Club House intervista Cristina Scocchia: cambiamento culturale, valorizzazione del merito e leadership

L'importanza di mettere le persone e i loro meriti al centro. Il valore di essere un leader forte, dotato di una spiccata eticità. Il peso di avere un team variegato e inclusivo. Questi i principali temi toccati dalla manager Cristina Scocchia nell'intervista rilasciata a Club House (SHR Italia).

Cristina Scocchia

Cristina Scocchia a Club House: la ripartenza passa dal cambiamento culturale

"Nuovi stimoli puramente di natura economica non bastano: perché ci sia una ripresa concreta del nostro Paese è necessario e doveroso portare avanti un cambiamento culturale": così Cristina Scocchia si è espressa durante il recente appuntamento con Club House, organizzato da SHR Italia. L'intervista, ultima del ciclo di incontri di questo anno, si è concentrata sui temi dedicati al lavoro che cambia, con un focus sul gender equality e la responsabilità sociale. Ne è emerso chiaramente come questa fase di ripresa nella quale vertiamo possa avere successo solo se supportata da un cambio di passo dal punto di vista culturale, e non solo da iniziative di natura economica: al centro devono esserci valori da coltivare quali merito, inclusività, responsabilità sociale e ambientale. "Le imprese si trovano davanti a nuove sfide", ha dichiarato Cristina Scocchia. "Bisogna accelerare sull'innovazione, sul digitale, sull'omnicanalità". La crescita dimensionale e qualitativa delle aziende si basa infatti anche su aspetti culturali e sulla diffusione di un nuovo modello di leadership che viene definito "Servant Leadership".

Cristina Scocchia: le caratteristiche di un leader al passo con i tempi

Oltre agli aspetti e ai valori che da sempre devono risiedere in un buon leader (visione a lungo termine, capacità decisionale, costruzione di un team forte e motivato), oggi chi voglia definirsi tale deve anche possedere un sistema valoriale solido. "Vorrei un giuramento di Ippocrate anche per noi manager, come per i medici", afferma Cristina Scocchia, "che leghi il nostro operato a un codice etico più elevato. È tramontata l'idea che l'azienda debba solo generare profitto: c'è di più la consapevolezza che i portatori di interesse sono tanti (azionisti ma anche clienti, fornitori, la comunità). Massimizzare il valore per tutti significa dare un ruolo sociale a tutte le imprese, non solo a quelle no profit". È in quest'ottica che bisogna muoversi per rimanere competitivi e per valorizzare i nuovi talenti presenti sul mercato del lavoro. "Io spero che in mezzo a tutti i drammi della pandemia questa ci abbia insegnato almeno una cosa positiva: che la leadership non è potere, ma è responsabilità", ha spiegato Cristina Scocchia. Nel concreto, servono decisioni tempestive e una comunicazione chiara e trasparente. "Durante la pandemia in Kiko abbiamo fatto squadra e abbiamo messo le persone al primo posto, chiudendo i negozi prima che fosse obbligatorio per legge". Si è poi chiuso anche l'e-commerce, per lo stesso motivo, e si è pensato a come garantire a tutti il 70% dello stipendio, anche nei Paesi in cui la cassa integrazione non era assicurata. L'altra carta vincente per guardare al futuro con positività è dare vita a team sempre più variegati dal punto di vista del gender, dell'orientamento politico, religioso, culturale: "Solo la valorizzazione dell'unicità di ognuno di noi come persone può portare la squadra a vincere".

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