Tra gli ospiti della decima puntata di "Idee per il dopo", programma di approfondimento di Sky Tg24, anche l'AD di Eni Claudio Descalzi: accelerare la transizione energetica ora è urgente.
Claudio Descalzi a Sky Tg24: l'impegno di Eni nell'accelerare la transizione energetica
Per Eni accelerare la transizione energetica è
"un'opportunità e un'urgenza". Lo ha sottolineato l'Amministratore Delegato di Eni
Claudio Descalzi intervenendo lo scorso 30 giugno a "Idee per il dopo" su Sky Tg24. L'AD ha spiegato come l'intenzione sia quella di ridurre le emissioni in linea con l'obiettivo di temperatura (climatica) della Cop21:
"Per noi ci sarà un'accelerazione del Piano di transizione energetica, un piano di trasformazione che coinvolge tutti i nostri asset, dalle raffinerie, delle quali due le abbiamo già trasformate in bioraffinerie, alla chimica". L'accelerazione è necessaria
"anche perché dobbiamo allontanarci dalle fluttuazioni di un mercato altamente volatile, e non a causa del Covid, che ha solo enfatizzato una volatilità che durava da anni": dal 2014 il gruppo ha investito oltre 4 miliardi di euro in tecnologie proprietarie, alcune già realizzate, e
"abbiamo tutte le possibilità e gli strumenti per compiere questa accelerazione". In questa prospettiva per
Claudio Descalzi il tema delle disuguaglianze diventa fondamentale:
"Una società che tende ad aumentare il livello di disuguaglianza non può innovare e applicare le nuove tecnologie. Quando ci sono problemi esistenziali le persone sono concentrate sul quotidiano, mentre noi abbiamo bisogno di essere concentrati sul futuro". Contro le disuguaglianze serve pragmatismo:
"Pensare è importante, ma non va bene entrare in un labirinto di pensieri. Occorre mettere a terra quello che si pensa, per il bene delle persone, creando uguaglianza e non disuguaglianza. Non si può entrare in un contesto di dibattito e conflittualità continua, perché mentre ci sono i conflitti le disuguaglianze crescono, non diminuiscono. Bisogna occuparsi delle persone, della società e delle aziende con generosità, interesse e pragmatismo".
Claudio Descalzi: la pandemia ha accentuato la trasformazione di alcuni sistemi e non solo nei Paesi in via di sviluppo
"Il Coronavirus ha enfatizzato la necessità di andare verso la transizione energetica in modo molto più accelerato rispetto ai piani originali di Eni e dell'industria dell'oil&gas in generale": nello speciale di Sky Tg24
Claudio Descalzi parla anche dell'emergenza e di come il gruppo stia affrontando questo periodo
"difficile e complesso".
"Siamo ben allenati" osserva l'AD:
"Tutta la parte operativa ha continuato a lavorare, per mantenere in sicurezza gli impianti e garantire la continuità delle attività. Veniamo da decenni di pandemie in diversi Paesi asiatici e africani e abbiamo sviluppato un sistema di procedure definito, un sistema di formazione del personale operativo e un'organizzazione di rotazione del personale, e negli ultimi sei anni abbiamo creato anche un controllo centralizzato delle attività attraverso la digitalizzazione di tutte le componenti meccaniche e tecniche dei nostri impianti". Non avendo colpito tutti i Paesi nello stesso momento, Eni si è trovato ad operare
"in una situazione molto variegata che ci tiene sotto pressione per mantenere le persone e gli impianti in massima sicurezza": uno scenario che
"richiede attenzione costante e le nostre persone sono addestrate per questo".
Claudio Descalzi ha fatto notare inoltre come il Coronavirus abbia accentuato la trasformazione futura di alcuni sistemi:
"Molti Paesi produttori di oil&gas vivono di risorse energetiche e già da sei anni erano sotto pressione, prima di cadere nella situazione attuale. La struttura industriale in questi Paesi dovrà assolutamente cambiare, vi dovrà essere una diversificazione. Una diversificazione che per molti di questi Paesi significa autosufficienza in settori come l'alimentare, l'agricolo, il farmaceutico o la stessa energia. Le politiche industriali di diversificazione, dal punto di vista delle tecnologie, della comunicazione, dei rapporti tra centri di ricerca e università, portano una necessaria globalizzazione".