Tommaso Putin: Serenissima Ristorazione contro lo spreco alimentare, il convegno a Roma

Laboratori del gusto, campagne anti-spreco a premi e giornate tematiche: Serenissima Ristorazione, società di ristorazione collettiva di cui Tommaso Putin è Vicepresidente, entra nelle scuole e propone soluzioni per insegnare ai bambini il valore del cibo.

Tommaso Putin

Tommaso Putin: il convegno di Serenissima Ristorazione a Roma

“Cibo, Terra e Salute” è il convegno che Serenissima Ristorazione, la realtà di cui Tommaso Putin è Vicepresidente, ha tenuto lo scorso giugno presso l’Istituto Comprensivo Santi Savarino di Roma. L’incontro ha messo in luce il ruolo della mensa quale spazio per l’educazione alimentare, un luogo in cui i bambini non solo si alimentano e trascorrono un momento conviviale con i propri compagni ma anche imparano a conoscere il valore del cibo. Nel corso dell’evento si è sottolineata l’importanza di trasmettere ai ragazzi una visione dell’alimentazione scolastica responsabile e rispettosa, che tenga quindi conto di aspetti come la sostenibilità ambientale, il benessere psicofisico e il dialogo interculturale. Patrocinata dalla Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU), l’iniziativa ha coinvolto, oltre agli alunni, pure le loro famiglie, i docenti, nonché rappresentanti del Comune e della Commissione Mensa, e professionisti dell’ambito accademico, aziendale e sanitario.

Tommaso Putin: Serenissima Ristorazione educa a contrastare lo spreco alimentare

Uno dei temi centrali trattati durante l’incontro è stato quello dello spreco alimentare, un fenomeno contro il quale Serenissima Ristorazione e il Vicepresidente Tommaso Putin lottano da tempo attraverso iniziative di vario genere. Il convegno “Cibo, Terra e Salute” ne è un esempio. Per far comprendere ai partecipanti l’entità del fenomeno e delle sue ripercussioni, la dietista e Responsabile Qualità di Serenissima Ristorazione Lucia Cammisa ha illustrato loro i dati delle analisi effettuate nel Municipio IX - Lotto 4 che dimostrano, in scala ridotta, quanto avviene sul territorio nazionale. Sono circa 4.513 milioni le tonnellate di cibo sprecato. Ad andare a riempire i sacchi della spazzatura sono soprattutto i piatti a base di verdure, legumi e pesce, tra le pietanze meno gradite dagli studenti. La Dottoressa Cammisa ha quindi spiegato quanto sia dannosa per l’ambiente l’abitudine di lasciare gli alimenti nel piatto. L’acqua e l’energia sono tra le risorse più preziose per l’umanità e a causa dello spreco alimentare vengono sperperate. Per invertire questa tendenza, al convegno sono state avanzate alcune proposte: laboratori del gusto, campagne anti-spreco con premi simbolici per le classi più virtuose e giornate tematiche interamente dedicate alla cultura del cibo.

Università LUMSA si conferma al top tra le università non statali con 5.000 - 10.000 iscritti (classifica Censis)

Secondo la classifica Censis 2025/2026 delle Università italiane, LUMSA si conferma al primo posto degli atenei non statali di medie dimensioni, proseguendo nel suo percorso di crescita con l’ampliamento del campus di Palermo.

Università LUMSA

Università LUMSA: primo posto nella classifica Censis degli atenei non statali di medie dimensioni

L’Università LUMSA mantiene il primo posto tra gli atenei di medie dimensioni non statali. Giunta alla sua 25esima edizione, infatti, è stata diffusa la Classifica Censis 2025/2026 delle Università italiane, che dal 1964 svolge attività di ricerca in campo economico e sociale e si pone come punto di riferimento per fornire direzioni alle scelte di studenti in procinto di avviare la carriera universitaria. Un’approfondita analisi del sistema universitario italiano che suddivide per categorie, in base alle dimensioni, i vari atenei statali e non statali del Paese, basandosi su criteri quali: valutazione delle strutture, servizi erogati, livello di internazionalizzazione, capacità di comunicazione e occupabilità. Nella categoria degli atenei non statali di medie dimensioni, dai 5.000 ai 10.000 iscritti, l’Università LUMSA ha consolidato il primo posto della classifica con un punteggio di 83. Segue lo I.U.L.M. (Istituto Universitario di Lingue Moderne) con 79,6 punti e l’Università Suor Orsola Benincasa con 75,2 punti.

Università LUMSA: la storia dell’ateneo

“L'Università LUMSA è un'istituzione accademica che da oltre 80 anni è impegnata, come Magistero prima e come Libera Università poi, nella formazione dei giovani e nel progresso scientifico e culturale della società”. La storia della sua nascita affonda le radici nel 1939, da un’idea innovativa di cambiamento culturale del sistema universitario e nel mondo ecclesiastico. Fondata a Roma dalla pedagogista Luigia Tincani come Istituto Superiore Pareggiato di Magistero femminile Maria Ss. Assunta, negli anni ’70 ha esteso le sue dimensioni con nuove sedi e nuove offerte formative, prima di trasformarsi in Libera Università Maria Ss. Assunta negli anni ’80. Negli anni ’90, l’Università LUMSA ha ammesso i primi studenti di sesso maschile, in una comunità accademica in rapida crescita che nell’anno accademico 1997-1998 contava 3.000 studenti. Negli anni 2000, l’ateneo ha superato i 5.000 iscritti e, negli anni ’10, ha superato quota 7.000 studenti e studentesse. L’università continua la sua crescita, come dimostra l’ampliamento della sede di Palermo, che prevede un campus di oltre 7.000 metri quadrati.

L’impegno sociale e industriale di Gianni Lettieri

Nato a Napoli nel 1956, Gianni Lettieri incarna l’archetipo dell’imprenditore che ha saputo costruire il proprio successo partendo dal basso e puntando su visione, coraggio e determinazione. Oggi è Presidente e Amministratore Delegato di Meridie S.p.A., la prima investment company del Sud Italia quotata in Borsa, da lui co-fondata nel 2007, con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio imprenditoriale e produttivo del Mezzogiorno.

Gianni Lettieri

Gianni Lettieri, dagli esordi nel tessile alla conquista dei mercati internazionali

Figura chiave nello sviluppo del tessuto industriale meridionale, Gianni Lettieri ha saputo coniugare spirito d’impresa, sensibilità sociale e capacità di generare valore nel tempo, sia umano sia economico, contribuendo ad accrescere il patrimonio produttivo del Mezzogiorno. Dopo il diploma da geometra e l’iscrizione a Economia Aziendale, inizia a lavorare nel settore commerciale. La svolta arriva nel 1979, anno in cui avvia un’attività imprenditoriale nel settore tessile, aprendo due stabilimenti produttivi tra Monza e Casandrino. In pochi anni, si distingue come innovatore nel campo del denim-ring, portando il suo prodotto a essere richiesto anche all’estero. Il riconoscimento internazionale arriva con la copertina di una rivista di settore: “Giovanni Lettieri selling Denim to the Americans”. Nel 1995, approda in India dove, con il colosso Raymond, fonda la prima azienda locale per la produzione di denim. Nel 2000, assume la presidenza dell’Unione degli Industriali di Avellino, incarico che ricoprirà poi anche a Napoli per sei anni consecutivi, primato nella storia dell’ente. In quegli anni, Gianni Lettieri promuove iniziative cruciali: il “patto per la legalità” contro le estorsioni, il protocollo con il Ministero dell’Interno per le aziende sequestrate alla camorra, e quello con l’ABI per la sospensione dei mutui.

L’impegno di Gianni Lettieri tra attività economica e responsabilità sociale

È il 2006 quando Gianni Lettieri fonda la Compagnia per lo Sviluppo di Energia Rinnovabile (CO.S.ER. S.r.l.), e l’anno successivo dà vita a Meridie S.p.A. Attraverso l’investment company, lancia la start-up MEDSOLAR e acquisisce Atitech S.p.A., trasformandola in pochi anni nella più grande MRO (Maintenance, Repair and Overhaul) indipendente d’Europa, con oltre 20 linee di manutenzione attive e sedi strategiche come quella di Capodichino. Nel 2022, Atitech acquisisce la divisione manutenzione di Alitalia e apre un polo a Fiumicino con undici nuove linee produttive. Oggi, l’azienda opera in 32 aeroporti, in Italia e nel mondo, e al 2 maggio 2023, contava oltre 1.440 collaboratori e collaboratrici. Insignito della laurea honoris causa in Giurisprudenza e destinatario di numerosi riconoscimenti – tra cui il Premio Mediterraneo Economia e Impresa e il Premio Guido Dorso – Gianni Lettieri ha sempre coniugato attività economica e responsabilità sociale. Durante la pandemia, ha offerto gratuitamente un hangar Atitech per la creazione del più grande centro vaccinale del Sud Italia e donato migliaia di mascherine al sistema sanitario regionale. Dal 2020, nel periodo natalizio, la mensa aziendale viene aperta per offrire pasti caldi alle famiglie in difficoltà nei quartieri popolari di Napoli.

Alessandro Benetton racconta “Mai fermi” a “W l’Italia”: l’intervista all’imprenditore

In “Mai fermi” Alessandro Benetton celebra il coraggio di cambiare e di prendere una direzione sottolineando l’importanza di imparare dagli altri: lo racconta ai microfoni di “W l’Italia”.

Alessandro Benetton

La presentazione di “Mai fermi” a RTL 102.5: intervista ad Alessandro Benetton

Ospite del programma “W l’Italia” su RTL 102.5, Alessandro Benetton ha presentato il suo nuovo libro “Mai fermi”. Nell’intervista, ha spiegato come si tratti della naturale prosecuzione del percorso avviato con “La Traiettoria”, il suo primo libro. “Nasceva come un’autobiografia che non volevo pubblicare”, ha spiegato ad Angelo Baiguini e Ambra Angiolini. “Poi alcuni giovani con cui lavoro sui social mi hanno fatto notare che c’erano spunti utili anche per altri”: da qui la spinta a “condividere un ulteriore passaggio”, ossia che “si possono sfruttare le esperienze degli altri per ispirare la propria traiettoria”. “Mai fermi” amplia dunque la visione de “La Traiettoria” attraverso il racconto di otto storie esemplari di imprenditori, sportivi e artisti che hanno affrontato sfide e incertezze lungo il loro percorso. Non a caso li definisce “maestri”. Tra loro anche Andy Warhol, Amadeo Giannini e Michael Schumacher, che sono stati capaci di affrontare con autenticità e rigore i momenti di crisi. “Racconto anche quando queste persone si sono guardate allo specchio e si sono trovate di fronte ai propri limiti perché anche lì si trovano insegnamenti fondamentali. Non è solo un libro che celebra il successo, ma un invito a usare empatia e modestia per rispecchiarsi nei percorsi altrui e trovare motivazione nei propri sogni”, ha spiegato Alessandro Benetton. 

Alessandro Benetton: dentro “Mai fermi” l’importanza di andare avanti e scegliere una direzione

Nel libro c’è spazio anche per riflessioni più personali: il rapporto con i figli e quello con il padre ma anche l’impegno concreto nel promuovere iniziative a favore delle nuove generazioni. Basti pensare al progetto dell’Innovation Hub avviato all’Aeroporto di Fiumicino o al rilancio della UNHATE Foundation. “Mio padre è stato per me un esempio costante, non solo perché è partito da zero, ma perché non si è mai fermato dopo i primi successi. Io ho scelto presto un percorso imprenditoriale indipendente, ma la sua determinazione è sempre stata un riferimento. E con i miei figli ho costruito un rapporto profondo, che mi ha insegnato a dare valore alla traiettoria, più che al punto di arrivo. Quando stai vicino a qualcuno più giovane, comprendi che ciò che conta davvero è il cammino”, ha spiegato Alessandro Benetton ai microfoni di RTL 102.5. Con lo sguardo sempre più proiettato al futuro, l’imprenditore ha poi rimarcato l’importanza di investire sui giovani, sulla sostenibilità – anche sociale – e sulla parità di genere. “L’architetto Tadao Ando è per me fonte d’ispirazione: la sostenibilità non è solo ambientale, è un concetto che coinvolge l’uomo in tutti i suoi aspetti, a 360 gradi”, ha aggiunto Alessandro Benetton prima di invitare gli ascoltatori a non rimanere fermi, come dice il titolo del libro. L’importante è muoversi: “Serve un po’ di empatia e anche la capacità di sognare, di non aver paura di farlo. Perché muoversi non vuol dire solo andare avanti, ma scegliere una direzione”.

Pier Silvio Berlusconi: MFE primo broadcaster europeo, focus sulle assunzioni

Per MFE - MEDIAFOREUROPE non solo leadership e risultati economici ma anche occupazione in crescita: ne ha parlato il CEO Pier Silvio Berlusconi evidenziando come il Gruppo, nel giro di tre anni, abbia aumentato l’organico del 7,1%.

Pier Silvio Berlusconi

Pier Silvio Berlusconi: MFE “un sistema multi e cross-mediale unico”

MFE - MEDIAFOREUROPE realtà di vertice nel panorama mediatico europeo: è il quadro che emerge dall’analisi fornita da Pier Silvio Berlusconi in occasione della presentazione dei nuovi palinsesti Mediaset. Il CEO ha infatti delineato i principali risultati raggiunti, sottolineando come MFE rappresenti ormai il primo broadcaster su scala continentale. Con uno share del 37,3% e un margine di oltre 10 punti sul secondo, MFE è la realtà europea con il maggior seguito nel proprio mercato di riferimento. A livello produttivo, si posiziona come prima nella classifica europea grazie a oltre 12.000 ore di contenuti generati. Come specificato dal CEO, MFE è anche la realtà che garantisce il volume più alto di contatti pubblicitari in Europa. “Abbiamo creato un sistema multi e cross-mediale unico: TV, web, radio, digital out of home (affissioni digitali), che nessun altro ha in Italia e in Europa. E noi, con il nostro sistema, raggiungiamo 95 milioni di italiani. Il nostro lavoro negli ultimi anni ci ha consentito di essere davvero solidi ed efficaci”. Un altro dato distintivo è la crescita dell’occupazione, pari al +7,1% in tre anni, a differenza del settore che segna invece oltre 20.000 uscite. Un team MFE che con “gioia, energia e spinta” – come evidenziato da Pier Silvio Berlusconi – è cresciuto di 337 nuove risorse quest’anno consentendo di “guardare avanti, siamo fiduciosi, continuiamo a credere nel nostro progetto”.

MFE: i dettagli della crescita illustrati da Pier Silvio Berlusconi

Ripercorrendo le tappe del percorso, Pier Silvio Berlusconi ha rimarcato come il Gruppo sia riuscito a rafforzare la propria posizione anche in un contesto complesso, segnato da incertezze economiche e dal potenziale impatto dei dazi. MFE è stata in grado, infatti, di confermarsi come primo editore europeo per quota di ascolti, con uno share del 37,3% e un totale settimanale di 95 milioni di persone raggiunte in Italia (dati settembre 2024 - maggio 2025). Merito anche della struttura crossmediale che integra TV tradizionale, digitale, radio e affissioni digitali. Tale impianto tecnologico e organizzativo ha generato risultati concreti anche sul fronte commerciale, con la raccolta pubblicitaria in Italia al +2,1% nel primo semestre 2025 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (escludendo la raccolta realizzata per Dazn). Pier Silvio Berlusconi ha infine ribadito come l’obiettivo sia l’ulteriore crescita a livello internazionale: faro puntato verso la creazione del primo broadcaster competitivo in Europa.

Riva Acciaio: il primo nucleo del leader siderurgico Gruppo Riva

Riva Acciaio nacque negli anni ‘50 come Riva & C., poi Emilio Riva trasformò l’attività di commercio di rottami ferrosi nella produzione di acciaio, aprendo il primo stabilimento dell’azienda a Caronno Pertusella.

Riva Acciaio

Riva Acciaio: la nascita di Riva & C. e l’introduzione della colata continua curva in Italia

Riva Acciaio rappresenta il cuore storico del Gruppo Riva, realtà che ha saputo trasformarsi da semplice attività di commercio di rottami ferrosi in uno dei principali gruppi siderurgici europei. Tutto ebbe inizio negli anni ’50, grazie alla visione imprenditoriale di Emilio Riva che, insieme al fratello Adriano, intuì le potenzialità del settore siderurgico nel contesto dell’Italia del dopoguerra. In un Paese in fase di ricostruzione, l’azienda nacque come Riva & C. s.a.s. nel 1954, con l’obiettivo di raccogliere e vendere rottami ferrosi ai produttori di acciaio, i quali poi li trasformavano in prodotti finiti come il tondo per cemento armato. Sebbene in crescita, l’attività mostrava però dei limiti di sviluppo, così Emilio Riva decise di compiere un passo che si rivelò decisivo: la costruzione di uno stabilimento siderurgico. Realizzata nel 1956 a Caronno Pertusella, in provincia di Varese, la fabbrica consentì all’azienda di passare da semplice “fornitore” a “produttore” d’acciaio. Con un forno elettrico ad arco dalla capacità di 25 tonnellate per colata, superava la media dei principali forni italiani. La profonda conoscenza del mercato e gli investimenti in tecnologia portarono a una rapida crescita, con una produzione che passò dalle 30mila tonnellate del 1957 alle 190mila del 1962.

Riva Acciaio: dalle sfide degli anni ’60 alla leadership nel nuovo millennio

Il contesto degli anni ’60 mise l’industria siderurgica italiana di fronte a nuove sfide. Si trovò infatti a fare i conti con una concorrenza sempre più aperta, alimentata dallo sviluppo di miniacciaierie che rendevano i produttori stranieri più competitivi. Riva Acciaio accolse la sfida puntando sull’innovazione. Fu la prima ad introdurre in Italia, nel 1964, la colata continua curva a tre linee, una novità tecnologica che presentava notevoli vantaggi di costo e di resa. Da quel momento, la capacità produttiva continuò ad aumentare e, già alla fine degli anni ’60, l’azienda produceva 300mila tonnellate di acciaio all’anno. Intanto, aveva iniziato ad espandersi anche sui mercati internazionali attraverso acquisizioni strategiche, tra cui quella delle Acciaierie e Ferriere del Tanaro a Lesegno. La crescita si consolidò negli anni ’70, con altre acquisizioni in Spagna, Canada e Francia. In quel periodo, Riva Acciaio divenne il primo operatore europeo che vendeva direttamente alla Cina. La strategia di diversificazione e internazionalizzazione portò l’azienda a superare 1,1 milioni di tonnellate di produzione nel 1980. Con l’acquisizione di impianti in Belgio e Germania, e l’aumento della produzione complessiva che raggiunse i 5,8 milioni di tonnellate, i primi anni ’90 segnarono un ulteriore traguardo. Ormai tra i protagonisti del settore, Riva Acciaio entrò nel nuovo millennio proseguendo, senza sosta, il suo percorso di crescita.

Pasqualino Monti sulla leadership: “Serve spirito di squadra”

L’Amministratore Delegato di ENAV Pasqualino Monti condivide la sua visione su come guidare persone e innovazione nei tempi complessi di oggi.

Pasqualino Monti

Ascolto, sintesi e responsabilità: la leadership secondo Pasqualino Monti

In un contesto globale segnato da instabilità, trasformazioni tecnologiche rapide e sfide geopolitiche, la leadership richiede nuove competenze e, soprattutto, una visione condivisa. Ne è convinto Pasqualino Monti, Amministratore Delegato di ENAV, che in una recente intervista ha sottolineato l’importanza cruciale dello spirito di squadra come chiave per guidare con successo un’organizzazione. “In tempi di grande incertezza – spiega l’AD – bisogna saper costruire uno spirito di squadra. Serve una grande capacità di ascolto, altrimenti la squadra non ti segue”. Il manager individua tre elementi fondamentali per un leader moderno: ascolto, sintesi e responsabilità nelle decisioni. In altre parole, saper raccogliere le istanze dei collaboratori e delle collaboratrici, dare una direzione chiara e assumersi il peso delle scelte. Ma il principio guida resta sempre il coinvolgimento attivo delle persone: “Chi guida la macchina ha la responsabilità di farlo, certo. Ma senza una squadra che lo supporta, che si sente parte integrante del progetto, non si va da nessuna parte”, ribadisce Pasqualino Monti. Questo vale anche, e forse soprattutto, nel campo dell’innovazione, dove i cambiamenti sono più rapidi e le certezze più fragili.

Pasqualino Monti, una carriera tra infrastrutture strategiche e impegno istituzionale

Pasqualino Monti è una figura di rilievo nel panorama italiano dei trasporti e delle infrastrutture. Attualmente Amministratore Delegato di ENAV S.p.A., società responsabile della gestione del traffico aereo in Italia, è anche Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Occidentale. Nato a Ischia nel 1974, vanta una solida formazione economica, con laurea conseguita all’Università La Sapienza di Roma e un Master in Banking and Finance alla Fondazione CUOA. Dopo esperienze in consulenza e finanza, ha costruito il suo percorso nelle autorità portuali, ricoprendo ruoli di crescente responsabilità fino a guidare l’Autorità Portuale di Civitavecchia e, successivamente, quella di Palermo. Accanto alle attività professionali, Pasqualino Monti è anche docente universitario, Consigliere d’Amministrazione dell’Università di Palermo e autore di pubblicazioni sul management pubblico e le politiche infrastrutturali. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il premio della NIAF a Washington e la cittadinanza onoraria di Palermo.

Susan Carol Holland: otto progetti di inclusione sociale con Fondazione Amplifon nel 2024

Susan Carol Holland: nel 2024, la Fondazione Amplifon ha realizzato otto progetti di inclusione sociale, per un totale di 4 milioni di euro investiti e 26.000 beneficiari nei diversi Paesi. Prevista un’espansione anche in Spagna, Stati Uniti e Belgio.

Susan Carol Holland

Susan Carol Holland: otto progetti per l’inclusione sociale realizzati da Fondazione Amplifon nel 2024

Susan Carol Holland non presiede soltanto Gruppo Amplifon, leader internazionale nel settore dell’hearing care, ma contribuisce in prima persona alle iniziative della Fondazione Amplifon, che ha come mission l’inclusione sociale per le persone più fragili, tra cui gli anziani. L’ente del terzo settore ha presentato il suo Bilancio relativo all’anno 2024, dal quale risultano investimenti pari a oltre 4 milioni di euro per otto iniziative di inclusione sociale, con 26.000 beneficiari diretti, soprattutto persone anziane. "La nostra Fondazione, in soli cinque anni di vita, ha già realizzato numerosi progetti solidali in favore delle comunità nelle quali operiamo — ha sottolineato Susan Carol Holland — creando occasioni di condivisione, intrattenimento e dialogo per migliaia di persone anziane”.

Susan Carol Holland: i prossimi obiettivi della Fondazione Amplifon

Tra le iniziative avviate sotto la guida di Susan Carol Holland, è da menzionare “Ciao!”. Il progetto era nato per dare supporto agli anziani durante il lockdown: grazie all’intervento della Fondazione Amplifon, hanno infatti potuto mantenere un legame con le proprie famiglie. Questa iniziativa è andata avanti anche dopo la pandemia e ha esteso la sua attività, sostenendo più di 260 ospiti di residenze per anziani in numerosi Paesi, tra cui Italia, Svizzera, Portogallo e Australia. Grazie al contributo di Susan Carol Holland, la Fondazione ha consolidato la propria funzione in numerosi Paesi al di fuori dell’Italia e, tra i prossimi obiettivi, è previsto l’approdo in Spagna, Stati Uniti e Belgio. In aggiunta, prosegue il sostegno alle comunità da parte dei collaboratori e delle collaboratrici di Amplifon: sono stati infatti coinvolti in più di 600 attività di volontariato nel 2024.

Fabio Fritelli: la carriera professionale

Fabio Fritelli guida NEXTCHEM verso l’innovazione e la transizione energetica. Nel suo percorso professionale, ha maturato competenze nei finanziamenti di grandi infrastrutture e nella gestione strategica presso istituzioni finanziarie e Gruppi internazionali, prima di approdare in MAIRE.

Fabio Fritelli

Fabio Fritelli: le prime esperienze professionali

Fabio Fritelli è AD di NEXTCHEM, società controllata del Gruppo MAIRE dedicata alle soluzioni tecnologiche sostenibili. Ha sviluppato una consolidata esperienza nell’ambito dell’innovazione sostenibile, delle tecnologie all’avanguardia e della finanza. Nel suo ruolo, si occupa di accelerare la transizione energetica tramite lo sviluppo strategico e la creazione di valore. Dopo essersi laureato in Economia Aziendale presso l’Università di Roma nel 1992, ha perfezionato la sua formazione frequentando un Executive MBA all’INSEAD in Francia nel 2007. Nel corso della sua carriera, Fabio Fritelli ha acquisito esperienza nel finanziamento di grandi infrastrutture in ambito internazionale e nella gestione strategica, assumendo ruoli di crescente responsabilità in istituzioni finanziarie e Gruppi internazionali. Fino al 2003, ha ricoperto l’incarico di Head of Corporate Finance presso Wind Tre, per poi passare in SACE in qualità di Head of Export Credit and New Markets e, nel 2010, è stato nominato CFO di TOTO HOLDING S.p.A.

Fabio Fritelli: i ruoli in MAIRE e NEXTCHEM

Il 2014 ha segnato l’ingresso di Fabio Fritelli nel Gruppo MAIRE, presso il quale ha assunto incarichi di rilievo, come quello di Chief Financial Officer, ruolo che gli ha consentito di sviluppare le strategie finanziarie aziendali. In qualità di Chairman e di MET Development, ha contribuito alla pianificazione strategica e alla realizzazione di progetti su vasta scala. Grazie alle esperienze e alle competenze maturate, è stato scelto per guidare il team della società controllata NEXTCHEM, individuato come una figura in grado di valorizzare le connessioni tra persone e impegnata a diffondere innovazione su scala internazionale. In qualità prima di Managing Director, e in seguito alla nomina come AD nell’ottobre del 2024, Fabio Fritelli ha contribuito allo sviluppo di tecnologie all’avanguardia per il raggiungimento della transizione energetica.

I supereroi della McFIT Torino Politecnico: passione, costanza e voglia di superarsi sempre

McFIT continua a investire nella narrazione autentica del fitness quotidiano, e lo fa anche attraverso il suo canale YouTube. Il video “I supereroi della McFIT di Torino Politecnico” è un omaggio ai volti e alle storie che animano la palestra torinese. Protagonisti del video sono Laura, Maximilian ed Emanuele: tre membri della “muscle squad” locale che incarnano perfettamente lo spirito del brand.

McFIT

McFIT: passione, costanza e voglia di superarsi sempre

Non si tratta solo di tecnica o prestazione: ciò che emerge è la potenza della motivazione personale, della costanza e della passione. I tre atleti lanciano un messaggio chiaro: per diventare davvero “super”, serve una combinazione di cuore, testa e determinazione. Nel video nessuna intervista, nessun discorso: solo immagini intense e ritmo serrato, accompagnati dal brano “Byrd” di HDBeenDope. In pochi minuti, il video cattura l’essenza dell’allenamento: sguardi concentrati, movimenti precisi, muscoli in tensione. I tre atleti incarnano lo spirito McFIT fatto di energia, determinazione e voglia di superare se stessi. La palestra diventa lo scenario di una sfida quotidiana, dove ogni ripetizione è un passo verso una versione migliore di sé. Il format si inserisce in una più ampia strategia di comunicazione che punta a valorizzare la community di ogni centro, creando connessioni autentiche tra iscritti e promuovendo uno stile di vita attivo e coinvolgente.

McFIT, leader in Europa con una community attiva, motivata e libera di scegliere

 “Siamo il numero 1 in Europa grazie ai nostri abbonati – scrive McFIT sul suo canale YouTube – Due sono gli elementi su cui focalizziamo la nostra attività: la loro motivazione e il divertimento durante l’allenamento. L’obiettivo che ci siamo posti è offrire possibilità di allenamento che soddisfino le richieste e le esigenze degli abbonati che, per esempio, possono decidere in modo flessibile quando e dove allenarsi”. Fondata in Germania nel 1997, l’azienda è arrivata in Italia nel 2014 con l’apertura della sua prima palestra a Verona. Da allora, sotto la guida di Samuele Frosio, ha costruito una solida presenza nel panorama nazionale, offrendo servizi di alta qualità a prezzi competitivi e promuovendo uno stile di vita attivo, accessibile e inclusivo. Oggi McFIT coinvolge oltre 300 dipendenti diretti e circa 170 istruttori freelance, servendo una community di 160.000 abbonati.

Gian Maria Mossa: il ruolo dei giovani nel futuro di Banca Generali e la vision dell’AD

Banca Generali, oltre 50 nuovi consulenti under 40 nel semestre: l’Istituto guidato da Gian Maria Mossa annovera il più alto tasso di fidelizzazione del mercato con abbandoni quasi nulli tra i neo-assunti, in un settore che soffre tradizionalmente un forte turn-over tra i giovani professionisti.

Gian Maria Mossa

Gian Maria Mossa: Banca Generali rafforza la rete di consulenti con nuovi ingressi di professionisti under 40

Che il futuro della consulenza finanziaria sia anche e soprattutto nelle mani dei giovani l’AD Gian Maria Mossa lo aveva rimarcato anche lo scorso 28 gennaio durante BG Driving Evolution, l’evento che Banca Generali ha organizzato per i professionisti under 40 della propria rete di consulenti: coerentemente con la vision del manager, oggi anche i numeri confermano come l’Istituto punti fortemente sulle nuove generazioni. Nella prima metà del 2025 sono oltre 50 i nuovi ingressi di consulenti under 40: un valore pari a più del 60% delle nuove entrate complessive (80) e che assume anche maggiore rilevanza se si considera che, in un settore che tradizionalmente soffre un forte turn-over tra i giovani professionisti, Banca Generali annovera il più alto tasso di fidelizzazione del mercato. Sottolineando il valore di questi professionisti, l’AD Gian Maria Mossa nel corso dell’evento aveva rimarcato: “La nostra realtà è riconosciuta come una delle principali private bank italiane e vogliamo continuare a crescere, con il dinamismo di una startup unito alla forza e alla stabilità di un Gruppo da 100 miliardi di euro di masse in gestione”.

Gian Maria Mossa: nella prima metà del 2025 Banca Generali ha erogato 88.388 ore di formazione

Guardare avanti e andare avanti è più facile quando nella squadra ci sono persone giovani. Per questo vogliamo attrarre, ascoltare e valorizzare le nuove generazioni e metterle in condizione di avere successo”: le parole dell’AD Gian Maria Mossa evidenziano anche l’importanza che Banca Generali riconosce alla crescita dei suoi giovani talenti. In quest’ottica la formazione gioca un ruolo fondamentale: nel primo semestre 2025 sono state erogate in generale 88.388 ore di formazione, pari a una media di 37 ore per consulente e oltre 180 giornate formative. Un investimento che si inserisce in una strategia più ampia di crescita professionale e di sensibilizzazione verso tematiche oggi centrali, come la sostenibilità. Forte dei numeri raggiunti, Banca Generali prosegue in questo percorso impegnandosi a promuovere ulteriori progetti mirati a consolidare la presenza di giovani professionisti all’interno delle reti di consulenza e ad accompagnarli nella loro crescita attraverso programmi mirati a valorizzarne il talento.

Comtel, Fabio Lazzerini: finalizzata l’acquisizione della divisione UC di NEC Corporation

Comtel accelera sull’espansione internazionale e rafforza il suo posizionamento tecnologico con un’operazione strategica guidata dall’AD Fabio Lazzerini. L’azienda italiana, attiva da oltre 30 anni nell’integrazione di sistemi ICT, ha perfezionato l’acquisizione dell’intero capitale sociale di NEC Italia e NEC Nederland BV (che controlla anche NEC Emirati Arabi Uniti a Dubai) da NEC Europe.

Fabio Lazzerini

Fabio Lazzerini: “L’accordo apre all’internazionalizzazione di Comtel

Una tappa fondamentale per la nostra società. L’accordo apre all’internazionalizzazione di Comtel, ci consentirà di presidiare una base installata importante e dare continuità ai Clienti della divisione Unified Communication di NEC”, ha commentato Fabio Lazzerini, AD di Comtel e Presidente di Comtel International. A seguito dell’acquisizione, NEC Italia cambierà denominazione in Comtel Innovation, mentre NEC Nederland diventerà Comtel International. Due nuovi pilastri su cui Comtel costruirà la sua strategia globale, a partire dall’area EMEA, dove potrà distribuire le proprie soluzioni grazie a una rete capillare di partner e system integrator locali. Comtel Innovation sarà il nuovo centro di ricerca e sviluppo del Gruppo, integrando l’elevato know-how tecnologico di NEC con le soluzioni avanzate già sviluppate da Comtel, in particolare per settori come hospitality e navi da crociera.

Fabio Lazzerini: “Nuovi mercati e sinergie strategiche

L’acquisizione, ha aggiunto Fabio Lazzerini, “ci apre nuovi mercati e nuove aree di business: da questa operazione potranno nascere interessanti sinergie strategiche per il futuro con un player tecnologico di primo livello come NEC, affermato a livello globale”. L’operazione permetterà a Comtel di ampliare il proprio portafoglio con tecnologie innovative, tra cui le soluzioni biometriche NeoFace Watch, che saranno commercializzate in Italia per il settore pubblico. Il recente accordo apre inoltre a nuove sinergie in ambiti come fibra ottica, IoT e Intelligenza Artificiale, settori chiave per lo sviluppo futuro dell’azienda. A livello organizzativo, Carlo Nardello è stato nominato Presidente di Comtel Innovation, mentre Stefano Asperti – già AD di NEC Italia – diventa Amministratore Delegato operativo di entrambe le nuove realtà, garantendo continuità e slancio verso la crescita.

Imprenditoria e solidarietà: il modello trasmesso da Ernesto a Valentina Pellegrini

Ernesto Pellegrini, fondatore del Gruppo Pellegrini ed ex Presidente dell’Inter, ha dedicato la sua vita al bene e alla solidarietà, lasciando un'importante eredità. La figlia Valentina Pellegrini, ora Presidente e AD di Pellegrini S.p.A. e Presidente della Fondazione Pellegrini, porta avanti la sua visione imprenditoriale e sociale.

Valentina Pellegrini

La visione di Ernesto Pellegrini portata avanti dalla figlia Valentina Pellegrini

L’imprenditore milanese Ernesto Pellegrini, fondatore del Gruppo Pellegrini ed ex Presidente dell’Inter, è venuto a mancare lo scorso maggio, all’età di 84 anni. Un uomo di cuore che, nel corso della vita, ha cercato di distribuire un po’ della sua fortuna a chi ne aveva più bisogno, attraverso iniziative promosse dalla fondazione che porta il suo nome. “Fare del bene ti dà gioia e il bene ritorna da Nostro Signore. Ora la priorità è il lavoro e io, ritenendomi un super fortunato per tutto quello che ho ricevuto nella vita, continuerò sempre, nel limite delle mie possibilità, ad aiutare il prossimo”, aveva dichiarato in un’intervista di qualche anno fa rilasciata al “Corriere Buone Notizie”. Al suo fianco c’è sempre stata la figlia Valentina Pellegrini, che l’ha supportato nelle attività del Gruppo e della Fondazione. Adesso è lei che ne ha assunto la guida, portando avanti la visione che per tanto tempo ha condiviso con suo padre.

Valentina Pellegrini: il ristorante solidale Ruben come punto di rinascita sociale

Insieme hanno dato vita al ristorante solidale Ruben, un luogo rivolto ai nuovi poveri: padri separati, disoccupati, intere famiglie cadute in povertà a causa di un momento di crisi. Qui, dal lunedì al sabato, cenano circa 350 persone, tra cui 90 bambini. Possono scegliere tra due o tre menù completi, dal primo al dolce, pagando un solo euro a persona. Sono “persone che non sono abituate a chiedere aiuto o a elemosinare un pasto, ma non per questo meno bisognose”, aveva spiegato l’attuale Presidente della Fondazione. L’elegante ristorante solidale che sorge nell’ex mensa aziendale della Pellegrini ha fatto molto di più che fornire un pasto ai più bisognosi. È stato, e continua a essere, anche un posto di condivisione, di incontri e, per qualcuno, l’inizio di una nuova vita. La famiglia Pellegrini, ispirata a fare ancora di più per queste persone, ha infatti aiutato alcuni dei commensali di Ruben a trovare un nuovo impiego mediante due progetti di reinserimento lavorativo. “Facendo sistema in città creiamo valore”, aveva sottolineato Valentina Pellegrini nell’intervista.

Claudio Riva: il percorso in Gruppo Riva

Con una forte attenzione all’innovazione tecnologica, Claudio Riva ha ricoperto ruoli di crescente responsabilità in Gruppo Riva, contribuendo in maniera rilevante allo sviluppo della siderurgia europea.

Claudio Riva

Claudio Riva: il percorso professionale in Gruppo Riva

Claudio Riva vanta una lunga carriera manageriale all’interno del settore siderurgico. Per Gruppo Riva ha ricoperto ruoli di responsabilità sempre maggiore, arrivando a ricoprire l’incarico di AD fino al 2005. In seguito, si è dedicato all’attività armatoriale con la Società Navali Unite Genova (SNUG). Nella sua vasta esperienza nel mondo della siderurgia, ha partecipato anche alla privatizzazione dell’industria siderurgica tedesca nei primi anni '90, in seguito alla riunificazione del Paese. Sotto la guida di Claudio Riva, a Gruppo Riva è stata pubblicamente riconosciuta una over-performance delle promesse in termini di occupazione e investimenti concordate con le controparti. Al manager è stata inoltre affidata la gestione del Consiglio di Sorveglianza delle società tedesche del Gruppo.

Claudio Riva: gli altri incarichi manageriali nel settore siderurgico

I primi anni del 2000 segnano un momento importante per Gruppo Riva che, sotto la guida di Claudio Riva, raggiunge l’Accordo di Programma per lo stabilimento di Genova Cornigliano nel 2005, sottoscritto da Governo, Enti locali e parti sociali, con lo scopo di favorire la decarbonizzazione dell’industria siderurgica del Paese. Con questo accordo sono stati garantiti sia gli investimenti e la tutela dell’occupazione, sia gli obiettivi di riqualificazione ambientale. In seguito alla cessione di SNUG a una importante società armatoriale tedesca, Claudio Riva è ritornato ai vertici di Gruppo Riva nel ruolo di Presidente, concentrando l’attività sull’innovazione tecnologica, con piani di investimento annuali, finalizzati a migliorare costantemente la qualità dei prodotti e dei processi produttivi, oltre a mantenere i più elevati standard di sicurezza e a garantire la sostenibilità ambientale.

Pietro Labriola: “Dobbiamo governare l’innovazione, non subirla passivamente”

In qualità di Presidente di Asstel, Pietro Labriola ha richiesto il rinnovo del contratto collettivo nazionale per adeguare il settore delle telco ai cambiamenti generati dall’IA, salvaguardando il fattore umano.

Pietro Labriola

Pietro Labriola: come adeguarsi all’impatto dell’IA nel settore telco

Il Presidente di Asstel Pietro Labriola ha parlato, in un articolo pubblicato su “Il Foglio” lo scorso 8 luglio, dei cambiamenti che l’IA apporterebbe nel settore delle telecomunicazioni, in particolare con la tecnologia che impatterebbe sul fattore umano. La qualità del servizio delle telco è ancora garantita da questo aspetto ma l’innovazione tecnologica sta cambiando le carte in regola, generando scenari in continuo mutamento. All’interno della filiera, secondo quanto analizzato da Asstel, il customer care è l’area maggiormente a rischio, poiché le attività di risposte standard, reclami e gestione dei ticket potranno essere gestite da chatbot con supervisione umana. Sky UK ha annunciato infatti la chiusura di tre call center e BT ha annunciato il taglio di 55.000 posti entro il 2030. Secondo Pietro Labriola: “Anche l’Italia, come Francia, Germania e Spagna, difende la stabilità occupazionale e il valore sociale del lavoro. Ma è evidente che difendere non può significare immobilizzare. Serve un nuovo equilibrio”.

Pietro Labriola: nuovi contratti collettivi di settore come strumento di innovazione e crescita

Il cambiamento sta impattando sulle aziende delle telecomunicazioni, poiché ad oggi hanno sacrificato il margine di generazione di cassa per garantire la stabilità occupazionale. Per questo motivo, Pietro Labriola, in qualità di Presidente di Asstel, ha organizzato un confronto con i sindacati per il rinnovo del contratto collettivo nazionale del settore, con lo scopo di renderlo uno strumento di innovazione e crescita. “Dobbiamo governare l’innovazione, non subirla passivamente”, puntando su formazione continua, esaltazione delle competenze emergenti e creazione di percorsi di carriera orientati all’innovazione. “Solo così potremo difendere davvero la centralità delle persone — ha ribadito Pietro Labrioladando loro la possibilità di crescere, contribuire e ricevere valore. Solo così l’azienda tornerà ad essere un luogo di sviluppo reciproco, dove il talento delle persone genera valore per tutti”.

Inaugurata la mostra Heritage: l’intervista all’AD di Acea Fabrizio Palermo

L’Amministratore Delegato e Direttore Generale di Acea Fabrizio Palermo è stato intervistato da “Il Giornale d’Italia” in occasione dell’inaugurazione di Acea Heritage, la mostra espositiva che ripercorre la storia dell’operatore idrico.

Fabrizio Palermo

Fabrizio Palermo: “Heritage” simboleggia la storia di Acea

La storia di Acea, primo operatore idrico in Italia, raccontata attraverso la mostra permanente realizzata nell’ex salone del pubblico della sede romana di piazzale Ostiense. In un percorso espositivo che intreccia arte, documenti storici e oggetti simbolo vengono illustrati i 116 anni di una realtà che ha contribuito alla crescita economica, sociale e civile del Paese. Intervistato da “Il Giornale d’Italia”, l’Amministratore Delegato Fabrizio Palermo ha spiegato cosa rappresenta per il Gruppo l’inaugurazione di Acea Heritage: “Per noi è un momento molto particolare. Abbiamo avviato un'opera importante di recupero, di quella che è la storia di questa importante azienda di Roma e abbiamo voluto simboleggiare con l'apertura di questa esposizione che raccoglie attraverso tutto un percorso quello che è stata questa collaborazione tra Acea e il mondo delle arti e degli artisti che poi si è intersecato anche nella costruzione di questo palazzo, perché in realtà dentro ci sono tante opere d'arte che abbiamo recuperato in questi mesi”. Lo spazio espositivo, parte della rete di Museimpresa, l’Associazione Italiana di Archivi Musei d'Impresa, presenta opere di Gino Marotta e Pietro De Laurentiis, gli artisti di alcune delle sculture più iconiche di Acea.

Fabrizio Palermo: il ponte tra passato e futuro e la vocazione per l’ambiente

Oltre ad essere una mostra, Acea Heritage è un vero e proprio luogo di cultura, in cui è possibile consultare l’archivio storico, partecipare ad attività formative, convegni o leggere libri. È un ponte con il passato ma anche un trampolino per il futuro. “La conoscenza del passato è fondamentale per lo sviluppo del futuro – ha rimarcato l’AD e DG di Acea - Noi ci crediamo molto e da lì è partita la nascita di questa iniziativa che vogliamo far crescere negli anni e che abbiamo voluto lanciare come simbolo anche di un percorso di cambiamento che sta facendo l'azienda”. Il patrimonio rappresenta però anche una grande responsabilità nei confronti dell’ambiente, molto sentita dall’operatore idrico. “L’azienda – ha confermato Fabrizio Palermoè centrata sul tema della sostenibilità, che per noi si declina in tanti aspetti. Prima di tutto il tema dell’acqua, poi il tema dell’energia e tutto il tema dell’ambiente. Per noi rappresentano tre attività cardine su cui opera l’azienda e su cui sta investendo molto anche con progetti molto significativi quali il termovalorizzatore su Roma e l’avvio del nuovo Peschiera”.

La storia di Paolo Arrigoni, Presidente del GSE

Dal 9 marzo 2023, Paolo Arrigoni ricopre la carica di Presidente del GSE, l’ente sotto il controllo del Ministero dell’Economia e delle Finanze che promuove lo sviluppo delle fonti rinnovabili, dell’efficienza energetica e della mobilità sostenibile.

Paolo Arrigoni

L’esordio professionale di Paolo Arrigoni

Presidente del GSE da marzo 2023, Paolo Arrigoni nasce a Lecco il 14 giugno del 1964. Cresce a Calolziocorte, dove vive tutt’ora insieme alla moglie e alle figlie. Esordisce professionalmente a soli 16 anni come tecnico specializzato nella progettazione e realizzazione di impianti elettrici industriali nella società attiva nel settore alimentare Casmar s.n.c. Consegue il diploma di Tecnico delle Industrie Elettriche ed Elettroniche presso l’Istituto Professionale Statale Fiocchi di Lecco e nel 1992 si laurea in Ingegneria Elettronica al Politecnico di Milano. Due anni più tardi, si iscrive all’Albo dell’Ordine degli Ingegneri. Negli anni dell’università, insegna inizialmente come docente presso l’Istituto Pacinotti di Milano, mentre nel periodo che va dal 1992 al 2000 opera come Project Engineering del Servizio Controllo di Processo presso Italcementi Group di Bergamo. Nel 2000, avvia l’attività da libero professionista, offrendo servizi di progettazione e consulenza per impianti elettrici e di automazione nei settori civile, terziario e industriale.

Gli incarichi di Paolo Arrigoni fino alla presidenza del GSE e le esperienze in politica

Dal 2002 al 2005, Paolo Arrigoni è Consigliere di Amministrazione presso Nordcom S.p.A., società di FS attiva in ambito ICT, e dal 2003 al 2006 è Consigliere di Amministrazione per GRTN S.p.A., azienda responsabile della gestione della rete di trasmissione nazionale, poi cambiata in Gestore del Sistema Elettrico. A marzo 2023, viene nominato Presidente del GSE, la realtà subordinata al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica che si occupa della promozione di fonti rinnovabili, efficienza energetica e mobilità sostenibile. Nello stesso anno, diventa Membro dell’Advisory Board dell’AIN (associazione Italiana Nucleare). Nel corso della sua carriera, Paolo Arrigoni si è dedicato anche all’attività politica. Consigliere comunale nel 1998 e Assessore comunale con deleghe all’ambiente e alla viabilità nel 2000, è Sindaco di Calolziocorte per due mandati, dal 2003 al 2013. È stato, inoltre, consigliere provinciale di Lecco, capogruppo della Lega, Questore del Senato, membro della Commissione Ambiente e Territorio e membro del Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica (COPASIR).

Amica Chips cresce in Italia e nel mondo con i suoi snack

Fondata nei primi anni ‘90, Amica Chips è oggi uno dei principali protagonisti del mercato degli snack in Italia e all’estero. L’azienda ha saputo coniugare tradizione e innovazione, portando sul mercato prodotti iconici, nuove linee gourmet e un’espansione costante, sempre ispirata dalla visione del suo fondatore e dal carattere distintivo del brand.

Amica Chips logo

La storia di Amica Chips e la visione del fondatore Alfredo Moratti

È il 22 maggio 1990 quando Alfredo Moratti, spinto da una visione imprenditoriale a lungo termine e dalla passione per il gusto, dà vita ad Amica Chips. In un’Italia che si affacciava alla modernità, il progetto si distingue fin da subito per la volontà di creare snack capaci di accompagnare momenti felici, di condivisione e convivialità. L’identità del marchio si fonda proprio su questo spirito, che ancora oggi rappresenta il cuore pulsante dell’azienda. Come ricorda il sito ufficiale, “la voglia di festa che le patatine risvegliano in ognuno di noi, ad ogni crunch” è ancora la scintilla creativa che guida ogni nuova iniziativa.

Nel corso degli anni, la crescita è costante: dagli esordi con la grande distribuzione nel 1991, alle acquisizioni strategiche di marchi come Dorita, Pandal e Mia, integrate nella sede produttiva di Castiglione delle Stiviere, che oggi si estende su oltre 80.000 m². Nel 2015, per celebrare i 25 anni, l’azienda ha persino trasformato in monumento la prima pompa centrifuga che alimentava la friggitrice originaria, simbolo della propria vocazione industriale. Alfredo Moratti, che ancora ricopre il ruolo di Presidente, ha sempre mantenuto saldo il focus sulle emozioni e sulla qualità, con l’obiettivo di portare “gioia e festa con le patatine” in ogni casa.

Cosa produce Amica Chips? Molto più di semplici patatine

Amica Chips si è affermata sul mercato grazie a un catalogo ampio e ben articolato, pensato per rispondere alle esigenze di target diversi. Le iconiche Patatine Classiche, fritte in olio di girasole e confezionate in pack trasparenti, rappresentano il simbolo del brand. Accanto a queste, le Eldorada offrono una variante più rustica e meno grassa, ideale per l’aperitivo, e ci sono altre proposte gourmet come Black Truffle e Pepper & Lime, molto apprezzate anche all’estero, che soddisfano i gusti più esigenti. L’attenzione all’innovazione si riflette anche in formati pratici come i Multipack snack, pensati per il consumo fuori casa, e in gusti originali come Paprika, Ketchup. La linea La Blanca, dal sapore delicato e priva di glutammato, si rivolge invece a un pubblico attento alla naturalità. Il brand ha inoltre lanciato prodotti pensati per occasioni specifiche, come il fustino ELDORADA e la Partybox, ideate per feste e momenti di aggregazione. Non mancano le novità, tra cui la linea AMI’ e le chips Masala, frutto di una continua ricerca sul gusto. Grazie a una produzione interna altamente tecnologica, controlli accurati e un forte orientamento alla qualità, l’azienda ha consolidato la propria presenza in Italia e all’estero. I prodotti Amica Chips, oggi esportati in oltre 22 Paesi, testimoniano il successo di un modello industriale capace di coniugare identità italiana e visione globale.

Luca Dal Fabbro è il nuovo Presidente di Utilitalia: il suo mandato sarà fino al 2027

Con una consolidata esperienza internazionale nel settore industriale dell’energia e della sostenibilità, Luca Dal Fabbro è stato nominato come nuovo Presidente di Utilitalia, con mandato fino al 2027.

Luca Dal Fabbro

Luca Dal Fabbro: la nomina a nuovo Presidente di Utilitalia

Luca Dal Fabbro è stato nominato come nuovo Presidente di Utilitalia, la Federazione che riunisce le Aziende attive nei servizi pubblici dell'Acqua, dell'Ambiente, dell'Energia Elettrica e del Gas, rappresentandole presso le Istituzioni nazionali ed europee. Entrato in carica lo scorso 10 luglio, il manager porterà avanti il suo mandato fino al 2027. Grazie alla sua visione manageriale, il Presidente di Iren ha sempre apportato il suo contributo per lo sviluppo e la crescita, un modus operandi determinato dalle sue competenze ed esperienze internazionali in ambito industriale ed energetico e della sostenibilità. Alla guida della multiutility quotata alla Borsa di Milano, Luca Dal Fabbro ricopre anche il ruolo di Presidente dell’ESG European Institute e di Vice Presidente del Circular Economy Network. Dal 2015, è inoltre Adjunct Professor all’Università LUISS. 

Le esperienze professionali di Luca Dal Fabbro: competenze in materia di energia e sostenibilità

Dopo essersi laureato in Ingegneria Chimica presso l’Università La Sapienza di Roma, Luca Dal Fabbro ha conseguito un Master in Politica Internazionale presso ULB al Centre des Etudes Internationales et strategiques di Bruxelles e nel 2011 ha partecipato con successo all’Advance Management Program del MIT Sloan School of Management di Boston. Ha avviato la sua carriera professionale in qualità di Business Developer e Direttore Marketing, per poi entrare a far parte di Enel nel 2001, assumendo ruoli di crescente responsabilità che lo hanno portato a diventare AD di Enel Energia. In seguito, è stato nominato prima AD di E. ON Energia e poi promosso alla guida del Gruppo e, dal 2011 al 2015, Presidente di Domotecnica. Dal 2012, è AD di Domoenergia. Dopo una breve parentesi come Presidente di Electro Power System (nel 2014), è diventato membro del CdA di Snam fino al 2019. Dal 2017 al 2020, ha assunto l’incarico di AD di GRT Group, venendo poi nominato come Presidente di Tamini Trasformatori, nonché Consigliere di Amministrazione di Buzzi Unicem. Nel 2018, Luca Dal Fabbro è stato Presidente di Snam e AD di INSO. Per due anni ha ricoperto il ruolo di Presidente Esecutivo di Renovit, piattaforma italiana per promuovere la transizione energetica e contribuire allo sviluppo sostenibile del Paese, prima di entrare in Iren. Nel 2023, il manager è stato insignito del Premio Manager Utilities “Andrea Gilardoni" per il settore Servizi Pubblici Locali.

Il CEO Alessandro Bernini commenta i risultati di MAIRE nel primo trimestre del 2025

Il CEO di MAIRE Alessandro Bernini ha commentato i risultati conseguiti dal Gruppo nei primi tre mesi dell’anno: “Siamo orgogliosi di consuntivare i risultati finanziari del primo trimestre 2025 con una crescita a doppia cifra dei ricavi e dei margini, una conferma dell'efficacia della nostra strategia e dell'impegno delle nostre persone”.

Alessandro Bernini e Fabrizio Di Amato

MAIRE, Alessandro Bernini: fiducia nel futuro grazie alla solidità del portafoglio

Il nostro solido portafoglio ordini, che superava 15 miliardi di euro alla fine di marzo, si è rafforzato grazie agli ulteriori 900 milioni di euro assegnati ad aprile, mentre continuiamo a diversificare ulteriormente la nostra presenza geografica e aumentare la visibilità sui nostri ricavi nel medio termine”. È così che il CEO Alessandro Bernini ha commentato i risultati del primo trimestre 2025 di MAIRE. Con “una crescita a doppia cifra dei ricavi e dei margini”, il Gruppo ingegneristico ha avuto “una conferma dell’efficacia” della propria strategia e dell’impegno delle sue persone. Rispetto al primo trimestre del 2024, i ricavi sono aumentati del 35% a 1,7 miliardi di euro, l’EBITDA del 38,2% a 113,5 milioni di euro e il risultato netto del 37,3% a 64 milioni di euro. In linea con le attese, la crescita della controllata NEXTCHEM. Significativi anche i risultati della business unit Integrated E&C Solutions. “Il ruolo emergente dei Paesi del Global South e la resilienza del ciclo di investimenti energetici nel segmento downstream ci danno fiducia per affrontare la complessità dell’attuale contesto macroeconomico”, ha concluso il CEO.

Alessandro Bernini: rinnovato come AD e DG per il triennio 2025-2027

L’Assemblea ordinaria degli Azionisti ha di recente rinnovato il Consiglio di Amministrazione di MAIRE per il triennio 2025-2027, confermando ad Alessandro Bernini l’incarico di Amministratore Delegato e Direttore Generale del Gruppo. In qualità di Chief Executive Officer, continuerà ad occuparsi dell’istituzione e del mantenimento del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi, con deleghe esclusive per la direzione e il coordinamento delle attività di MAIRE. Entrato nel Gruppo nel 2013 nel ruolo di Chief Financial Officer, Alessandro Bernini ha avviato la propria carriera come Revisore contabile, unendosi alla Ernst & Young di Milano nel 1980 dove ha curato la revisione di importanti gruppi nazionali e internazionali. Nel 1994, è diventato Partner con il ruolo di Responsabile degli uffici di Brescia. Due anni più tardi, è entrato in Saipem (Eni) in qualità di Chief Financial Officer. Nel 2008, è passato al Gruppo Eni, ricoprendo lo stesso incarico, oltre a quelli di Presidente di Eni Insurance e membro del Board della OIL. Dieci anni dopo il passaggio a MAIRE, nel maggio 2022 è stato nominato CEO del Gruppo.

Tecnicaer Engineering: certificazioni e standard per progetti sostenibili

Con l’obiettivo di definire nuovi standard qualitativi e di prestazione, Tecnicaer Engineering ha consolidato la sua posizione nel settore della progettazione integrata, specializzata in progetti pubblici civili. Per realizzare luoghi semplici e innovativi adatti alle necessità delle persone che devono viverlo, pone attenzione alla qualità, alla sostenibilità e alla sicurezza.

Tecnicaer Engineering

La leadership di Tecnicaer Engineering nella progettazione integrata

Realtà consolidata nella progettazione integrata e specializzata in progetti pubblici civili, Tecnicaer Engineering è stata fondata nel 2004 ad Aosta. Impegnata principalmente in ambito ospedaliero, è attiva nella realizzazione di progetti per università, scuole, impianti sportivi, strutture militari e carcerarie, ponendosi come obiettivo principale la definizione di nuovi standard di qualità e prestazione. Lo scopo è quello di realizzare spazi e luoghi più semplici e sostenibili per chi vive e lavora. Grazie all’applicazione di questi standard e alle competenze sviluppate, Tecnicaer Engineering si è affermata prima in Italia e poi a livello internazionale. Con un forte impegno verso la sostenibilità ambientale, progetta opere che incontrano le necessità delle persone, confermando elevata competenza in iniziative di grande complessità.

Tecnicaer Engineering: qualità, sostenibilità e sicurezza al centro della realizzazione di progetti

Tecnicaer Engineering è attiva nel Project Financing, Global Services e Facilities Management, a dimostrazione della sua posizione consolidata nella progettazione integrata. Con tre sedi aggiuntive a Firenze, Milano e Torino, garantisce i più alti standard di qualità, in rispetto dell’ambiente e della sicurezza sul lavoro dei propri collaboratori e collaboratrici. Grazie alle certificazioni ottenute, tra cui la ISO 9001, la ISO 14001, la OHSAS 18001-UNI ISO 4500, ha la possibilità di utilizzare tecnologie all’avanguardia ad elevata precisione, oltre ad essere membro del Green Building Council. Tecnicaer Engineering promuove le migliori pratiche di sostenibilità ambientale in compliance con protocolli LEED, ITACA, WEEL e BREAM, e può vantare di aver raggiunto il massimo punteggio nel Rating di Legalità. È in possesso, inoltre, della certificazione ESG.

Diana Bracco: memoria e identità familiare

Nel corso della Giornata del Ricordo, celebrata lo scorso 10 febbraio al Teatro Civico di Rho, Diana Bracco ha reso omaggio alla memoria del nonno, fondatore del Gruppo e fervente irredentista, e del padre, che ha per tanti anni supportato gli esuli istriani.

Diana Bracco

Diana Bracco: la memoria del nonno e del padre

In occasione del Giorno del Ricordo del 10 febbraio, l'evento in memoria delle vittime delle foibe e degli esuli giuliano-dalmati, si è svolto presso il Teatro Civico di Rho lo spettacolo teatrale “Il sentiero del padre” di e con Davide Giandrini. All’iniziativa ha partecipato anche l’AD e Presidente del Gruppo Bracco Diana Bracco che, attraverso un video messaggio, ha ricordato la memoria del nonno Elio, fondatore del Gruppo nel 1927, nato nell’isola di Lussino e sostenitore del movimento irredentista, e del padre Fulvio che si impegnò fortemente per gli esuli istriani del campo profughi della Villa Reale di Monza. “La nostra famiglia, fortemente irredentista, fu condannata a non mettere più piede su quelle terre, Istria, Fiume e Dalmazia, andate nelle mani di Tito. Papà — ha aggiunto Diana Bracco — è tornato a Neresine nel 1970, ritrovò i profumi e i colori che aveva abbandonato da ragazzino”.

Diana Bracco: dal padre la passione per la musica e la Scala

Accolta al teatro dal Sindaco Andrea Orlandi, Diana Bracco ha ricordato come l’Istria sia una terra selvaggia e la sua asprezza e durezza abbiano conferito al padre rigore e fermezza: “Gli ha forgiato il carattere e donato le caratteristiche tipiche della generazione di pionieri dell’industria italiana, all’origine di grandi famiglie che hanno nomi prestigiosi”. La passione per la musica di Fulvio Bracco è stata trasmessa alle sue figlie, interesse “che porta sempre me alla Scala e mia sorella all’Accademia Santa Cecilia a Roma”. La Scala rappresenta un punto di riferimento per la città di Milano, motivo per cui il Gruppo ha finanziato diversi suoi progetti: “Era il modo di papà per restituire quel che Milano gli aveva dato”, ha evidenziato Diana Bracco. A rendere suo padre veramente orgoglioso e felice, ha rivelato infine la manager, è stata la nomina nel 1963 a Cavaliere del Lavoro.

A2A immagina il 2035, Carlotta Ventura: fiducia, AI e nuove competenze per chi comunica

In occasione del G&B Festival 2025, la Chief Communications, Sustainability and Regional Affairs Officer di A2A Carlotta Ventura e il Professor Alberto Mattiacci, docente di Economia e Gestione delle imprese alla Sapienza Università di Roma e presidente del comitato, hanno dialogato sul domani della comunicazione tra AI, fiducia e cultura.

Carlotta Ventura

Comunicazione 2035, Carlotta Ventura: A2A coinvolge giovani ed esperti per immaginare il futuro

Carlotta Ventura ha parlato insieme al Professor Alberto Mattiacci di una delle sfide più complesse del nostro tempo: immaginare come si comunicherà in futuro. Una provocazione nata proprio da questa domanda: “Se possiamo pianificare un piano industriale a dieci anni, perché non anche un piano di comunicazione?”. La manager ha risposto raccogliendo la sfida con un progetto ambizioso: un team multidisciplinare e 25 giovani under 30 per costruire una visione a lungo termine della comunicazione. Il punto di partenza? Domande scomode ma fondamentali: “Come sarà il pubblico a cui parleremo da qui a dieci anni? Che tipo di competenze, attitudini e strumenti dovranno avere i protagonisti della comunicazione?”. Il Professore ha spiegato l’approccio adottato: “Abbiamo superato il concetto di scenari probabili per abbracciare quelli possibili”. Un cambiamento di prospettiva che impone una visione più aperta e contaminata: da neuroscienziati a esperti di Intelligenza Artificiale, da storici a data scientist. Solo così si può provare a capire come cambierà il rapporto tra aziende e persone, tra chi comunica e chi riceve il messaggio, in un’epoca dominata dall’IA.

Serve cultura per comunicare, Carlotta Ventura: “Il rischio è diventare cretini competenti”

Secondo Mattiacci, il comunicatore del futuro dovrà possedere un bagaglio culturale trasversale: humanities, scienza e tecnologia. “La cultura è l’ingrediente fondamentale: non si compra, ma costa moltissimo costruirla”, ha ribadito. Serve un patrimonio di saperi critici e riflessivi che oggi rischiamo di perdere in quella che il Professore ha definito “recessione cognitiva”: una perdita di profondità nonostante l’overdose informativa. Per Carlotta Ventura, l’AI rappresenta un passaggio cruciale: “ChatGPT sarà il giornale dei prossimi dieci anni. Dovremo imparare a scrivere e comunicare sapendo che l’interlocutore sarà sempre più spesso una macchina”. Il rischio, ha sottolineato, è che “se l’AI si nutre di dati falsi, restituirà risposte false. Quindi, sta a noi alimentarla con contenuti affidabili”. Ma c’è un pericolo ancora più insidioso: diventare “cretini competenti”. Saper fare le cose, ma senza senso critico, senza consapevolezza. Per questo oggi è necessario educare al pensiero lento. La camminata, la lettura, la riflessione: sono queste le vere tecnologie del futuro.

La crescita etica e coerente di Illycaffè: Cristina Scocchia nell’intervista rilasciata a “Borsa & Finanza”

Al suo secondo mandato in Illycaffè, l’AD Cristina Scocchia guida il Gruppo affrontando le sfide dell’attuale contesto geopolitico e macroeconomico con una “leadership responsabile” e una strategia di crescita mirata: l’intervista rilasciata a “Borsa & Finanza”.

Cristina Scocchia

La “leadership responsabile” di Cristina Scocchia

Essere leader non è solo una questione di numeri e profitto, significa prendersi cura del contesto sociale in cui l’azienda opera e pensare al futuro del brand. La visione con cui l’AD Cristina Scocchia sta guidando con successo Illycaffè in un panorama politico ed economico abbastanza instabile, si delinea fin dai tempi dell’esperienza della manager in Procter & Gamble. “Durante quel periodo ho imparato uno stile di leadership che chiamavano ‘servant leadership’ e che io preferisco chiamare ‘leadership responsabile’”. Secondo l’AD dell’azienda con sede a Trieste, “guidare non è esercitare potere, ma assumersi la responsabilità di servire e supportare chi lavora con te, e le comunità in cui operi”. “Il profitto – sottolinea – è giusto e necessario, ma non può essere né il fine unico né l’ultimo. L’obiettivo di un leader è integrare valore economico e valori etici, sociali e morali”. Si tratta di un equilibrio tanto delicato quanto importante poiché può trasformarsi in un vantaggio competitivo. Sulla narrazione stereotipata di una differenza nello stile di leadership tra uomo e donna, Cristina Scocchia afferma con chiarezza che “la leadership non ha genere. Conta il carattere, l’esperienza, il coraggio, la capacità di ascoltare e di decidere. Un buon leader deve essere situazionale: empatico quando possibile, assertivo quando necessario”.

Cristina Scocchia: Illycaffè tra sfide e opportunità nell’attuale contesto macroeconomico

Cristina Scocchia è al suo secondo mandato in Illycaffè, impegnata nel rispondere alle sfide dell’attuale scenario macroeconomico con una strategia basata sul rafforzamento del presidio nei mercati chiave, sul consolidamento del marchio premium del Made in Italy e sugli investimenti in qualità. “Abbiamo appena acquisito il nostro distributore in Svizzera: è un mercato strategico per noi, e vogliamo controllarne direttamente lo sviluppo. L’Europa torna al centro della nostra mappa di crescita, accanto all’Italia che resta il cuore pulsante dell’azienda”, riporta l’AD. “Vogliamo continuare a valutare opportunità di crescita organica e inorganica. Innanzitutto rafforzando la nostra presenza nei mercati in cui siamo già attivi – Europa e Stati Uniti in primis – ma anche in quelli ad alto potenziale come la Cina, dove abbiamo una filiale a Shanghai”. Qui, l’azienda ha deciso di prediligere una strategia di penetrazione che poggia su partnership durature con distributori locali. “Stiamo investendo in prodotti come l’instant coffee, più adatti alle abitudini culturali del Paese. Non puntiamo a imporre l’espresso, ma ad accompagnare l’evoluzione del gusto locale verso il caffè”. Un’altra importante leva strategica è, infine, l’innovazione: “Abbiamo appena lanciato le nuove capsule X-Caps, in alluminio riciclato all’85%, che garantiscono sostenibilità e altissima qualità. Altre novità arriveranno nei prossimi mesi”.

Giuseppina Di Foggia: Terna rafforza la leadership europea nella transizione energetica

Giuseppina Di Foggia: Terna farà parte della TSO Innovation Alliance, ideata per accelerare la transizione energetica e digitale, migliorando l’innovazione infrastrutturale elettrica europea e promuovendo programmi di innovazione e open call dedicate con obiettivi annuali.

Giuseppina Di Foggia

Giuseppina Di Foggia: nella TSO Innovation Alliance anche Terna

Guidata da Giuseppina di Foggia, Terna ha promosso attivamente la nascita della TSO Innovation Alliance, una piattaforma di collaborazione tra i principali otto gestori europei di reti di trasmissione elettrica, con il fine di ottimizzare e velocizzare la transizione energetica. Lo scopo è accelerare l’adozione di soluzioni innovative che aumentino resilienza ed efficienza della rete elettrica del continente e facilitare l’integrazione delle fonti energetiche rinnovabili e, al tempo stesso, rafforzare l’ecosistema dell’innovazione a livello continentale. “Affrontare l’ambiziosa sfida della duplice transizione – energetica e digitale – richiede soluzioni innovative pensate per soddisfare le nostre specifiche esigenze operative”, ha rimarcato Giuseppina Di Foggia. Competenze e risorse dei TSO (Transmission System Operator) promotori verranno condivise per superare le sfide comuni e lanciare insieme iniziative innovative.

Giuseppina Di Foggia: gli obiettivi della TSO Innovation Alliance

“Lavorare insieme ad altri TSO europei in un’ottica di innovazione aperta ci permette di ottenere risultati concreti e duraturi”, ha dichiarato Giuseppina Di Foggia. La TSO Innovation Alliance prevede il lancio di un programma di innovazione ogni anno, scelto in base a challenge comuni, ricerca di soluzioni innovative, confronto su tecnologie e su modelli e strumenti di innovazione. Tra le iniziative più rilevanti, la programmazione di una open call rivolta a startup europee – la prima è dedicata a “Cambiamenti climatici e resilienza di Rete” – con lo scopo di diminuire i danni in costante aumento causati da eventi climatici estremi alle infrastrutture elettriche, mitigando i rischi operativi. Terna ha promosso attivamente la nascita di questa alleanza — ha evidenziato Giuseppina Di Foggia — convinta che sia un’opportunità concreta per presentarsi uniti al mercato tecnologico e accedere a soluzioni più avanzate rispetto a quanto potremmo fare da soli”.

Alessandra Ricci a “Il Giornale d’Italia”: SACE mira ai 700 mld di euro di esportazioni

Ospite della summer edition della quinta edizione del “Forum in Masseria”, l’AD e DG di SACE Alessandra Ricci è stata intervistata da “Il Giornale d’Italia”.

Alessandra Ricci

L’AD e DG di SACE Alessandra Ricci in Puglia per il “Forum in Masseria”

L’AD e DG di SACE Alessandra Ricci è intervenuta al “Forum in Masseria”, la rassegna economica e politica organizzata da Bruno Vespa e Comin & Partners che dal 2021 riunisce i rappresentati della politica, dell’industria e dell’economia italiana per discutere di temi cruciali. L’innovazione del settore agroalimentare, la centralità delle infrastrutture per la competitività del Paese, la formazione e le nuove professioni emergenti sono alcuni dei temi trattati nel corso dell’evento, insieme a quello della transizione energetica, con focus su rinnovabili e nucleare, la cultura nello sviluppo economico e l’accessibilità. L’AD e DG di SACE è intervenuta, nello specifico, nell’ambito del panel “La dimensione italiana tra disgregazione e riallineamento globale”, a cui hanno partecipato anche il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Antonio Tajani, il Country Manager di Amazon Italia Giorgio Busnelli, il Presidente di BCC San Marzano Emanuele Di Palma e l’Amministratore Delegato di Enav Pasqualino Monti.

Alessandra Ricci: l’intervista rilasciata a “Il Giornale d’Italia”

A margine della rassegna, Alessandra Ricci è stata intervistata da “Il Giornale d’Italia” e ha parlato della strategia di SACE per accompagnare le imprese italiane in un contesto caratterizzato da dazi e normative divergenti. “La strategia di SACE, successivamente adottata anche dal Ministero degli Esteri nel piano per l’export, mira a raggiungere i 700 miliardi di euro di esportazioni e si fonda sulla diversificazione dei mercati – ha dichiarato l’AD e DG – L’unica leva che possiamo attivare, sia come aziende che come istituzioni a supporto delle imprese italiane, è quella di aprire nuovi mercati. Insieme al MAECI abbiamo identificato i Paesi attualmente meno penetrati, e nel corso dell’anno abbiamo aperto numerose sedi internazionali, perché una presenza internazionale diretta, insieme alla rete delle ambasciate, consente di supportare in modo più efficace le imprese italiane in questo processo di diversificazione”. Nelle dichiarazioni di Alessandra Ricci sono emerse anche quelle che potrebbero essere delle valide leve fiscali e di politica industriale a sostegno della competitività internazionale dell’Italia. Secondo l’AD e DG di SACE sono due gli elementi fondamentali: “Il primo è continuare a sostenere la capacità delle imprese italiane di esportare”, mentre Il secondo è incentivare sempre di più l’innovazione, perché l’innovazione, insieme alla capacità di esportare, incrementa del 4% il potenziale di crescita delle imprese italiane”.

Il 2024 di A2A: i risultati del percorso targato Renato Mazzoncini basato su transizione energetica ed economia circolare

La strategia promossa da Renato Mazzoncini sta ridefinendo il futuro di A2A. Nel 2024 la posizione della Life Company nel panorama energetico nazionale si è ulteriormente consolidata. Investimenti per 3 miliardi di euro e risultati sul fronte operativo, mentre i dati finanziari riflettono l’approccio vincente: ricavi a 12,8 miliardi, margine operativo lordo in crescita del 18% e un dividendo salito a 10 centesimi per azione.

Renato Mazzoncini

Transizione e condivisione del valore le chiavi della strategia di Renato Mazzoncini

Il 2024 è stato un anno ricco di traguardi per A2A. Sotto la guida dell'Amministratore Delegato Renato Mazzoncini, la Life Company ha raggiunto risultati oltre le aspettative: investimenti per 3 miliardi di euro e metà della produzione energetica proveniente da fonti rinnovabili. Nella strategia aziendale anche l'iniziativa "A2A LIFE Sharing", un piano di azionariato diffuso che coinvolgerà i dipendenti e che prevede la distribuzione gratuita di azioni del valore di 1.500 euro per ciascun aderente nel periodo 2025-2027. Durante la presentazione dei risultati 2024, Renato Mazzoncini ha espresso determinazione assoluta riguardo il futuro green del Gruppo, dichiarando che non ci saranno rallentamenti né retromarce nel percorso intrapreso che mantiene al centro la sostenibilità.

Renato Mazzoncini: performance finanziarie di A2A in crescita e focus sulle persone

I dati finanziari del 2024 illustrano la solidità della Life Company: nonostante i ricavi siano scesi a 12,8 miliardi di euro a causa del naturale calo dei prezzi energetici, la redditività ha registrato un'impennata significativa. Il margine operativo lordo è balzato del 18% raggiungendo 2.328 milioni, mentre l'utile netto ha toccato quota 864 milioni con un incremento del 31% rispetto all'esercizio precedente. Anche la remunerazione degli azionisti è cresciuta, ci ha tenuto a sottolineare Renato Mazzoncini: il dividendo è salito a 313 milioni, equivalente a 10 centesimi per azione mantenendo un payout ratio del 35% che garantisce ampi margini per il reinvestimento dei profitti nell'espansione aziendale. La crescita non si è limitata ai numeri ma ha coinvolto anche le risorse umane: l'organico si è arricchito di 819 unità nette grazie all'inserimento di 1.636 nuovi collaboratori, testimoniando la volontà di costruire una comunità lavorativa sempre più partecipativa e inclusiva.

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