e futuro.

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