Referendum taglio parlamentari: Carlo Malinconico e le ragioni del No

"Il prossimo referendum non concerne affatto il risparmio, bensì direttamente l'utilità o meno del Parlamento", scrive Carlo Malinconico.

Carlo Malinconico

Carlo Malinconico: "Il vero problema del Parlamento è il rapporto con il Governo"

Domenica e lunedì si voterà in tutta Italia per respingere o meno la legge di revisione costituzionale dal titolo "Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari". L'avvocato Carlo Malinconico, che in passato ha ricoperto diversi ruoli nelle Istituzioni, ha voluto esprimere la sua opinione in un editoriale pubblicato sul quotidiano "Il Dubbio". Secondo il giurista, il Referendum rappresenta in realtà una scelta tra l'utilità o meno del Parlamento. Il sentimento di rivalsa diffusosi negli ultimi dieci anni contro la cosiddetta "casta" ha infatti indebolito fortemente il ruolo delle Camere: "L'ideologia dei movimenti populisti consiste nel ritenere che il capo del movimento politico interpreta, anche avvalendosi delle piattaforme informatiche, direttamente le istanze sociali e trova le soluzioni, senza bisogno di mediazioni parlamentari, connotate da inevitabili compromessi". Un ruolo già messo fortemente in discussione dall'abuso dei decreti legge e dal continuo ricorso al voto di fiducia, problematica che con il Referendum non troverà soluzione: "Negli ultimi tempi, si insiste sull'argomento che un Parlamento più snello sarebbe più efficiente ed efficace. L'affermazione appare discutibile. Il Parlamento ha problemi di funzionalità non per il numero dei parlamentari - scrive Carlo Malinconico - ma per il rapporto con il Governo". Diminuire i parlamentari avrà dunque un unico effetto, spiega il giurista: indebolire la democrazia rappresentativa del Paese.

Giurista e avvocato: chi è Carlo Malinconico

Attualmente alla guida dello Studio Legale omonimo, realtà pluripremiata e riconosciuta a livello nazionale, Carlo Malinconico ha ricoperto numerosi incarichi sia nella magistratura italiana che nelle Istituzioni. Romano di nascita, classe 1950, dopo aver conseguito la laurea in Giurisprudenza supera brillantemente diversi concorsi pubblici. È stato infatti sia Avvocato dello Stato, operando a Milano dal 1976 al 1985 durante i cosiddetti "Anni di Piombo", che Consigliere di Stato fino al 2002. In quel periodo ha ricoperto anche diversi incarichi pubblici, tra i quali capo dell'ufficio legislativo del Ministero delle Partecipazioni Statali, del Ministero del tesoro e capo del dipartimento degli affari giuridici e legislativi della presidenza del Consiglio. Nel 2006 è stato nominato Segretario generale della Presidenza del Consiglio del Governo Prodi, mentre nel 2011 Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri del Governo Monti con delega all'editoria. Infine, tra il 2002 e il 2011 Carlo Malinconico si è dedicato anche alla carriera universitaria. Dopo essere entrato come professore di Diritto Ue alla Scuola superiore dell'economia e delle finanze, ha insegnato all'Università di Udine e infine all'Università Tor Vergata di Roma.

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