Cristina Scocchia racconta il suo straordinario percorso di vita e carriera. Oggi, è alla guida di Illycaffè in qualità di AD con l’intenzione di portare il Gruppo alla quotazione in Borsa.
Cristina Scocchia e il sogno di diventare AD
“Se è vero che il talento è equamente distribuito tra ricchi e poveri e tra uomini e donne, le opportunità di dimostrarlo no, non sono equamente distribuite”, ha sottolineato Cristina Scocchia. La sua carriera ha preso il via in Procter & Gamble, dove ha fatto il primo passo verso la rottura del cosiddetto soffitto di cristallo che limita molte donne nel mondo del lavoro. La sua esperienza si è poi arricchita con posizioni apicali in KIKO Milano e L’Oréal, dimostrando che con impegno, passione e determinazione si possono raggiungere obiettivi ambiziosi. Nella sua autobiografia edita da Sperling & Kupfer, la manager ricorda con emozione i primi passi della sua carriera, quando, da stagista in Procter & Gamble, dichiarò con naturalezza il suo obiettivo di diventare AD, dai più considerato “fuori portata”. Questo sogno, vissuto con caparbietà e determinazione, l’ha portata a essere oggi un esempio di leadership per le giovani donne che aspirano a ruoli di vertice. “Il più grande ostacolo che ho dovuto superare – ha rivelato Cristina Scocchia – è stato quello di trovare l’opportunità di dimostrare se e quanto valevo”. “Per questo – ha aggiunto – devo ringraziare Procter & Gamble perché so che esistono sempre delle eccezioni, ma nella stragrande maggioranza dei casi noi donne lottiamo molto di più per raggiungere i nostri traguardi”.
Cristina Scocchia: tra riconoscimenti e sfide nel percorso verso la parità di genere
Il percorso professionale di Cristina Scocchia è costellato di riconoscimenti, tra cui la Mela d’Oro della Fondazione Marisa Bellisario e l’inclusione nella classifica di “Forbes” tra le 100 donne leader più influenti. Il cammino non è stato però privo di difficoltà, soprattutto legate al suo essere una donna in un mondo prevalentemente maschile. Di questo ne parla nel suo libro: un episodio emblematico è avvenuto durante i primi tempi in L’Oréal a Milano, quando un fornitore, dopo aver salutato tutti con un “Buongiorno, dottore”, le chiese di appendere il cappotto. La manager rispose con calma: “Volentieri. Piacere, sono l’Amministratore Delegato”. Nel corso degli anni, ha affrontato le disparità di trattamento con professionalità e ironia, constatando che tali episodi sono più frequenti in Italia. Dopo aver vissuto per 13 anni all’estero, il ritorno in Italia è stato per lei un piccolo grande choc. Mentre all’estero non ha mai dovuto affermare i suoi diritti o chiedere la parità di trattamento, in Italia ha dovuto farlo. “Scherzando dico che ho scoperto di essere donna a 40 anni, al mio rientro in Italia”, ha commentato, evidenziando come il cammino verso la parità di genere sia ancora lungo nel nostro Paese. L’AD riconosce l’importanza delle quote rosa come una medicina amara ma necessaria per ridurre il divario di genere. “Per diminuire il divario di genere – ha quindi concluso Cristina Scocchia – bisogna impegnarsi su tre fronti: cambiare la cultura per cui se una donna vuole fare carriera è ‘ambiziosetta’ mentre un uomo è determinato; capire che a parità di diritti corrisponde parità di doveri nella cura della casa e della famiglia; avere uno Stato che aiuta la genitorialità. Senza dimenticare mai che la migliore strategia per promuovere le donne è il merito”.