Luigi Ferraris, alla guida di Terna, e Moncef Harrabi, Presidente di Steg, hanno firmato per ufficializzare il progetto durante un incontro a Tunisi: il cavo sottomarino sarà lungo 200 chilometri. I finanziamenti arrivano dalle due società coinvolte e dall'Unione Europea, che l'ha valutato di interesse comune.
Luigi Ferraris: la visita a Tunisi e l'intesa tra Terna e Steg
L'incontro si è svolto a Tunisi in presenza di
Luigi Ferraris, Amministratore Delegato e Direttore Generale di
Terna, e Moncef Harrabi, Presidente di Steg, che hanno siglato un Memorandum di intesa tra le due società. Il progetto punta ad avviare l'interconnessione elettrica tra Italia e Tunisia attraverso un cavo sottomarino di 200 chilometri. La sinergia tra i due Gruppi industriali unirà le due sponde del Mediterraneo fino in Sicilia: il cavo è studiato per funzionare in entrambe le direzioni. L'Unione Europea si è interessata al progetto e ha deciso di finanziare metà dei 600 milioni di euro necessari, mentre l'altra metà sarà un investimento a carico di Terna e Steg.
"L'accordo di oggi segue quello già firmato dai rispettivi governi qualche mese fa", ha spiegato Luigi Ferraris.
"Adesso l'accordo deve essere ratificato dai rispettivi parlamenti e poi entriamo nella fase operativa che prevede l'accesso ai finanziamenti europei e la pianificazione di dettaglio, per arrivare ad avere un assetto finale da un punto di vista autorizzativo e da un punto di vista delle contribuzioni entro il 2021". Come ha sottolineato l'AD e DG, le tempistiche prevedono di eseguire l'opera in 4 anni e di chiuderla entro il 2027.
Terna: l'importanza del cavo sottomarino secondo Luigi Ferraris
"Oggi si chiude la fase degli studi di massima e si entra nella fase operativa, nella fase di dettaglio", ha dichiarato
Luigi Ferraris in occasione della firma del Memorandum d'intesa. Il cavo sottomarino sarà fondamentale per supportare la crescita delle rinnovabili in Nord Africa e per garantire la stabilità energetica. La Tunisia prevede di aumentare la produzione di energia da fonti rinnovabili di 3-4mila megawatt entro il 2030.
"Se la leggiamo in chiave prospettica, da qui al 2030, il Nord Africa è dotato di risorse solari molto diffuse che hanno un altissimo potenziale", ha spiegato Luigi Ferraris. Attraverso il progetto,
Terna contribuisce così a creare un ponte tra Italia e Tunisia, tra Italia e Nord Africa, nonché tra Europa e Nord Africa.
"Stiamo andando verso un modello di funzionamento energetico che prevede un crescente utilizzo delle rinnovabili e le reti sono, come ho detto più volte, un abilitatore fondamentale perché questo possa accadere", ha concluso l'AD e DG di
Terna, sottolineando che il Mediterraneo si presenta, di fatto, come
"un sistema energetico sempre più integrato".