Transizione tra passato e futuro: intervista all’AD di Eni Claudio Descalzi

Sì al processo di transizione ma attenzione ai costi economici e sociali. È il monito dell'AD di Eni Claudio Descalzi in un'intervista rilasciata a "Il Foglio".

Claudio Descalzi

Claudio Descalzi: su transizione impulsi e passioni ma poco realismo

Un futuro più sostenibile e pulito è possibile, ma per raggiungerlo occorre passare ai fatti. E la realtà, al di là degli slogan, ci dice che per realizzare una transizione equa bisogna prima tenere conto di due secoli di sistemi energetici. A ribadirlo ancora una volta è Claudio Descalzi, Amministratore Delegato di Eni, che in una recente intervista pubblicata su "Il Foglio" torna a parlare dei rischi di una transizione che non guarda al passato. Nonostante il cambiamento del paradigma energetico sia non solo inevitabile ma anche auspicabile e giusto, c'è bisogno di gradualità: "Abbiamo spinto al massimo la macchina mondo, adesso dobbiamo rimetterla a punto - ha dichiarato al quotidiano "Il Foglio" - È impossibile demolire le infrastrutture costruite nel corso dell'intero Novecento: viviamo in una rete di cavi, di tubi, di impianti e processi industriali". Per l'AD di Eni l'unica via realmente perseguibile, soprattutto tenendo conto di costi e tempi, non è "smantellare tutto", ma adattarlo al meglio alle nuove esigenze: "La risposta razionale è trasformare, non cambiare radicalmente, anche se capisco che spesso prevalgono gli impulsi e le passioni".

Claudio Descalzi: per transizione occorrono strumenti adeguati e impegno condiviso

Per molti la Cop26 non ha ottenuto i risultati sperati. C'è poi il rischio che gli obiettivi di Glasgow vengano raggiunti in estremo ritardo, così come sta già accadendo per quelli fissati a Parigi nel 2015. "Abbiamo davanti a noi un lavoro immenso - ha continuato Claudio Descalzi - che si può fare solo muovendosi di concerto: politica, istituzioni, industria debbono procedere all'unisono". Fondamentale, aggiunge, è rifiutare quelle ideologie che vanno contro il progresso tecnologico: "La tecnologia è la chiave della transizione. Non basta dare obiettivi e non basta nemmeno mobilitare grandi risorse finanziarie, per passare dalle parole ai fatti occorre dotarsi di strumenti adeguati". Sotto questo punto di vista il Gruppo si è mosso in anticipo, ci ha tenuto a precisare l'AD. Utilizzo dell'idrogeno blu, cattura della CO2, biocarburanti, economia circolare: "Il nostro profilo è quello di una compagnia tecnologica che fa ricerca e possiede tecnologie proprie. A questo scopo, stiamo lavorando e investendo da parecchi anni. All'interno di Eni abbiamo tanti business con un grande potenziale che ancora non hanno la giusta visibilità e quindi la giusta valorizzazione. Ora - conclude Claudio Descalzi - dobbiamo enucleare tutto quel che è nascosto, farlo emergere, valorizzarlo, portarlo eventualmente in borsa".

Articoli Correlati