Gianni Prandi: “Gli italiani favorevoli alle misure di fact checking per contrastare la disinformazione”

Le fake news? Un fenomeno insidioso che continua a propagarsi in Rete nonostante le misure di fact checking sempre più attente: Gianni Prandi espone i dati di Vidierre sulla percezione della disinformazione su internet, mostrando come l’esigenza di strumenti di controllo più efficaci sia sempre più sentita tra gli italiani.

Gianni Prandi

Gianni Prandi: “Le fake news? Problema che preoccupa gli italiani”

Dai dati emerge come l’opinione pubblica sia preoccupata per la divulgazione delle fake news e per il loro persistere sulla Rete”: ad affermarlo è Gianni Prandi, Fondatore e Membro del CdA di Vidierre, che osserva come gli italiani siano sempre più in allarme per la diffusione incontrollata della disinformazione sui social e sul web. Attraverso sofisticate tecniche di analisi dei media, Vidierre è stata infatti in grado di studiare questo insidioso fenomeno, indagando la percezione pubblica nel Paese attraverso dettagliate statistiche. Desta particolare preoccupazione il fatto che le notizie false siano apparentemente immuni da qualsiasi forma di rettifica: “La mancanza di tempo, voglia o strumenti per verificare l’attendibilità di una notizia permette alle fake news di diffondersi e perdurare sulla Rete anche dopo la loro smentita”. Secondo i dati riportati da Gianni Prandi, gli italiani non sembrano avere fiducia nella capacità dei propri concittadini nel riconoscere le bufale: ben il 48% del campione si è detto scettico sull’abilità di discernimento dell’utente medio sul web.

L’esigenza di strumenti di controllo più rigorosi nell’analisi presentata da Gianni Prandi

Non stupisce dunque che, secondo i dati presentati da Gianni Prandi, la stragrande maggioranza degli italiani richieda con urgenza mezzi di controllo delle notizie più stringenti e attenti. Ben l’84,8% degli italiani auspica infatti una intensificazione della stretta sui contenuti online, percentuale in netto aumento rispetto a due anni fa, in cui si fermava al 78,4%. Resta tuttavia “positivo il giudizio sulle misure di fact-checking utilizzate dai grandi media”, a dimostrazione del fatto che i cittadini apprezzino qualsiasi tentativo di contrastare questa pericolosa tendenza.

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